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Autore: CHiBI cHU    10/06/2007    5 recensioni
è prima fic che scrivo a capitoli, siate clementi!!!^^ A casa Brief arriva uno strano orologio a cucù, nero con i numeri dorati romani. Ma quale segreto nasconde questa pendola misteriosa? Per scrivere questa storia mi sono chiarmente ispirata a "La pendola del Destino", di R.L. Stine!(L'autore appunto di "Piccoli Brividi"!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La pendola del tempo

La pendola del tempo

 

No, non doveva farlo: quella non era la sua Bulma, e quello non era il Vegeta di quel epoca. Non meritava il bacio di quella Bulma: aveva la sua Bulma ad attenderlo in un’altra dimensione.

Scosse la testa, come se dovesse dire "no" a qualcuno. Poi, senza nemmeno accorgersene, la sue labbra si aprirono, e dalla sua bocca uscì una piccola parola, ma che nessuno aveva mai sentito prima d’ora pronunciata dal principe dei saiyan.

-Grazie-

Bulma sorrise.

-Oggi è la giornata delle sorprese! Prima mi chiami Bulma, poi mi ringrazi… mi metti paura!- In effetti anche Vegeta si era messo paura. Perché l’aveva ringraziata? Non l’aveva mai fatto… non le aveva mai fatto dono di quella parola… perché? Perché non aveva mai ringraziato Bulma? Eppure lei aveva sempre cercato di renderlo felice: prima con una camera gravitazionale, poi con una tuta super resistente, infine con il suo amore. E lui? E lui cosa le aveva dato in cambio? Nemmeno un grazie. Lei lo aveva cambiato, lo aveva reso una persona migliore, e lui, il grande principe dei saiyan, non si era nemmeno degnato di ringraziarla. Nemmeno di dirle un "ti ringrazio".

Improvvisamente si accese una luce bianca, accecante, come un lampo. Il saiyan batté le palpebre. Poi passarono alcuni secondi prima che riuscisse a vedere qualcosa.

-Tesoro? Allora? Ti piace?-

Batté di nuovo le palpebre, e gli occhi misero a fuoco l’immagine. Bulma, e Trunks! Bulma sembrava più vecchia… era tornata normale!

-Cosa?- Chiese Vegeta, ancora stordito.

-Ti ho chiesto- ripeté Bulma un po’ accigliata – se ti piace questa pendola che ho appena comprato.-

Era tornato al presente! Bulma aveva appena comprato la pendola!

-Si… si. Non mi dispiace.-

- Il negoziante mi ha fatto uno sconto, mi ha detto che voleva sbarazzarsene. Chissà poi perché, è così bella!-

La pendola nera suonò le dodici. Un uccellino uscì fuori e dopo aver detto dodici volte "cucù" ritornò indietro.

-Certo però… che assurdità tenere anche il conteggio degli anni. Chi è il cretino che non si ricorda in che anno siamo?-

-Che ti importa, questo orologio a cucù è proprio bello!- Disse Bulma sorridendo.

-Che cosa volete per pranzo?- Disse poi andando verso la cucina.

-Niente di particolare… almeno per me.- Disse Trunks seguendo la madre.

Stava tutto procedendo come ricordava. Trunks che nota il contatore degli anni… le stesse frasi, le stesse azioni. Tutto era tornato come prima. Tirò un sospiro di sollievo. Anche questa avventura era stata superata. Aveva finalmente terminato questo viaggio indietro nel tempo. Uscì dalla stanza mentre sentì Bulma dire:

-Tu, tesoro?-

-Scegli tu- disse poi dando un ultima occhiata all’orologio per dirigersi in seguito verso la camera gravitazionale.

La giornata era proceduta proprio come se la ricordava. Ormai non c’erano dubbi, il problema era stato risolto. Era ormai arrivata la mezzanotte, e come sappiamo ormai erano rimasti solamente Bulma e Vegeta a vedere la tv. Dopo che Bulma se ne andò, Vegeta si ritrovò finalmente da solo.

Ecco cosa non aveva mai fatto. Non aveva mai ringraziato Bulma. E lei lo aveva cambiato, piano piano: senza che nemmeno lui se ne accorgesse. Ne aveva avuto la prova prima, quando lui non era ancora innamorato di lei. Bastava un niente per farlo arrabbiare, per fargli venire voglia di uccidere una persona. Era bastato che lei gli facesse qualche domanda per farlo uscire fuori di senno. Prima era un animale, un freddo assassino. Ora invece, era diverso, era diventato… detestava ammetterlo, detestava anche solamente pensarlo, ma era così. Lui era diventato una persona migliore. Aveva una famiglia, delle sue responsabilità. E se non fosse stato per lei, lui sarebbe rimasto il freddo assassino che era: spietato, a cui bastava un nonnulla per uccidere. Non si era mai posto problemi. Uccideva donne e bambini, senza distinzione: non era certo il tipo da queste preoccupazioni lui. Invece adesso, il suo cuore si era calmato. Un velo di calore lo avvolgeva, e sapeva che quel calore gli era stato donato da Bulma. E lui non le aveva nemmeno detto grazie. Si alzò dal divano e si diresse in soggiorno. Accese la luce e lì, di fronte a lui, si trovava la pendola nera. Si avvicinò, e allungò il braccio verso il bottoncino.

-Hai compreso qualcosa grazie a questo viaggio?- Una voce acuta provenne dalla cucina.

-Sei tu- Vegeta continuò a fissare la pendola mentre la sua piccola copia lo raggiungeva.

-Ti ho fatto una domanda, sei sordo?-

-Perché tutto questo? Credi forse che io non sappia quanto quella donna abbia fatto per me?-

-Sono assolutamente certo che tu lo sappia. Ma perché non glielo hai mai dimostrato? Eppure hai potuto vedere quanto lei ti abbia cambiato. Basta fare il confronto tra il Vegeta di adesso e quello del tuo ultimo viaggetto. Hai visto anche tu, no? Avevi intenzione di ucciderla solamente perché lei ti aveva posto qualche domanda. Buffo, vero? E pensare che prima era così. Bastava un niente per farti diventare il freddo e spietato assassino che sei.-

-Io non sono un assassino!- Ormai stava urlando, tanta era la tensione. Che cosa voleva quel maledetto nano?

-Dai, basta scherzare.- Il bambino sorrise. -Spero che questo viaggio ti abbia fatto capire parecchie cose.-

-Umh- Vegeta si voltò di nuovo verso l’orologio mentre la sua piccola copia scomparve.

Certo che… che strano. La Bulma del passato gli aveva detto che il negoziante non voleva vendergli la pendola. Mentre quella del presente gli aveva detto che voleva sbarazzarsene. Vegeta scrutò con attenzione l’orologio a cucù, cercando di svelare il mistero. Forse anche il negoziante era andato indietro nel tempo? Oppure aveva trovato un qualche difetto?

Ma in fondo a lui non importava. Spense la luce e silenziosamente salì le scale. Arrivato in camera da letto si tolse i vestiti e rimase con indosso solamente dei boxer. Fece attenzione a non svegliare la sua compagna mentre si copriva con le coperte, ma lei si svegliò lo stesso.

-Tutto bene?- chiese lei con la voce impastata dal sonno.

-Si- rispose lui mentre si sdraiava –grazie.-

 

Ho finito la ff!! Un infinito grazie a tutti quello che mi hanno seguito, davvero tante grazie!!! Spero che questa ff vi sia piaciuta, o che via abbia un pò colpito, nel bene o nel male. Un bacio da Chibi Chu!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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