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Autore: Giorgia21297    22/11/2012    3 recensioni
Una giornate come tutte le altre,ma che cambierà per sempre la mia vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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My dream is like a waterfall

38. I can't accept "the end"

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28 Agosto
 
Dovevo prendere aria.Ormai ero serrata a casa da giorni.
Non rispondevo al telefono,non guardavo la tv,non ascoltavo musica,non scrivevo.Passavo intere giornate a letto,al buio.
Non mi ero mai sentita così...stupida,inutile,triste.
Misi su il primo maglione che trovai,tutto sgualcito,con quella odiosa lana pungente,ma cosa importava?
In realtà fu solo la chiamata di mia madre a spingermi a ricominciare.Insomma,alla fine non era tutto perduto:io avevo passato l'esame e me ne stavo nella mia amata Londra,sola ed indipendente,come del resto avevo sempre sognato.Eppure mi mancava.Ero riuscita a resistere due anni senza vederlo,con la consapevolezza che lui non avesse idea di chi fossi,adesso almeno sapeva della mia esistenza,quindi dovrebbe essere stato più facile rassegnarsi.E invece no,era più difficile,perché non potevo fare a meno del tuo sorriso,della sua voce,del suo profumo,era tutto più difficile perché era successo davvero,non era solo un sogno,non era più immaginazione.
Perdere il proprio sogno fa più male che non realizzarlo.
 

 
In metropolitana tutto scorreva velocemente,troppo velocemente,tanto da mettermi ansia,paura di non avere tempo a sufficienza per riprendermi ciò che avevo perduto.Tutto fuori dal finestrino scorreva in fretta,tanto che l'occhio vedeva di quel paesaggio solo una striscia confusa ed intrisa di colore.Solamente una fotografia sarebbe riuscita a captare un attimo piccolissimo e renderlo nitido,presente,eterno.Questo aveva fatto tutto il tempo la mia macchina fotografica,aveva fermato piccoli attimi felici,li aveva salvati dal crudele scorrere impetuoso del tempo.

Più tardi

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Adesso ero all'Hyde Park .Camminavo attenta a tutto ciò che vedevo,alberi,foglie,persone,fino a quando arrivai lì,in quel posto incredibilmente magico,prezioso,ma che adesso mi riempiva di malinconia.Cinque mesi fa vidi il mio sogno realizzarsi proprio qui.Quella panchina,ormai vuota e umida, rappresentava perfettamente ciò che provavo.L'albero che lo sormontava era spoglio,solo una foglia secca era riuscita a sopravvivere,si teneva ancora stretta a quel ramo,ma era troppo fragile,sarebbe caduta anche lei.Quella era la mia speranza.
Scattai un paio di foto,quello scenario mi aveva proprio stregato.Decisi di sedermi.Chiusi gli occhi ed iniziai a ricordare,immaginare tutto nei minimi particolari come avevo sempre fatto.Mi ritrovai a sorridere sola come una stupida.
Quel posto era ancora magico,vivo,ma era tutto finito.
Ed era proprio la parola fine che non riuscivo ad accettare.
 
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Camminavo per le strade di Londra,non di certo calde come quelle dell'Italia in estate,ma era piacevole sentire quella brezza leggera che ogni tanto mi sfiorava.
Avevo il mio posto al college,avevo il mio bell'appartamento nella mia amata città,avevo tutto ciò che volevo realizzare,pretendere di più sarebbe stato egoista.Andava bene così,avevo vissuto cinque mesi di perfezione,adesso bisognava tornare alla normalità.Del resto,si sa,la perfezione fa diventare matti.In fondo mi rimanevano tanti ricordi,ricordi forti,e questo mi bastava.
Decisi di sviluppare tutte le mie...o meglio,le nostre foto e conservarle,magari mettendole insieme in un album e scrivere giù qualche didascalia.Era stato tutto una favola che era ora di sviluppare.Un bel film.
 

Più tardi
 

Tornai a casa dopo aver comprato tutti gli strumenti necessari per iniziare il mio lavoro.
Prima di entrare in ascensore controllai la posta.La cassetta era piena,tanto che presi tutto distrattamente senza fare caso a nulla.
Varcata la porta,scaraventai tutto sul tavolo e mi dedicai al mio lavoro.
Dopo solo pochi minuti,il salotto era invaso da pezzi di carta ritagliata,colla,penne,pennarelli,adesivi e chi ne ha più ne metta.
Erano le nove quando decisi di preparare qualcosa da mangiare.
Feci qualche piccola carezza al mio Zeus che avevo ignorato per una settimana intera.
Mentre l'acqua bolliva,mi ricordai delle numerosissime lettere che avevo ricevuto.
Rovistai tra il macello che avevo combinato,e finalmente le trovai.
Cominciai a leggere tutti i mittenti:
Bollette da pagare,stupida pubblicità,certificato di ammissione del college,cartoline dalle mie adoratissime amiche italiane,anche una lettera dal mio insegnante di pianoforte,sempre dall'Italia. Una strana lettera,molto elegante,attirò la mia attenzione.
Era tutta nera con delle scritte bianche. All'inizio pensai che sarebbe stata altra stupida pubblicità.Rabbrividii quando capii che non era così.
  
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