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Autore: SaraBondi_    22/11/2012    2 recensioni
Alice ha una storia difficile alle spalle, vive in una città dove tutti osannano un gruppo musicale a cui lei sembra non interessarsi ma un incontro inaspettato potrebbe sconvolgerla.
Ecco una Fan Fiction che potrete quasi leggere o quasi ignorare, potrebbe quasi piacervi o potrete quasi odiarla. Forse perchè io l'ho solo quasi scritta?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8.





-No, quello è il Do. Te l’ho detto mille volte! Louis, applicati- Io non ero certo la migliore insegnante di questo mondo ma lui era decisamente duro di comprendonio.
-Mi scusi maestra, ma sono tre ore che stiamo qua e io comincio ad essere stanco- Non finì neanche la frase che mise la chitarra al sicuro e si stese sulla piccola isoletta di cuscini che avevamo costruito nel centro della stanza.
Io mi sdraiai di fianco a lui e appoggiai la testa sul suo petto, vicino al suo cuore in modo che potessi sentirlo mentre batteva. Lui cominciò ad accarezzarmi i capelli con una mano e intrecciò l’altra alla mia.
Le sue dita erano la mia isola felice, non quella stanza. Non più.
Avrei voluto congelare il tempo e prolungare quel momento all’infinito, avrei voluto rimanere una diciannovenne piena di complessi stretta fra le braccia di un quasi ventunenne che fingeva di essere qualcun altro solo per me.
-Ma dov’è?-
Sentii la voce di mia sorella e subito mi ricordai di avere una famiglia che non sapeva che io ero nella loro stessa casa e che poteva benissimo credere che io fossi stata rapita dagli alieni o che fossi scappata.
-Aspetta, torno subito. Vuoi del caffè?- Chiesi alzandomi in fretta e furia.
-Si grazie, con la panna- Disse sorridendo con l’aria da Peter Pan.
Gli feci la linguaccia e scesi giù in cucina rassicurando tutte sulle mie condizioni di salute e dicendo loro dove realmente ero. Mi feci promettere che non sarebbero mai entrate in quella stanza poi presi due tazze di caffè e tornai da Louis, o Luigi.
-Ecco qua, mi dispiace ma il servizio non comprende la panna- Gli porsi la tazza.
-Ci accontenteremo-
Mentre bevevo cominciai a cercare il mio telefono, dovevo in qualche modo considerare Jess; le avevo dato anche buca senza tante cerimonie. Lei mi conosceva e sapeva che ogni tanto mi capitava di sparire ma mi sentivo comunque in dovere di farmi viva.
*Ei Jess, scusa se sono sparita ma ho per le mani una cosa grossa. Se va tutto bene ti racconto. Non preoccuparti, è una cosa buona, buonissima. Scusami. Ti voglio bene*
-Cosa ha in programma Louis per oggi?- Chiesi rimettendomi vicina a lui.
-Louis Tomlinson stasera ha una festa privata a Londra-
-E Luigi cos’ha in programma?- Chiesi sperando che la risposta fosse “Luigi rimarrà qua ad accarezzarti i capelli e a baciarti per sempre”.
-Luigi ha intenzione di stare con Alice il più possibile-
Mi girai e avvicinandomi a lui appoggiai la mia fronte alla sua in modo che le nostre bocche e i nostri nasi si sfiorassero senza però toccarsi e sussurrai:
-Ecco perché hai vinto tu- E appoggiai le mie labbra sulle sue per un secondo, mi alzai subito e feci per scappare ma lui mi prese per un braccio e mi fece ricadere su di lui di nuovo. Cominciai a ridere e Louis cominciò a cantare, cambiando la sua voce, una di quelle canzoni che ti fanno imparare a memoria all’asilo. Una di quelle canzoni che hanno sempre i versi in rima e le parole sembrano sempre le stesse. Tazza, pazza, puzza ..
Poi cominciò a correre per la stanza imitando gli animali e io risi, risi tantissimo. In tutta la mia vita non avevo mai riso così tanto che ad un certo punto mi resi conto di non aver mai sentito il suono della mia risata felice e spensierata come in quel momento. Quel ragazzo milionario, con un esercito di ammiratori e concerti fissati in tutto il mondo che stava correndo imitando tutti gli animali della fattoria in pochissimo tempo aveva trovato il tempo di sciogliere la mia corazza e di tenere insieme i pezzi di quella tazza rotta e pericolante che ero solo pochi giorni prima. Quel vent’enne senza problemi e senza pensieri era pronto a farsi carico dei miei senza che io avessi mai chiesto niente, era un ragazzo speciale e nonostante non capissi cosa avesse visto in me speravo con tutta me stessa che non se ne andasse mai.
-Non lasciarmi sola. Adesso non puoi più farlo, capisci?-
Lui si fermò immediatamente e venne vicino a me, mi alzò il volto in modo che lo guardassi dritto negli occhi e mi disse che non era arrivato a quel punto per poi lasciarmi andare, mi disse che sarebbe rimasto per sempre. Mi disse che non mi avrebbe abbandonata mai.
-Sei incredibilmente bella-
-Bugiardo-
E la scena sotto il portico di casa mia si ripete, solita sensazione, cuore che batte come un matto e adrenalina a mille. Solito copione si, ma avrei vissuto quel deja-vu altre ottomila volte senza stancarmi mai.
-Vieni con me stasera-
-Dove?- Ero confusa.
-Alla festa. Voglio presentarti ai ragazzi- Rispose fiero della sua idea, o forse di me.
-Ma è un evento a cui partecipa Louis Tomlinson, non hai paura che ti vedano con me?-
-Non ci vedrà nessuno, è una festa privata-
-Non ho niente da mettermi-
-Partiamo subito e prendiamo qualcosa a Londra, dov’è la mia parrucca?-
-Ma io non posso, non so niente del tuo mondo-
-E’ come il tuo, stasera è una festa privata. Non c’è niente di strano, tranquilla- Si rimise la parrucca e fece per uscire.
-Aspetta, se non vuoi problemi lascia andare avanti me-
Uscii e chiusi subito la porta dietro di me. Andai in camera, mi sistemai un po’ e presi la mia borsa, poi scesi da mia mamma.
-Stasera non torno, esco e vado a Londra con un amico. Non preoccuparti non ci sono pericoli e poi io sono una in gamba. Quindi buonanotte e buon giorno visto che domani mattina quando ti sveglierai probabilmente non ci sarò o dormirò. Ti voglio bene mamma saluta Katy e Susi-
Cercai di sgattaiolare via ma non fui abbastanza veloce.
-Chi è questo amico?- Chiese con lo sguardo furbo delle mamme che sanno sempre qualcosa in più.
-Non lo conosci, se va tutto bene te lo presento. Ok? Adesso fai finta di non vederlo uscire da casa nostra-
-Stai attenta Alice, trattalo bene il tuo cuoricino- Mi abbracciò. Non mi sarei mai aspettata tanto affetto dalla donna che aveva gridato a mio padre di stare meno tempo con me e di non considerarmi la sua preferita, ma forse anche lei mi amava a modo suo.
Tornai a prendere Louis che in tanto si era immedesimato di nuovo in Luigi.
-Pronta? Passiamo un attimo da casa mia così prendo i miei vestiti e la macchina, poi andiamo a Londra-
-Non sono ancora convinta ma con te andrei in capo al mondo quindi penso che non mi resti che accettare-
Arrivammo a casa sua ma non passammo dalla porta principale, là c’era una ventina di ragazze che facevano tipo campeggio nel suo giardino. Passammo da una porta secondaria dove ancora non erano arrivate le fan.
-Loro stanno sempre qua?- Chiesi esterrefatta.
-No, solo quando sanno che sonno a casa- Rispose lui come se nulla fosse.
Entrammo in casa.
-Ragazze venite in cucina devo presentarvi una persona. Mamma portami il vestito per stasera poi!-
Tempo due secondi in cucina arrivarono quattro ragazze, di cui due più che altro bambine.
-Lei è Alice e loro sono le mie sorelle. Lottie,Frizzie, Daisy e Phoebe- Disse indicando prima me poi quelle che dovevano essere le sue sorelle.
Mi strinsero tutte la mano e sorrisero amichevolmente ma non credevo di rimaner loro molto simpatica.
Poi nella stanza entrò una delle donne più belle che avessi mai visto.
-E finalmente ecco anche mia mamma!-
-Piacere, Jay-
Le strinsi la mano.
-Com’è che non ci siamo mai viste qui a Doncaster?- Chiesi forse troppo sfacciata.
-Noi usciamo poco e la città non è piccolissima- Sorrise indicando il giardino.
Louis salutò tutte promettendo che sarebbe tornato il giorno dopo e che Luigi avrebbe portato le bambine al Luna Park.


HOLA PEOPLE!!!
Ok, ignoratemi >.<
Anyway, cosa ne pensate del capitolo?
Io penso che io ed Alice abbiamo un'isola felice molto simile, sìsì u.u
Come sempre non voglio annoiare nessuno, voglio solo ringraziare tutti :3 ♥
A presto ^-^
  
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