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Autore: Chia_LovesHarry    22/11/2012    4 recensioni
non si può comandare il cuore, LOVE IS LOVE, no matter what you want, the heart has already chosen
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1°

 

 

sono Abbie, una ragazza di 17 anni figlia di due genitori separati. Mia mamma vive con me a Los Angeles, mio padre invece è di Londra, e, visto che mia mamma viaggia molto per lavoro, i miei hanno avuto la splendida idea di farmi andare a vivere con mio padre, a casa sua, che potrebbe anche essere un vantaggio, visto che fortunatamente non è uno di quei padri che si fa sempre i fatti tuoi.. Taylor, mio padre, è un uomo sulla quarantina, è bello, attraente.. lui e mia mamma, Cassie, si sono conosciuti al liceo, si sono poi sposati, sono nata io, e quando avevo solo 5 anni, si sono separati.. mamma aveva trovato un altro uomo.. Charlie.. naturalmente ci sono stata male, ma comunque, essendo cresciuta con i genitori mai insieme, mi ci sono abituata, e non ci ho mai dato tanto peso. Mi ricordo che, quando ero piccola, mio papà mi diceva sempre “ON THE SAME EARTH, UNDER THE SAME SKY, non sarai mai sola tesoro”, mi faceva stare meglio, mi sentivo parte di qualcosa.. e per il mio compleanno, ho convinto mamma a farmi tatuare la scritta sulla schiena, appena sotto il collo, fra le scapole.. ora mi ritrovo su quest'aereo, in viaggio per andare a londra.. è novembre, le scuole sono già cominciate e come se non mi bastasse il fatto di dovermi ambientare in una nuova città come londra, devo pure conoscere persone nuove, facce nuove.. sono una di quelle ragazze che sta per i fatti suoi, ha pochi ma buoni amici.. vengo considerata una bella ragazza, diciamo che ho le curve dove dovrebbero essere, non ho problemi di “ciccia” e neanche di brufoli; ho gli occhi azzurri, verso il grigio, grandi; ho i capelli castano chiaro chiaro, e sono mossi; le labbra carnose e sempre rosse, e un bel sorriso.

Ho sempre con me il mio iphone, che uso praticamente per la musica, e per prendere appunti, sui miei pensieri; adoro scrivere: alla sera, prima di dormire, scrivo.. credo sia incantevole avere la capacità di trasferire sentimenti, pensieri dalla propria mente, in un testo, in parole, e poi far provare ciò che intendevi tu a chi legge..

un messaggio, -ciao tesoro, appena arrivi a casa di Taylor, chiamami! Un bacione, sempre tua, mamma- certo, le metteva tristezza il fatto che me andavo da mio padre, ma comunque le faceva comodo.

Avevo voglia di dormire un po', così misi 'isn't she lovely', la mia canzone preferita, poi spensi tutto, e mi addormentai.

“signorina, signorina, mi scusi, siamo appena atterrati” mi svegliai, aprendo gli occhi mi trovai di fronte una simpatica vecchietta, dagli occhi vispi, come se la vecchiaia non le pesasse, che mi aveva gentilmente detto che eravamo arrivati a destinazione. “grazie mille” “ma di niente” mi sorrise. Raccolsi la mia borsa, ossia il mio bagaglio a mano, il giubbotto e scesi seguendo gli altri passeggeri.

 

Dopo aver ritirato il mio bagaglio, uscendo dalle porte scorrevoli, vidi mio padre, il suo viso, i suoi occhi azzurri, come i miei; anche altre donne, sicuramente attratte da lui, ci guardavano mentre lui mi strinse in un caloroso abbraccio “ben arrivata principessa mia, THIS IS LONDON!” “ciao papà, mi sei mancato” era da 9 mesi che non ci vedevamo.. non era indispensabile nella mia vita, ma era comunque mio padre.

“per caso vuoi andare in bagno, magari per cambiarti, visto che hai solo di pantaloni, che sembrano leggeri.. non so..” “oh si, aspettami qui, arrivo subito” andai al bagno, mi cambia, dei jegging neri, gli stivali in pelle, e una maglietta con sopra un maglione.

Entrammo in macchina, ecco che il suo profumo si faceva sentire.. uno di quei profumi che ti mettono tranquillità.

 

Durante il viaggio mi fece qualche domanda, cercando di costruirci sopra una conversazione, ma io rispondevo a monosillabi.. arrivammo finalmente davanti a questa villetta, che bella! Entrammo, mi fece fare il gioro della casa, e poi salimmo al 2 piano, dove c'erano una stanza e un bagno.. era tutto per me, al piano terra c'erano la cucina, un bagno, la sala, e la libreria, al primo piano la sua camera, due stanze per gli ospiti, due bagni, e poi l'altro piano, tutto mio. Mi disse che lui sarebbe dovuto andare al lavoro, così mi lasciò un po' di soldi per magari uscire, se volevo, e se ne andò.. andai in camera mia, e restai qualche minuto ad osservarle: il mio letto, ad una piazza e mezza con sopra quelle lucine a fiore verdi, una scrivania, due armadi, una televisione e un divanetto, e naturalmente anche il balconcino, che dava sul 'London Eye', cavolo, era tutto stupendo.

Disfai il bagaglio, che era gigante, mi misi un po' di cipria, mascara, appoggia il computer alla scrivania e mi stampai una cartina della città..

 

uscii di casa e mi diressi verso Starbucks; arrivata, entrai nel negozio, inondata di calore, che bella sensazione; presi il mio Frappuccino e mi andai a sedere su una poltrona.. finito, volevo andare al 'London Eye', non ci ero mai salita, o forse una volta, ma non me ne ricordavo, ero troppo piccola. Cavolo, Londra era davvero bellissima, soprattutto se ammirata dall'alto..

 

tornai a casa, dove in cucina, attaccato alla bacheca, c'era un foglio con il nome di una scuola, con dei moduli, e una tabella per gli orari delle lezioni. Che palle, l'indomani era un lunedì, e sarei dovuta andare in una nuova scuola, dover conoscere altre persone.. speriamo che andrà tutto bene pensai..

 

quella sera, dopo mangiato, mio papà guardò la tv, io andai in camera, chiamai mia madre, scrissi un po', sentii la mia migliore amica Claire, e passammo un'ora al telefono. Poi mi addormentai..

 

riemersi dal sonno, guardai l'orologio, erano già le 7:15, avevo poco per prepararmi.. andai in cucina, svegliando mio padre, feci velocemente colazione, e poi, dopo essermi lavata, e preparata, mi feci dare informazioni da mio padre per come arrivare a scuola..

 

usci di casa, e andai alla fermata.. quella mattina avevo degli shorts sopra alle collant pesanti, una maglietta con sopra una camicia, e il giubbotto, con la sciarpa e una borsa, contenente un quaderno, l'astuccio e tutti i documenti di cui avevo bisogno per la scuola..

 

dopo 20 minuti ero nell'ufficio del preside, le lezioni erano già iniziate, e mi disse di aspettare in corridoio, che poi mi avrebbe accompagnato alla mia classe..

uscii dal suo ufficio, mi diressi verso il mio armadietto, non avevo bisogno di usarlo, lo stavo solo osservando.. mi girai di scatto, e un ragazzo che stava correndo per non arrivare tardi alla sua lezione, mi prese in pieno, e cademmo entrambi per terra, lui facendo cadere la sua cartella, e io facendo cadere il giubbotto che tenevo sul braccio, essendomelo tolto prima, e facendo cadere tutte le cose dalla mia borsa. Che situazione del cavolo, *primo giorno qui, e già un deficente mi rovina la giornata!* Pensai, mi ricredetti quando, alzando lo sguardo, verso il ragazzo che mi aveva praticamente investita e che si trovava sopra di me, mi ritrovai a 2 centimetri dal suo viso.. i suoi occhi, verdi, profondi, le sue labbra, così perfette, e i suoi capelli, un insieme di riccioli.. mi sorrise, e cavolo che sorriso! Ero come stregata, mi vennero i brividi.. dopo qualche secondo, che sembrò infinito, si alzò, e mi porse la mano, aiutandomi, riuscii a rialzarmi, e subito mi chinai a raccogliere tutte le mie cose sparse qua e là. “oddio scusami” disse lui con una voce roca, profonda “oh, fa niente, meglio se corri” “come?” “scusa, pensavo stessi correndo per andare in classe” mi stava fissando, come un ebete, non capivo.. poi si 'risvegliò' e disse “ah già, vebè, ormai..” mi raccolse i documenti “sei nuova?” “già, appena spedita da Los Angeles” mentre prendevo dalle sue mani i fogli che aveva raccolto e che mi stava porgendo, le nostre mani si sfiorarono.. un altro brivido..

improvvisamente il preside uscì dal suo ufficio “allora Styles, ancora in giro? Và in classe!” “si, un attimo” rispose lui; mi guardò e disse “spero di poterti rincontrare.. ciao” e mi sorrise, ricambiai..

lo guardai allontanarsi: aveva dei jeans stretti, dei mocassini, e una maglia nera, a maniche corte, che risaltava il suo fisico invidiabile.. si girò più volte a guardarmi

 

il preside mi accompagnò davanti all'aula, dalla quale uscì il mio nuovo professore, a quanto pare, che si presentò, con una stretta di mano.

Entrammo in aula, e lui annunciò “ragazzi, un attimo di attenzione grazie, lei è Abbie Lautner, la vostra nuova compagna” tutti mi guardavano, ma io cercavo di guardare il professore.. scorsi fra i miei nuovi compagni lo stesso ragazzo del corridoio.. “Abbie, vai pure a sederti di fianco a Tomlinson, laggiù” disse indicandomi un ragazzo davvero bello, con gli occhi azzurro oceano, in fondo all'aula.. mi sedetti, subito lui “ciao bellissima, sono Louis” “c ciao” “tranquilla, ho già una fidanzata” disse sorridendo.. intanto il prof uscì col preside in corridoi, e si avvicinò il ragazzo di prima, sporgendosi dal banco di fianco al mio “ciao, io.. sono Harry, il suo migliore amico” sorrise, e io pure..

 

cavolo.. quel sorriso, quegli occhi.. lo sapevo, ne ero già, follemente innamorata di lui

  
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