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Autore: JustBelieve    22/11/2012    3 recensioni
Dalla storia:
"Spesso Darren si chiedeva come ci riuscisse, come facesse a lavorare incessantemente per tutte quelle ore per poi tornare a casa ancora intero. Ma una ragione per cui resistere e lottare con tutte le sue forze ogni giorno per non crollare, lui ce l’aveva: si chiamava Chris Colfer".
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                             Can you hear me?



La mattina seguente, Chris Colfer si svegliò con un leggero  dolore alla schiena; inizialmente non si rese conto del perché di quelle fitte, ma gli bastò dare uno sguardo in basso per comprendere.
Darren stava ancora dormendo ed era completamente sdraiato sulle gambe del soprano, con la testa appoggiata sul suo ventre e le braccia avvolte intorno ai suoi fianchi.

“Ho dormito tutta la notte in questa posizione. Avrò i crampi per ore.” – pensò, mentre cercava di liberarsi dalla presa di Darren, il quale sembra non volesse lasciarlo andare.

Ben presto, però, Chris si rese conto che il moro non era l’unico ad essersi ‘avvinghiato’: lui stesso aveva le braccia avvolte attorno al ragazzo dagli occhi verdi e come se non bastasse, una mano era posata sulla guancia di quest’ultimo, a mo’ di carezza.
Visto che l’altro non ne voleva sapere di svegliarsi, ne tantomeno di lasciarlo andare, Chris approfittò di quel momento per osservarlo.
Aveva morbidi capelli ricci, neri.
Dio solo sa quanto il soprano amasse quei ricci e quanto gli sarebbe piaciuto poterci passare una mano sopra ed accarezzarli delicatamente.
Ma non poteva farlo. Non doveva.
Loro erano e sarebbero stati solo amici, niente più di questo. 
Ed il soprano non avrebbe mai permesso che la loro amicizia fosse rovinata da qualche ingenuo pensiero di troppo.  Non importava quanto amasse ogni singola cellula del corpo di quel ragazzo, ne di quante volte fosse stato tentato di baciarlo. Lui lo avrebbe sempre considerato un amico, nient’altro.

Questo pensava mentre, distrattamente, lasciava scivolare le dita tra quei morbidi ricci, godendosi la sensazione che gli quel gesto inaspettato provocava.
Era consapevole del fatto che non gli era permesso, che non ne avesse il diritto, ma scoprì ben presto che guardare Darren dormire,  era qualcosa di incredibilmente bello. E gli piaceva.

“No, no, no. Christopher,  smettila all’istante. Non ci pensare neanche. E’ tuo amico. Non puoi farlo” – si riprese dentro di sé.

Si staccò lentamente dalla presa del moro e facendogli un’ultima carezza, si alzò, facendo attenzione a non svegliarlo.
Una volta arrivato in cucina si mise a lavoro per preparare la colazione, rendendosi conto che conosceva quella cucina a memoria.
Sapeva quale fosse il posto di ogni cosa, dalle posate alle provviste. Aveva passato talmente tanto tempo in quella casa che ormai, la reputava un po’ come se fosse anche sua.
Tante erano state le volte in cui avevano mangiato insieme in quella cucina ed altrettanti erano i battibecchi su chi avrebbe dovuto cucinare e chi invece avrebbe dovuto sistemare il tutto.
Ovviamente, il moro non permetteva all’altro di fare quasi niente quando questi era a casa sua, così decisero di fare un patto: Chris avrebbe cucinato e Darren si sarebbe occupato di sistemare la tavola e dei piatti da lavare.
Il soprano conosceva le abitudini di Darren quasi meglio delle proprie; sapeva cosa gli piacesse mangiare, cosa no. Conosceva le sue debolezze e le sue forze meglio di chiunque altro.
Quel ragazzo era ormai diventato un libro aperto per il soprano: non c’era niente di cui non fosse a conoscenza e niente che gli sfuggisse. Qualsiasi cosa gli passasse per la testa, Chris la decifrava sempre, senza alcun problema.

Questo era ciò che lo faceva stare bene perché lui voleva sempre esserci per l’altro, non importava se fosse impegnato a fare qualcosa, lui avrebbe mollato tutto e sarebbe corso dal moro.
Ripensò ad un recente episodio, nel quale Darren, imbranato qual’era, aveva bruciato la macchinetta del caffè, poiché, con la testa bacata che si ritrovava, l’aveva messa sul fuoco senza metterci l’acqua dentro. Il soprano sorrise al solo pensiero. Si ricordò di come questi lo chiamò, spaventato a morte, dicendogli che ‘la sua casa sarebbe andata a fuoco da un momento all’altro e che se l’altro non fosse corso in suo soccorso, sarebbe stato ucciso da una macchinetta del caffè’. E Chris lo fece, corse da lui senza esitare. Non importava che fosse nel bel mezzo di un’intervista, ciò che contava in quel momento era che l’altro fosse al sicuro.
Sorrise al pensiero di quel ricordo e di quando, giunto a destinazione, trovò un Darren impaurito, bisognoso di aiuto e soprattutto, ricordò il sorriso stampato sulla sulla sua faccia nel momento in cui gli aveva aperto la porta.

“Mi hai salvato!” – gli disse, grato.

“Ci sarò sempre Dare. Sempre. Te lo prometto”.

Era il suo migliore amico, non avrebbe permesso per nessuna ragione al mondo che qualcuno gli potesse fare del male.

Il loro era un rapporto speciale, diverso da quello di molte altre persone. Non erano semplicemente amici, erano l’uno l’ancora di salvezza dell’altro. Erano il sole in una giornata di pioggia, la luce in fondo al tunnel, il sorriso in volto coperto di lacrime. Erano, l’uno per l’altro, la medicina e la cura e niente e nessuno al mondo sarebbe mai riuscito a dividerli.
Tuttavia, era stato proprio questo a contribuire agli evidenti sentimenti di Chris per Darren.
 
I piccoli gesti quotidiani, le risate seguenti alle piccole discussioni sulle cose più futili e il costante bisogno di stare l’uno con l’altro, avevano portato il soprano ad innamorarsi del suo migliore amico.
In principio credeva fosse solo attrazione fisica, in quanto, vedere il moro lo scombussolava sempre un po’ , tanto che spesso si ritrovava a fissarlo letteralmente, senza, però, farsi accorgere.
D’altra parte, come lo si poteva biasimare? Darren si sentiva libero di fare qualsiasi cosa in presenza dell’altro, compreso il girellare per casa mezzo nudo, magari con solo i jeans addosso, perché, a suo dire ‘aveva caldo’.
E in quei momenti aveva caldo anche Chris, anche se in un senso completamente diverso da quello che intendeva l’amico.
Ogni volta che se lo trovava davanti, faceva fatica persino a respirare e se capitava che il moro si rivolgesse a lui, diventava rosso in viso come un peperone ed iniziava a balbettare.

Questo era ciò che accadeva i primi tempi, nei quali ancora non sapeva gestire le emozioni in presenza di Darren. Ben presto, però, si rese conto che così facendo l’altro l’avrebbe scoperto.  Fu così che decise che era arrivato il momento di ripagarlo con la sua stessa moneta.

Se inizialmente si trattava di una semplice attrazione, in seguito divenne qualcosa di più di questo. Molto di più.

D’altra parte si sa, l’amore quando arriva non avverte. Succede e basta. Così, da un giorno all’altro.
Succede che cominci a pensare all’altro in un modo totalmente differente da quello che conoscevi, cominci a sentire strane fitte allo stomaco, scambiandole per dolori fisici e non sapendo che in realtà, sono le tue emozioni a farti questo. E ti ritrovi a chiamarlo più del solito, ad approfittare di ogni momento in cui siete da soli per accoccolarti a lui, per sentire il suo calore su di te.

Il degenero arriva nel momento in cui il solo pensiero del suo profumo ti manda in tilt il cervello, tanto da arrivare a comprarne uno uguale, giusto per non dimenticarlo, per sentirlo sempre vicino a te, anche quando l’altro non c’è.

Era così che Chris si era resto conto di essersi innamorato del suo migliore amico.
Era accaduto tutto all’improvviso, senza avergli neanche dato il tempo di tirarsi indietro, di rinnegare quei sentimenti che lo logoravano ormai da mesi.
Neanche tutte le parole esistenti al mondo sarebbero bastate a descrivere ciò che realmente provava per  que bellissimo ragazzo dagli occhi verdi e lineamenti morbidi e perfetti.
                                                            
 
                                                                            ***
 
Non appena le frittelle furono pronte, il soprano le poggiò su un vassoio insieme al caffè che aveva preparato e si avviò verso il soggiorno, dove Darren stava ancora beatamente dormendo.
Gli dispiaceva doverlo svegliare; era bello vederlo accoccolato sul divano, con le braccia avvolte attorno al cuscino e il mezzo sorriso sul volto, come di chi sta facendo un bel sogno.

“Non ho mai visto una creatura più bella” – pensò Chris tra sé e sé.

Ma erano già le sette e mezza e se non si fossero sbrigati, sarebbero arrivati tardi a lavoro.

- “Buongiorno” – disse quasi sussurrando, appoggiando delicatamente una mano sulla spalla dell’amico – “la colazione è pronta!”

Il moro, a quel tocco si svegliò di soprassalto, quasi come se pensasse che qualcuno stava cercando di rapinarlo. Poi, una volta aperti gli occhi e resosi conto di chi avesse di fronte, si tranquillizzò.

-  “ ‘Giorno” – borbottò  - che ore sono?”

- “L’ora di svegliarsi! “ – rispose l’altro ridendo.

- “Spiritoso! Da quanto sei in piedi?” – domandò il moro, mettendosi a sedere.

- “ Dalle sei, credo. Non avevo più sonno”.

- “ E mi hai anche preparato la colazione? Gentile da parte tua” – contestò il moro.

- “ No, semplicemente l’ho fatta per me e poi ho pensato che se non l’avessi fatta anche per te, mi avresti torturato tutto il giorno” – ribatté l’altro ironicamente.

- “Sei simpatico come una ciabattata in testa, lo sai questo?”

- “ E tu sei infantile”.

Dopo vari scambi di battute ed altrettante risate e una volta finito di fare colazione, i due si prepararono, dirigendosi infine verso il set.
Non era la prima volta che si presentavano sul set insieme; erano tutti a conoscenza dell’amicizia che li legava perciò nessuno se ne stupiva, non più.

Quello che però i due non sapevano era che i loro colleghi si erano accorti che c’era qualcosa di diverso; non solo dai modi di fare ma anche dagli atteggiamenti tra i due, che stavano cambiando radicalmente.
Era impossibile non notare i loro continui scambi di sguardi, i sorrisi sulle loro labbra ogni volta che si vedevano e la grande, meravigliosa chimica che si era creata tra di loro.
Nonostante ciò, nessuno si permetteva di dire niente, sia per il rispetto che avevano nei loro confronti, sia perché sapevano che prima o poi l’avrebbero capito da soli.

Fu una giornata di lavoro come un’altra, con Darren e Chris sempre insieme ad ogni pausa (e non solo) a ridere e scherzare, ripetere i copioni e passare infinite ore in sala prove.
Niente tra loro era diverso, semplicemente stavano attenti ad ogni gesto, parola o sguardo di troppo.

La situazione di apparente calma cambiò quando Ryan li aveva chiamati per girare una nuova scena, non presente nel copione perché ‘gli era venuta in mente all’ultimo momento’.
Era una scena tra Kurt e Blaine e fin qui, niente di nuovo. Solo che stavolta si trattava di un bacio.

Ebbene sì, Ryan aveva deciso, dopo secoli, di far baciare di nuovo i personaggi.
Quindi, teoricamente, problemi non ce ne sarebbero stati. Si erano baciati sul set tante volte e questo nuovo bacio non avrebbe influito su di loro.
Il problema, però, c’era.
Chris e Darren non si baciavano ormai da quasi un anno e all’epoca nessuno dei due aveva sentimenti per l’altro, perciò quando arrivarono a dover girare la scena, la situazione risultò essere imbarazzante all’inverosimile per entrambi.
Erano attori, bravi attori. E allora perché erano già al decimo ‘ciak’ e nessuno dei due ancora si era avvicinato all’altro?

Come da previsione, Ryan si era stufato di quella situazione e perse la pazienza.


- “Ma che avete voi due oggi? Qual è il problema? Non vi volete baciare? Santo cielo, siete attori! A T T O R I! Non m’interessano i vostri problemi personali adesso, perciò metteteli da parte e datevi questo fottuto bacio! Mica vi dovete sposare!” – sbottò tutto d’un tratto, lasciando i due ragazzi visibilmente sotto shock e con gli occhi sbarrati.

- “Scusaci, Ryan. Ci mettiamo subito al lavoro” – disse il moro in tono di scuse.

- “Sì, ci dispiace”.

Detto ciò, rifecero la scena da capo, fino a che non arrivarono a quel preciso momento.

Un po’ esitante, il moro si avvicino al soprano. Aveva il groppo in gola e gli tremavano le ginocchia ma non volendo più sentire Ryan sclerargli in faccia, deciso di farlo.

“Dannazione, Darren. Che ti prende? Smettila di fare l’imbecille e bacialo” – si maledì tra sé e sé.

E così fece; posò le sue labbra su quelle di Chris, e con movimenti lenti e il batticuore a mille, finalmente lo baciò.

Fu un bacio lungo, quasi interminabile, di quelli che avrebbe voluto far durare per sempre.
Non  era il primo uomo che baciava, l’aveva già fatto con alcuni amici in passato, tanto per gioco, ma con Chris era diverso. Era … magico.
Aveva labbra soffici che sapevano di buono. Labbra che se avesse potuto, non avrebbe mai lasciato andare.

D’altro canto, però,  il soprano non si tirò indietro, cosa che confuse il moro più di quanto non lo fosse già.

E come se non bastasse, gli aveva messo una mano sulla guancia, accarezzandola gentilmente.

Darren quasi non svenne a quel gesto.

Com’era possibile tutto ciò? Perché lo stava facendo?

“Sta calmo. Chris è un attore professionista, sta solo facendo il suo lavoro, cosa che dovresti fare pure tu” – si disse.

Sapeva che presto sarebbe arrivato il momento di staccarsi dall’altro, ma decise di godersi quel momento appieno, per non dimenticarlo. Voleva ricordare il gentile tocco delle labbra del soprano suelle sue, quella mano morbida sul suo viso e l’inebriante profumo del soprano.
In quel momento non gli importava che Chris non lo amasse, non pensava alle conseguenze di quel bacio perché sapeva che quella, probabilmente, sarebbe stata l’ultima volta.

E perché doveva mettersi in testa che si trattava di finzione. Pura e semplice finzione, che non avrebbe portato ad altro.

 Proprio nel momento in cui sentiva di non farcela più a reggere quella strana e penosa situazione, il regista sembrò correre in suo soccorso.


- “STOP!” – gridò – “Per oggi abbiamo finito, potete andare a casa!”

“Dio ti benedica, Ryan. Ancora qualche minuto e gli sarei saltato addosso” – pensò il moro, tirando un sospiro di sollievo.

Una volta cambiato, cercò Chris e si fece riportare a casa.
Passarono il viaggio in macchina in completo silenzio; nessuno dei due aveva il coraggio di aprir bocca sulla questione per paura di peggiorare le cose anche se la tensione tra i due si poteva tagliare con un coltello, da quando era evidente.
Arrivati finalmente a casa di Darren, si salutarono timidamente e Chris rimise la macchina in moto e ripartì, maledicendo se stesso per quella dannata situazione.
 
                                                                         ***
 
"Così non può andare avanti" – pensò il moro, aprendo la porta del suo appartamento – "questa cosa deve finire qui, adesso".

Quella sera non mangiò niente, l’appetito sembrava averlo abbandonato, così come anche il suo cervello.

Decise di andare a letto, poiché voleva cercare di non dormire per non dover pensare a ciò che era successo.
Non fece in tempo a formulare quel pensiero, quando sentì il suonare il campanello.

"Chi sarà a quest’ora?" – si chiese, perplesso.

L’unico che si presentava alle ore più improbabili era Chris solitamente, ma no, non poteva essere lui, non quella sera.

Quando, però, andò ad aprire la porta non sapeva che si sarebbe trovato davanti proprio lui.

Il suo amico. Il ragazzo di cui era follemente innamorato da mesi. Colui per il quale soffriva ormai ogni giorno perché non poteva averlo come avrebbe desiderato.

- “Che ci fa qui?” – domandò perplesso.

La risposta non arrivò perché Chris pensò bene di sbatterlo al muro e baciarlo con tanta di quella passione che non sarebbero bastati neanche dieci vagoni per contenerla.

- “Che stai fac-“ – provò a dire il moro, non riuscendo a capire la situazione.

- “Stai zitto e baciami” – rispose l’altro, staccandosi per un momento.

Il moro non ribatté e ricambio quel bacio inaspettato con altrettanta passione.

Cosa stava succedendo? Perché il suo migliore amico gli era letteralmente saltato addosso?

Tanti erano i pensieri nella sua testa ed altrettante le domande, ma in quel momento, per quella sera, decise di mettere da parte i dubbi, il dolore e la sofferenza di quei mesi, godendosi  quella meravigliosa sensazione delle labbra di Chris sulle sue, di quelle braccia sui suoi fianchi.

Si promise che non avrebbe pensato alle conseguenze, né a quel maledetto dolore al petto che presto sarebbe tornato a ricordargli che loro due non potevano stare insieme, perché era questa la verità.







*Angolo dell'autrice.

Rieccomi! Come avrete capire, cercherò di aggiornare
una volta a settimana quando mi è possibile (:
Che ne pensate di questo nuovo capitolo? Spero
che vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato!
Come promesso, ho approfondito Chris questa volta ed anche il
loro rapporto, cercando di far  emergere sempre di più 'nuovi lati'
dei due protagonisti.
Nel caso non si fosse capito, questo non è l'ultimo capitolo,
ho molte idee in mente per questa storia e dovrete sorbirmi ancora per un
bel po', mi sa (:
Fatemi sapere che ne pensate, i pareri esterni mi fanno sempre piacere!
Spero di essere riuscita a trasmettervi le emozioni dei protagonisti  con questo capitolo,
ci ho messo l'anima (e ben 4 ore e mezzo) nello scriverlo, con l'intenzione di
renderlo il più realistico possibile!
Detto questo, ringrazio le 13 (!!!!) persone che hanno messo la storia tra le seguite
e coloro che l'hanno messa nelle preferite! Non mi aspettavo tanto *-*
Un bacio e alla prossima!
  
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