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Autore: tinebrella    11/06/2007    8 recensioni
#1 Costellazioni private
E' così che si scrivono i primi capitoli di un'abitudine, una parola alla volta, un gesto alla volta, briciole di intimità conquistate lentamente, nel tentativo di trovare la distanza giusta, la vicinanza non dolorosa, in un placido addomesticarsi, domarsi a vicenda.
#2 Three imaginary boys
Naruto, così traboccante di affetto da riversarne su chiunque sia disposto a stargli vicino.
Sasuke, così restio a ricevere l'amore degli altri, nonostante ne abbia bisogno quanto Naruto, se non di più, forse.
E infine, io, per qualche inafferrabile motivo, io.
Un trio bizzarro, non c'è che dire.

Una sorta di SasuSakuNaru un po' sbilenca, senza complicazioni amorose.
Genere: Generale, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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seguitoNSS

Ecco la seconda parte della storia.

Ho impiegato più tempo di quanto pensassi, per postarla.

Lo stile è un po' diverso rispetto al primo capitolo.

Troverete i nomi di Naruto, Sakura e Sasuke ripetuti più volte, soprattutto quello dei 2 ragazzi: chiamarli il "biondo" e il "moro" mi ripugna (lo abooooooorrrrrrrrrro!!!!).

Tra l'altro, l'OOC imperversa.

Se, nonostante ciò, volete proseguire, buona lettura.

 

Three imaginary boys

Close my eyes
And hold so tightly
Scared of what the morning brings
Waiting for tomorrow
Never comes
Deep inside
The empty feeling
All the night time leaves me
Three imaginary boys sing in my sleep
Sweet child
The moon will change your mind...

Ultimamente anche Sakura si era unita alle loro sortite notturne, sebbene la sua presenza non fosse costante: Sasuke aveva dimenticato cosa fossero le restrizioni, Naruto non le aveva mai conosciute, ma lei, lei aveva una famiglia, e i suoi genitori non le permettevano ancora di uscire dopo cena.

Tuttavia, spesso riusciva a sgattaiolare fuori dalla finestra e a raggiungerli nella radura in cui si incontravano abitualmente.

Quando arrivò nel loro consueto punto di ritrovo, i due ragazzi erano già sdraiati a guardare le stelle, sulla stessa coperta, ormai logora e sbiadita, che aveva assistito alla nascita del loro assurdo legame.

Perchè il loro legame è assurdo, si sorprendeva a pensare Sakura ogni volta che li vedeva uno accanto all'altro, Sono così... così diversi. Come pezzi di puzzle che non possono incastrarsi... Eppure... Eppure eccoli lì, con il loro equilibrio, con le loro costellazioni strampalate, con i loro silenzi e le loro risate, Ridono persino, quando sono insieme, sorridono, ghignano, ridacchiano, e ridono.

Il loro piccolo paradiso sembrava così esclusivo, così chiuso, ... Ma non mi sono mai sentita a disagio, mai ho avuto l'impressione di essere fuori posto tra di loro... Constatò, camminando lentamente verso le due figure che distavano da lei ormai solo pochi passi.

E' una coppia all'apparenza totalmente improbabile... Continuò a riflettere Sakura, avvicinandosi ulteriormente a Sasuke e Naruto, che si erano accorti del suo arrivo e la stavano già salutando.

Cioè, Naruto si stava sbracciando come suo solito e Sasuke si era limitato a un rapido cenno con la mano ...D'altra parte i loro caratteri sono talmente complementari, che non potevano non piacersi, dopo tutto.

Non sono cambiati affatto, Proseguì, tra sé e sé, mentre ricambiava il loro saluto, ...si sono adattati uno all'altro, hanno cercato di far combaciare i propri spigoli e i propri vuoti, ma sono rimasti esattamente identici ai bambini che sono stati. Concluse, sorridendo, appena prima di stendersi, a sua volta, in mezzo a loro.

Chissà poi a chi dei due era saltato in mente di invitarla, la prima volta. Sakura inizialmente era sicura che si fosse trattato di un'idea di Naruto, a cui Sasuke si era adeguato per non contrariarlo.

Ma ora non ne era più così convinta: trascorrendo del tempo con loro si era accorta di conoscerli molto meno di quanto credesse, specialmente Sasuke.

In precedenza, Sakura lo aveva messo su un piedistallo: lo considerava inaccessibile, impermeabile al mondo esterno, immune a qualsiasi sentimento che non fosse odio, o desiderio di vendetta.

Aveva finito per ricredersi: Sasuke si era nascosto nel suo fortino semplicemente per difendersi, ma aveva dovuto cedere di fronte alla dolcezza disarmante di Naruto, che, dio solo sa come, era riuscito a scalfire quella barriera d'indifferenza e ad abbattere il muro che si era creato davanti per proteggersi dagli altri.

Non che si fosse sbagliata di meno sul conto di quest'ultimo.

Ancora si chiedeva come avesse fatto a ritenerlo irritante e insopportabile.

In realtà era un ragazzo impagabile: comprensivo, premuroso, sempre pronto a risollevarti il morale con uno dei suoi sorrisi o con delle sincere parole di conforto.

Naruto, così traboccante di affetto da riversarne su chiunque sia disposto a stargli vicino.

Sasuke, così restio a ricevere l'amore degli altri, nonostante ne abbia bisogno quanto Naruto, se non di più, forse.

E infine, io, per qualche inafferrabile motivo, io.

Un trio bizzarro, non c'è che dire.

E mentre inseguiva questi pensieri, Sakura si strinse ancora un po' nel caldo abbraccio di Naruto, intrecciando più saldamente le sue dita con quelle di Sasuke.

Siamo davvero parte di qualcosa, noi tre... Già ma di che cosa?

Come si può definire il nostro rapporto? Cosa siamo?

Amici?

No, questo qualcosa va oltre, la semplice amicizia.

...?

Sicuramente no, non è amore il nostro, questo qualcosa trascende anche l'amore.

Sakura richiamò alla mente, con un certo divertimento, un episodio accaduto una delle prime notti che aveva passato con loro alla radura.

Era quasi l'alba, Naruto si era placidamente addormentato e lei doveva tornare in fretta a casa, prima che i suoi genitori si accorgessero della sua assenza.

"Sakura, puoi andare, se vuoi, resto io con lui finchè non si sveglia." Le aveva sussurrato Sasuke, allontanando una ciocca di capelli dalla fronte del compagno.

Sakura aveva notato con un certo stupore l'intimità e la dolcezza di quel gesto.

"Ma... voi... ?" Era riuscita a balbettare, per poi interrompersi senza riuscire a formulare la fine della domanda.

"No." Gli aveva risposto laconicamente l'altro, senza tuttavia tradire imbarazzo né fastidio.

"Oh." Aveva mormorato impercettibilmente, prima di alzarsi e correre velocemente verso il villaggio, confusa.

Non potevo capire allora, era troppo presto.

Il loro legame, il nostro legame, non rientra nelle consuete definizioni, nelle rigide categorie già esistenti e codificate.

E' altro.

E' qualcosa di lieve e morboso allo stesso tempo, qualcosa che non si può comprendere pienamente finché non lo si vive.

E io adoro far parte di questo qualcosa.

Noi tre, il resto non conta.

Probabilmente, sono solo tre ragazzi immaginari,

 il frutto dei deliri onirici di un povero diavolo.

Forse, sono della stessa sostanza dei sogni dei bambini,

che con la luce del sole si dissolvono,

lasciando solo un ricordo vago,

una scia deliziosa quanto inconsistente.

O magari esistono davvero,

albergano nel luogo in cui vivono le fantasie,

almeno un attimo,

almeno un istante.

Poi, più nulla.

* * *

Diabete?

- Three imaginary boys è una canzone dei Cure, The Cure^^

- Tre ragazzi immaginari è un libro di E. Brizzi (che ho incautamente prestato e non mi è più tornato...GRRRR!)

Ringraziamenti, non necessariamente in quest'ordine:

-Kamusa: Sì, Sasuke è sempre il solito depressoide!!!! Civile, beh insomma, solo nell'ultima parte!^^ Per quanto riguarda l'Uomo seduto scomodo, penso che tutti dovrebbero averlo nel proprio cielo! Bacetti

-Kagome_chan88: Ecco la seconda parte, un po' in ritardo sui tempi. Spero che ti sia piaciuta... E che l'ingresso di Sakura non ti abbia deluso!

-Blamblerose: Uh uh, ti ringrazio per i complimenti, in questa recensione come nelle altre che mi lasci qua e là: ti adoro, è ufficiale.^^

-Irene Adler: O Signora delle Conclusioni, mi fa piacere che abbia apprezzato questa mia fic senza pretese XD Posso darle del tu? A parte scherzi, grazie del commento!

Al di là di questo:

- L'arte è una crostata ai frutti di bosco. ("...Esplosa?" "No. Una crostata ai frutti di bosco e basta." Deidara se ne va, sconsolato.)

- Vi consiglio vivamente di vedere La città incantata di H. Miyazaki (se l'avete già visto... RIVEDETEVELO!)
Merita davvero, io l'ho visto ieri con il mio papooone e ne siamo rimasti entusiasti ed estasiati.

Perchè questo delirio ingiustificato? Perchè sono logorroica, sociopatica e un altro aggettivo che è momentaneamente latitante.

Alla prossima, Tinebrella

Per Blamblerose: la seconda frase allineata a destra non è una citazione dal libro (non ce l'ho più... sigh!)!
E' mia! (lo prendo come un complimentone!)
Invece la parte in inglese iniziale è tratta dalla canzone.

  
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