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Autore: LadyDenebola    23/11/2012    5 recensioni
"Bentornata a casa, Violet!" Violet Rosenao, ancora fresca di Mago, torna a Hogwarts come assistente bibliotecaria intanto che sta cercando la sua vocazione. E vi ritroverà anche un professore che non vede da una sera di sette anni fa, e al quale vuole ancora dire molte cose... I personaggi (per loro fortuna) appartengono alla Rowling, io come al solito mi limito a farli soffrire...Buona lettura!^___^
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Note: a voi ogni commento ^___^



Il giorno dopo Violet si alzò ripensando all'uscita con Piton, ma il ricordo scomparve subito quando lesse il messaggio che Vitious le aveva spedito, chiedendole di sostituirlo per alcune lezioni mentre era via. Con un vago senso di panico Violet sfogliò gli appunti del professore chiedendosi di cosa diavolo avrebbe potuto parlare con gli studenti.
<< Già al lavoro? >>le chiese Will scovandola nell'aula di Incantesimi che, essendo domenica, era vuota.
<< Poi ti dico... Com'è andata ieri? >>
<< Bene >>Dalla sua voce Will lasciò trapelare una certa soddisfazione.<< Tu invece... ti sei vista con Piton? >>
<< Già lo sanno tutti? >>
<< Allora è vero?! E come mai? >>esclamò Will sedendosi di fronte a lei sulla cattedra.
<< Come mai cosa? >>sbottò Violet.
<< Come mai quest'appuntamento? >>ripeté Will, petulante.<< Mi sono perso qualcosa? Magari la notte che abbiamo dato quella festa? >>
<< L'unica cosa che hai perso è il cervello! E quella notte non ho incontrato nessuno >>
<< E da quando Purblack è nessuno? Alyssa ha detto che sei comparsa mentre chiacchieravano >>replicò Will deciso a metterla con le spalle al muro.
<< L'avevo dimenticato >>
<< Sì, vabbè... AHIA! Ma che ho detto di male? >>urlò Will massaggiandosi il braccio colpito da una fattura fulminea di Violet.
<< Nulla, ma mi stai facendo perdere tempo >>
Trascorsero alcuni minuti. Violet sfogliava con furia gli appunti di Vitious e Will si lamentava a mezza voce.
<< Ora che mi ricordo >>disse lui quando fu sicuro di essere fuori pericolo,<< ma il 22 non è il tuo compleanno? >>
<< A quanto pare >>borbottò Violet senza alzare lo sguardo.
<< Festa? >>domandò Will con voce furba e suadente.
<< Non usarmi come pretesto per un'altra festicciola >>sibilò Violet scorrendo le note sull'ultima lezione.<< Non voglio nulla, e se solo combinerai qualcosa ti riempio di fatture come quella di prima >>
La minaccia parve funzionare. Nei giorni che seguirono Will non nominò più feste e affini e Violet era talmente occupata a fare la supplente che non pensava ad altro. All'inizio aveva pensato che non sarebbe stato molto diverso dal fare l'assistente, e infatti si sbagliò di grosso. Era come se adesso i ragazzi la vedessero come una nuova Vitious, per cui la sua autorità – se mai ne aveva avuta – veniva simpaticamente ignorata e lei doveva fare una bella fatica ad attirare l'attenzione. Senza contare che molti ragazzini dei primi anni erano più sfacciati adesso che non prima; Violet dovette minacciarli con un drago in miniatura che li controllava dall'alto di una libreria per farli stare buoni.
Ma questo non le impediva di essere vittima di qualche incantesimo maldestro almeno due volte a lezione. Le supplenze la prendevano così tanto che si ricordò del suo compleanno la sera prima, quando un gufo le consegnò a cena una lettera.
<< Cattive notizie? >>le chiese la Sprite cercando di sbirciare.
Violet la guardò un po' accigliata. Da qualche tempo la Sprite era diventata molto più impicciona... o forse si annoiava soltanto, chissà...
<< I miei mi chiedono se domani festeggio il compleanno a casa >>rispose.
<< Bella idea! Tanto qui cos'hai da fare? È anche domenica... chiedilo a Minerva >>
Violet annuì e andò subito dalla Preside, che le diede il permesso di assentarsi, con la promessa che sarebbe comunque tornata la sera successiva dato che Vitious sarebbe stato ancora assente il lunedì dopo.
Tornata in camera Violet preparò frettolosamente una piccola valigia e si tuffò nel letto, ignorando gli appunti di Incantesimi in bilico sul comò.
Durante la notte le sembrò di fare una miriade di sogni strani e confusi, intrisi di ogni sorta di forme e colori come un caleidoscopio. Rimase a pensarci su anche quando si svegliò, continuando a tenere gli occhi chiusi per recuperare meglio quei sogni. E invece percepì qualcosa di estraneo attorno a lei. Le ci volle qualche secondo prima di accorgersi di un profumo morbido e sensuale che la circondava come un alone.
Violet spalancò gli occhi e balzò a sedere. Nella penombra della stanza distinse le sagome di tanti fiori sulla testiera del letto. Perplessa, con un colpo di bacchetta sollevò le tende.
<< Ma che...! >>
Mazzi di orchidee bianche e rosa, camelie bianche, non-ti-scordar-di-me, malvarosa e rose muscose correvano non solo lungo la testiera ma anche attorno al comodino, sulle mensole e lungo la porta, contornandola. L'aria era pregna dei loro profumi. Dopo essersi ripresa – e ci mise cinque minuti buoni – Violet aprì la finestra prima che tutti quegli odori le dessero alla testa.
La tenue luce del mattino si posò sulla porta, e solo allora Violet vide un biglietto posato fra i petali di un non-ti-scordar-di-me:
Spero che i fiori siano di tuo gradimento. S.P.
Una risatina nervosa le uscì dalle labbra prima che riuscisse a controllarsi. Tipico di Piton, usare giri di parole – "e giri di fiori!" - perché non riusciva a pronunciare una semplice frase come "buon compleanno".
Voci e rumori lontani scossero Violet, che si ricordò di dover tornare a casa. Scesa in Sala Grande vi trovò solo pochi studenti mattinieri fra cui Will che le consegnò un pacchetto contenente un album fotografico con la copertina stregata: le farfalle stampate sopra si muovevano con le loro ali variopinte sulla piccola superficie azzurra.
Ma al tavolo delle autorità Violet non trovò chi cercava.
<< Buon compleanno, cara! >>la salutò affettuosamente la Sprite.
<< Grazie >>Violet guardò la sedia vuota di Piton, oltre la McGranitt.<< Ehm... Sa dov'è il professor Piton? Volevo chiedergli un consiglio per una pozione prima di andarmene >>
<< È già andato via e penso che starà fuori tutto il giorno: aveva il mantello da viaggio >>
Violet sbuffò in direzione della sedia vuota, ma si concentrò sulla colazione dato che voleva tornare a casa prima possibile. Lo avrebbe ringraziato quando sarebbe tornata...
Nelle ore che seguirono riuscì effettivamente a dimenticarsi della sorpresa di Piton grazie alla festa che Eyr le aveva organizzato a casa con i suoi amici. Il tempo volò via e prima di quanto Violet avesse voluto si fecero le dieci di sera.
<< Devo rientrare a Hogwarts >>sospirò chiudendo il portone dietro l’ultima amica rimasta. Salutò i suoi e si smaterializzò davanti al cancello coi cinghiali alati.
Hogwarts era molto più silenziosa e deserta ora che non c’era più il Club dei Duellanti con le urla degli studenti che rimbombavano fino alla Sala d’Ingresso.
Violet risalì con calma il corridoio in cui aveva visto August l’ultima volta, e si arrestò con un brivido di paura. Dietro l’angolo di fronte a lei c’era qualcuno. Si avvicinò cauta e quasi urlò quando l’ombra le si parò davanti, simile a un pipistrello, e Violet pensò davvero si trattasse di August. Ma non appena l’ombra si fu spostata alla luce della luna che penetrava da una finestra, la ragazza tirò un lungo sospiro di sollievo.
<< Ti sei spaventata? >>le domandò Piton.
<< Non mi aspettavo di trovarla qui >>rispose Violet.<< Però volevo incontrare proprio lei. Ecco… >>
<< Ho scelto i fiori giusti? >>l’anticipò lui.<< Ho sentito Will che diceva che oggi è il tuo compleanno, ma non conoscendo i tuoi gusti ho scelto i fiori. A voi donne piacciono, no? >>
<< Erano stupendi >>balbettò Violet.<< Volevo dirglielo stamattina >>
<< Ho dovuto assentarmi >>Piton distolse lo sguardo, un po’ a disagio.<< Sai, ho incantato quei fiori perché non appassiscano, ma ora che ci penso il loro profumo sarà pesante. Se ti dà fastidio… >>
<< Be’, forse è un pochino forte, però a me piace >>ribatté la ragazza, sentendosi a sua volta imbarazzata.<< E’ di pattuglia anche stasera? >>
<< In realtà avevo bisogno di riflettere. E tu? Sei stata fuori? >>
<< Sì, anche se la McGranitt ha voluto che ritornassi presto. Domani ho lezione >>
<< Bene >>Sempre con quell’espressione curiosa Piton indicò il corridoio dal quale Violet era arrivata.<< Allora ci vediamo domattina >>
<< Sì… e grazie ancora! >>esclamò Violet mentre lui la superava rapido.
A metà del corridoio però vide Piton fermarsi e rigirarsi lentamente, con lo sguardo di chi sta cercando di prendere una decisione in fretta. Tornò indietro in pochi passi e Violet ebbe solo il tempo di guardare i suoi occhi scuri prima di ritrovarsi fra le sue braccia, le labbra catturate dalle sue.
Stettero così per un tempo che parve loro infinito, finché un rumore lontano non li riscosse. Col fiato un po’ corto, Piton scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio di Violet, che gli posò la testa sulla spalla, tremando così tanto che Piton la strinse più forte a sé.
<< Vieni >>sussurrò lui prendendola per mano.
Fecero una strada più lunga per la camera di Violet, concedendosi dolci pause ogni volta che i loro sguardi si incontravano, e anche quando furono arrivati attesero un po’ prima di separarsi.
Piton si chinò a sfiorare le labbra di Violet gettando un’occhiata alla stanza dietro di lei, ancora pregna del profumo dei fiori.
<< Allora >>mormorò, << buonanotte >>
Anche Violet si guardò indietro. Con un sorriso afferrò Piton per la veste e gli sussurrò all’orecchio:<< E’ ancora presto per dormire >>
 
   
 
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