Non mi giudicare.
Niall.
Quel
ragazzo che mi voleva aiutare quando ero
in carcere.
Quel
ragazzo che non ha guardato al mio passato
e mi ha fatto vedere un futuro.
Non
potevo stare ferma lì a guardarlo mentre
le lacrime si appropriavano del mio volto.
Mi
alzai da quel tavolino vicino alla
finestra bagnata dalla pioggia esterna.
Il
mio carattere prevalentemente ribelle e
autoritario, mi spinse ad andare a parlare con l’irlandese
biondo che mi ha
salvata.
Vidi
che si avvicinò al tavolo con Harry,
Zayn, Niall e Louis.
«Ciao
Niall!»
mi
affrettai a salutarlo. «Ti ricordi
di
me? Sono Megan…» continuai vedendo la
sua faccia inespressiva.
Sorrise
con quella sua bocca fatta dal
cielo e mi guardò provocandomi una tempesta nel mio stomaco.
Altro che
farfalle… c’era un vero e proprio ciclone
là dentro!
«Certo
che mi ricordo! A quanto pare sei fuori.»
disse mantenendo il suo sorriso perfetto.
Mi
ero letteralmente incantata a vedere
il movimento delle sue labbra quando parlava.
«Là
ci sono i miei amici, ti va di unirti a noi?»
mi chiese molto gentilmente.
Sentita
quella richiesta, mi voltai
subito verso Sophie che aveva seguito la scena con molta attenzione.
Sorrisi
come una demente verso Sophie,
per farle vedere che sapevo fare… ed una volta ricomposta
accettai l’invito di
Niall il quale mi portò dai suoi amici.
«Ragazzi…
lei è Megan, ve la ricordate vero?»
disse facendomi accomodare.
«Certo
che ce ne ricordiamo, è la carcerata viziata!»
affermò l’altro ragazzo dai capelli celesti
guardandomi
dritto negli occhi con uno sguardo provocatorio.
Mi
sentii contorcere dentro.
Viziata?
Come si permetteva quello?
Stavo
per rispondergli per le rime, ma
qualcosa mi bloccò. Qualcosa che mi faceva male dentro, che
tanto era forte da
non riuscire a rispondergli.
Aveva
ragione… ero solo una stupida
povera carcerata.
Rispondevo
male a qualunque persona mi
volesse aiutare, e mi sono fatta scoprire così tante volte
solo per rivedere un
ragazzo che era lì solo per lavoro.
Ero
un’idota.
«Louis!
E’ solo una ragazza che ha bisogno di aiuto!»
mi difese l’irlandese.
Guardai
i suoi occhi azzurri oceano
mentre lui fissava arrabbiato Louis
Faccio-quello-che-voglio-perché-sono-figo
Tomlinson. Dopo vari secondi che la scena non si muoveva, Niall mi
prese la
mano e mi portò fuori dal locale.
«Dove
stiamo andando?»
dissi
ormai lontani dal locale mentre lui continuava a stringermi la mano.
«Devi
scusarlo, è un idiota, mi dispiace. Dimentica quello che
ha detto.» si
avvicinò al mio viso… mi accarezzò le
mie guance umidicce dalle piccole lacrime di poco prima che avevo
cercato di
nascondere.
«Ti
va di venire a casa mia?»
«Davvero?»
«Certo!
Louis e gli altri non ci sono. Allora vuoi?»
Mi
spuntò un sorriso imbarazzato,
e subito accettai.
«Sicuro
che possa stare qui? Non è che do fastidio?»
«Tranquilla.
A che ora devi essere a casa tua?»
«Veramente…»
indugiai
per alcuni secondi, ma poi continuai. «Veramente
non voglio andare a casa. E’ un inferno là. Quindi
non ti preoccupare, troverò
un ponte o qualcos’altro. Conosco molte persone qui nei
dintorni, troverò
riparo da qualche parte!» dissi facendo un sorriso
più vero possibile, ma
si capiva lontano dei chilometri che lo stavo forzando.
Niall
mi guardò inespressivo per un po’
fino a quando decisi di rompere quell’atmosfera pesante.
«Insomma…
che vuoi fare?»
«Vuoi
dire che te hai sempre ragionato così?»
disse cambiando totalmente discorso. «Tu
sei sempre scappata da casa tua per vivere per strada?»
Vedevo
nel suo volto un’espressione di
disgusto, gli facevo ribrezzo.
«Hai
qualcosa in contrario? Questa è la mia vita!»
«Tu
potevi benissimo startene a casa con la tua famiglia,
invece hai deciso di vivere per strada e iniziare a rubare per
chissà quale
motivo?»
«Tu
non sai niente, perché continui a giudicarmi?»
La
discussione iniziava a riscaldarsi.
«Io
voglio solo capire! Perché insisti tanto a diventare una
ragazza della malavita? Voglio capire, ti prego!»
Disse
abbassando piano piano il tono
della voce vedendo i miei occhi farsi sempre più lucidi.
«Voglio
capire…»
disse
ormai con un filo di voce.
Iniziai
a singhiozzare. Non riuscivo più
a fermarmi.
Sentii
le braccia di Niall che iniziavano
ad avvolgersi intorno a me e le sue mani che mi tenevano la mia testa
attaccata
al suo petto. Riusciva a coprirmi tutta con quelle sue grandi braccia.
Mi
sentivo protetta.
Stringeva
sempre più forte facendomi
sempre più avvicinare al suo petto.
Sentivo
il suo cuore. Batteva forte. Alla
mia stessa velocità.
Quel
suono mi rilassava, mi sentivo
difesa da lui. Come un fratello maggiore, oppure come l’uomo
che ho sempre
aspettato.
«Non
ti preoccupare, per stanotte rimarrai qui.»
Chiusi
gli occhi pensando a quello che
aveva appena detto.
«Cosa?»
esclamai appena capito
il senso di quelle parole. «Non
credo
che sia il caso…» cercai una scusa io.
«Sì,
invece. Tu per stanotte sarai mia ospite, adesso ti
prendo un pigiama e ti vai a cambiare, il bagno è da quella
parte.»
disse affrettandosi a prendere una maglietta dal cassetto e a
mostrarmi dove si trovava il bagno.
Una
volta cambiata raggiunsi Niall nella
sala da pranzo dove stava preparando un film da vedere insieme.
«Uh…
che film guardiamo?»
dissi sbirciando il CD in mano a lui.
«THE
RING!»
disse
super-esaltato.
Un
horror? Non avevo mai visto un horror.
In
generale non ho mai visto la TV. Forse
un po’ i film dei cinema quando riuscivo a fregare dei
biglietti d’entrata, ma
non m’era mai venuto in mente di guardare un horror.
«Hai
paura?»
«Boh.
Non ho mai visto un horror, quindi non penso di essere
impaurita.»
Rimase
alquanto sconcertato dalla mia
dichiarazione, ma partì subito il film.
Il
più fifone era lui. Non ha fatto altro
che tremare per tutto il film e continuare a fare dei piccoli
gridolini,
sottovoce che erano davvero snervanti.
«Scommetto
che non avevi paura.»
gli chiesi una volta finito il film con un sorrisetto.
«Ma
figurati! Un uomo che ha paura? Io?? Ma per favore!»
Basta
che ne sia convinto lui…
«Vuoi
che ti prepari qualcosa da mangiare?»
«No,
grazie. Non ho fame e poi stiamo per andare a dormire.»
«Come
vuoi, vorrà dire che favorirò solo io.»
detto questo si alzò dal divano e andò a
prepararsi un
qualcosa in cucina. Quando vidi quell’intruglio pensai subito
che era una
pozione di uno scienziato pazzo. Mi terrorizzava! Complimenti allo
stomaco di
Niall se riesce a digerire quello senza effetti collaterali…
«Vuoi
assaggiare? E’ delizioso!»
disse dopo aver bevuto un paio di sorsi.
«No,
grazie. Ne faccio volentieri a meno.»
il mio sguardo disgustato doveva farglielo capire, ma me lo
offrì più e più volte.
Presi
un semplice bicchiere d’acqua.
Non
dovevo.
«Cosa
hai fatto al-…»
Li
vide. Vide quello che avevo fatto per
tutta la vita che non avevo rivelato mai a nessuno.
Vide
i miei tagli. Le mie cicatrici. Vide
la mia sofferenza. Vide il mio dolore.