La
Bella e La Bestia
«Maestro»
dico «Che cosa è successo a Sakura?
Perché non riesce a guarire?»
«Naruto, la sua non è una ferita come le
altre».
«Chi è stato? Chi le ha provocato quella
ferita?» chiedo disperato, alla
ricerca di un maledettissimo perché. Chi mai potrebbe
desiderare di fare del
male proprio a Lei?
Lui
indugia. Come per soppesare le parole che sta per pronunciare.
«Tu.
Sei stato tu»
Fisso
il vuoto mentre la mia mente riporta alla
luce, ancora una volta, quel ricordo.
«Naruto,
impegnati!» l’ammonimento mi riporta
alla realtà. Il maestro Yamato sgrida per la seconda volta.
Mi sono distratto
ancora.
«Si
può sapere a cosa pensi?» mi chiede.
«A niente»
rispondo. Sto mentendo. E questo, forse, lo sa anche lui.
«Senti
Naruto, se sei stanco riprendiamo domani» mi dice.
«No.
Devo riuscirci» Non posso permettermi di commettere di nuovo
lo stesso errore.
Il maestro sospira. Mi guarda negli occhi. Ecco sta per arrivare la sua
‘perla
di saggezza’.
«Ascolta,
non puoi pretendere di riuscire a
dominare la Volpe in quattro giorni. Da quando siamo tornati dalla
missione non
ti sei nemmeno fermato a riposare» Certo che lo so! Ma in
quattro giorni non ho
fatto nessun progresso. Sto per risponderli, ma veniamo interrotti.
«Ehi
Naruto! Maestro!» conosco questo voce. Non
c’è bisogno che mi volti per sapere a chi
appartiene. A Sakura. Mi chiedo
perché non abbia ancora cominciato a scappare
ogni volta che mi vede, come faccia a sopportare
la mia sola presenza. La guardo con la coda dell’occhio. La
benda sul suo
braccio mi provoca una fitta al cuore.
Yamato
la saluta, con affetto. Io, non ho il
coraggio di guardarla in faccia.
Il maestro la chiama in disparte, abbastanza lontano, così
che io non possa
sentirli. So cosa si dicono, lui le suggerirà di starmi
lontano, perché sono
ancora instabile, perché potrei perdere il controllo e farle
ancora del male. Stringo i pugni, la
frustrazione che provo è immensa. L’unica persona
che vorrei vicino, la
allontano io stesso perché temo di farle de male.
Yamato
sta tornando. Mi appresto a rispendere
gi allenamenti. Guardo nella direzione nella quale mi aspetto di
trovare la
schiena di Sakura che si allontana, invece trovo Lei,
seduta su un masso. È rimasta. Il sorriso dolce che mi
rivolge
fa più male di una pugnalata.
Per
tutto il resto della giornata rimane là. A
guardarmi mentre do tutto me stesso nell’allenamento. Sento
il suo guardo sulla
mia schiena nuda e sudata. Non distoglie gli occhi da me. Un tempo ne
sarei
stato lusingato, Lei che mi guarda
mentre mi alleno. Ora invece mi sento a disagio.
Vorrei
dirle che sto facendo tutto questo solo
per Lei. Vorrei dimostrarle che può stare tranquilla, che mi
so controllare. Ma
ogni volta che la guardo con la coda dell’occhio, mi sento in
colpa. Non oso
fare a meno di pensare che sono io
la
persona che le ha fatto del male.
Il
sole sta tramontando e Yamato decide ci
siamo allenati abbastanza per oggi e che è tempo che io me
ne torni a casa. Lui
sparisce in un secondo. Facendo quello che mi terrorizzava: mi lascia
solo con
Sakura. Prendo al mia maglietta, ma non la indosso, ho troppo caldo. Mi
avvio
verso casa, spero che Sakura se ne vada per la sua strada, che non mi
parli,
perché questa è la giusta punizione per me. Anche
se una parte di me spera che
Lei mi fermi.
«Naruto,
aspetta!» mi dice e,correndo, mi
raggiunge. Mi fermo, il mio cuore batte forte. Non mi volto verso di
Lei, le do
le spalle. Provo troppa vergogna.
«Naruto
che ne dici se andiamo a mangiare
qualcosa insieme?» la sua voce mi suona speranzosa. Un tempo
avrei fatto i
salti di gioia. Ma ora provo ancora più vergogna. Lei si sente in obbligo nei miei
confronti! Forse vuole farmi stare
meglio, ma in realtà mi sento solo peggio.
«No Sakura. Devo andare a casa e farmi una doccia»
dico.
Lei
mi colpisce. Mi coglie impreparato e volo a
metri di distanza proprio dentro un torrente che score lì
vicino. Nel punto in
cui il suo pugno mi ha toccato, la mia pelle brucia per il contatto.
Sono a mollo
nell’acqua, e inevitabilmente in miei vestiti sono fradici.
Si avvicina a me e
dice «Ora che hai fatto la doccia, possiamo mangiare
insieme» Ecco a cosa
mirava! È stata un tantino
drastica a
scaraventarmi dentro al fiume. Ma questa è una delle cose
che mi piacciono di
più di Lei. Sento una fitta al cuore. Mi rialzo.
«Sakura.
È meglio se per un po’ io e te non ci
vediamo» Ma quelle parole pesano come macigni. La mia voce si
incrina. Non
sopporto di averla così vicina e non riuscire nemmeno a
guardarla negli occhi.
«Guardami» mi ordina. La sua voce è
seria. Alzo lo sguardo, riluttante.
I miei occhi incontrano i suoi. Il verde e l’azzurro si
mescolano. «Si può
sapere che ti succede?» Deglutisco, nervoso. Non so come
rispondere. Opto per
la verità.
«Sono
un mostro. E tu devi starmi lontana» Il
suo sguardo si indurisce. La luce ce brilla nei suoi occhi è
la stessa di
quando vuole picchiarmi.
«Non
devi dire queste cose» dice.
«Guarda la realtà, guarda il tuo
braccio» Come fa a non rendersene
conto? «Continua a sanguinare. E sono passati quattro giorni!»
«Sta già guarendo»
«Tu
proprio non ti rendi conto che sono stato io a farti del male? Non mi
perdonerò
mai di questo. Sono un mostro e tu devi starmi lontana!» Lei
chiude gli occhi,
digrigna i denti rabbiosa. È bellissima anche quando
è furiosa. Inspira
profondamente, come per calmarsi, come se l’avessi fatta
arrabbiare.
Poi
fa un gesto che mi sorprende e mi
terrorizza allo stesso tempo, mi prende le mani. Il calore che
sprigiona è
sconvolgente. I nostri sguardi si rincontrano e nei suoi occhi
c’è una luce
diversa.
«Sai,
quand’ero piccola, mia madre per farmi
addormentare mi leggeva la mia favola preferita» La guardo,
confuso, cerco di
chiederle spiegazioni, ma lei continua. «Si intitola
‘La Bella e la Bestia’.
Racconta la storia di un principe che, a causa della sua
malvagità, fu
tramutato in un orribile bestia. L’incantesimo si sarebbe
spezzato solo se la
bestia avesse imparto ad amare e fosse stato amato a sua
volta»
«Un
momento Sakura, cosa c’entra questo con
tutto il resto?» chiedo confuso.
«Chiudi il becco!» dice con un tono con non ammette
repliche. Poi
continua. «Un giorno, un vecchio smarritosi, chiese aiuto al
suo castello, ma
la Bestia lo rinchiuse nelle segrete. La figlia dell’uomo
barattò la propria
libertà per quella del vecchio padre. Così la
ragazza iniziò a vivere al
castello. La Bestia non le fece mancare nulla. E, a poco a poco, egli
si
innamorò della ragazza, che ricambiava il suo
amore» Continuo a non capire, ma
mi adeguo.
«Un
momento, un momento, non ho capito. Perché
la Bestia rinchiude il vecchio nel castello, e come fa la figlia a
trovarlo?»
Non ci capisco proprio niente.
«Non
è questo l’importante!»
«E cosa allora? Non capisco neanche la trama! Scusami, ma la
tua
capacità di sintesi, lascia molto a desiderare» La
sua reazione arriva subito.
Il suo piede pesta il mio con una tale violenza, da farmi venire le
lacrime
agli occhi.
«Sai
come finisce la storia?» mi chiede, dopo
essersi calmata. Scosso la testa.
«Con un bacio»
«Un bacio?»
chiedo. Mi
aspettavo di tutto. Tipo la Bestia schiatta e lei eredita tutto il
patrimonio,
ma non sarebbe stato salutare leggere una favola del genere a una
bambina, sto
zitto però, non voglio essere picchiato di nuovo.
«Si
un bacio. Il bacio del vero amore» E poi..
e poi Lei si sporge verso di me. La distanza tra di noi si accorcia
fino ad
annullarsi. Io non mi muovo, non voglio farlo. Desidero con tutto il
cuore quel
contatto, che ho tanto agognato. Le nostre bocche si uniscono.
Rimaniamo fermi,
le mie mani tre le sue, Lei in punta di piedi, il sole che tramonta
alle nostre
spalle.
Poi
Lei si allontana. Il nostro bacio non dura
più di un secondo, eppure avrei desiderato che durasse per
sempre. Quel piccolo
contatto nasconde una miriade di sentimenti, di parole non dette, di
istinti
tenuti a freno. Eppure quel bacio è fatto anche di
tenerezza, rispetto e
purezza. Un semplice sfiorarsi di labbra.
«Il
bacio del vero amore che scioglie ogni
incantesimo» sussurra. La guardo negli occhi. Un vento
improvviso si alza da
est. E la magia si spezza. Torno violentemente alla dura
realtà. Lei ama
Sasuke. Quel bacio, è stato solo il frutto
dell’atmosfera. Non può essere tutto
così facile.
«La
Bestia si trasformò in un bellissimo
principe. E vissero per sempre felici e contenti» sussurra.
«Sakura.
Questo non è il bacio del vero amore.
Tu non mi ami. E io non mi trasformerò mai in un
principe» dico. Il suo sguardo
vacilla.
«Che
stai dicendo?» mi chiede, confusa.
«La
verità. Uno come me non può essere
amato» Il suo pugno mi colpisce
in pieno volto. Vengo scaraventato a metri di distanza. Con una mano mi
asciugo
un rivolo di sangue, fuoriuscito dalla bocca. Sakura è
davanti a me, le sue
mani sue fianchi. Brutto segno.
«Ascoltami
bene, Naruto Uzumaki, non voglio mai
più sentirti dire una cosa del genere. Altrimenti il pugno
che ti ho dato sarà
una carezza in confronto a quello che ti farò!»
poi si china davanti a me, in
equilibrio sulle ginocchia. I nostri sguardi tornano a incontrarsi.
«Io
ti amo, so quello che dico e non devi
metterlo in dubbio nemmeno per un secondo» con una mano mi
accarezza il volto
«Ci ho messo secoli ad accorgermene, e di questo mi scuso, ma
so quello che
provo e quello che voglio. Te» Non le lascio tempo per
aggiungere altro. E annullo
la distanza tra le nostre bocche. Tra un bacio e l’altro mi
sussurra «Sei un
po’ duro di comprendonio, ma alla fine ci sei
arrivato» Lei ha un modo tutto
suo di amarmi. E forse è questo che la rende così
speciale.
Che
ne pensate? Sinceramente non pensavo
che venisse così lunga. E poi sarebbe stato più
logico mettere la favola della
Principessa e il ranocchio, vista la connessione di Naruto on i rospi.
Ma
questa favola ha un posto speciale nel mio cuore, chi non è
cresciuto guardando
i film Disney?
Fatemi
sapere. Recensite ^-^
Topazio.