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Autore: Sammy_    23/11/2012    22 recensioni
Per Natalie Jones, il liceo è stato un vero e proprio incubo: occhiali, apparecchio, brufoli e qualche chilo di troppo, l’hanno resa per anni il bersaglio preferito delle super popolari cheerleader e in particolare della perfida Brianna Smith.
Fortunatamente crescendo è diventata una donna forte, bella e di successo ma il suo incubo peggiore torna a farle visita quando il suo migliore amico, Harry Styles, le annuncia che presto convolerà a nozze proprio con la tanto odiata Brianna.
Riuscirà Nat, grazie all’aiuto di quattro ragazzi scalmanati e della sua migliore amica Valerie, a sabotare il matrimonio dell’uomo di cui è segretamente innamorata e della donna che ha rovinato la sua adolescenza?
DAL CAPITOLO 1:
- Quindi non hai idea di chi sia la promessa sposa, vero? – mi chiese Valerie quando finalmente, dopo innumerevoli tentativi, riuscì a reclinare il sedile del pulmino in modo da stare più comoda.
- Assolutamente no – risposi con una scrollata di spalle – ma spero vivamente che sia degna di lui …
- Degna di lui? Wow, questo Harry è davvero così speciale?
- Tu non capisci lui è … perfetto! – dissi con aria sognante – è bellissimo, intelligente, simpatico, dolce …
- Okay, ho capito, sei follemente innamorata di lui!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tutti i "come" dell'amore'
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CAPITOLO 10: ADDIO O ARRIVEDERCI?

NOTA PER LE LETTRICI: ALLA FINE LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, MI RACCOMANDO, DEVO PORVI UN PICCOLO QUESITO!
 
 
Quella mattina Niall, Louis, Zayn e Liam, si riunirono davanti a casa mia per salutarci.
Gli avevo comunicato la mia decisione riguardo la partenza solo la sera prima ma loro non si erano fatti problemi a svegliarsi presto per dirci addio … o arrivederci?
A quel punto non ero più tanto sicura che sarei tornata ad Holmes Chapel molto spesso.
Harry e Brianna avrebbero vissuto a Londra, certo,  ma quella piccola cittadina dello Cheshire era comunque piena di ricordi dolorosi.
Più che per me stessa, ero dispiaciuta per Valerie.
Prima l’avevo trascinata fino a lì per farmi da supporto morale e adesso la costringevo a tornare in anticipo, dopo che aveva conosciuto un ragazzo speciale come Liam con la quale sarebbe potuta nascere una bella storia.
Ma in fondo, New York era casa sua e ormai anche la mia.
 
 
-          Oh tesoro mio, ci mancherai così tanto! – esclamò mia madre abbracciandomi sulla soglia di casa.
 
 
Mi stringeva così forte da farmi male ma era una sensazione piacevole che mi sarebbe mancata parecchio, così come il suo profumo di cannella e il suo squisito polpettone (ebbene si, un inglese che cucinava bene, incredibile ma vero!).
 
 
-          Mi mancherete anche voi, tantissimo …
 
 
Mentre mia madre salutava Valerie, io abbracciai mio padre stringendogli le braccia al collo.
Inutile dire che avrei sentito tanto anche la sua mancanza.
 
 
-          Tornerai a trovarci presto … vero Nat? – mi sussurrò all’orecchio con tono quasi supplichevole.
 
 
Avrei voluto dirgli di si o anche solo annuire ma non ne ebbi il coraggio, li avrei solo illusi.
Mi limitai a stringermi ancora più forte a lui, bagnandogli leggermente il colletto della camicia di lacrime.
Faceva male salutare per la seconda volta due delle persone a cui tenevo di più al mondo.
Faceva male dire addio alla casa in cui ero cresciuta circondata dall’affetto dei parenti degli amici (pochi).
Ero partita con la speranza di ricominciare tutto da capo ma le cose erano andate male.
La mia vita era come un muro pieno di scritte e per quanto mi fossi impegnata non sarei mai riuscita a cancellarle tutte, alcune erano semplicemente indelebili.
Evitai di prolungare il momento dei saluti per rendere tutto meno doloroso e uscii di casa tirandomi dietro la valigia e senza più guardarmi indietro.
Un taxi ci attendeva sul vialetto, pronto per portarci all’aeroporto.
Zayn prese la mia valigia, Liam quella di Valerie, e ci aiutarono a caricarle in macchina.
Sembravano afflitti quanto me, forse gli saremo mancate e a dirla tutta loro a me sarebbero mancati tantissimo.
 
 
-          Vi verremo a trovare a New York! – mi disse Niall prima di avvolgermi tra le sue braccia – non riuscirai a liberarti di noi così facilmente!
-          Sarebbe grandioso! – bofonchiai con la faccia schiacciata contro la sua spalla – sempre che tu non mi faccia soffocare!
 
 
Tempo di staccarmi da lui che già mi ritrovavo tra le braccia di Zayn.
Con lui avevo instaurato un rapporto di complicità davvero speciale, era stato l’unico ad aver capito fin da subito la mia situazione e il dolore che provavo nel vedere Harry insieme ad un’altra.
Strinsi forte le braccia intorno ai suoi fianchi, poggiando la testa nell’incavo del suo collo.
Mi tornò in mente il pomeriggio passato insieme e per la seconda volta una lacrima solitaria percorse il mio volto.
 
 
-          A presto Zayn …
-          Mi mancherai tanto Nat … - mormoro con gli occhi leggermente lucidi.
-          Lo so, mi dispiace davvero di dover ripartire così in fretta ma …
-          Shhh, tranquilla – mi rassicurò poggiando un dito sulle mie labbra – non devi spiegarmi niente, capisco perfettamente – aggiunse poi prima di stringermi di nuovo per l’ultima volta.
-          Adesso basta Malik! – Louis ci raggiunse e batte sulla spalla dell’amico per farlo spostare – ora è il mio turno!
-          Tomlinson quanto ti mancherò da uno a dieci? – gli chiesi sorridendo mentre lui mi sollevava per i fianchi per poi farmi roteare in aria senza alcuno sforzo.
-          Due … o forse tre … dipende da quanto spesso ci verrai a trovare!
-          Ehm …
-          Okay, forse questo non è il momento più adatto per rispondere. Sei depressa, delusa, ferita, eccetera eccetera …
-          Si, Louis, il concetto è chiaro – sbuffai alzando gli occhi al cielo irritata dalla sua indelicatezza – vai al punto.
-          Quello che voglio dire è che … col tempo passa tutto. Capisci? – mi guardò dritto negli occhi con uno sguardo d’intesa.
-          Credo di si … - risposi incerta anche se in realtà non avevo ben afferrato il concetto.
 
 
Louis punto due dita verso i suoi occhi azzurri, poi verso i miei come per dire “ti tengo d’occhio”.
Mancava solo Liam e poi sarei potuta partire.
Peccato che Valerie non sembrava avere nessuna intenzione di liberarlo dal suo abbraccio stritolante.
 
 
-          Ehm … Val? Hai finito? – chiesi picchiettandole sulla spalla.
 
 
Lei si scostò immediatamente dal ragazzo con un’espressione confusa e al tempo stesso afflitta, come se si fosse ricordata solo in quel momento che ci stavamo accingendo a partire.
 
-          Ciao Liam! – esclamai abbracciando anche lui – stammi bene mi raccomando!
-          Anche tu Nat, abbi cura di te – mi rispose – e di Valerie … - aggiunse poi a voce più bassa.
-          Lo farò, te lo prometto!
 
 
Come avevo fatto con i miei genitori, finiti i saluti salii subito sul taxi senza degnare i ragazzi di un solo sguardo.
Volevo che finisse tutto il prima possibile, era l’unico modo per far si che le mie ferite emotive si risanassero.
Valerie mi raggiunse poco dopo e senza dirmi niente fece segno al tassista di partire.
Rimanemmo in silenzio per tutta la durata del viaggio, ognuna guardando fuori dal proprio finestrino.
Mentre il mio sguardo vagava attraverso i paesaggi sconfinati di campagna inglese, tra le mani stringevo il cellulare, con il dito pronto a premere il tasto “invia”.
Quella mattina stessa infatti, avevo scritto ad Harry un messaggio per avvertirlo della mia partenza ma poi l’avevo semplicemente salvato tra le bozze.
Non ero neanche riuscita a trovare il coraggio di salutare di persona il mio migliore amico.
Uno stupido messaggio non sarebbe bastato a spiegargli le ragioni della mia partenza improvvisa e mi vergognavo di essere così codarda.
Comunque sia, il messaggio più o meno diceva così:
 
 
Ciao Harry,
volevo dirti che stamattina parto per New York.
Mi rendo conto che avvertirti con un semplice messaggio
non sia la cosa più giusta da fare ma purtroppo
non ho altra scelta, rivederti anche solo per un
attimo prima della mia partenza non servirebbe
ad altro che a confondermi ancora di più le idee.
Vorrei spiegarti i motivi di questa partenza così improvvisa
ma per adesso non mi sento pronta …
Spero solo che un giorno riuscirai a perdonarmi.
Ti auguro tutta la felicità di questo mondo Harry,
te la meriti, sul serio.
Ti voglio bene.
Natalie.
 
 
Rilessi il messaggio più e più volte e per quanto la tentazione fosse forte, una volta arrivate all’aeroporto non avevo ancora avuto il coraggio di mandarglielo.
Era davvero frustrante quella sensazione di impotenza che mi aveva pervaso fin dal mio ritorno a casa.
Non mi sentivo più padrona delle mie azioni, era come se uno spiritello dispettoso si fosse introdotto nel mio cervello prendendo tutte le decisioni al posto mio.
Il problema era individuare quelle giuste e quelle sbagliate …
Ad esempio, tornare a New York era la scelta più giusta?
Non sarebbe stato meglio restare a Holmes Chapel e lottare per l’uomo che amavo?
Ci avevo pensato tanto durante la notte ma non ero riuscita a trovare una risposta, così avevo deciso semplicemente di scappare dal dolore.
Una parte di me però sapeva che, per quanto lontana potessi andare, Harry sarebbe per sempre stato una parte di me e smettere di amarlo così, da un giorno all’altro, era praticamente impossibile.
Allora perché stavo partendo?
Semplice.
Perché non ero abbastanza forte da affrontare la realtà il giorno in cui lo avrei visto in cima ad un altare, a giurare amore eterno alla ragazza che era stata, ed era tutt’ora, la causa di tutti i miei problemi e  di tutte le mie sofferenze.
Brianna Smith aveva vinto di nuovo, Natalie Jones invece si era rivelata ancora una volta una perdente.
 
 
-          Nat sbrigati! Dobbiamo imbarcarci tra mezz’ora!
 
 
L’esclamazione di Valerie mi riportò bruscamente alla realtà.
Aveva già pagato il taxi e stava scaricando le valigie.
Scesi per darle una mano ma lei non me lo permise.
Evidentemente, anche se io non potevo rendermene conto, dovevo avere un aspetto piuttosto abbattuto, tanto da non riuscire nemmeno a trasportare una valigia.
La lasciai fare perché in effetti ero terribilmente stanca e a malapena avevo la forza di trascinare i piedi per camminare.
Entrammo all’interno dell’aeroporto e la vasta folla mi fece venire un leggero senso di panico, sensazione che non provavo più da chissà quanto tempo.
Mi sentivo mancare il respiro e la testa girava vorticosamente, tutto intorno a me appariva confuso e sfocato.
Fu Valerie a prendermi per un braccio e a trascinarmi fino alla coda della fila per il check –in.
Mi sedetti sul bordo della mia valigia infilando la testa tra le ginocchia e prendendo profondi respiri.
A poco a poco il panico si dissolse ma non quell’orribile senso di oppressone all’altezza del petto, proprio al cuore.
Ansia, conoscevo bene quel sintomo …
Un tempo venivo pervasa dall’ansia ogni mattina andando a scuola e le cose a distanza di anni non erano cambiate.
L’ansia di non essere all’altezza, l’ansia di non prendere le decisioni giuste, l’ansia di perdere qualcosa, o meglio qualcuno, a cui tenevo molto.
Anche se faticavo ad ammetterlo, quelle ansie si erano tutte tramutate in realtà.
 
 
“Giocavo con le Barbie nel cortile dell’asilo, insieme alla mia amichetta Lauren, quando una pallonata mi colpì dritta in faccia.
Scoppiai subito a piangere, come avrebbe fatto qualsiasi altra bambina di cinque anni, mentre un ragazzino con i capelli biondi e lisci correva da me ridendo.
 
 
-          Sei cattivo! – gli urlai contro – non c’è niente di divertente!
 
 
Il bambino per tutta risposta scoppiò a ridere ancora più forte.
 
 
-          Vado a chiamare la maestra così lo mette in punizione! – esclamò Lauren correndo verso l’interno.
 
 
Io e il bambino dispettoso rimanemmo da soli.
Lui continuava a ridere sguaiatamente mentre io facevo di tutto per calmare la mia piccola crisi di pianto.
 
 
-          E dai, non fare così, mica l’ho fatto apposta! – esclamò inginocchiandosi vicino a me senza smettere di esibire un sorrisetto arrogante – comunque io sono Harry, Harry Styles!
-          Non me ne importa un fico secco di come ti chiami! – replicai in tono burbero.
 
 
Mi faceva malissimo il naso che sicuramente era diventato gonfio e rosso come un pomodoro maturo.
Avrei voluto tirare i capelli di Harry o spingerlo violentemente a terra solo per fargli del male tanto quanto lui ne aveva fatto a me ma qualcosa me lo impediva, forse il fatto che quella fosse la prima volta che parlavo con un maschietto.
 
 
-          Okay, a te non interessa ma a me si. Tu come ti chiami? – mi chiese prendendo la mia piccola mano nella sua che era morbida e paffutella.
-          Natalie – risposi io asciugandomi le ultime lacrime che rigavano le mie guanciotte  rosee– Natalie Jones! – aggiungi accennando un piccolo sorriso.
-          Che bel nome! Allora Natalie Jones, pensi che potrai mai perdonarmi se ti offro metà della mia merenda? – alzai lo sguardo verso di lui e vidi che aveva tirato fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni una barretta di cioccolato con le nocciole.
-          Forse … - mormorai prendendone un pezzettino.
 
 
Harry sorrise e io non potei evitare di fare altrettanto.
Non lo sapevo ancora, ma quello sarebbe stato l’inizio di una fantastica amicizia …”
 
 
-          Natalie Helena Samantha Jones!– esclamò una voce infuriata mentre qualcuno mi scrollava violentemente per le spalle – riprenditi da questo stato catatonico per Dio! La tua vita non finisce mica qui!
 
 
A parlare naturalmente era stata Valerie, stufa di starsene praticamente da sola visto che io non le rivolgevo la parola da quando eravamo salite i taxi.
Non sapevo nemmeno che conoscesse il mio nome per intero, io il suo non me lo immaginavo neanche.
Valerie Teresa Morrow? no, no … Valerie Madison … okay, non ne avevo la più pallida idea!
 
 
-          Non costringermi a prenderti a schiaffi Nat! – mi avvertì lanciandomi un’occhiata severa – ricordati che sei stata tu a decidere di ritornare!
-          Lo so, lo so … - ero rimasta in silenzio per così tanto tempo che mi sentivo la bocca tutta impastata – stavo solo avendo un flash-back.
-          Ah si? Fammi indovinare … aveva qualcosa a che fare con Harry? – domandò con tono saccente.
-          Già, il nostro primissimo incontro – precisai – lo sapevi che da piccolo aveva i capelli biondi e lisci? Praticamente tutto il contrario di come sono adesso!
-          Mmh … interessante … - borbottò per niente impressionata da quella notizia.
 
 
Io e Valerie ci guardammo negli occhi con aria di sfida.
Nessuno delle due aveva intenzione di cedere distogliendo lo sguardo per prima.
Telepaticamente, lei stava cercando di convincermi che stavo compiendo la cazzata del secolo  e che sarei dovuta tornare indietro mentre io tentavo di convincerla che invece quella era la decisione più saggia.
In fondo io e lei non avevamo mai avuto bisogno di tante parole per capirci …
 
 
La fila per il check-in scorreva molto lentamente.
Eravamo lì già da dieci minuti e ne mancavano solo venti alla partenza del nostro aereo.
Cercavo di distrarmi osservando l’andirivieni all’interno dell’aeroporto, gente che entrava e usciva attraverso le porte di vetro trasportando grosse valigie o, in alcuni casi, semplici zainetti apparentemente molto leggeri.
C’erano allegre famigliole dirette ai Caraibi per una vacanza da tempo tanto agognata, uomini d’affari che camminavano a passo svelto facendo dondolare le loro ventiquattro ore, e gruppi di giovani ragazzi di appena vent’anni pronti a partire per una nuova “avventura”
E poi c’ero io, la ragazza dall’aria sconsolata che si apprestava a dire addio per sempre alla sua patria, l’Inghilterra, che nonostante tutto sarebbe sempre rimasta casa sua.
Già, una casa in cui non avrei più avuto piacere di ritornare.
 
 
-          Nat alza il culo da quella valigia – mi ordinò Valerie in tono aspro – fra poco tocca a noi!
 
 
Adesso, potrebbe sembrare che fosse arrabbiata con me ma in realtà era tutto il contrario.
Se la mia amica si comportava in modo così duro era solo per farmi reagire.
Lei mi conosceva meglio di chiunque altro e sapeva di cosa avevo bisogno per stare meglio.
Mi alzai in piedi a fatica sentendo una fitta lancinante alla schiena, causata dalla troppa immobilità degli ultimi minuti.
Mi misi in fila accanto a Valerie, subito dopo una coppietta di anziani che stava facendo pesare il proprio bagaglio.
 
 
-          È la tua ultima possibilità Natalie – mi sussurrò Valerie continuando a guardare fisso davanti a se – puoi ritenerti assolutamente sicura di voler partire?
-          Sicurissima – risposi in tono piatto senza lasciar trasparire nessuna emozione.
-          Bene – fu la sua semplice e secca risposta.
 
 
Ormai era arrivato il nostro turno, entro pochi secondi avrei avuto in mano la mia carta d’imbraco e non mi sarebbe rimasto altro che salire sull’aereo.
Valerie si fece avanti mentre io rimasi qualche centimetro dietro di lei.
La testa aveva ricominciato a girarmi forte e avevo una strana sensazione allo stomaco, come se fosse stretto in mezzo due tenaglie.
 
 
-          Natalie, aspetta! – gridò una voce trafelata alle mie spalle.
 
 
Ci misi un po’ a capire che stessero parlando con me, infatti non mi girai subito in direzione di quella  voce.
 
 
-          Non partire, ti prego, ho bisogno di parlarti …
 
 
 
SALVE GIRLSSSS!
ALLORA, ALLORA, ALLORA …
VOGLIO FARE UN GIOCHETTO CON VOI: SECONDO LA VOSTRA OPINIONE, CHI E’ CHE E’ CORSO ALL’AEROPORTO PER PREGARE NATALIE DI RESTARE?
VE LO DICO SUBITO, NON E’ HARRY, ALTRIMENTI SAREBBE STATO A DIR POCO SCONTATO!
VI AVVERTO PERO’, E’ ABBASTANZA DIFFICILE, VOGLIO VEDERE CHI INDOVINA!
COMUNQUE IL CAPITOLO E’ UN PO’ CORTO PERCHE’ VOLEVO CREARE QUESTO ALONE DI MISTERO ALLA FINE, ALTRIMENTI LO AVREI UNITO ALLA SECONDA PARTE IN CUI SI SCOPRE IL VOLTO DEL PERSONAGGIO MISTERIOSO CHE DOVETE INDOVINARE.
E’ ABBASTANZA PALLOSO, ME NE RENDO CONTO, SPERO COMUNQUE CHE MI LASCERETE TANTE BELLE RECENSIONI COME L’ALTRA VOLTA!
A PROPOSITO, GRAZIE MILLE, VI ADORO!
GRAZIE ANCHE A TUTTE LE LETTRICI “SILENZIOSE” CHE NON RECENSISCONO MA CHE CONTINUANO A SEGUIRMI!
GRAZIE, GRAZIE E MILLE VOLTE ANCORA GRAZIE!
BACI SAM
P.S. VI LASCIO CON UNA FOTO DI NATALIE! 
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