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Autore: Ciack    11/06/2007    1 recensioni
"Non glielo chiederei se non fossi certa che solo sotto la sua tutela e a quella degli altri insegnanti Lilibeth potrà completare la sua istruzione e imparare a gestire i poteri di cui dispone e che, in parte, non ha ancora scoperto. Fino ad ora io e gli altri spiriti della foresta siamo riusciti a proteggerla e a tenerla nascosta, ma ora temo per la sua incolumità e prima imparerà a gestire le sue indubbie doti di strega meglio sarà.". una lettera arriva a Silente ed è solo l'inizio di un avventuroso ultimo anno, ricco di colpi di scena
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Capitolo 4

UNA DI PIU’ & UNA DI MENO

 

PREFAZIONE: non ho avuto nessuna misericordia, non ho avuto rispetto per nessuna età, ma…spero che sia lo stesso di vostro gusto!!!!

 

 

Le finestre erano state chiuse e Pix era stato allontanato con l’aiuto del Barone Sanguinario, il fantasma di Serpeverde, l’unico di cui il poltergheist avesse paura. Nella stanza ora permanevano solo i commenti animati degli studenti. Con un gesto Silente placò quel mormorio e come se nulla fosse accaduto disse:

-         Penso che ora possiamo procedere allo Smistamento   -

In quel trambusto tutti si erano dimenticati della nuova venuta, ma sentite queste parole tornarono a concentrare la loro attenzione su di ella. Lilibeth prese posto sullo sgabello e il Cappello si posò sui suoi lunghissimi capelli, vi rimase per un tempo che parve interminabile, ma che permise a Harry di ricordare il suo primo giorno di scuola…

…caspita sono già passati sei anni da allora!!! Quando arrivai qui ero ancora convinto che si fosse trattato di un errore…eppure ho fatto grandi cose a dispetto di tutti…lo Smistamento poi non parliamone…la sola idea che quella sottospecie di cappello potesse non dire niente prima, e che mi mandasse nei Serpeverde dopo, mi faceva accapponare la pelle. Non è stato facile integrarmi, nonostante con me ci fossero sempre Ron ed Hermione…chissà come si deve sentire quella tipa lì…spero che sia nei Grifondoro…potrei aiutarla…probabilmente non conoscerà nessuno qui e si sentirà spaesata …

 

SERPEVERDE!!!

 

…il grido del Cappello Parlante interruppe i suoi pensieri e tutto attorno a lui scoppiarono gli applausi e i commenti. I più felici erano i Serpeverde, ma Harry si accorse del perché solo dopo avere udito un Tassorosso commentare:

-         Ammazza che gnocca che è quella lì –

Il tutto venne accompagnato da fischi di apprezzamento e gomitatine da parte sua e di qualche altro. Harry si voltò verso Lilibeth proprio mentre lei gli passava vicino per raggiungere il suo posto a tavola. I loro occhi si incrociarono per un millesimo di secondo dopodiché il giovane Potter sentì un bruciore alla fronte.

-         Ehi Ron, ti sei bevuto il cervello, che cosa cavolo fai?! –

Disse Harry mentre si massaggiava la fronte.

-         Cos’è ora sei troppo delicato anche per un frontino? Ti pare il caso di fare gli occhi da pesce lesso a quella lì proprio sotto gli occhi di Cho? –

A sentire questo i fratelli Canon improvvisarono una piccola recita dove uno faceva la parte di un’alterata Cho Chang e l’altro un improbabile e melenso Harry Potter

-         No miciona mia, non arrabbiarti, io amo solo te   -

-         Davvero coccolotto mio?   -

-         tigrotta smack, smack, smack   -

A queste effusioni seguirono i guaiti dei due fratelli…un improvviso male agli stinchi li aveva colti. Sistemata la questione con i Canon, Harry tornò a discutere con Ron.

-         Non stavo facendo lo scemo…e poi…cosa centra Cho?!   -

-         E dai!!! Lo sanno tutti che le muori dietro e poi…ti conosco troppo bene…comunque che ne pensi della nuova tipa lì? Per una del genere sarei quasi disposto a cambiare casata ahahahah  - esclamò Ron

-         Beh…effettivamente è piuttosto carina…   -

A sentire queste parole diversi Grifondoro che sedevano vicino a loro esplosero in commenti…positivi. Chi le dava della fatalona, chi faceva apprezzamenti sul didietro di Lilibeth, chi si arrabbiava per il fatto che fosse finita nei Serpeverde…in quel trambusto nessuno si accorse di una lacrima che scendeva sul viso di una loro compagna.

Improvvisamente Hermione si alzò, urtando assai poco dolcemente Ron, il quale le chiese:

-         Ehi Herm, stai più attenta! E poi dove accidenti stai andando?   -

Lei si voltò di scatto. Scoccò un’occhiata gelida in direzione del ragazzo. Gli si avvicinò e mise la mano sulla sua spalla. Il suo viso ora era a non più di 10 centimetri da quello di lui. A quella distanza lui non faticò a sentire lei che, con un tono di voce moderato, ma tagliente, gli diceva:

-         Dove vado io non ti deve importare, ma sai dove devi andare tu? All’inferno, hai capito Ronald Weasley?! –

Detto questo si voltò ed andò a sedersi dall’altro capo della tavolata…il più possibile lontano da lui.

Ron era rimasto un attimino sconcertato. Prima di portarsi alle labbra il bicchiere d’oro che gli stava di fronte Harry domandò:

-         Che le piglia? –

Ron non rispose, guardò ancora una volta il punto da dove gli aveva parlato Hermione, fece scorrere lo sguardo lungo la tavolata fino ad incontrare il corpo di lei, fece spallucce e i suoi occhi color nocciola tornarono a vagare nella direzione opposta…

-         Ehi!! Guarda là   -

Altra gomitata nelle costole di Harry che questa volta sputò il suo idromele addosso ad “Accendino svelto” Giò. Un ragazzone del sesto, capitano nelle sue estati babbana di una piccola squadra di rugby, si eresse in tutta la sua altezza guardando torvo Harry che non aveva avuto la forza di dire nulla… considerando anche che Harry era seduto e Giò in piedi la differenza d’altezza risultava di quasi un metro buono. Il ragazzo estrasse da sotto la tunica la sua bacchetta e…facendo apparire un lieve fuocherello (di quelli che non bruciano) si asciugò. Il giovane Potter non si era mosso e guardava l’altro con un’espressione imbambolata del tipo “ma come non mi pesti?”, vistolo Giò scoppiò in una risata gagliarda e disse:

-         Per questa volta ti è andata bene ma…non farci l’abitudine   -

Si alzò dal tavolo e si diresse verso la porta…seguito subito da molti altri.

Finalmente la cena era finita e tutti si diressero verso i loro dormitori.

Hermione avrebbe voluto parlare ai due ragazzi di quello che aveva visto quando era scoppiato quel putiferio nella Sala, ma…temeva che l’avrebbero presa in giro…che non le avrebbero creduto…e poi…il suo orgoglio non le pemetteva di parlare…non a loro…non a lui soprattutto. Una Hermione molto arrabbiata e triste se ne andò a letto senza rivolgere la parola a nessuno.

 

La mattina seguente la Sala Grande, seppur piena, non risuonava del solito chiacchiericcio. Non c’era silenzio è vero, ma il rumore era più fievole, più tranquillo. Sebbene il viaggio in treno del giorno precedente li avesse spossati, nessuno la sera prima si era addormentato presto. Avevano avuto troppe cose di cui parlare. Prima che cominciassero a rifocillarsi con le squisite pietanze preparate loro dagli Elfi Domestici uno stormo di volatili, in maggioranza gufi, entrò dalle finestre e cominciò a volteggiare sopra la testa degli studenti cercando il destinatario del loro carico. Edvige, la civetta di Harry planò sulla sua spalla e cominciò a becchettare la crostata sbriciolata che il ragazzo le tendeva.

Il proprio barbagianni recò a Draco un pacco di dolci e un libro che velocemente il biondino fece sparire nel suo zaino. Mentre faceva questo, bisbigliò qualcosa a Lilibeth, che gli sedeva affianco. Lei fece un impercettibile cenno di assenso.

Neville Paciock suscitò l’ilarità dei compagni quando una mezza dozzina di gufi gli planò attorno recando ciascuno un voluminoso pacco con dentro tutte le cose che il ragazzo aveva dimenticato a casa. Assieme a uno di questi c’era una Strillettera speditagli da sua nonna. Lilibeth e pochi altri giovani babbani del primo anno rimasero sconvolti quando dal posto di Neville esplose la voce di sua nonna che gli rivelava in via non del tutto confidenziale cosa pensasse di lui.

 

Mentre mangiavano, con un gesto della bacchetta Silente distribuì gli orari delle lezioni. Harry, Ron ed Hermione avevano gli orari uguali per quanto riguardava le materie di base, ma l’anno prima erano state immesse altre materie facoltative e lì si erano divisi per seguire ognuno la propria inclinazione.

Harry guardò il suo orario:

 

 LUNEDì                  MARTEDì         MERCOLEDì     GIOVEDì     VENERDì

Pozioni/Medimagia

Cura della Creature Magiche

Pozioni

Divinazione

Erbologia

Trasfigurazione

Erbologia

Pozioni

Difesa vs Arti Oscure

Incantesimi

Trasfigurazione

Difesa vs Arti Oscure

Erbologia

Difesa vs Arti Oscure

Incantesimi

Divinazione

Difesa vs Arti Oscure

Trasfigurazione

Incantesimi

Difesa vs Arti Oscure

Incantesimi

Storia della Magia

Trasfigurazione

Cura delle Creature Magiche

Divinazione

Storia della Magia

 

Trasfigurazione

 

Aurologia

 

Pozioni

 

Storia della Magia

Pausa pranzo

Pausa pranzo

Pausa pranzo

Pausa pranzo

Pausa pranzo

Cura delle Creature Magiche

Aurologia

Aurologia

Pozioni

 

Volo

 

 

 

 

Volo

 

 

 

 

 

Astro

 

Astro

 

 

 

Era piuttosto pesante, ma era naturale, in fondo era il loro ultimo anno. Presto la Sala si svuotò e ognuno si diresse verso la propria aula. Il settimo anno di Grifondoro si diresse verso le segrete del castello dove il professor Piton aveva il suo laboratorio. Il parlottio dei ragazzi andò scemando man mano che si avvicinavano all’aula di Pozioni fino a zittirsi completamente. I primi si bloccarono sulla soglia dando adito alle numerose ipotesi che si affollavano nella mente dei ragazzi rimasti dietro.

-         Ehi David, ma che vi è preso?   -

-         C’è un buco nel pavimento?   -

-         Vi siete fossilizzati?   -

-         Ciccio si è incastrato nella porta?   -

-         Piton è morto? -

Dall’interno giunse una voce femminile.

-         Siete la settima classe di Grifondoro, vero? Bene entrate in fretta ragazzi. Devo comunicarvi alcune cose   -

Il suo tono lasciava presagire imminenti novità.

 

 

§§§§§§§§§§§

In una casa alla periferia di Londra intanto sembrava si fosse dato appuntamento l’intero Quartier Generale della Polimagia. Streghe e maghi che andavano e venivano in continuazione avevano cominciato ad affluire nella casa fin dalla sera precedente. Per quanto si fosse cercato di tenere i giornalisti lontani dalla faccenda nessuno era riuscito a non far trapelare le notizie che ora si potevano leggere sulla prima pagina del quotidiano.

 

Il ladro di bambini colpisce ancora

 


Nella giornata di ieri un’altra bambina è stata strappata dalle amorevoli cure famigliari.

La vittima questa volta ha pochi mesi, la sua identità è ancora sconosciuta, ma pare sia la figlia di un dipendente del Ministero della Magia. Quest’ultimo informato dell’accaduto, si è tempestivamente mobilitato per acciuffare il delinquente, ma come nei casi precedenti gli inquirenti non hanno ancora una pista sicura.

Il rapimento è stato portato a termine alla stazione di King’s Cross, Londra, dove la famiglia si era recata per salutare i figli in partenza per la Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts.

Non siamo riusciti ad ottenere una dichiarazione più precisa in merito, ma il sospetto è che la Polimagia stia letteralmente brancolando nel buio riguardo a questa serie di rapimenti alla quale speriamo, si riesca ben presto a porre fine.


 

L’articolo continuava con un’accurata descrizione dei precedenti della famiglia e con una ricapitolazione delle caratteristiche dei rapimenti fino a quel momento avvenuti, concludendo con un acceso attacco nei confronti del Ministero della Difesa Pubblica Interna.

Il padre venne portato al suddetto Ministero, al suo ritorno trovò la moglie nella camera della piccola. Sembravano entrambi invecchiati di colpo. La donna, quando lo sentì entrare in camera, si voltò di scatto verso di lui. I suoi occhi scrutavano il viso del marito in cerca di notizie che lui non era in grado di darle. Scoppiò in un pianto isterico, causato dall’accumularsi delle forti emozioni di quei due giorni. Era da molto tempo che non versava più una lacrima. L’uomo la prese tra le braccia e lei gli si strinse forte contro, mentre sfogava tutto il suo dolore. Stettero così per un tempo indefinito, infine le disse:

 -   Dobbiamo avvertire i ragazzi   -

 

§§§§§§§§§§

Silente guardava la ragazza che gli stava di fronte e doveva fare un notevole sforzo per non chiamarla col nome della madre e per non lasciarsi andare ai ricordi. In special modo cercava, mentre parlavano, di scorgere in lei qualche traccia del padre.

L’anziano Preside era sorpreso, Lilibeth era tutta suo padre, ma contemporaneamente non ne serbava alcuna traccia. La ragazza era visibilmente frastornata da quel mondo sul quale lei si affacciava per la prima volta, ma non si lamentava di nulla. Avevano discusso ampiamente sulla preparazione della ragazza e il Preside appariva molto soddisfatto. La sua ex alunna aveva davvero fatto un ottimo lavoro, ma aveva cresciuto una figlia testarda almeno quanto lei stessa. Lilibeth aveva accettato ogni condizione, restrizione e regola, ma assolutamente non voleva cedere sull’abbigliamento e sulla possibilità di addentrarsi nella Foresta Proibita.

 -   Lilibeth, la Foresta Proibita non si chiama così per una semplice convenzione. È  molto pericolosa   -

L’anziano mago per l’ennesima volta cercava di convincere la nuova studentessa.

 -   Nessuno conosce  tutte le creature che vi abitano. Capisco che essa possa farti sentire un po’ come a casa, ma è fuori discussione che tu possa andarci. Questo vale per te come per chiunque altro   -

A sentire questo la giovane Serpeverde si offese. Non solo le stravolgevano il suo mondo, pensò dentro di sé, ora pretendevano anche di paragonarla agli altri studenti. Se loro non erano in grado non sapeva cosa farci, lei sapeva benissimo cavarsela da sola. Non aveva bisogno di nessuno ed era ben intenzionata a dimostrarlo. I suoi occhi erano duri, quasi di sfida nei confronti dello stesso Silente. Prima però che lui potesse dirle qualcosa un gufo planò (sarebbe meglio dire che si schiantò) sul suo tavolo rovesciando la boccetta di inchiostro e finendo in una pila di libri che assieme a lui cadde rovinosamente a terra. Mentre l’uomo con un incantesimo ripuliva tutti i suoi documenti e rimetteva l’inchiostro nel suo elegante calamaio, Lilibeth si adoprò per rimettere in sesto il povero rapace. Quest’ ultimo aveva una leggera ferita alla zampa sinistra, ma la ragazza lo guarì facilmente con un incantesimo mormorato a fior di labbra. Il Preside tuttavia non notò nulla perchè la sua attenzione era tutta concentrata sul plico che il gufo aveva lasciato sul tavolo durante il suo rovinoso atterraggio.

Era una velocilettera.

Questo particolare tipo di missiva era nato sotto il regime di terrore instaurato da Lord Voldemort, usato fra i gruppi di maghi che si opponevano alle forze del male, veniva usato solo in caso di estrema urgenza.

Silente aprì subito la busta e si immerse nella lettura.

Le notizie erano gravi quanto inaspettate.

Sarebbe stato difficile comunicare la faccenda ai diretti interessati.

Ci voleva tatto e comprensione.

Come Preside di quella scuola non poteva permettere che la situazione si aggravasse ulteriormente.

Dopo qualche minuto di riflessione l’uomo si riebbe, congedò la ragazza con la richiesta di portare il gufo nella Voliera e mandò a chiamare la professoressa McGranitt e due studenti di Grifondoro.

 

 

§§§§§§§§§§

Alla fine della terza ora Harry era notevolmente preoccupato per un suo compagno di classe. Era stato chiamato all’inizio della mattinata in presidenza e non aveva ancora fatto ritorno. Mentre si dirigeva verso l’aula di Divinazione, tenuta dalla professoressa Sybilla Cooman nella parte più alta di una delle torri del castello, gli venne incontro la nuova arrivata di Serpeverde, indossava, al posto della divisa, una tenuta verde scuro da folletto dei boschi di una stranissima foggia. Harry accelerò il passo sperando che lei non lo notasse. Non più tardi del giorno prima aveva espresso il desiderio di diventare suo amico, ma dopo la figuraccia che Ron gli aveva fatto fare aveva paura che lei lo ridicolizzasse. In fondo era una Serpeverde cosa le impediva di essere proprio come tutti gli altri della sua casata? “Nulla” pensò, ma dovette ricredersi quando lei lo fermò  per parlargli.

-         Ehm...scusa...piacere sono Lilibeth, di Serpeverde. Mi sai dire dove trovo la classe di Pozioni? –

 -   Oh certo. Prendi questo corridoio, arrivata in fondo scendi le scale. Terza porta a sinistra…ah senti…riguardo a ieri sera scusa il comportamento del mio amico, non so proprio cosa gli sia preso. Sono di Grifondoro, settimo anno come te. Il mio nome è Potter...Harry Potter   -

Si aspettava le solite domande che tutti gli facevano quando lo conoscevano: “come hai fatto a sopravvivere a Colui-che-non-deve-essere-nominato”, “ti mancano i tuoi genitori”, “ti ricordi di loro”, ma lei non disse e non fece nulla di quello che lui si era aspettato. Aveva già preparato la mano per sollevare la ciocca di capelli che coprivano la sua famosa cicatrice a forma di saetta, ma la rimise in tasca, leggermente deluso che lei non avesse chiesto di vederla. Non che amasse vantarsi di qualcosa che in fondo non si ricordava neppure chiaramente, ma quel fatto di essere sempre riconosciuto ovunque e di essere ritenuto una celebrità dalla maggior parte delle persone, era diventata per lui quasi un’abitudine. Chi era quella ragazza che non mostrava un minimo di interesse per la sua storia e che anzi, sembrava non averlo mai sentito nominare? La curiosità e la disperata voglia di trattenerla a parlare con sé, gli fecero pensare a qualcosa da dirle, ma sembrava che la sua testa si fosse improvvisamente svuotata. Alla fine le disse l’unica cosa che gli venne in mente.

-   Sai che la casata di Serpeverde è quella che ha sfornato il maggior numero di streghe e maghi oscuri?   -

Lilibeth lo guardò perplessa e mentre lui si odiava per la sua inconfondibile tecnica per far colpo sull’altro sesso, lei trovò il modo di stupirlo più di quanto involontariamente non avesse già fatto.

 -   Mmmh interessante – rispose con tono che indicava l’indifferenza più assoluta - ti ringrazio per l’informazione comunque. Se ti interessa poi, l’Ibisco è ancora dal Preside   -

Adesso era Harry a non aver capito.

 -   ...ma sì...il tuo amico di ieri intendo...quello coi capelli rossi   -

 -   Ron Weasley?   -

 -   Si chiama così? Beh comunque è da Silente con un’altra rossa, li ho incontrati nel corridoio poco prima che entrassero   -

Detto questo la ragazza se ne andò, lasciando Harry inebetito lì a fissarla finché alle sue spalle non sentì la voce della professoressa McGranitt che gli intimava di precipitarsi immediatamente nella sua classe prima che Grifondoro venisse penalizzata di 5 punti.

 

All’ora di pranzo Ron e Ginni non erano ancora tornati e ora mancava anche Hermione Granger che era uscita un po’ prima dall’aula con una scusa.

 -   Ma dove sono finiti tutti?   -

Nessuno gli badò, ma anche volendo nessuno avrebbe potuto rispondergli: i tre erano spariti senza dire niente a nessuno. Quando era alla seconda portata finalmente arrivò Hermione, che tutto d’un fiato, strattonandolo per un braccio, gli disse:

-         Harry vieni con me! –

Il ragazzo intanto si era accorto che Cho Chang, la cercatrice di Corvonero, lo stava fissando dal tavolo della sua casata e non volendo dare l’impressione che chiunque lo potesse sbatacchiare di qua e di là senza che lui dicesse nulla, si liberò dalla stretta dell’amica e le disse:

 -   Innanzitutto non ho ancora finito di mangiare, in secondo luogo non sono il tuo cane, se vuoi che venga, prima mi devi dire cosa sta succedendo   -

Hermione lo guardò con gli occhi spalancati. Era stupefatta. Mentre Harry pensava di essere stato un grande, lei gli si avvicinò e disse (in quel momento sembrava davvero un cobra pronto ad attaccare):

 -   Sentimi bene, signor Harry Potter, il tuo miglior amico ha bisogno di te quindi adesso la pianti di ingozzarti come un troll e mi segui   -

Detto questo i due uscirono dalla Sala Grande seguiti da numerosi sghignazzi soprattutto ad opera di Draco Malfoy e dei suoi amici.

 

 

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Grazie a Seilen91 per aver recensito, ovviamente non ti posso fare anticipazioni, ma spero che ti piaceranno i prossimi capitoli, la trama si infittisce.

Davvero la madre di Lilibeth era a scuola con Tom Riddle? Non me lo ricordo ^^

 

 

  
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