Capitolo
4
UNA
DI PIU’ &
UNA DI MENO
PREFAZIONE:
non ho avuto nessuna misericordia, non ho avuto rispetto per nessuna
età, ma…spero che sia lo stesso di vostro gusto!!!!
Le
finestre erano state chiuse e Pix era stato
allontanato con l’aiuto del Barone Sanguinario, il fantasma di Serpeverde,
l’unico di cui il poltergheist avesse
paura. Nella stanza ora permanevano solo i commenti animati degli studenti. Con
un gesto Silente placò quel mormorio e come se nulla fosse accaduto disse:
-
Penso che ora possiamo procedere allo Smistamento -
In
quel trambusto tutti si erano dimenticati della nuova venuta, ma sentite queste
parole tornarono a concentrare la loro attenzione su di ella.
Lilibeth prese posto sullo sgabello e il Cappello si
posò sui suoi lunghissimi capelli, vi rimase per un tempo che parve
interminabile, ma che permise a Harry di ricordare il suo primo giorno di
scuola…
…caspita
sono già passati sei anni da allora!!! Quando arrivai
qui ero ancora convinto che si fosse trattato di un errore…eppure ho fatto
grandi cose a dispetto di tutti…lo Smistamento poi non parliamone…la sola idea
che quella sottospecie di cappello potesse non dire niente prima, e che mi
mandasse nei Serpeverde dopo, mi faceva accapponare
la pelle. Non è stato facile integrarmi, nonostante con
me ci fossero sempre Ron ed Hermione…chissà
come si deve sentire quella tipa lì…spero che sia nei Grifondoro…potrei
aiutarla…probabilmente non conoscerà nessuno qui e si sentirà spaesata …
SERPEVERDE!!!
…il
grido del Cappello Parlante interruppe i suoi pensieri e tutto attorno a lui
scoppiarono gli applausi e i commenti. I più felici erano i Serpeverde, ma Harry si accorse del perché solo dopo avere udito un Tassorosso commentare:
-
Ammazza che gnocca che è quella lì –
Il
tutto venne accompagnato da fischi di apprezzamento e gomitatine da parte sua e di qualche altro. Harry si voltò verso Lilibeth proprio mentre lei gli passava vicino per raggiungere il suo
posto a tavola. I loro occhi si incrociarono per un
millesimo di secondo dopodiché il giovane Potter sentì un bruciore alla fronte.
-
Ehi Ron, ti sei bevuto il cervello, che cosa
cavolo fai?! –
Disse
Harry
mentre si massaggiava la fronte.
-
Cos’è ora sei troppo delicato anche per un
frontino? Ti pare il caso di fare gli occhi da pesce lesso a quella lì proprio
sotto gli occhi di Cho? –
A
sentire questo i fratelli Canon improvvisarono una
piccola recita dove uno faceva la parte di un’alterata Cho
Chang e l’altro un improbabile e melenso Harry Potter
-
No miciona mia, non arrabbiarti, io amo solo
te -
-
Davvero coccolotto mio? -
-
Sì tigrotta smack, smack, smack -
A
queste effusioni seguirono i guaiti dei due fratelli…un
improvviso male agli stinchi li aveva colti. Sistemata la questione con
i Canon, Harry tornò a
discutere con Ron.
-
Non stavo facendo lo scemo…e poi…cosa centra Cho?! -
-
E dai!!! Lo sanno tutti che le muori dietro e
poi…ti conosco troppo bene…comunque che ne pensi della nuova tipa lì? Per una
del genere sarei quasi disposto a cambiare casata ahahahah - esclamò Ron
-
Beh…effettivamente è piuttosto carina… -
A
sentire queste parole diversi Grifondoro che sedevano
vicino a loro esplosero in commenti…positivi. Chi le
dava della fatalona, chi faceva apprezzamenti sul didietro di Lilibeth, chi si arrabbiava per il fatto
che fosse finita nei Serpeverde…in quel trambusto nessuno si accorse di una
lacrima che scendeva sul viso di una loro compagna.
Improvvisamente Hermione si alzò, urtando assai poco
dolcemente Ron, il quale le chiese:
-
Ehi Herm, stai più attenta! E poi dove accidenti stai
andando? -
Lei si voltò di scatto. Scoccò un’occhiata gelida in
direzione del ragazzo. Gli si avvicinò e mise la mano sulla sua spalla. Il suo
viso ora era a non più di
-
Dove vado io non ti deve importare, ma sai dove devi
andare tu? All’inferno, hai capito Ronald Weasley?! –
Detto questo si voltò ed andò a sedersi dall’altro capo della
tavolata…il più possibile lontano da lui.
Ron era rimasto un attimino sconcertato. Prima di portarsi
alle labbra il bicchiere d’oro che gli stava di fronte Harry domandò:
-
Che le piglia? –
Ron non rispose, guardò ancora una volta il punto da dove gli
aveva parlato Hermione, fece scorrere lo sguardo lungo la tavolata fino ad
incontrare il corpo di lei, fece spallucce e i suoi occhi color nocciola
tornarono a vagare nella direzione opposta…
-
Ehi!! Guarda là
-
Altra gomitata nelle costole di Harry che questa volta sputò
il suo idromele addosso ad “Accendino svelto” Giò. Un ragazzone del sesto,
capitano nelle sue estati babbana di una piccola squadra di rugby, si eresse in
tutta la sua altezza guardando torvo Harry che non aveva avuto la forza di dire
nulla… considerando anche che Harry era seduto e Giò in piedi la differenza
d’altezza risultava di quasi un metro buono. Il ragazzo estrasse da sotto la
tunica la sua bacchetta e…facendo apparire un lieve fuocherello (di quelli che
non bruciano) si asciugò. Il giovane Potter non si era mosso e guardava l’altro
con un’espressione imbambolata del tipo “ma come non mi pesti?”, vistolo Giò
scoppiò in una risata gagliarda e disse:
-
Per questa volta ti è andata bene ma…non farci
l’abitudine -
Si alzò dal tavolo e si diresse verso la porta…seguito subito
da molti altri.
Finalmente la cena era finita e tutti si diressero verso i
loro dormitori.
Hermione avrebbe voluto parlare ai due ragazzi di quello che
aveva visto quando era scoppiato quel putiferio nella Sala, ma…temeva che
l’avrebbero presa in giro…che non le avrebbero creduto…e poi…il suo orgoglio
non le pemetteva di parlare…non a loro…non a lui soprattutto. Una Hermione
molto arrabbiata e triste se ne andò a letto senza rivolgere la parola a
nessuno.
La mattina seguente
Il proprio barbagianni recò a Draco un pacco di dolci e un
libro che velocemente il biondino fece sparire nel suo zaino. Mentre faceva
questo, bisbigliò qualcosa a Lilibeth, che gli sedeva affianco. Lei fece un
impercettibile cenno di assenso.
Neville Paciock suscitò l’ilarità dei compagni quando una
mezza dozzina di gufi gli planò attorno recando ciascuno un voluminoso pacco
con dentro tutte le cose che il ragazzo aveva dimenticato a casa. Assieme a uno
di questi c’era una Strillettera speditagli da sua nonna. Lilibeth e pochi
altri giovani babbani del primo anno rimasero sconvolti quando dal posto di
Neville esplose la voce di sua nonna che gli rivelava in via non del tutto
confidenziale cosa pensasse di lui.
Mentre mangiavano, con un gesto della bacchetta Silente
distribuì gli orari delle lezioni. Harry, Ron ed Hermione avevano gli orari
uguali per quanto riguardava le materie di base, ma l’anno prima erano state
immesse altre materie facoltative e lì si erano divisi per seguire ognuno la
propria inclinazione.
Harry guardò il suo orario:
LUNEDì MARTEDì MERCOLEDì GIOVEDì VENERDì
Pozioni/Medimagia |
Cura della Creature Magiche |
Pozioni |
Divinazione |
Erbologia |
Trasfigurazione |
Erbologia |
Pozioni |
Difesa vs Arti Oscure |
Incantesimi |
Trasfigurazione |
Difesa vs Arti Oscure |
Erbologia |
Difesa vs Arti Oscure |
Incantesimi |
Divinazione |
Difesa vs Arti Oscure |
Trasfigurazione |
Incantesimi |
Difesa vs Arti Oscure |
Incantesimi |
Storia della Magia |
Trasfigurazione |
Cura delle Creature Magiche |
Divinazione |
Storia della Magia |
Trasfigurazione |
Aurologia |
Pozioni |
Storia della Magia |
Pausa pranzo |
Pausa pranzo |
Pausa pranzo |
Pausa pranzo |
Pausa pranzo |
Cura delle Creature Magiche |
Aurologia |
Aurologia |
Pozioni |
|
Volo |
|
|
|
|
Volo |
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|
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|
|
Astro |
|
Astro |
|
Era piuttosto pesante, ma era naturale, in fondo era il loro
ultimo anno. Presto
-
Ehi David, ma che vi è preso? -
-
C’è un buco nel pavimento? -
-
Vi siete fossilizzati? -
-
Ciccio si è incastrato nella porta? -
-
Piton è morto? -
Dall’interno giunse una voce femminile.
-
Siete la settima classe di Grifondoro, vero? Bene
entrate in fretta ragazzi. Devo comunicarvi alcune cose -
Il suo tono lasciava presagire imminenti novità.
§§§§§§§§§§§
In una casa alla periferia di Londra intanto sembrava si fosse dato appuntamento l’intero Quartier
Generale della Polimagia. Streghe e maghi che
andavano e venivano in continuazione avevano cominciato ad affluire nella casa
fin dalla sera precedente. Per quanto si fosse cercato
di tenere i giornalisti lontani dalla faccenda nessuno era riuscito a non far
trapelare le notizie che ora si potevano leggere sulla prima pagina del
quotidiano.
Il ladro di bambini colpisce ancora
Nella
giornata di ieri un’altra bambina è stata strappata dalle amorevoli cure
famigliari.
La
vittima questa volta ha pochi mesi, la sua identità è ancora sconosciuta,
ma pare sia la figlia di un dipendente del Ministero della Magia. Quest’ultimo informato dell’accaduto, si è tempestivamente
mobilitato per acciuffare il delinquente, ma come nei casi precedenti gli
inquirenti non hanno ancora una pista sicura.
Il
rapimento è stato portato a termine alla stazione di King’s
Cross, Londra, dove la famiglia si era recata per salutare i figli in partenza
per
Non
siamo riusciti ad ottenere una dichiarazione più precisa in merito, ma il
sospetto è che
L’articolo
continuava con un’accurata descrizione dei precedenti della famiglia e con una
ricapitolazione delle caratteristiche dei rapimenti fino a quel momento
avvenuti, concludendo con un acceso attacco nei
confronti del Ministero della Difesa Pubblica Interna.
Il
padre venne portato al suddetto Ministero, al suo
ritorno trovò la moglie nella camera della piccola. Sembravano entrambi
invecchiati di colpo. La donna, quando lo sentì entrare in camera, si voltò di
scatto verso di lui. I suoi occhi scrutavano il viso del marito in cerca di
notizie che lui non era in grado di darle. Scoppiò in un pianto isterico,
causato dall’accumularsi delle forti emozioni di quei due giorni. Era da molto
tempo che non versava più una lacrima. L’uomo la prese tra le
braccia e lei gli si strinse forte contro, mentre sfogava tutto il suo
dolore. Stettero così per un tempo indefinito, infine le disse:
- Dobbiamo avvertire i ragazzi -
§§§§§§§§§§
Silente
guardava la ragazza che gli stava di fronte e doveva fare un notevole sforzo
per non chiamarla col nome della madre e per non lasciarsi andare ai ricordi.
In special modo cercava, mentre parlavano, di scorgere
in lei qualche traccia del padre.
L’anziano
Preside era sorpreso, Lilibeth era tutta suo padre,
ma contemporaneamente non ne serbava alcuna traccia. La ragazza era
visibilmente frastornata da quel mondo sul quale lei si affacciava per la prima
volta, ma non si lamentava di nulla. Avevano discusso ampiamente sulla
preparazione della ragazza e il Preside appariva molto soddisfatto. La sua ex
alunna aveva davvero fatto un ottimo lavoro, ma aveva cresciuto una figlia
testarda almeno quanto lei stessa. Lilibeth aveva
accettato ogni condizione, restrizione e regola, ma assolutamente non voleva cedere
sull’abbigliamento e sulla possibilità di addentrarsi nella Foresta Proibita.
- Lilibeth,
L’anziano
mago per l’ennesima volta cercava di convincere la nuova studentessa.
- Nessuno conosce tutte le creature che vi abitano. Capisco che
essa possa farti sentire un po’ come a casa, ma è fuori discussione che tu
possa andarci. Questo vale per te come per chiunque altro -
A
sentire questo la giovane Serpeverde si offese. Non
solo le stravolgevano il suo mondo, pensò dentro di sé, ora pretendevano anche
di paragonarla agli altri studenti. Se loro non erano in grado
non sapeva cosa farci, lei sapeva benissimo cavarsela da sola. Non aveva
bisogno di nessuno ed era ben intenzionata a dimostrarlo. I suoi occhi erano
duri, quasi di sfida nei confronti dello stesso Silente. Prima però che lui potesse dirle qualcosa un gufo planò (sarebbe meglio dire
che si schiantò) sul suo tavolo rovesciando la boccetta di inchiostro e finendo
in una pila di libri che assieme a lui cadde rovinosamente a terra. Mentre l’uomo con un incantesimo ripuliva tutti i suoi
documenti e rimetteva l’inchiostro nel suo elegante calamaio, Lilibeth si adoprò per rimettere in sesto il povero rapace.
Quest’ ultimo aveva una leggera ferita alla zampa
sinistra, ma la ragazza lo guarì facilmente con un incantesimo mormorato a fior
di labbra. Il Preside tuttavia non notò nulla perchè la sua attenzione era
tutta concentrata sul plico che il gufo aveva lasciato sul tavolo durante il
suo rovinoso atterraggio.
Era
una velocilettera.
Questo
particolare tipo di missiva era nato sotto il regime di terrore instaurato da
Lord Voldemort, usato fra i gruppi di maghi che si
opponevano alle forze del male, veniva usato solo in
caso di estrema urgenza.
Silente
aprì subito la busta e si immerse nella lettura.
Le
notizie erano gravi quanto inaspettate.
Sarebbe
stato difficile comunicare la faccenda ai diretti interessati.
Ci
voleva tatto e comprensione.
Come
Preside di quella scuola non poteva permettere che la situazione si aggravasse
ulteriormente.
Dopo
qualche minuto di riflessione l’uomo si riebbe, congedò la ragazza con la
richiesta di portare il gufo nella Voliera e mandò a chiamare la professoressa McGranitt e due studenti di Grifondoro.
§§§§§§§§§§
Alla
fine della terza ora Harry era notevolmente
preoccupato per un suo compagno di classe. Era stato chiamato all’inizio della
mattinata in presidenza e non aveva ancora fatto ritorno. Mentre
si dirigeva verso l’aula di Divinazione, tenuta dalla professoressa Sybilla Cooman nella parte più
alta di una delle torri del castello, gli venne incontro la nuova arrivata di Serpeverde, indossava, al posto della divisa, una tenuta
verde scuro da folletto dei boschi di una stranissima foggia. Harry accelerò il passo sperando che lei non lo notasse.
Non più tardi del giorno prima aveva espresso il
desiderio di diventare suo amico, ma dopo la figuraccia che Ron
gli aveva fatto fare aveva paura che lei lo ridicolizzasse. In fondo era una Serpeverde cosa le impediva di essere
proprio come tutti gli altri della sua casata? “Nulla” pensò, ma dovette ricredersi quando lei lo fermò per parlargli.
-
Ehm...scusa...piacere sono Lilibeth,
di Serpeverde. Mi sai dire dove trovo la classe di
Pozioni? –
- Oh certo. Prendi
questo corridoio, arrivata in fondo scendi le scale. Terza porta a
sinistra…ah senti…riguardo a ieri sera scusa il
comportamento del mio amico, non so proprio cosa gli sia preso. Sono di Grifondoro, settimo anno
come te. Il mio nome è Potter...Harry
Potter -
Si
aspettava le solite domande che tutti gli facevano quando
lo conoscevano: “come hai fatto a sopravvivere a Colui-che-non-deve-essere-nominato”,
“ti mancano i tuoi genitori”, “ti ricordi di loro”, ma lei non disse e non fece
nulla di quello che lui si era aspettato. Aveva già preparato la mano per
sollevare la ciocca di capelli che coprivano la sua famosa cicatrice a forma di
saetta, ma la rimise in tasca, leggermente deluso che lei non avesse chiesto di vederla. Non che amasse
vantarsi di qualcosa che in fondo non si ricordava neppure chiaramente, ma quel
fatto di essere sempre riconosciuto ovunque e di essere ritenuto una celebrità
dalla maggior parte delle persone, era diventata per lui quasi un’abitudine.
Chi era quella ragazza che non mostrava un minimo di interesse
per la sua storia e che anzi, sembrava non averlo mai sentito nominare? La
curiosità e la disperata voglia di trattenerla a
parlare con sé, gli fecero pensare a qualcosa da dirle, ma sembrava che la sua
testa si fosse improvvisamente svuotata. Alla fine le disse l’unica cosa che
gli venne in mente.
- Sai che la casata
di Serpeverde è quella che ha sfornato il maggior
numero di streghe e maghi oscuri? -
Lilibeth lo guardò perplessa e mentre lui si odiava per la sua inconfondibile
tecnica per far colpo sull’altro sesso, lei trovò il modo di stupirlo più di
quanto involontariamente non avesse già fatto.
- Mmmh
interessante – rispose con tono che indicava l’indifferenza più assoluta - ti
ringrazio per l’informazione comunque. Se ti interessa
poi, l’Ibisco è ancora dal Preside -
Adesso
era Harry a non aver capito.
- ...ma sì...il tuo amico di ieri
intendo...quello coi capelli rossi -
- Ron Weasley? -
- Si chiama così? Beh comunque è da Silente con un’altra rossa, li ho incontrati
nel corridoio poco prima che entrassero
-
Detto
questo la ragazza se ne andò, lasciando Harry inebetito lì a fissarla finché alle sue spalle non
sentì la voce della professoressa McGranitt che gli
intimava di precipitarsi immediatamente nella sua classe prima che Grifondoro venisse penalizzata di 5 punti.
All’ora di pranzo Ron e Ginni
non erano ancora tornati e ora mancava anche Hermione
Granger che era uscita un po’ prima dall’aula con una
scusa.
- Ma dove sono finiti tutti? -
Nessuno
gli badò, ma anche volendo nessuno avrebbe potuto
rispondergli: i tre erano spariti senza dire niente a nessuno. Quando era alla
seconda portata finalmente arrivò Hermione,
che tutto d’un fiato, strattonandolo per un braccio, gli disse:
-
Harry vieni con me! –
Il
ragazzo intanto si era accorto che Cho Chang, la cercatrice di Corvonero, lo stava fissando dal
tavolo della sua casata e non volendo dare l’impressione che chiunque lo
potesse sbatacchiare di qua e di là senza che lui dicesse nulla, si liberò dalla stretta dell’amica e le disse:
- Innanzitutto non ho ancora finito di
mangiare, in secondo luogo non sono il tuo cane, se vuoi che venga, prima mi
devi dire cosa sta succedendo -
Hermione
lo guardò con gli occhi spalancati. Era stupefatta. Mentre
Harry pensava di essere stato un grande, lei gli si avvicinò e disse (in quel
momento sembrava davvero un cobra pronto ad attaccare):
- Sentimi bene, signor Harry Potter, il
tuo miglior amico ha bisogno di te quindi adesso la pianti di ingozzarti come
un troll e mi segui
-
Detto
questo i due uscirono dalla Sala Grande seguiti da
numerosi sghignazzi soprattutto ad opera di Draco Malfoy e dei suoi amici.
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Grazie
a Seilen91 per aver recensito, ovviamente non ti posso fare anticipazioni, ma
spero che ti piaceranno i prossimi capitoli, la trama si infittisce.
Davvero
la madre di Lilibeth era a scuola con Tom Riddle? Non
me lo ricordo ^^