Capitolo 15: Tu non sarai con noi
Zac percorse in fretta il cunicolo che l’avrebbe portato alla sua Sala
Comune. Si
precipitò davanti al quadro e pronunciò la parola d’ordine, cambiata dopo lo
sconvolgimento di Halloween. Quando il ritratto si
aprì entrò nella sua Sala Comune, venendo al suo sguardo i colori della sua
casa.
-Blaise!- chiamò dirigendosi verso il fratello, comodamente sdraiato sul
divano ed impegnato a leggere una rivista di Quidditch, -C’è una lettera
da parte di nostro padre.
Il moro
prese la pergamena che gli venne offerta e la lesse
senza particolare entusiasmo. La richiuse subito dopo, porgendola a Draco,
seduto sulla poltrona accanto. Anche lui la lesse e la
ripassò a Zac.
-Perfetto.-
mormorò il biondo con un ghigno, -Almeno io mi sono
messo con una Serpeverde.
-Capirai!
Si sapeva benissimo che vi sareste messi insieme.- sbuffò Blaise.
Zac aprì la pergamena, a differenza dei due era particolarmente
preoccupato. Ad ogni parola allargò gli occhi, per poi guardare i due
familiari.
-Forse non
capite la gravità della situazione.- disse guardandoli
dritti negli occhi, -Nostro padre ti vuole diseredare, Blaise.
-Mi ha
minacciato così tante volte che ormai ho perso il conto.- scrollò le spalle non curante il fratello, -Vedrai che fra una settimana
non dirà più niente.
-Intanto
cosa vuoi fare?- chiese Draco guardandolo con le sopraciglia inarcate, -Non
puoi tornare a casa per Natale.
-Io ci
torno lo stesso.- fece spallucce lui, -Appena gli avrò
fatto capire che Ginevra è una purosangue e che la vita è la mia, vorrà
conoscerla. Nostra madre mi aiuterà, ha sempre sognato
che finalmente mi trovassi una brava ragazza accanto.
-Ti
aiuterò anche io.- disse Zac sospirando, -Ti servirà qualcuno che sappia come parlare con nostro padre. Sarai il cocco di
mamma, ma solo io riesco a tenere a bada nostro padre.
Blaise
annuì, disinteressato e per niente preoccupato al tutto.
Ma se
per lui era tutto normale, per Ginevra Weasley tutto ciò si stava rilevando un
incubo.
-Accidenti,
ragiona Ginny!- la rimproverò ancora il fratello.
-Ron, mi
sono decisamente stancata dei tuoi rimproveri!-
esclamò scattano in piedi dal divano rosso, -Possibile che tu non riesca a
capire che non ti do retta?
-Sono tuo
fratello maggiore, come tale ti ordino di non vederlo mai più!- esclamò il
rosso assumendo un colorito porpora sulle gote e in zona orecchie.
-Ronald,
calmati.- si avvicinò a lui Hermione, -Ginny è capace di badare a sé stessa. Sei suo fratello, questo è vero, ma non puoi comandare la sua vita.
Ginny si
appuntò di prostrarsi ai piedi dell’amica per il resto della sua vita. Sarebbe
stata indispensabile a farlo calmare e a non impicciarsi più della sua vita.
-Ginny è
una bambina.- disse Ron guardando la sua ragazza dritto
negli occhi ambrati, -Non sa quello che fa.
La rossa serrò i pugni lungo il corpo, la vena destra della tempia pulsava
pericolosamente. Ora era veramente stanca.
-Ron?- lo
chiamò in un sussurro.
-Cosa c’è?- domandò il fratello.
-VAI A
QUEL PAESE!- gridò con quanto più fiato aveva in gola.
Prese i
libri ed uscì dalla Sala Comune, sotto gli sguardi di tutti i Grifondoro
presenti nella stanza. Corse verso un luogo non ben definito,
andando a sbattere più volte contro alcuni alunni.
Andò a
sbattere per quella che era la milionesima volta e, per la milionesima
volta, alzò il viso per chiedere scusa.
-Tutto a
posto Ginevra?- chiese il ragazzo davanti a lei.
-No, non è
niente a posto Blaise.- rispose questa abbassando lo
sguardo, -Ron vuole che non ti veda mai più.
-E tu
che hai risposto?
-Che poteva
andare a quel paese.- rispose incrociando le braccia al petto esile.
Il
serpeverde la guardò qualche secondo, imprimendosi nella mente ogni dettaglio
della ragazza che aveva dinanzi a lui. Dai capelli rossi tenuti scompostamente
in una coda alta alla espressione arrabbiata e buffa
nel contempo.
-Andiamo a sederci da qualche parte?- domandò accennando al parco di Howgarts.
La rossa
annuì debolmente, seguendolo fuori dal castello. Si sedettero ad una panca di pietra, la rossa accavallò le
gambe. Stettero in silenzio qualche minuto, rotto dal chiacchiericcio allegro
degli alunni della scuola.
-Ci hai ripensato?- domandò ad un certo punto Blaise.
Lei si
voltò a guardarlo, -No.- rispose con un sorriso, -Credo ancora fermamente che
io e te dobbiamo vivere la nostra vita.
-Ma?
Ginny
deglutì rumorosamente, -Ma la mia famiglia non sarà
mai d’accordo.
-Non
volevi dimostrare di essere capace di scegliere da
sola?- domandò Blaise stringendole una mano.
-Certo!-
si affrettò a confermare la sua ipotesi la Grifondoro, -Il punto è che prima o poi ti schianteranno.
-Sono capace di difendermi.- sorrise il serpeverde per poi chinarsi a baciarla.
Le vacanze
natalizie arrivarono presto, portando con sé una sensazione di gioia al
pensiero che le lezioni erano finite. Mary era stata invitata dai Weasley a
passare le vacanze natalizie a casa loro, ma insieme ai suoi amici aveva declinato l’offerta. Era il primo e ultimo anno che avrebbe
passato ad Howgarts e non voleva perdersi un attimo.
Avrebbe passato, quindi, il Natale a scuola insieme a Harry, Ron, Hermione e
Ginny.
Il giorno
della partenza, per coloro che sarebbero tornati a
casa, le ragazze andarono a salutare Loreley. Ginny si scambiò uno sguardo
d’intesa e un bacio sulla guancia con Blaise, lasciando tutti nel dubbio e un
Ron ancora decisamente scioccato da quella realtà.
Mary, invece, sostenne lo sguardo che Zac gli stava rivolgendo.
-Ci
vediamo a Gennaio.- sorrise il serpeverde raggiungendola.
-In questo
caso ti auguro buon natale e felice anno nuovo.- rise
la ragazza.
Zac scosse la testa, -Aspettati una sorpresa a natale.- dopodichè la
salutò con un gesto della mano.
La
grifondoro lo guardò superare il portone della scuola, per poi fissare Ginevra
che stava correndo verso di lei.
-Che
bel natale che mi si prospetta.- disse Mary non appena la rossa la ebbe
raggiunta.
-Ah, non
me ne parlare.- sospirò Ginevra per scaricare la tensione, -Come minimo i miei
mi cacceranno via di casa non appena avranno saputo di
me e Blaise.
-Questo
vuol dire che…- la incitò la castana sorridendo.
-Sì,
stiamo ufficialmente insieme.- confermò la rossa prima che l’amica la stritolasse in un abbraccio di gioia misto a sorpresa.
§§§§§§§§§§§§
Sabryne si
guardò in giro, alla ricerca di qualcosa che potesse
aiutarla in quel momento. Era avvolta nel buio, la bacchetta ben stretta nella
veste celeste. Avanzò di qualche passo, scattando ad ogni rumore sospetto.
-Sabryne,
che ci fai qui?- chiese una voce alle sue spalle.
La donna
si voltò, ritrovandosi davanti nientemeno che Piton.
-Mi ha
mandato il professore Silente, Severus.- rispose lei
guardandosi in giro.
-Torna a casa, è pericoloso.- disse con quella sua voce bassa e velenosa.
-Non sono
più una tua alunna.- esclamò con fermezza, -Devo ricordati chi sono?
Il
professore di Pozioni la guardò con disprezzo, sciogliendosi poi in un ghigno.
-Assolutamente
no.- rispose con voce assolutamente maligna.
-Dove
sta?- chiese Sabryne guardandolo fisso negli occhi.
-Ci ha
convocato tutti qui. Tra poco arriveranno gli altri Mangiamorte.
Piton
sentì una fitta all’avambraccio. Fece un cenno alla donna, che si nascose
dietro un muro con estrema velocità e silenzio. In pochi secondi in quel luogo
si ritrovarono una ventina di uomini con cappuccio e
maschera d’argento. I Mangiamorte.
Ma non
fu questo a preoccupare la donna, fu la comparsa di un essere da qualche anno
tornato in vita. Un essere che quando si smaterializzò portò con sé un vento
gelido, che le penetrò fin dentro alle ossa. Si sporse
quel che bastava per vederlo, con quella veste nera.
Il naso schiacciato, le pupille fuori dalle orbite, le
dita e il corpo scheletrico. Le mancò un battito quando
sentì la sua voce.
-I miei
alleati…- mormorò con voce melliflua, -Un altro incontro, questa
volte per uccidere Silente!- esclamò ancora.
Sabryne
perse il fiato e vide il suo ex-professore di Pozioni lanciare sguardi nella
sua direzione e sudare freddo dietro la maschera
d’argento.
-Lo
attaccheremo, cogliendolo di sorpresa. Gli toglieremo ciò che lui ama, ciò che
lui protegge: Howgarts!- si guardò in giro, fermando il suo sguardo su Piton,
-Ma tu, mio caro Severus… tu non sarai con noi…
Piton e
Sabryne non ebbero tempo di dire niente. L’uomo venne sprovvisto della maschera
d’argento e colto alle spalle da un incantesimo di stordimento che l’avrebbe
tenuto addormentato per diverse ore. Il Signore Oscuro
si avvicinò al suo corpo accasciato a terra e lo guardò malignamente e con
disgusto.
-Pensavi
che non sapessi del tuo tradimento…- disse a volte alta, chinandosi poi per
prendere la sua bacchetta e ritirarla nella propria veste, -Non avrai modo di comunicare a Silente il nostro piano…
traditore!
Piton venne preso da due Mangiamorte, i quali si smaterializzarono
sotto lo sguardo attonito di Sabryne. Severus Piton era stato catturato. Doveva
avvertire Silente, ma prima doveva ascoltare il piano.
Era il suo lavoro.
-Andiamo
ora, qui siamo troppo allo scoperto.- dichiarò
Voldemort accennando alla baracca in cui erano.
Sotto lo
sguardo della donna lui e i suoi seguaci si smaterializzarono. Uscì dal suo
nascondiglio, posizionandosi esattamente dove era
stato Voldemort. Si portò una mano sugli occhi, per poi accasciarla lungo il
corpo. Si portò indietro un ciuffo di capelli castani scappato alla treccia. Si
smaterializzò subito dopo, diretta verso Howgarts.
************
Un po’
corto rispetto ai miei canoni di lunghezza attuali, ma è per festeggiare
l’inizio delle vacanze ^^
Grazie a
Beatrix Black, Kilamoon e Lalla.
Fatemi
sapere.
Smack
By Titty90 ^^