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Autore: Psychedelic Mushroom    23/11/2012    2 recensioni
Cosa poteva saperne lui?
Non avrebbe mai potuto immaginare che, da quella sera, tutta la sua vita sarebbe cambiata.
N.B. questa FF avrà pochissimi capitoli! xD
RECENSITE ;D
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                          L'amore è cieco.

*Due mesi dopo*
- Com'è venuto? - chiese Isis curiosa.
- E' una delle tante cose che vorresti vedere - rispose Tom osservando il grande albero decorato alla perfezione. La ragazza sorrise e si lasciò stringere dalle braccia di Tom.
- Sai, stavo pesando che forse potrei farmi impiantare un paio di occhi bionici. Chissà se li hanno già inventati - Tom rise. Sì, perchè lei gli chiedeva di ridere. A volte non sopportava farlo perchè per lui era infinitamente triste pensare che lei non potesse vedere le bellezze del mondo, ma Isis preferiva così. Gli aveva raccontato tante cose su di lei, molte più di quelle che aveva letto quel sabato sera. Isis aveva accettato il fatto di essere cieca e, a volte, ci giocava su; la divertiva scherzare perchè in fondo era solo uno modo per non soffrire. Gli aveva detto che Bart e lei erano molto legati perchè lui le aveva insegnato a suonare il pianoforte e non si erano più separati. In quei giorni passati insieme, Tom aveva trascorso la maggior parte del suo tempo a guardarla e ascoltare i suoi mille scleri e aneddoti sulla sua vita. Era sempre più convinto di voler sentire il suono della sua voce per ancora tanto tempo; gli piaceva.
- La bambola assassina li aveva secondo te? - le domandò poi.
- Non lo so - gli rispose stringendosi per farsi avvolgere meglio da quel caldo abbraccio. Amava i suoi abbracci, le facevano davvero vedere il mondo in tutte le sue sfumature. Adorava anche parlare con lui perchè Tom si faceva spesso prendere da momenti di incertezza: non sapeva cosa dire, cercava sempre di non usare la parola 'vedere' e lei sentiva che, molte volte, lui era in imbarazzo davanti a lei. Le sembrava tenero il suo comportamento.
- Quando viene Bill? -
- Non so se viene - disse Tom con un velo di tristezza nella voce. I litigi non gli piacevano molto soprattutto non gli piaceva discutere con Bill, ma lui voleva solo passare un pò di tempo con Isis. Era Natale e aveva pensato che stare con lei sarebbe stata una cosa carina; evidentemente Bill non la pensava così. La sua serata era articolata in diversi modi: uscita con gli amici, locale con musica spacca timpani e alcol a volontà. Non era quello che voleva Tom; quel Natale voleva passarlo con lei. Isis era diventata parte integrante della sua vita e lui cominciava a sentire qualcosa di troppo forte per lei. Voleva assaggiare ogni istante con lei perchè aveva paura di non rivederla, di perderla, di litigare con lei per qualche motivo. Era dannatamente incerto su tutto, ma desiderava con tutto se stesso restare accanto a lei ogni minuto di ogni ora di ogni giorno. Si era spesso chiesto cosa significasse Isis per lui, ma non sapeva se la risposta che si dava lui era giusta. L'amava? In fondo lui aveva sempre desiderato sentire qualcosa di simile, ma ritrovarcisi dentro fino al collo era come essere presi a pugni nello stomaco inaspettatamente.
- Tom io non voglio che voi litighiate per colpa mia - sospirò Isis rattristata.
- Non litighiamo per colpa tua, Isis. Lo sai come siamo io e Bill e vedrai che faremo subito pace - Tom si abbassò leggermente e le posò un dolce bacio sulle labbra. Lei sorrise e sciolsero l'abbraccio. Isis sapeva benissimo che Tom le voleva molto bene, ma era consapevole del rapporto che aveva con Bill. Di certo non voleva rovinare una cosa così grande per egoismo.
Arrivò facilmente al divano e si sedette su di esso appoggiando la testa sullo schienale per rilassare i nervi. Si sentiva ancora fuori luogo in casa di Tom anche se ci aveva messo piede già da un mese; era una sensazione strana, ma era felice di poter condividere qualche momento con lui. Lei, in segreto, aveva spesso pensato che e sarebbe stato bello stare ventiquattro ore su ventiquattro accanto a lui, di sera tornare in quella casa e sapere che in una delle tante camere c'è lui; forse era da stupidi, ma lei sentiva il desiderio di accoccolarsi a Tom, ridere alle sue battute e mangiare pizza e cinese ogni sera. Cose sciocche, ma comunque importanti.
Il rumore di qualcosa andato in frantumi la fece destare dai suoi pensieri che avevano dentro un pò di amaro e tante imprecazioni, dopo, la fecero ridere.
- Tom sei ancora vivo? - chiese con una punta di sarcasmo.
- Io sì, ma il vaso che mamma aveva regalato a Bill non tanto - Isis sospirò sconsolata. Tom era davvero scoordinato, probabilmente, quel vaso lo aveva rotto stando a dieci metri di distanza. Si poteva dire che erano i problemi ad andare da Tom e non il contrario.
- Non lasciarlo lì a terra e quando vedi Bill chiedigli scusa - si riaccasciò sul morbido divano scuotendo la testa mentre un bel sorriso si impadroniva delle sue labbra.
- Va bene, mamma - risero insieme mentre Tom raccoglieva i grossi cocci di ceramica. Quando ebbe finito di pulire il pavimento, si sedette accanto a lei e la riaccolse di nuovo fra le sue braccia.
- Mi prendi il libro? -
- Passi troppo tempo a leggere -
- Di certo non mi fanno male gli occhi - sorrise lei. Tom sospirò e andò verso il tavolo; preso il libro, si accomodò di nuovo al fianco di Isis. Lei, super eccitata di ricominciare a leggere, lo afferrò per la copertina e cominciò a sfiorare le pagine sorridendo di tanto in tanto. Tom la osservava e tutto ciò che voleva fare era baciare le sue labbra e stringerla per poter sentire il calore del suo corpo, il profumo de suoi capelli e il suono del suo respiro.
- No - disse disperata lei.
- Che c'è? -
- E' solo un... figlio di buona donna -
- Ma chi? -
- Lasica stare, Tom. Non puoi capire quanto Jhon mi abbia deluso - Tom continuava a non capire fin quando Isis, in uno scatto d'ira, lasciò cadere il libro e incrociò le braccia con un'espressione delusa e adirata sul volto.
- Amore, che c'è? -
- Non chiamarmi amore - Tom istintivamente aggrottò le sopracciglia: lei adorava essere chiamata così.
- Jhon, dopo aver messo le corna ad Angela, l'ha chiamata proprio così: amore. Mi metti le corna, Tom? - lui rise immediatamente alla sua dmanda. La voce da bambina capricciosa le si addiceva particolarmente.
- Certo che no, amore - Tom scandì bene l'ultima parola e lei sembrò un pò diffidente della risposta del ragazzo ma, alla fine, gli sorrise e si accasciò completamente su di lui.
Sì, lei lo amava e ne era sicura anche se era un pò prematuro pensare di voler passare la sua vita con lui.
- Che ne dici di pizza e coccole? - la ragazza annuì e lui si alzò dal divano. Prese il suo cellulare e compose il numero della loro pizzeria preferita. Era bello pensare che quella era la 'loro' pizzeria preferita; un pò infantile, ma bello.
*
- Isis, te la posso fare una domanda? - chiese Tom con un pò di imbarazzo e insicurezza mentre si stringeva al corpo della ragazza lasciando scivolare le coperte verso il basso.
- Dimmi - annuì lei un pò sospettosa. Di solito Tom non chiedeva se poteva chiedere; parlava e basta quindi si era un pò stranita, ma lo lasciò parlare.
- Io mi sono chiesto tante volte tu cosa... vedi. Cioè non so, ci vedi qualcosa o non vedi proprio niente? - Isis sorrise intenerita dalla sua domanda e anche dal suo tono di voce: basso e così dannatamente impacciato. Lo amava.
- Ehm, cosa ci vedo? Bhe, praticamente quasi niente. Mi hanno detto che io ci vedo come ci vede una persona quando socchiude gli occhi. Provaci, però devono essere quasi del tutto chiusi - nella camera da letto calò un silenzio tombale. Tom sentiva il cuore battere forte; non voleva provare. In realtà lui gliel'aveva chiesto solo per curiosità, ma gli sembrava un presa in giro cercare di vedere come vedeva lei. Isis non ci vedeva davvero e lui non voleva provre a far finta di essere cieco per capire lei cosa provava da tutta la vita. Era stato solo stupido a chiederglielo.
- Tom? Sei morto? - chiese lei sorridendo. Tom sospirò solamente e la coprì con il lenzuolo.
- Dormiamo? -
- Già? Che ore sono? - Tom si alzò leggermente per poter vedere l'orario e, poi, si ristese accanto a lei.
- Le 02:20 -
- Cavolo, così tardi? Sì, dobbiamo dormire - sorrise Isis. Tom la strinse un pò, poi le diede un bacio e si addormentò con un nuovo peso; così grande da lacerargli il cuore.



Note: thanks per le recensioni e... spero vi sia piaciuto questo capitolo! =D

  
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