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Autore: Egle    02/07/2004    8 recensioni
Per dimostrare la sua fedeltà all'Oscuro Signore, Draco viene incaricato di rapire Ginny Weasley, figlia di due membri dell'Ordine della Fenice. Ma le cose non vanno secondo i piani e i due ragazzi si trovano ad affrontare una situazione ben più complicata del previsto...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 - KAREN E MEG  Ginny

CAPITOLO 2 - KAREN E MEG

Ginny inspirò profondamente , mettendosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Doveva essere solo un brutto, bruttissimo sogno. Presto si sarebbe svegliata nel suo dormitorio, con le sue compagne di stanza e avrebbe rivisto i suoi amici e i suoi fratelli…una morsa le strinse dolorosamente lo stomaco. Appoggiò la fronte sulle mani congiunte, ascoltando le imprecazioni lanciate da Malfoy. Bloccata in un luogo che non conosceva, senza magia e con l'essere più odioso dell'intero universo come unico conoscente….quello doveva essere decisamente un incubo!
"va bene. Da quella parte dovrebbe esserci il lago con la stazione, quindi Hogwarts non dovrebbe essere molto lontana"
"Abbiamo già controllato. La stazione non è…quella che noi conosciamo e la rocca dove dovrebbe esserci la scuola è … vuota"
"forse c'è un'altra stazione. Forse non era quello il posto…"
"E forse questa è solo un'allucinazione. Vuoi calmarti per favore? Inveire non ci aiuterà di certo a tornare a casa".
Il ragazzo ammutolì, lasciandosi cadere sulla panchina di fianco a lei. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e alcune ciocche di capelli biondi gli ricaddero sulla fronte.
"Abbiamo camminato per quasi tutta la mattina e siamo stanchi. Forse dopo aver mangiato qualcosa…"
"Con quali soldi? Svegliati, bambolina! Siamo fregati!" l'interruppe lui con ferocia.
"Ma ci deve pur essere qualcuno che possa aiutarci"
"Chi?" sbottò Draco alzandosi in piedi e aprendo le braccia "l'unico luogo in cui potevamo chiedere aiuto non esiste! Siamo soli. Mettitelo in testa! Non sappiamo dove siamo e non sappiamo quando siamo! Non ti è nemmeno venuto in mente che forse ci siamo spostati anche nel tempo oltre che nello spazio. Non vedi che è estate, mentre noi eravamo rimasti a…"
"bene! Allora cosa suggerisci di fare, Mr. So tutto io?"
"non lo so, dannazione!" replicò lui, tirando un calcio a una lattina.
"C'è ancora un posto che conosciamo a Hogsmeade".

La porta girò sui cardini rumorosamente. La Stamberga Strillante aveva lo stesso aspetto lugubre e decadente di sempre, ma non era mai apparsa ai suoi occhi tanto accogliente. Ginny entrò titubante, evitando di toccare troppo le pareti, ricoperte di ragnatele e sostanze appiccicose non meglio specificate.
"Sembra che non ci sia nessuno" dichiarò Draco dopo un esame preliminare della casa "e capisco anche il perché" aggiunse pulendosi una mano in un fazzoletto.
"Almeno sappiamo dove passare la notte"
"Vuoi dormire QUI?"
"Hai un'idea migliore, genio?"
"sì , tornare a casa"
"Trovalo tu il modo! Intanto io vado a cercare qualcosa da mangiare!" sbottò Ginny , uscendo dalla casa diroccata e sbattendo la porta, già abbastanza rotta.
Draco imprecò nuovamente, tirando un pugno su un muro.
"Devo stare calmo" si disse, inspirando profondamente e rilasciando il fiato poco alla volta. Si posizionò al centro della stanza e tracciò un pentagono, inscritto in una circonferenza.
"Spirito, terra, aria , fuoco, acqua. Chiamo a me i cinque elementi, che mi guidino anche quando l'ultima delle luci si è spenta. Che il mio cammino non sia mai oscuro e che ritrovi la via perduta" mormorò a bassa voce, mentre raggiungeva la concentrazione. Aveva imparato quell'incantesimo molto tempo prima, quando suo padre lo portava nei boschi per…addestrarlo, come diceva lui. Anche se Draco aveva sempre preferito l'espressione "torturarlo".
"un servitore degno dell'Oscuro Signore deve essere in grado di fronteggiare qualsiasi situazione. Questo incantesimo va lanciato in caso di pericolo immediato. Quando non ti sono rimaste altre via di uscita. Lancialo e le persone verso cui indirizzerai la tua mente lo sentiranno".
"Spirito, terra, aria , fuoco, acqua. Chiamo a me i cinque elementi, che mi guidino anche quando l'ultima delle luci si è spenta. Che il mio cammino non sia mai oscuro e che ritrovi la via perduta" ripeté con più enfasi, concentrandosi sulla figura di suo padre.
"Papà, aiutami" sussurrò a fior di labbra "papà…papà…"
Vagò per uno spazio informe e privo di colore e di suoni…ricordi affioravano nella sua mente, subito cancellati dalla volontà di proseguire oltre. Doveva trovare suo padre. Lui avrebbe potuto dirgli che cos'era successo. Era l'unica persona a cui poteva rivolgersi. Non aveva nessun altro. Doveva fidarsi di suo padre…di suo padre che l'aveva mandato a morire, che l'aveva gettato in pasto ai Mangiamorte, che lo vedeva solo come un altro mezzo per accrescere la potenza del suo Signore…
"Sono tornata!" .
Una voce allegra interruppe la sua meditazione. Guardò la ragazza dai lunghi capelli rossi illuminati dalla luce del sole morente entrare nella stanza, sorridendo. In mano reggeva un sacchetto pieno di provviste, almeno da quanto poteva intuire.
"ti senti bene?" gli chiese, aggrottando le sopracciglia. Il suo sorriso fu sostituito da un'espressione seria e preoccupata, notando il suo pallore e il sudore che gli colava ai lati del viso. Draco s'inumidì le labbra con la punta della lingua, accorgendosi solo quel momento che dovevano essere trascorse diverse ore da quando era uscita.
"Dove sei stata?" le domandò. La punta protettiva che udì nella sua stessa voce lo indispettì enormemente, ma lei non parve accorgersene.
"A procacciare qualcosa da mangiare" rispose, prendendo il mantello nero dei Serpeverde e facendogli cenno di seguirla. Attraversò la camera e aprì una porticina che dava sul retro. Un prato si estendeva per qualche centinaio di metri davanti a loro , per poi morire nel bosco.
"Beh non sarà una reggia, ma è sempre meglio di niente" disse lei, stendendo il mantello sull'erba e sedendocisi sopra.
"Che stai facendo?"
"Non hai fame?" ribatté lei disponendo alcuni piatti di plastica sull'improvvisata tovaglia.
"Li hai rubati?"
"No"
"e allora come hai fatto a …"
"Basta domande! Ora siediti e mangia" gli ordinò , mettendogli in mano un panino.
"Voglio sapere come hai fatto a comprare questa roba".
Che cosa aveva fatto per trovare da mangiare? Un impeto di rabbia verso sé stesso lo assalì. Perché le aveva permesso di andare in giro da sola, in un luogo che non conoscevano e senza bacchetta magica? Ancora una volta si stupì dei sentimenti protettivi nei suoi confronti, ma tentò di convincersi che erano più che normali, data la situazione.
Ginny roteò gli occhi, sbuffando. Draco le afferrò un polso torcendole dolorosamente il braccio e strappandole un gemito. Per tutta risposta la ragazza gli prese il naso tra l'indice e il medio e lo tirò forza. Draco imprecò, mollando la presa.
"Che diavolo ti è preso?"
"Che diavolo è preso a te! E ti avverto, Malfoy: sono cresciuta in una casa con sei fratelli più grandi, tra cui Fred e George! Non pensare che io non sappia difendermi solo perché sono una ragazza!".
La sua espressione era così buffa che per poco il ragazzo non scoppiò a ridere. Mascherò il suo divertimento dietro a un colpo di tosse e guardò il panino, che stringeva ancora in mano.
"Dove li hai presi?" le chiese in tono più conciliante.
Il viso di Ginny si adombrò per qualche istante e i suoi occhi furono attraversati da un lampo di dolore.
"Weasley"
"Ho venduto i miei orecchini. Erano un regalo di mia mamma…non avrei voluto separarmene, ma …" disse tutto d'un fiato.
Draco si allungò verso di lei e le strinse un avambraccio, facendola voltare verso di lui.
"Torneremo a casa" le disse in tono rassicurante.
Ginny lo fissò negli occhi per un istante, prima di abbassare lo sguardo.
Nessuno dei due parlò più limitandosi a mangiare in silenzio e a osservare il tramonto. Quando cominciò a calare la notte, Ginny raccolse tutto ciò che era rimasto e ritornò nella casa, immersa nella penombra.
"Come ci sistemiamo per la notte?"
"possiamo dormire sul mantello. Non sarà molto comodo, ma almeno è pulito."
"I-intendi dire insieme?" balbettò Ginny osservando il ragazzo che dispiegava il mantello sul pavimento e lo osservava con occhio clinico. Lui alzò di poco il viso inarcando un sopracciglio.
"Ti crea qualche problema?"
"Sì…cioè, no…immagino di no" mormorò lei, deglutendo a fatica.
"Se hai paura che ti salti addosso, puoi stare tranquilla! Non provo il benché minimo impulso sessuale nei tuoi confronti, Weasley" rispose Draco distendendosi su un lato, volgendole le spalle.
Ginny rimase impietrita per qualche secondo, prima di coricarsi con la schiena contro alla sua. Tentava di non toccarlo, ma il mantello era troppo piccolo. Sentiva il calore della pelle del ragazzo attraverso i vestiti leggeri e la consistenza del suo corpo appoggiato al suo. Si portò un braccio sotto la testa a mo' di cuscino, ascoltando i sinistri scricchiolii della casa. Non sembrava esserci pericolo, ma non era tranquilla.
"Draco" bisbigliò a bassa voce, usando per la prima volta il nome di battesimo del ragazzo.
"Che cosa vuoi?"
"stai dormendo?"
"sì"
"ma se stai dormendo come puoi rispondermi?"
"Che diavolo vuoi , Weasley?"
"ehm…"
"Bene. Buonanotte"
"Pensavi davvero quello che hai detto?" gli chiese , avendo un disperato bisogno di parlare con qualcuno.
"A cosa ti riferisci?"
"Al fatto che riusciremo a tornare a casa".
Quando lo sentì girarsi verso di lei trattenne il fiato. Avvertiva la compattezza del suo petto dietro di lei, il suo sguardo fisso sulla sua nuca…Solo pochi centimetri separavano i loro corpi e le loro gambe si sfioravano. Era strano pensare che solamente ventiquattro ore prima si stavano ringhiando insulti a vicenda nei corridoi della scuola, ma quell'improvvisa intimità le faceva provare emozioni contrastanti. Il suo cervello le continuava a ripetere che quello era lo stesso Malfoy che le aveva dato della puttanella il giorno prima, ma il suo cuore non era dello stesso parere. Provava un misto di agitazione e malessere, ma non era sicura che fossero del tutto sgradevoli, anzi…
Non udendo la sua risposta, Ginny temette che si fosse addormentato. "Malfoy?" lo chiamò piano, alzando di poco il viso. "Draco, stai dormendo?" mormorò voltandosi completamente verso di lui, accorgendosi che i suoi occhi erano aperti.
"da quando hai gli occhi grigi?" gli chiese, sentendosi subito molto sciocca. Poteva sentire il suo profumo, il tepore della sua pelle…non si era mai trovata così vicino a un ragazzo…o almeno nessuno aveva suscitato in lei quelle sensazioni. Quando la mano di lui le accarezzò piano una guancia, un brivido la fece fremere. Era così calda. E il suo tocco così gentile, delicato. Molte sue compagne pensavano che Malfoy fosse molto, molto affascinante. Lei aveva sempre sostenuto che era solo un viscido, arrogante Purosangue, ma in quel momento non riusciva a trovare neppure una delle connotazioni negative che glielo avevano reso odioso. Vide il viso di lui chinarsi verso il suo e per un attimo sperò che accadesse. Imprevisto. Indesiderato. Assolutamente sbagliato…il suo primo bacio rubatole da Draco Malfoy, ma il ragazzo scattò in piedi come se il pavimento fosse improvvisamente diventato rovente. Ginny lo guardò smarrita, mettendosi seduta.
"Io stavo … stavo…" balbettò passandosi una mano sulla fronte "e' meglio che vada a dormire fuori" concluse, avviandosi a grandi passi in giardino.

"In piedi, Weasley! sei andata in letargo?"
Ginny sbatté un paio di volte le palpebre, schermandosi gli occhi con una mano. "che ore sono?" biascicò, stiracchiandosi debolmente. La sua schiena era letteralmente a pezzi per aver dormito sul pavimento.
"Le nove. Datti una sistemata e vieni con me"
"Dove?"
"In città ho trovato qualcuno che forse potrebbe aiutarci"

"The Magic Garden" lesse ad alta voce. L'insegna del negozio era di un acceso color verde, ornata da un fiore e un cappello a punta stilizzati.
"Ho visto la pubblicità….si chiama così?"
"Sì"
"Bene. Ho visto la pubblicità di questo posto su uno di quei stupidi giornali babbani. Vale la pena tentare"
Ginny annuì entrando. Una campanella trillò al di sopra delle loro teste. Il negozio era immerso in una luce soffusa e un intenso odor d'incenso riempiva il locale, come una foschia. I tavoli erano ricoperti da tovaglie viola ricamate d'oro e le finestre erano incorniciate da pesanti tendaggi dello stesso colore. Gli scaffali erano pieni di libri e di ogni sorta di oggetto magico o semimagico.
La donna dietro al bancone rivolse loro un largo sorriso chiedendo se avevano bisogno di aiuto.
"Diamo solo un'occhiata" rispose Ginny, mentre Draco passava in rassegna alcuni testi. Accarezzava le pagine con disinvoltura, ma al tempo stesso dolcemente, quasi come se avesse tra le mani qualcosa di estremamente prezioso. Ginny si ritrovò incantata dal suo modo di fare, dalla sua espressione, dalla piega che assumevano le sue labbra quando era concentrato.
"Non rimanere lì imbambolata , Weasley! datti da fare!" ringhiò lui dopo un paio di minuti.
Ginny sbuffò sonoramente, dirigendosi verso la cassa. La donna le sorrise nuovamente, sbattendo le lunghe ciglia scure.
"Ehm, forse le sembrerà una domanda strana , ma …ci sono scuole di magie da queste parti?"
Una ragazza dai lunghi capelli scuri, trattenuti sulla fronte da una bandana a righe colorate, che stava esaminando alcune spezie poco distante, sollevò lo sguardo incuriosita. Ginny la degnò appena di un'occhiata.
La donna- una Babbana- dall'altra parte del bancone le sorrise ancora, allungandole un volantino verde.
"Facciamo incontri tre volte alla settimana. Ma non ci definiamo una scuola…più che altro un circolo magico. Parliamo di incantesimi e cerchiamo di raggiungere la piena consapevolezza del nostro corpo e la completa fusione con la natura" disse la donna con voce dolce e modulata.
"E che genere di incantesimi praticate?"
"Di ogni tipo" rispose la donna sventolando una mano dalle dita lunghe e magre. Il colore del suo smalto richiamava quello dei tendaggi. "spostamento astrale, purificazione dell'acqua e dell'ambiente, riti propiziatori…"
"Riti propiziatori?"
"Per la buona sorte, la fertilità…forse sei un po' giovane per queste cose"
"Ehm…e saprebbe dirmi se hai mai sentito nominare una scuola che…"
"Grazie per il suo aiuto. Ci faremo un pensierino" s'intromise Draco prendendola per un braccio e trascinandola fuori dal negozio, con la voce della proprietaria che diceva loro di tornare quando volevano.
"Stavo cercando di…"
"Quel posto era pieno di cianfrusaglie. Contatto con la natura…piena consapevolezza del proprio corpo…tutte babbanate!"
"magari potevamo insistere un po'! Stavo per chiederle di Hogwarts!" sbottò lei, liberandosi della sua stretta. Draco si voltò verso di lei aprendo le braccia.
"Ah davvero un'idea geniale , Weasley! Mi scusi, sa perché la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts non si trova al suo posto sulle sponde del lago? Sa perché eravamo inseguiti dai Mangiamorte e il nostro preside ci ha spedito quaggiù…come dice? Crede che io sia pazza? Ma non sono pazza! Sono solo una strega…davvero un'ottima tattica!"
"e' colpa tua se ci troviamo in questo casino" ribatté Ginny inviperita. Come aveva potuto sentirsi attratta da quell'essere disgustoso anche solo per un attimo? Come poteva paragonare Harry Potter a uno come lui?
"Facile scaricare la colpa su di me, vero? beh non è colpa mia se tu sei incapace di difenderti!"
"Tu hai cercato di rapirmi! Mi stavi consegnando ai Mangiamorte"
"e tu avresti potuto stare più all'erta! Non è stato molto difficile sopraffarti" le fece presente, riducendo la voce a un basso sibilo. Ginny odiò la sua espressione, il suo sorriso cattivo…maledetto Malfoy!
"Quanto mi piacerebbe schiantarti in questo momento" urlò in preda alla rabbia e quasi non si accorse di aver ripetuto meccanicamente il gesto con il braccio come se stesse davvero lanciando un incantesimo. Vide il corpo di Draco essere sbalzato all'indietro e finire contro a un bidone dell'immondizia, travolgendolo. Guardò dapprima il corpo del ragazzo coricato a terra e poi la sua mano, incredula. L'aveva fatto! L'aveva schiantato! E senza uso della bacchetta magica!
"Draco! Ti sei fatto male?" esclamò , inginocchiandosi al suo fianco.
"Accidenti a te, Weasley! come diavolo hai fatto?" ringhiò lui, appoggiandosi a lei per alzarsi. "Fortuna che tu non avessi in mano una bacchetta! Avresti potuto farmi rompere l'osso del collo"
"mi dispiace!" mormorò la ragazza, passandogli un braccio intorno alla vita per sostenerlo.
"Ehi voi" li chiamò una voce. Ginny si accorse che la ragazza che si stava avvicinando era la stessa che aveva visto nel negozio pochi minuti prima. Era vestita in modo molto bizzarro, con un variopinto foulard intorno alla vita, al di sopra dei jeans e la borsa piena di specchietti e perline colorate.
"Oh merda" sibilò Draco, tentando di riacquistare pienamente la posizione eretta. "Ci conosciamo?" ribatté poi, sulla difensiva.
"No, ma ho sentito che cosa dicevate nel Magic Garden. Siete interessati alla magia?"
"non precisamente. Mia sorella deve fare una ricerca per la scuola e stavamo solo raccogliendo delle informazioni"
Ginny si chiese dove avesse potuto imparare a mentire così bene e in modo così disinvolto.
La ragazza dalla bandana colorata sorrise , tendendo una mano verso di loro. Ginny stava per stringerla, ma Draco la bloccò.
"Sono Karen Weak" si presentò. E voi siete…"
"In ritardo. Se ora ci vuole scusare" rispose il ragazzo, conducendo Ginny verso l'altro lato della strada. A Ginny Karen piaceva. Aveva sentito un moto di simpatia nei suoi confronti fin da subito. Capiva che Draco stava solo cercando di proteggerli, ma lei si fidava del suo istinto. Era logico che lui si aspettasse sempre il peggio dalle persone, visto il suo modo di comportarsi, ma lei non era dello stesso avviso. Aveva scrutato Karen attentamente e non vi aveva colto il benché minimo segno di minaccia o pericolo per loro due. E poi dovevano pur fidarsi di qualcuno…
"Ho visto cosa è successo poco fa. " li richiamò la ragazza "Ho già assistito a cose del genere. Sono pratica della magia…anche mia madre lo era… Siete…".
"una…" cominciò Ginny, ma Draco aumentò la pressione intorno alle sue spalle con il braccio per farla tacere.
"Dobbiamo andare, sorellina"
"Strano che chiami tua sorella per cognome" sorrise Karen, avanzando di qualche passo. "lei non è tua sorella, non state facendo nessuna ricerca per la scuola e non siete nemmeno di queste parti. E direi che avete bisogno di aiuto. Ho indovinato?"
"sì, stiamo cercando qualcuno che ci aiuti a tornare a casa" rispose Ginny, ignorando il basso ringhio di Malfoy, che l'ammoniva a stare zitta.
"Anch'io sono una strega" rispose Karen. Il sorriso sul suo viso si fece più largo.
"Mi chiamo Ginny Weasley. E lui è Draco Malfoy"
Il ragazzo la incenerì con lo sguardo, mentre stringeva la mano della sconosciuta, ma lei continuò a non farci caso.
"piacere di conoscervi. Da dove venite?"
"in realtà è un po' difficile da spiegare" bofonchiò Ginny.
"perché non venite a casa mia. Non è molto lontano da qui. Forse potrei esservi utile in qualche modo"
"Molto volentieri"

"Basta così , grazie" .
Prese la tazza di tè con entrambe e se la portò alle labbra. Era delizioso.
"E così siete piombati qui da un'altra dimensione?" chiese Meg, la sorella maggiore e più sobria nel vestire di Karen. Erano entrambe al di sotto dei trent'anni con lunghi capelli scuri e gli occhi dal taglio obliquo. La loro casa, una villetta di due piani con un piccolo giardino sul davanti, non sembrava esattamente la dimora di due streghe. Non c'erano oggetti strani, calderoni o scope…era in tutto e per tutto un'abitazione babbana. Ma Ginny era del parere che le apparenze spesso ingannano ed era più che decisa a concedere un'opportunità alle due sorelle. Karen aveva detto di averla vista far volare Draco per qualche metro e aveva affrontato la cosa con estrema naturalezza. Non c'era traccia di scetticismo o paura nella sua voce, solo un grande interesse. Aveva raccontato loro tutta la storia, evitando di parlare del tentativo di rapimento di Draco e dei Mangiamorte. Draco non aveva aperto bocca continuando a rimanere chiuso nel suo silenzio pieno di disapprovazione. Da quando aveva deciso di fidarsi di Karen, si era barricato in un mutismo quasi più insopportabile delle sue battute cattive. Ma Ginny aveva preferito non punzecchiarlo e non cercare di forzarlo a parlare. Avevano già abbastanza problemi, senza mettere la diffidenza di Malfoy nella lista.
"Non lo sappiamo" rispose Ginny, sospirando. "Supponiamo che deve essersi aperto uno squarcio spazio-temporale. Non sappiamo come altro spiegarci il fatto che…la nostra scuola qui non esista e che la Hogsmeade che noi conosciamo sia molto diversa da questa. Forse se riuscissimo a metterci in contatto con il nostro preside…lui è molto potente, uno dei maghi più potenti che sia mai vissuto. E molto saggio. Saprà sicuramente come farci tornare indietro"
"Ieri pomeriggio abbiamo avvertito una forza spirituale , che non avevamo mai conosciuto che stava cercando aiuto. Forse era lui che tentava di contattarvi"
"Sì, è possibile! Forse sa dove siamo…" esclamò Ginny piena di speranze. Silente era l'incarnazione stessa della sicurezza. Si fidava del vecchio preside ciecamente.
"Forse con il cerchio di energia potremmo provare a raggiungerlo. Probabilmente la linea di confine tra i due mondi dev'essere più labile di quanto possiamo pensare se siamo riuscite ad avvertirlo" aggiunse Karen, sorridendo.
"Tracciamo il pentagono e…"
"Mi dispiace deludervi, bamboline, ma non era Silente che stava cercando di mettersi in comunicazione con noi. Ero io che tentavo di lanciare un messaggio di aiuto nel nostro mondo" disse Malfoy a bassa voce. Ginny ripiombò pesantemente sulla poltrona con un gemito.
"ma era magia avanzata. Io non ho mai sentito…"
"Noi pratichiamo incantesimi da tutta la vita, dolcezza. Non ci limitiamo a far sparire conigli o mazzi di fiori."
"Neanche noi. Da sempre nella nostra famiglia i poteri magici si sono tramandati da una generazione all'altra" ribatté Meg piccata.
"Babbani" ringhiò Draco disgustato "lanciate una timida occhiata nel nostro mondo e credete di padroneggiare la magia…"
Meg sollevò una mano con il palmo rivolto verso l'alto e chiuse gli occhi, mormorando a bassa voce una formula. Sulla sua mano si formò lentamente una piccola sfera luminosa, attraversata da lampi azzurrognoli. La ragazza abbassò la mano e la sfera rimase a fluttuare a mezz'aria di fronte a lei per qualche secondo, prima di dirigersi verso Draco e sparire con un plop.
"Forse nel vostro mondo è come dici tu, ma qui è ben diverso. La tua amica ci ha detto che la tua bacchetta non funziona, che non avete idea del perché non riusciate a ricorrere ai vostri tanto decantati poteri magici… quindi siamo noi quelle esperte…almeno in questo mondo" sottolineò la ragazza.
Draco arricciò le labbra irritato. Le sue dita si chiusero meccanicamente intorno alla bacchetta, che portava sempre con sé. Quella donna non gli piaceva. Tutta quella dannata situazione non gli piaceva! Dare lezioni di magia a un Malfoy. Quelle due e Ginny con loro dovevano essere completamente pazze se pensavano che lui…
"Beh dato che siete senza soldi e senza un posto dove stare,rimanete qui. Tu potrai stare nella camere degli ospiti, Ginny, mentre tu potrai usare il lettino nello studio"
"E' vostra abitudine dare ospitalità a dei perfetti sconosciuti?" chiese lui in tono tagliente.
"e' nostra abitudine dare ospitalità a chi ha bisogno di aiuto" rispose Karen tranquilla.
"Non vorremmo disturbare"
"Non preoccupatevi per quello. Ci fa piacere poterci confrontare con altre streghe…e maghi" aggiunse Meg, sorridendole, ma a Draco non sfuggì l'occhiata che lanciò verso di lui.
"bene, allora è deciso. Perché non ti fai un bagno caldo. Mi sembra che tu ne abbia bisogno" disse Karen , prendendo Ginny per mano e conducendola fuori.
Draco la seguì con lo sguardo, avvertendo una specie di inquietudine. Non gli piaceva separarsi da lei. Lei era l'unico appiglio con il suo mondo che gli rimaneva…era logico che lui si preoccupasse costantemente per lei.
"Ho come l'impressione che Ginny non ci abbia detto tutto" disse Meg a bassa voce, disponendo le tazze sul vassoio "Tu non mi piaci. Avverto qualcosa di malvagio dentro di te"
"Non ti ho chiesto io di aiutarci"
"e' vero. Ma posso immaginare che cosa voglia dire essere sradicati dalla propria realtà. E posso immaginare che cosa voglia dire abituarsi a stare in un mondo privo della magia…o almeno privo della magia come la conoscete voi."
"Davvero?"
"Sì"
"beh allora quello che non sai è quello che vorrà dire tornarci" concluse Draco , uscendo dalla stanza e lasciando la ragazza a riflettere sulla sua ultima affermazione.


Nota: ringrazio tutti coloro che hanno recensito la mia storia. Mi ha fatto veramente piacere! Grazie anche a coloro che hanno recensito L'Ultimo dei Malandrini!

Spero che il proseguimento della storia vi piaccia!!!

A presto e grazie ancora

Egle
 

   
 
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