Nota di
Lady Tsepesh:
Allora,
questo è un
messaggio che ci tengo a dare, prima di lasciarvi alla lettura del
capitolo. Un
attimo di pazienza.
Volevo
solo scusarmi con
tutti coloro che stanno leggendo questa fanfic, dal momento che, contro
la mia
volontà, li ho costretti ad attendere moltissimo per questo
aggiornamento. Il
motivo è uno solo, la scuola. Ho passato le ultime settimane
a preparare
compiti ed interrogazioni, quindi pensare di mettermi al pc era
impossibile!
Anche perché, se sono stanca, si nota poi nella stesura del
racconto, perché
non ho dato il massimo ed io voglio, invece, mettercela tutta in ogni
capitolo.
Trovo inutile aggiornare, ripeto, solo per dovere di farlo, solo per
portare
avanti la storia. Siccome ho rispetto di voi e del mio racconto, esigo
dare il
meglio e, credetemi, se avessi scritto in quel periodo così
duro, avrei preso
in giro voi e me stessa. Perciò eccomi qui, a scusarmi per
la lunga attesa e a
darvi le mie ragioni. Liberissimi di insultarmi, di capirmi o di
cessare di leggere
la fic, se volete.
Io ho
voluto essere
corretta.
Ma ora
basta con questi miei
piagnistei, i miei Lily, James, Sirius, Remus, Peter e Vick sono
tornati per
voi! Spero che continuino a piacervi!
Un
bacione a tutti quanti!
Lady
Tsepesh
P.s.
Come promesso...dedico
il cap a “Lilian Potter”! ^^
CAPITOLO 6
“
DURING THE DAY: GRYFFINDOR’S SOUL”.
Quella
luminosa mattina di Settembre, chiunque si fosse trovato a passeggiare
per i
corridoi di Hogwarts, parecchi minuti dopo l’inizio delle
lezioni della giornata,
avrebbe potuto assistere ad uno spettacolo eccezionale ed unicissimo
nel suo
genere.
Tanto
che, se Xeno Lovegood, futuro grande editore del Cavillo, da sempre un
ragazzo
un tantino strambo, avesse visto con i suoi occhi una scena del genere,
sarebbe
con ogni probabilità andato poi in giro dicendo che la fine
del mondo era ormai
prossima.
Causa:
I Bisticilli Scempiacervello. Creature assai pericolose capaci di far
compiere
alle proprie vittime i gesti più strani ed ingiustificati.
Effettivamente,
si parlò molto di quella mattina nello scorrere del tempo,
proprio perché fu
scenario di una scenetta alquanto bizzarra.
Ora,
se ciò che accadde fu causa dei precedentemente citati
Bisticilli
Scempiacervello, di una pozione dagli effetti confondenti, di una
pesante
caduta di un calderone sulla testa, oppure di un semplice scherzo del
destino,
non ci è dato saperlo.
Fatto
sta che, quella mattina, chiunque si trovasse per caso ancora in giro
per il
castello, magari con l’idea di farsi una bella forca,
potè giurare con lo sputo
ed il contrasputo di aver visto James Potter e Lily Evans correre a
perdifiato,
affannati e arruffati, per i corridoi. Il primo che non faceva altro
che
scusarsi, la seconda che pareva avere ben chiara in testa
l’idea di compiere in
diretta l’omicidio del Dio di Hogwarts, e tante condoglianze
al suo FanClub.
Adesso….
Vedere
James Potter correre come un pazzo, in ritardo per le lezioni, era
normalissimo, quasi un principio matematico.
Vedere
Lily Evans berciare assatanata contro Potter era altrettanto una
normalità,
come il giorno che se segue la notte.
Ma,
vedere Potter ed Evans correre insieme in ritardo per una
lezione…beh…decisamente non era normale!!!
I
più scaramantici, a tale visione, sbiancarono
d’orrore, convintissimi che
sarebbero certamente stati interrogati a tutte le materie e non
sarebbero
neppure stati in grado di rispondere.
-DANNATO
POTTER!!!! Quanto avevi intenzione di dormire ancora, eh????!!!!- stava
urlando
la Caposcuola di Grifondoro, rossa in viso più dei suoi
capelli.
-Scusa,
Evans….Mi spiace, davvero…- pigolò
Potter, facendosi piccolo piccolo. –Io di
solito mi alzo a quell’ora e…-
-E
ARRIVI IN RITARDO A LEZIONE! Ecco spiegato il motivo dei ritardi di voi
Malandrini!-
La
ragazza sembrava furente.
Era
sempre più convinta che tutta quella storia non avrebbe
fatto altro che
rovinarla. Per buttare Potter fuori dal letto ce ne erano volute tutte,
quello
era capace di dormire anche in piedi!!!
E
adesso…chi la sentiva la McGrannit?!
Lily
quasi si sentì male a quel pensiero. Erano ben dieci minuti
di ritardo, non era
mai capitato nulla del genere nella sua perfetta carriera scolastica!
Maledetto
Potter!!!
Quel
dannato idiota le stava letteralmente stravolgendo la vita…
Arrivarono
all’aula di Trasfigurazione quasi buttando giù la
porta e, non appena osarono
sollevare lo sguardo, assistettero ad una scena tutta particolare.
L’intera
classe e persino la professoressa li stavano fissando con tanto di
occhi a
scodella.
Potter
ed Evans…..IN RITARDO INSIEME?!?!
Il
fatto fu così sconvolgente che neppure Minerva McGrannit
ebbe la forza di
partire con una delle sue tirate sulla morale da tenere a scuola.
Si
limitò a fissare i suoi due studenti con espressione
attonita e ad esalare uno
sconvolto –Signor Potter…..s-signorina
Evans….-
Lily,
troppo devastata per parlare, tentò di spiccicare una sola
parola, ma dalle sue
labbra non uscì neppure un fiato.
Si
sentiva, ormai, la fine sulle spalle. Fredda e spietata come la mannaia
di un
boia.
Fu
James, asso nel raccontare frottole, a prendere in mano la situazione.
Sfoderando
uno dei suoi sorrisi più affabili, si avvicinò
alla povera Semprevergine,
narrandole l’avventura del mattino…
-Professoressa…-
incominciò. –Adesso non si metta subito a
brontolare, la prego. Posso spiegare
tutto io! Non c’è proprio da preoccuparsi, lo sa?-
L’intera
classe, ben consapevole di cosa stesse per fare Potter,
drizzò le orecchie,
sfoderando un ghigno collettivo.
Lily,
invece, si voltò a guardare il suo compagno di stanza ancora
più sconvolta di
prima. Cosa stava per tirare fuori quel matto?!
-Vede,
- continuò James. – io ed Evans stavamo
diligentemente recandoci a lezione,
quando, mi creda, è successa una cosa assai
strana…-
-E
sarebbe, Potter?- fece la McGrannit, che intanto aveva riacquistato il
suo
cipiglio severo, riprendendosi dal colpo di avere assistito al ritardo
di una
dei suoi migliori studenti.
-Ecco…abbiamo
sentito dei rumori sospetti e, a quel punto, mica potevamo fare finta
di nulla,
no?-
L’attenzione
della classe era al culmine, come lo era la disperazione della Evans.
Sconfortata, la ragazza
volse lo sguardo verso
Sirius, seduto vicino a Peter, e Remus, che occupava uno dei primi
banchi.
Entrambi
i ragazzi tentarono di farle capire che con James non c’era
veramente niente di
cui preoccuparsi. Lui era una mito nell’inventare frottole.
Lily
non ne era molto sicura. Già vedeva la sua spilla da
Caposcuola prendere il
volo…
I
Serpeverde, seduti all’angolo opposto occupato da Grifondoro,
se la ridevano
sotto i baffi, pregustando la fine di Potter ed Evans.
Lucius
e Bellatrix si scambiarono un lungo sguardo d’intesa.
-Lascia
perdere, Potter.- disse ad un tratto la McGrannit, riaggiustandosi gli
occhiali
sul naso. –Conosco Evans. Se è in ritardo ci
sarò una giustificazione più che
valida ed io do fiducia ad i miei migliori studenti.- fece, risoluta.
–Ti
grazio perché eri con lei. Seduti tutti e due ora.-
Non
credendo alle sue orecchie Lily si diresse verso un banco vuoto come un
automa.
Da
una parte era felice della tanta fiducia che la professoressa
dimostrava verso
di lei, dall’altra non poteva non pensare che adesso
l’invidia e la rabbia di
tutti i suoi compagni sarebbe aumentata. Avrebbe dovuto scontare quella
nuova
lode, lo sapeva. Già vedeva le facce schifate dei Serpeverde
ed annoiate di
alcuni Grifondoro.
James
corse a sedersi vicino a lei e, questo, stupì una bella
quantità di studenti.
Non
sembrava essersela presa per le parole dell’insegnante, anzi,
sorrideva.
Chinandosi verso Lily, già a capo chino per prendere
appunti, sussurrò piano:
-Grazie,
Evans.-
Sentendo
quelle parole, dette così da vicino, la ragazza
avvertì una stranissima morsa
allo stomaco ed il respiro mozzarsi.
Quando
si voltò verso di lui, le sue guance si erano già
accese di un lieve colore
rosso, che James Potter adorò.
-Non
ho fatto niente, Potter.- disse lei, scrutandolo con i suoi occhioni di
giada.
–Piuttosto, che non si ripeta più una cosa
simile.- aggiunse, tentando di
apparire severa.
-Certo.-
fece lui. –E’ una promessa.-
E
disse quell’ultima parola con un tono ed
un’espressione così solenne che riuscì
a strappare un sorriso alla ragazza.
-Adesso
zitto, Potter. C’è lezione.- lo ammonì,
dandogli un colpetto sul braccio.
James
accusò il colpo, sorridendole, anche se dubitava che un
colpo della Evans
sarebbe mai riuscito a metterlo veramente al tappeto.
Prese
i propri libri dalla borsa e li sistemò sul banco, cercando
di non contraddire
più la Evans, almeno per quella giornata. Tuttavia, malgrado
tutti i suoi buoni
propositi, la tentazione di guardare cosa stesse facendo Sirius, pochi
banchi
davanti a lui, fu troppo forte.
Sollevò
lo sguardo.
Black
se ne stava seduto in bilico sulla sedia, dondolandosi, e sembrava
profondamente concentrato a fissare il soffitto. Peter, seduto accanto
a lui,
stava a capo chino, tentando di stare dietro alla spiegazione della
McGrannit.
Prendendo
visione di quanto il proprio migliore amico fosse preso dalla lezione
di
Trasfigurazione, James sghignazzò.
Con
un ghigno perfido,tipicamente malandrino, afferrò uno dei
suoi quaderni e
strappò di netto una pagina pulita.
Lily
si voltò a guardarlo, confusa, cessando di prendere appunti.
-Potter,
che stai facendo?-
-Shhh!!!-
Prese
ad appallottolare il pezzo di carta sotto lo sguardo impotente della
Evans, che
già aveva cominciato a presagire puzza di guai.
E
poi, prima che la povera Caposcuola potesse dire o fare qualcosa, la
pallina di
carta partì, sparata come un missile grazie ad un solo cenno
della bacchetta
del ragazzo, finendo la propria corsa sulla testa mora di Black.
Quello
per poco non ruzzolò per terra, colto di sorpresa.
L’aiuto di Minus fu
provvidenziale.
Si
voltò indietro, pronto a beccare il colpevole e non fu molto
sorpreso di
trovare il sorriso furbo di James e lo sguardo esasperato di Lily.
Sorrise
a sua volta, facendo loro un cenno della mano, e rilanciò la
palla al mittente.
Brutta
mossa. Lily lo capì subito vedendo la professoressa
torreggiare cupamente
dietro Sirius, ancora tranquillamente girato verso James, il quale
cambiò
repentinamente espressione, vedendo quel demone infernale ergersi alle
spalle
del suo migliore amico.
-BLACK!!!!-
urlò la McGrannit, inferocita come un ippogrifo al quale non
è stato fatto un
inchino. –POTTER!!!-
Lily
raggelò. Ma perché, perché, quei due
dovevano essere COSI’ stupidi??? Ma dove
potevano trovarsi il giorno della distribuzione dei cervelli?!
Probabilmente in
punizione anche quella volta.
L’unico
che, tuttavia, sembrava aver veramente capito la gravità
della cosa era Lupin.
Il povero ragazzo pareva friggere sulla sedia e non staccava gli occhi
di dosso
all’insegnante, terribilmente preoccupato.
-Se
non trovate interessanti le mie lezioni….FUORI!-
terminò la Semprevergine.
Ecco
la bomba.
Remus
per poco si sentì male. Il suo viso, in genere sempre
pallido, divenne ancor
più bianco del solito e la sua espressione assunse i toni di
chi è prossimo a
vomitare. A fargli compagnia…Lily, finalmente resasi conto
dell’abnorme danno.
James
e Sirius parevano non averci fatto caso. Ridacchiavano tra di loro,
già in
piedi, pronti a svignarsela da quella noiosa lezione di Trasfigurazione
umana,
argomento che, guarda caso, conoscevano bene.
-Perfetto,
noi togliamo il disturbo professoressa.- fece Black, compiendo un mezzo
inchino
e rendendo la donna ancora più furiosa.
Potter
fece per seguirlo, ma una mano di Lily, afferrato un lembo della sua
camicia,
lo fermò. –Dove cavolo credi di andare, idiota?!
Non possiamo dividerci, no?!-
soffiò la ragazza, ansiosa. –Non ti ricordi
più, razza di scemo?!-
James
capì all’istante e, dandosi mentalmente del
cretino, comprese di trovarsi
seriamente in guai seri. E adesso?!
Sirius
lo aspettava alla porta, guardandolo impaziente e la McGrannit se ne
era
tornata a scrivere alla lavagna, continuando la spiegazione.
Cavolo!
Non poteva andarsene! Non poteva uscire!! Cosa sarebbe successo poi?!
Notando
l’espressione sconvolta di Potter, Lily fece un sorrisetto
ironico ed amaro.
-Meglio
tardi che mai, eh, imbecille?- disse acida. –Ora risolvi
questo casino.-
Fattosi
piccolo piccolo, James annuì.
-Ehm…
professoressa?- chiamò, titubante.
La
classe era totalmente concentrata sul ragazzo.
-Ancora
qui, Potter?- fece la donna, senza voltarsi. –Mi pare di
essere stata chiara.
Esca con il suo amico Black.-
Sospirando,
James si avvicinò all’insegnante, che si
voltò a guardarlo con severità.
-Mi
dispiace, professoressa. Le chiedo scusa. Ci terrei a rimanere.-
Ecco,
quello fu davvero il momento della giornata nel quale i più
scaramantici e
credenti nel fato ebbero il netto presentimento che presto il mondo
sarebbe
esploso, i Serpeverde sarebbero andati in giro ad aiutare i poveri
Babbani
senza tetto e Silente si sarebbe trovato, finalmente, una dolce
compagna con la
quale tubare amorevolmente durante una tranquilla passeggiatina
all’interno
della Foresta Proibita, divenuta un luogo fiabesco ricco di fiori,
farfalle ed
elfi ballerini.
Persino
la McGrannit strabuzzò gli occhi, incredula.
-E’
che…insomma…- fece James, rendendosi conto
dell’assurdità della
situazione. –
Insomma, siamo all’ultimo
anno.- buttò lì, sperando di finirla in fretta.
Inutile
dire che molti ragazzi presenti in classe spalancarono la bocca e
sgranarono
gli occhi, assumendo un’espressione basita. Alcuni Serpeverde
scoppiarono a
ridere. Si sarebbero ricordati di questo momento in futuro per avere un
altro
motivo valido per attaccare Potter.
Per
un istante la professoressa stette in silenzio, squadrando James dalla
testa ai
piedi. Le sue labbra erano rigide ed assottigliate come lame e le
narici
fremevano pericolosamente. Infine, scoccando un’occhiata
gelida, si decise a
dare il responso che ormai tutta la classe attendeva.
-Dovevi
pensarci prima, Potter. Prima arrivi tardi, dopo ti metti a
giocare…
Sono
stufa delle vostre stupide trovate, che vi serva da lezione. Spero
crescerete
un giorno. Ora fuori.-
Si
voltò di nuovo, tornando a scrivere alla lavagna, dando ad
intendere che non
c’era davvero più niente su cui discutere.
Lily
si sentì morire.
Se
fosse accaduto qualcosa…sarebbero stati espulsi, OVVIO!!!
Scambiò
un lungo sguardo con James, poi, facendo un lungo respiro, gli fece
cenno di
uscire. Era inutile riprovare con la McGrannit, era furiosa e a buon
ragione.
Sperava
solo che andasse tutto bene, in fondo non conoscevano ancora la
distanza che il
patto aveva loro imposto. Poteva andare tutto bene!
Anche
Remus, rassegnato, incoraggiò James ad allontanarsi.
Basta
indugiare, no?
“O
la va, oppure la spacca.”
E
poi, prima o dopo, avrebbero dovuto provare. Magari non con un
insegnante
vicino, ma…
Traendo
un lungo sospiro, James Potter, asso nel combinare guai, si diresse
verso
l’uscita dell’aula, dove lo attendeva Sirius a
braccia conserte.
Ovviamente
Black ancora non era arrivato a capire in che casino si era cacciato il
suo
migliore amico…
-Andiamo,
Ramoso! Che aspetti?-
Fulminandolo
con lo sguardo, James aprì la porta e, sentendo lo stomaco
ridursi alla
grandezza della punta di uno spillo, attraversò
l’immaginaria linea di
demarcazione tra aula e corridoio.
Sia
lui che Lily, in quel fatidico momento, chiusero gli occhi.
Quando
li riaprirono…
….non
era successo niente!!
Lily
e Remus si guardano. E adesso?!
Senza
fare tante storie, Sirius chiuse la porta alle loro spalle e prese a
marciare,
baldanzoso, per il corridoio.
Si
stupì, tuttavia, di non sentire la presenza del suo amico
vicino a lui. Si
voltò, scocciato, trovando James ancora vicino alla classe.
-Che
cavolo fai, Jamie?!- sbottò.
-Ma
sei scemo oppure no?!- fece l’altro, guardandolo con rabbia.
–Hai pure fatto da
testimone!! Il voto tra me ed Evans, ricordi?!-
Come
da aspettarsi, Sirius Black cadde dalle nuvole.
Sgranando
gli occhi blu e mettendosi una mano alla bocca, pigolò un
disperato:
-
…Porcaccia la miseria….è vero!!! E ora
che si fa!?-
James
sospirò ancora e si passò una mano tra i capelli,
disordinandoli ancora di più.
-Beh,
prima o poi dovevamo vedere, no? Solo che…ho un
po’ paura a fare un altro
passo. Evans è in classe. Se il Voto si infrangesse ed
accadesse qualche
stramberia…la Semprevergine vedrà lei!! Evans
potrebbe essere punita!-
-E
allora che fai? Resti qui tutta l’ora?- disse Sirius,
avvicinandosi all’amico.
–Dai Jamie! La vecchiaccia ci ha dato il via libera!
–
Potter
non era molto convinto, decisamente no. La soluzione di restarsene
buono buono
lì fermo, da bravo cagnolino, sembrava essere decisamente la
migliore.
Non
era il momento di sperimentare quanti metri di distanza potevano
esserci tra
lui ed Evans. Proprio no!
-Su,
James! Non farmi la checca impaurita, eh! Andiamo in Sala Comune e
facciamoci
una partitella a Scacchi, no? Vedrai che la Evans se la cava! E poi
devo
copiare da te il compito di Storia della Magia.-
Ancora
pensieroso, James finì per annuire.
Se
doveva accadere il disastro…che accadesse!
In
silenzio, ripresero a camminare per il corridoio, ma ogni passo che
James
Potter fece fu frutto di un grave turbamento psicologico sempre
rinnovato.
Sarebbe
diventato pazzo. Mannaggia a lui!!
Poi,
improvvisamente, una lucina si accese nella sua testolina un
po’ bacata dalla
nascita, a detta della Evans.
-Ma…Siri?-
-Mmh?-
-C’era
un compito di Storia della Magia da consegnare per oggi?-
Felpato
fermò la sua marcia all’istante, puntando lo
sguardo blu elettrico su di lui.
Non era un bello sguardo.
-Non
dirmi che non lo hai fatto pure tu!- esclamò terrorizzato.
-Temo
di no, Felpy vecchio mio…- mormorò James, ben
consapevole di stare scatenando
le ire del suo migliore amico. –Quando ne ha parlato Ruff?-
Fu
il turno di Black sospirare e sollevare gli occhi al cielo.
-Probabilmente
quando stavi riempiendo la tua pergamena di L.E.- disse, esasperato.
***
-Hey,
che faccia che avete tutti!-
Queste
furono le prime parole di Victoria Olsen quando trovò il
gruppo Malandrini più
Evans seduti sotto uno degli alberi più anziani del parco di
Hogwarts.
Era
una delle poche giornate di sole prima dell’arrivo
dell’autunno e molti
studenti avevano deciso di consumare il pranzo fuori all’aria
aperta, dopo
avere sgraffignato qualche provvista dai ricchi tavoli della Sala
Grande.
Il
cielo era di un azzurro incantevole e poche nubi passeggiavano
tranquille
tracciando ombre scure sull’erba verde del prato.
Non
sembrava di stare in Inghilterra.
Tutto
intorno si sentivano le urla miste alle risa degli studenti decisi a
godersi la
giornata.
Victoria
Olsen era una di loro. Sembrava che lei non riuscisse mai a non essere
felice
e, molto spesso, era in grado di contagiare anche chi le stava vicino.
Indossava
i soliti abiti strani, ma aveva lasciato liberi i corti capelli neri,
agitati
da un lieve venticello quasi inesistente.
I
suoi occhi erano dello stesso colore del cielo che sovrastava su di
loro.
Lily
Evans puntò i suoi occhi verdissimi sulla giovane Grifondoro
e le sorrise.
-Non
è stata una mattinata facile, tutto qua. Sono
esausta…-
Sedendosi
vicino a lei, Vick le fece un gran sorriso, curiosa. –Come
mai?-
-Chiedilo
a Potter…- ringhiò la Evans.
A
dire il vero non era stata proprio una giornata facile per lei.
Alla
prima ora Potter era stato buttato fuori dalla classe e, per grazia
divina, non
era successo nulla, ma non era accaduto solo questo!
Anche
nelle ore successive il rischio di venire scoperti era stato grande. E
tutto
perché Potter, fondamentalmente, era un idiota!
I
lunghi capelli rossi della Evans ondeggiavano al vento e James,
completamente
perso dalla figura della ragazza, sorrise quando si sentì
insultare nuovamente
da lei.
Ormai
era ovvio che l’odiava, inutile pensare di poter anche solo
diventare suo
amico.
Per
un imprecisato periodo di tempo se ne restarono in silenzio, ognuno
totalmente
assorto nei suoi pensieri.
Remus
sfogliava svogliatamente un pesante volume
preso in prestito in biblioteca, Peter non si vedeva,
probabilmente era
ad abbuffarsi in Sala Grande e Sirius, sdraiato sull’erba,
teneva gli occhi blu
cobalto fissi al cielo, totalmente rilassato.
Stava
per addormentarsi, constatò Victoria, dopo averlo osservato
anche troppo a
lungo.
In
quel momento le venne da pensare ad una cosa assurda….
Poteva
essere Sirius l’autore di quel biglietto?
Il
pensarlo le provocò un brivido, un battito del cuore
più accelerato.
Aveva
paura ma, allo stesso tempo, era felice.
Sarebbe
stato bello se fosse stato lui.
Il
messaggio era in stampatello, non in corsivo, quindi non poteva proprio
riconoscere il mittente. Però la calligrafia era decisamente
disordinata. Non
poteva che essere un ragazzo.
Distolse
lo sguardo da Black, turbata.
Perché
non glielo chiedeva e basta?
Bastava
chiedere.
Che
ci voleva?
Bastava
andare da lui e domandare:
-Scusa
Siri, mi hai forse mandato un biglietto?-
No,
non ne avrebbe mai avuto il coraggio, maledetta codarda.
Mai…
Non
avrebbe mai avuto il coraggio, che tutti quanti in lei ammiravano, di
fronte a
Sirius Black. Non ce lo aveva mai avuto….
Senza
rendersene conto, Vick incontrò lo sguardo di James. Lui le
sorrise.
Sapeva.
James
sapeva tutto.
Capirlo
fu, prima di tutto, uno shock per lei.
C’era
da aspettarselo da uno come lui, sempre così attento agli
altri.
Potter
le sorrise, per poi tornare a volgere il proprio sguardo altrove. Non
voleva
metterla in imbarazzo. Se un giorno avesse sentito il bisogno di
parlargli,
magari per sfogarsi, avrebbe sempre saputo dove trovarlo.
Tutto
questo all’insaputa di Sirius Black, ormai catapultato nel
mondo dei sogni.
Chi, invece, sembrava non voler dare il tempo alle chiacchiere era
Remus.
Da
un po’ se ne stava in disparte, con la schiena poggiata al
tronco di un albero,
totalmente perso nella lettura di un tomo molto antico, riguardante
incantesimi
di alto livello magico. Inutile dire cosa stesse cercando…
-Trovato
niente, Remus?- chiese Lily, avvicinandoglisi.
Il
ragazzo alzò lo sguardo azzurro su di lei e scosse il capo.
-Non
è facile trovare libri che parlando del Voto
Infrangibile…- le disse a bassa
voce. –Però mi sono fatto una teoria su
ciò che è accaduto questa mattina.-
Lily
si guardò intorno. Victoria adesso stava parlando con James
delle loro ultime
tattiche di attacco di Quidditch.
–E
quale sarebbe?- domandò in un soffio.
-Quando
tu e James avete stretto il Voto, mi hai raccontato che nessuno dei due
ha
specificato “quanto” poteste allontanarvi e
“quanto”, invece, doveste stare
vicini. Purtroppo è il Voto che deciderà al posto
vostro, quindi niente è
sicuro. Tuttavia, oggi James è stato in Sala Comune, al
settimo piano, mentre
tu eri in aula di Trasfigurazione, che sta molto più
giù, perciò…- si
interruppe un attimo, come a voler riflettere bene, poi
continuò. -…Posso dire
tranquillamente che non avete necessità di spostarvi sempre
insieme, ma se
dovessi dirti che da questo momento in poi potete tornare a come
eravate prima
sbaglierei.-
-Che
vuoi dire?- chiese Lily.
-Non
lo so bene, però non mi convince il fatto che il Voto si sia
dimostrato così
debole. Forse si attiva in certe circostanze ed in altre no, se fosse
così, il
rischio per voi due sarebbe maggiore. Dovete stare attenti e
allontanarvi solo
quando serve veramente.-
Sorridendo
ironica, la ragazza sospirò. –Quindi ancora
appiccicata a Potter?-
-Temo
per te di sì.- le rispose Lupin, rispondendo al suo sorriso.
A
quel punto, Lily Evans abbassò lo sguardo per un
po’.
Aveva
davvero creduto che tutto fosse finito, che, finalmente, avesse potuto
tornare
alla sua vecchia vita, che tutto si fosse rivelato come uno
stupidissimo scherzo.
Invece
doveva continuare e lei non sapeva se essere arrabbiata per questo,
oppure
felice.
Felice?!
Perché
avrebbe dovuto essere felice?!
Potter
era un idiota e non avrebbe fatto altro che ficcarla nei guai! Fin dal
primo
giorno l’aveva fatta arrivare in ritardo alle lezioni!
Eppure…c’era
qualcosa. Un che di indecifrabile. Un sussurro nella mente.
Era
felice perché, in fondo al suo cuore, forse sapeva che stare
con James Potter
sarebbe stato l’unico modo per salvarsi, per uscire dal
tunnel d’oscurità nel
quale si era perduta da piccola.
Sollevò
lo sguardo di giada su di lui.
James
rideva tranquillo con Victoria, incurante del fatto che lei lo stesse
guardando.
Ma
chi era Potter in realtà?
Lily
Evans, in quel momento, capì di non averlo mai conosciuto
veramente.
In
tutti quegli anni, si era limitata a scrutarlo con sguardo severo
mentre le
passava vicino per i corridoi, scherzando con gli amici e dandosi arie
da super
maschio.
Lo
aveva giudicato a priori e non aveva mai voluto saperne di cambiare
idea.
Adesso,
mentre lo vedeva sorridere con i suoi amici, lontano dal suo pubblico,
sembrava
una persona diversa.
Era
rilassato, dolce, felice. Era bello.
E,
cosa che Lily notò con un tuffo al cuore, lui la stava
fissando!
-Cosa
vuoi Potter?!- scattò subito, pericolosamente vicina
all’arrossire.
Il
ragazzo fece spallucce. –Veramente sarai tu che vuoi qualcosa
da me, mi stai
fissando da un bel po’, Evans.- le rispose con un sorrisetto
furbo. –Se vuoi
chiedermi di uscire, fallo e basta, no?-
-Io
non voglio uscire con te, troglodita!!!- strillò la ragazza,
vicina ad una
crisi di nervi. –E poi non ti stavo affatto guardando!-
Persino
Remus, che era tornato alla lettura del suo libro, sollevò
uno sguardo poco
convinto sulla ragazza.
Sirius,
a sentire quegli strilli isterici, si destò di colpo, con
l’orribile sensazione
di avere sua madre a pochi passi.
-Fa
come ti pare, Evans.- fece James, tranquillo. –Comunque la
risposta sarebbe
stata un sì, lo sai.-
-Non
me ne frega!- sbottò lei. –E smettila di ridere
così!-
-Così
“come”, Evans?-
-Così!
Come se io fossi una bambinetta scema e tu l’intelligente!-
-Ma
è inutile che tu neghi l’evidenza, mi stavi
guardando.-
-No,
non è vero!-
-Sì,
invece.-
-Sei
fuori, Potter!!-
-E
tu, Evans?-
Fumando
per la rabbia Lily si alzò di scatto da terra e si mise in
piedi. I suoi occhi
verdissimi sembravano mandare pericolose scintille.
-Mi
hai stufato, sai?!-
Sfoderando
un ghigno pericoloso, James le si mise di fronte.
-Vuoi
forse fare a botte, Evans?-
Sospirando,
Remus chiuse il libro. –Ragazzi….- fece, cercando
di riportarli alla ragione,
cosa assai ardua.
Victoria
sorrideva, gustandosi la scenetta comica che aveva davanti. Pareva che
Lily
fosse diventata una locomotiva da quanto stava fumando!!
Sirius
incitava alle botte.
Poi,
ad un certo punto, il sorriso di Vick scomparve insieme ad un intenso e
nauseante profumo di viole. Anche Remus, dal luogo dove era seduto, la
vide
arrivare.
-Credo
che sia arrivato il tuo amore, Orsacchiottino.- ringhiò la
moretta.
Sirius
cadde dalle nuvole.
Non
ebbe il tempo di dire niente. L’odore di viole si fece
più forte e si ritrovò
stretto in un abbraccio esagerato, asfissiante e per niente gradito.
-Cucciolotto!!!
Dove eri finito? Ti aspettavo in Sala Grande! Ti ho cercato ovunque!!-
E,
prima ancora di essere riuscito a staccarsi di dosso quella furia
bionda della
sua ragazza, Black si ritrovò impegnato in un bacio mozza
fiato.
Remus,
da bravo ragazzo discreto, era tornato a leggere. Lily fissava i due,
ancora
furiosa con James, con apatia. Potter sembrava sul punto di vomitare.
Ma
nessuna delle loro facce era comparabile a quella della Olsen.
Gli
occhi celesti della ragazza erano diventati pura polvere di ghiaccio.
Sembrava
essersi pietrificata.
L’unica
cosa che voleva era alzarsi e staccare quella piovra truccata da
Sirius, magari
mollandole anche un bel ceffone. Poi prendere Sirius, dare un ceffone
pure a
lui, e poi baciarlo così tanto da cancellare
l’impronta di quella bocca
fintamente rossa e luccicante da quella di lui.
Finalmente,
dopo innumerevoli tentativi, Black riuscì ad allontanare la
sua ragazza.
-Hai
cambiato rossetto, vedo…- disse, cercando di togliersi i
residui di trucco che
la bionda gli aveva lasciato sulle labbra e contenendo il suo disgusto.
-Già!-
trillò lei, felice. –Che amore! Te ne sei accorto
subito!-
Ma
quella ragazza aveva un cervello? Si chiese Lily.
Lei
e James si scambiarono uno sguardo.
-Perché
sei qui, Kelly?- domandò Sirius, scostandosi da lei.
-Che
domande!- fece la ragazza. –Ti volevo vedere, no? Dobbiamo
decidere come
vestirci per la festa di Halloween!-
-Ma
siamo ancora a Settembre!- protestò Black.
-E’
già tardissimo, no?!- strillò lei, sconvolta.
–Sto diventando isterica!
Dobbiamo essere eletti Re e Regina del ballo!-
Poi,
come se si fosse resa conto solo in quel momento che non erano soli, si
guardò
intorno. Assunse un’aria nobilmente sdegnata quando il suo
sguardo incontrò le
figure di Lily Evans e di Victoria Olsen.
-Cosa?-
esalò, stupita. –Ancora la Caposcuola Mangialibri
e la Maschiaccia? Amore, che
fanno loro qui? Ci perdi in immagine!-
-Scusa,
ma a me non importa poi molto della mia immagine. E poi dipende dai
punti di
vista.- rispose Sirius. –A me Vick ed Evans piacciono.-
-Amore!-
lo rimproverò lei. –Non va bene così!-
-Finiscila
di chiamarlo “Amore”, razza di stupida.-
sibilò Victoria, fredda come un
iceberg. –Tu non hai quel sentimento in corpo. Sei vuota!-
-Sta
zitta, Maschiaccia!- ribatté Kelly Logan.
–Tornatene nel fango e vattene dalla
mia presenza!!-
Per
la prima volta, James ebbe l’impressione che Victoria non si
sarebbe limitata a
restare in silenzio e lasciare la ragazzetta di turno con Sirius.
Prima
o poi si scoppia.
Voleva
farlo adesso?
-Sta
zitta tu, decerebrata!- gridò Vick, ormai in piedi.
–Stai con Sirius solo per i
suoi soldi, solo perché è un Black, un
Malandrino, un giocatore di Quidditch,
ammettilo!-
-Le
persone importanti stanno con persone altrettanto importanti!-
dichiarò Kelly.
-Tu
sei malata!- fece Victoria, sempre più furiosa.
Ormai
le due ragazze erano a tanto così dal picchiarsi.
Una
alta, con lunghi capelli biondi e setosi, dalle belle gambe messe in
risalto
dalla gonna cortissima della divisa. Il seno messo in vista dalla
camicia
stretta, il viso truccato ad arte e dal profumo costoso.
L’altra
più bassa, piccolina, anche per il fatto che non portava
tacchi. I capelli
corti e neri al vento, liberi. Le gambe fasciate da aderenti pantaloni
scuri,
la gonna come semplice accessorio, dalla quale pendeva una catena.
La
camicia larga, sbottonata, sotto la quale si vedeva una maglietta nera.
La
cravatta rossa e oro slacciata.
Sirius
puntò gli occhi blu su di lei, confuso. Non c’era
davvero bisogno che Vick si
scaldasse fino a quel punto. Ma che le stava prendendo?
-Vick…-
la richiamò, avvicinandosi a lei.
La
moretta neppure lo degnò di uno sguardo.
-L’unica
malata sei tu!- sibilò la Logan. –Guarda come sei
vestita, sembri uno
spaventapasseri! Chi vuoi che lo calcoli un esserino come te?-
Fu
troppo.
Lily
fu la prima ad accorgersi che Vick aveva impugnato la bacchetta ma,
stranamente, dimentica del suo dovere di Caposcuola, lasciò
fare.
Partì
un raggio di luce azzurra che andò ad investire in pieno la
bella biondina, che
strillò, terrorizzata, fino a quando il fascio di luce
l’avvolse interamente.
Quando
il raggio si esaurì, Kelly Logan era sparita.
I
Malandrini e Lily strabuzzarono lo sguardo, terrorizzati.
E
ora?!
Poi,
trattenendo il fiato, Sirius indicò un punto vicino al lago.
Un
animaletto stava zampettando velocemente lontano da loro, o meglio, da
Victoria.
-L’hai
trasformata in un’oca!- esclamò Black, rivolto
alla ragazza al suo fianco.
La
Olsen si volse a guardarlo ancora scura in volto. –Beh, non
noto molto la
differenza!-
Detto
questo se ne andò, senza più degnarlo di uno
sguardo.
***
-Si
può sapere cosa c’entro io con tutto questo?-
brontolò James Potter.
Ormai
le lezioni pomeridiane dovevano essere cominciate, non si vedevano
più studenti
in giro e la campana era suonata già due volte.
Il
parco era divenuto stranamente silenzioso. Si poteva sentire, prestando
attenzione, il lieve rumore dell’acqua del grande lago ed il
lontano vocio
degli studenti che stavano seguendo la lezione di Cura delle Creature
Magiche
con il professor Kettleburn.
Era
da più di un’ora che stavano girando a vuoto alla
ricerca dell’oca perduta.
-Sei
il migliore amico, no?- fece Sirius Black. –Aiutami e zitto!
Non posso mica
lasciare Kelly in giro per il parco di Hogwarts!-
Sospirando
esasperato ed alzando gli occhi al cielo, Potter si rassegnò
al suo destino.
Bel
modo di passare il pomeriggio lontano dalle lezioni! Potevano almeno
fare un
giro ad Hogsmeade da Zonko!
Invece
erano lì come due stupidi a rincorrere una papera!
Lily
si era defilata, quando avevano chiesto il suo aiuto.
La
sua bocca si era curvata in un ghigno perfido, quasi diabolico, e si
era
limitata a dire loro che non rientrava nei compiti di un Caposcuola
l’occuparsi
di stupidi animaletti senza cervello e privi di importanza.
Maledicendo
il Voto Infrangibile che continuava a permettere alla Evans di
allontanarsi da
lui, James si era ritrovato da solo con Sirius, visto che Remus non
aveva
voluto saperne di saltare le lezioni per Kelly Logan.
Alla
fine erano riusciti a coinvolgere almeno Hagrid, spiegandogli
più o meno come
stavano le cose.
Quello
aveva dato loro un sacchetto con del becchime, con il quale tentare la
gola
dell’oca che continuava a starnazzare scappando per il parco,
e si era diretto
verso la Foresta Proibita per evitare che Kelly si dirigesse proprio da
quella
parte.
-Senti,
dividiamoci! Così non risolviamo niente.- propose James,
ormai stufo.
Sirius
annuì, dirigendosi verso la parte opposta dove si stava
incamminando l’amico.
Ritrovandosi
solo, Potter si preparò ad una lunga ricerca.
Non
si chiese per quale ragione, alla fine, erano sempre lui e Black a
ritrovarsi
in certe situazioni idiote. Ormai ci era abituato.
Era
il bello di loro due.
Solo
che, quella volta, non vedeva davvero dove stesse
l’utilità. Perché aiutare
quella sciocca della Logan? Vick aveva fatto un lavoro eccellente.
Inoltrandosi
di più verso la Foresta Proibita, gli parve di sentire
un’inconfondibile odore
di lavanda.
I
rumori del castello erano quasi del tutto scomparsi, si udiva solo il
lieve e
tranquillo frusciare degli alberi ultra centenari di quel luogo
così tetro e
misterioso.
Fece
alcuni passi, sentendo dei rametti spezzarsi sotto ai propri piedi, e
l’odore
di lavanda sembrò intensificarsi.
Si
ritrovò inghiottito dalla Foresta senza neppure rendersene
conto. Sperò che
Kelly non fosse arrivata fino a lì, altrimenti sarebbe stato
molto difficile
per lei tornare indietro, visto le creature che abitavano in quella
zona.
La
luce se ne stava andando, presto fu solo una spettrale penombra.
E,
più andava avanti, più aumentava quel profumo
dolce di lavanda. Lo conosceva,
credeva di conoscerlo abbastanza bene, dopo tutto.
Lei
era lì?
Che
cosa ci faceva in un luogo del genere?
Dopo
altri pochi passi, si ritrovò in una radura, circondata da
piante altissime che
impedivano alla luce del sole di illuminare con i propri raggi.
E,
seduta su un tronco d’albero abbattuto, c’era lei.
Le
gambe lunge accavallate in una postura elegante, le mani curate dalle
unghie
rosse poggiate sul legno, i capelli corvini al vento, onde nere
pericolosissime.
E
quella sigaretta tra
le labbra…
Quando
James si avvicinò ancora, lei puntò gli occhi blu
elettrico su di lui e
sorrise. Se era sorpresa di esserselo trovato davanti, non lo dette a
vedere.
-Potter.-
salutò.
-Black.-
rispose lui, scrutandola con i suoi occhi scuri, adesso totalmente
freddi.
Rimasero in silenzio a
studiarsi per un bel
po’.
-Che
cosa fai qui, Black?- chiese lui, decidendosi a parlare.
La
ragazza sorrise. –Salto la lezione di Incantesimi e mi fumo
una sigaretta in
pace.- disse con la calma di un serpente. –E tu?-
James
non rispose, continuando a fissarla con diffidenza.
-Devo
crederci?-
Bellatrix
rise di gusto. –Non passo ogni singolo attimo della mia vita
ad architettare
diabolici piani per far buttare fuori dalla scuola i Mezzosangue e voi
Malandrini.-
Facendole
un sorriso, che però non si estese fino agli occhi, James le
voltò le spalle,
deciso ad allontanarsi da quella ragazza pericolosa.
Quando
si sentì tirare piano per la camicia, comprese di non averla
neppure sentita
alzarsi. Si irrigidì. Non la voleva avere vicino. Non voleva
sentire quel
profumo di lavanda. Era disgustoso.
-Aspetta.-
gli disse lei, a voce bassa. –E’ tanto che non
parliamo.-
-Non
ho niente da dirti, Black.-
La
sentì sorridere alle sue spalle.
-Giusto,
tu mi detesti perché sono brutta e cattiva, vero?- chiese
divertita. –Evviva la
santa e vergine Evans!- dichiarò, per poi scoppiare a ridere.
Quando
James si voltò verso di lei, i suoi occhi erano un nero
abisso senza fine. Ecco
il James Potter che pochi conoscevano. Quello che nessuno doveva
scatenare.
-Non
parlare di lei.- le ordinò con durezza.
-Scusami.-
fece lei, per nulla dispiaciuta. –Solo che, lascia che te lo
dica, mi sembri un
tantino sprecato con una verginella secchiona che neppure ti vuole.-
James
fece un sorriso cattivo. –E chi mi vorrebbe? Tu, forse?-
Incurvando
le belle labbra piene in un sorriso, Bellatrix non abbassò
lo sguardo. Non
conosceva l’imbarazzo.
-Non
mi pare di avertelo mai nascosto, James.-
-Spiacente.-
le disse. –Non mi va di andare a letto con una che si fa
sbattere anche da un
manico di scopa, all’occorrenza.-
Freddo,
diretto, esplicito, crudele.
Ma
lei lo voleva esattamente così.
-Ti
fa comodo la facciata da bravo ragazzo.- gli sussurrò.
–Ma l’anno passato tu
sei venuto da me e io ho visto chi sei, James Potter.-
-E’
stato un errore, tutto qui. Ed io non ero in me, quella sera.-
Bellatrix
rise di nuovo.
-Certo,
certo.- disse. –Convincitene, James. È
l’unica cosa che puoi fare. È così che
ti giustificherai, quando un giorno Sirius lo verrà a
sapere?-
-Lascia
fuori Sirius da questa storia.-
-Vuoi
davvero tenere nascosto qualcosa al tuo migliore amico?- lo prese in
giro lei.
Stranamente,
anche James sorrise. –Ti conviene tacere, Bellatrix. Sai cosa
sono capace di
fare per convincere le persone.-
Lei
era estasiata, ma annuì.
-Sei
così anche con la Evans?-
-Ti
ho detto di non parlare di lei.-
Il
silenzio creatosi tra i due fu interrotto dalla lontana voce di Sirius,
che si
stava letteralmente sgolando per chiamare il proprio migliore amico.
Alzando
lo sguardo su di lui, Bellatrix gli sorrise ancora, ma non ebbe il
coraggio di
toccare quelle labbra, che lei tanto bramava, con le sue.
Sapeva
che lui sarebbe anche potuto arrivare ad ucciderla, se
l’avesse fatto.
-Sei
meraviglioso, James Potter.- mormorò, persa
nell’abisso cupo degli occhi del
ragazzo.
Lui
non si scompose.
-A
mai più rivederci, Black.-
Quando
Bellatrix Black, regina di Serpeverde, percepì a pieno la
durezza insita in
quelle poche parole, James se ne era già andato e la sua
sigaretta di lavanda
era ormai consumata del tutto.
***
-Hey,
dove ti eri cacciato?- fece Sirius, andando incontro
all’amico.
Sotto
il braccio teneva un’oca di loro conoscenza, che continuava a
starnazzare e a
scuotere le ali, furiosa.
James
sorrise a quella vista.
-L’hai
trovata!- disse.
Sirius
scoppiò a ridere. –Ho dovuto rincorrerla per quasi
tutto il parco insieme ad
Hagrid. Alla fine era così esausta che si è fatta
prendere!-
-Beh,
che facciamo? La portiamo dalla Chips?-
-Dici?-
-Come
facciamo a farla ritornare normale, altrimenti? Non credo che Vick
voglia
ritornare sui suoi passi. Ci conviene inventarci una buona scusa e
portarla in
Infermeria.-
Annuendo,
Sirius si diresse verso il castello, seguito da James.
I
suoi occhi blu indugiarono un po’ troppo nel vuoto, confusi.
-A
che pensi?- chiese James.
Black
rimase in silenzio.
-Pensi
a Vick, vero?-
A
quel punto, Sirius guardò l’amico e Potter
capì di avere azzeccato, come
sempre.
-Oggi
sembrava fuori di sé.- disse Black. –Credo ce
l’avesse anche con me, sai? Ed è
strano! Vick non si è mai comportata così! Ma che
le prende?-
Sorridendo
con indulgenza, James restò ad osservare il suo migliore
amico per un po’,
prima di rispondergli. –Non credo di essere io la persona
giusta con la quale
devi parlare di questo, Felpato.- gli disse. –Se credi che
Vick sia arrabbiata
con te, vai a parlarle, no?-
Sirius
annuì, tornando a guardare avanti a se.
E
James si chiese se veramente Sirius Black non riuscisse a capire cosa
si stava
scatenando nell’animo di Victoria Olsen. Proprio lui che
sembrava così maturo e
vissuto in materia.
Sorrise.
Forse,
Sirius Black era, in realtà, il più inesperto di
tutti.
***
Quando
Lily Evans fece ritorno nella sua bella stanza di Caposcuola, distrutta
per la
dura giornata di studio, si diresse come un robot verso il proprio
letto.
Era
esausta.
Lasciò
vagare lo sguardo sulla stanza. Adesso c’era meno spazio,
rispetto a prima. Si
vedeva che non era più una persona sola a vivere
lì dentro.
Quella
sarebbe stata la seconda notte.
Arrossì
di colpo.
In
realtà, visto come si era comportato il Voto durante la
giornata, magari non
era necessario che James stesse lì con lei.
Ne
avrebbe parlato con Remus a cena, decise.
Mancavano
pochi minuti, prima che dovesse scendere in Sala Grande. Forse aveva il
tempo
di farsi una doccia.
E
se poi arrivava Potter?!
Chissà,
probabilmente era ancora nel parco a cercare di catturare
l’ochetta giuliva
insieme a Sirius. Le venne da ridere. Sorrise. Rise. Fino a riempire la
stanza
con la sua risata. Era raro che accadesse. Era raro che fosse
così serena,
tranquilla, divertita.
Stava
cambiando e neppure se ne rendeva conto.
I
suoi occhi verdi, avevano cominciato a brillare a sua insaputa.
Decide
di mettersi in piedi e di darsi una rinfrescata prima di cena e
così notò la
borsa stracarica di libri che aveva gettato a terra, appena entrata.
Si
chinò e la tirò su, anche con un po’ di
fatica. Forse non doveva prendere tutti
quei libri in Biblioteca.
Inaspettatamente,
nel compiere questa azione, sentì uno strano fruscio.
Qualcosa
era caduto a terra.
FINE!!!
Ecco,
il capitolo 6 è stato finalmente ultimato!^___^
Vi
attendo numerosi con le recensioni, non siate cattivi, su!
Che
dire?
Mi
auguro di aggiornare presto, visto che ora sono libera da impegni.
Il
prossimo chap si intitola….
….. “ During the nigth:
Slytherin’s Soul”…..
Spero
che vi piacerà.
I
misteri qui si infittiscono, ma siate pazienti, tutto si
svelerà con il tempo.
Un
bacione a tutti coloro che seguono questa fic e che hanno atteso questo
aggiornamento, magari mandandomi a quel paese, qualche volta!
^___^”””
E,
ovviamente, ringrazio i miei tesssssssori che recensiscono sempre:
-Lilian
Potter
-amy
-Pralina93
-LadyMimi
-canfly
-MASUKO!!!!!!!
^___________^
-Brucy
-albicoccacida
-puccalove90
-Bea
-Aurora
-Rosgreenday
-lalla23
-Serporo
-DANA!!!!
^______________^
-Cla’92
-Stellina250
-Vicky
Evans
-Ali12potter
-Milla
92
-Aly
92
-ALI-DEL-SOLE!!!! (Sorella miaaaaa!!!!!! )
-Black
Witch!!! ( Altra sorellinaaaa!!!! )
-Akito
and Sana!!! (Come va, tesoro???)
-Kikio92
-Iside
1985
-mangaka
91
A
presto, ragazze! Un bacione!