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Autore: Fenrir_23    24/11/2012    4 recensioni
Questa storia è il seguito di "Un'altra possibilità", la mia prima Long su Itachi e Sasuke.
“Ti mancano i tuoi compagni di team?” Chiese, a bruciapelo.
Sasuke lo guardò stranito, chiedendosi quale strano processo mentale l’avesse portato a pensare a loro, ma poi si affrettò a negare.
“No, assolutamente no.” Disse, seccamente.
"Itachi sollevò il suo capello di paglia per monitorare meglio la situazione, osservando per un attimo Sasuke che camminava apparentemente tranquillo al suo fianco. Si trovavano in una zona particolarmente pericolosa: il Paese del Suono. Stavano esplorando quel posto desolato in cerca del rifugio principale di Orochimaru."
La prima parte della fiction è piuttosto avventurosa, la seconda invece più dedicata all'introspezione dei personaggi.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Dopo la serie
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Itachi stava osservando la porta davanti a sé con crescente ansia, muovendo la gamba sinistra nervosamente, invaso da un’agitazione che non gli era mai appartenuta. Gli parve di udire un urlo strozzato provenire dalla porta chiusa – sembrava la voce di Sakura – e quella cosa servì solo a farlo agitare ancora di più. Non c’era niente di cui preoccuparsi – in fondo lo sapeva – però si sentiva comunque enormemente teso, come se fosse lui a dover diventare padre da un momento all’atro. Aveva paura che potesse accadere qualcosa di spiacevole durante il parto, e si sentiva frustrato per quella sua incapacità di tornare a ragionare lucidamente. Non era da lui essere così poco abile nel contenere le proprie emozioni; ma forse quegli otto anni passati nuovamente insieme a suo fratello, a Konoha – anni così tranquilli e pieni di speranza che a volte quasi aveva creduto di stare sognando –l’avevano cambiato, rendendolo più uomo e meno ninja di quello che era stato abituato ad essere nella prima parte della sua esistenza.
Durante gli anni passati ad Akatsuki si era persino dimenticato del sapore di alcune emozioni, ed era stato qualcosa di stupendo riscoprirle man mano, come se fosse rinato.
Tirò un lungo sospiro, cercando di darsi una calmata. Sapeva di non essere così agitato a causa solamente della preoccupazione, c’erano anche sentimenti positivi alla base della sua ansia. L’idea di conoscere suo nipote – sua nipote per la precisione, dato che si trattava quasi sicuramente di una bambina – era qualcosa in grado di scuoterlo nel profondo. Gli sembrava semplicemente una specie di miracolo, e in un certo senso lo rimandava indietro nel tempo all’epoca dei suoi cinque anni, quando aveva aspettato con un’impazienza ancora più febbrile l’arrivo di Sasuke, del fratellino che gli avrebbe cambiato la vita.
Ora era quello stesso fratellino ad attendere l’arrivo di qualcun altro: di una figlia, di una bambina che avrebbe segnato un nuovo inizio per gli Uchiha.
Itachi si sentiva felice per quel lieto evento, sia per se stesso, sia per Sasuke, però inevitabilmente non poteva fare a meno di pensare che una volta cresciuta la bambina avrebbe chiesto qualcosa dei suoi nonni, della sua famiglia scomparsa, ed allora la verità su sul suo conto sarebbe venuta a galla, inesorabile e crudele. E lui si sarebbe nuovamente trovato a fare i conti con il suo senso di colpa, anche se era sicuro che, con l’appoggio di Sasuke, sarebbe riuscito ad affrontarlo nuovamente. In quegli anni aveva capito di non essere l’unico fra loro due ad esserci sempre; perché anche suo fratello era disposto ad appoggiarlo – con dei consigli o semplicemente un abbraccio – nei momenti di bisogno. In verità non aveva mai dubitato di Sasuke; semplicemente l’aveva sempre sottovalutato vedendolo solamente come un bambino da proteggere, e quello era stato uno dei suoi errori più grandi, seppur dettato dall’affetto e dal desiderio di tenerlo sempre al sicuro, lontano dalla crudezza della realtà. Invece in quel modo non aveva fatto altro che ferirlo maggiormente.
Così immerso nei suoi pensieri, non si era reso conto che qualcuno l’aveva raggiunto, affiancandosi a lui. Era un’infermiera dell’ospedale - della sua stessa età e amica di Sakura – con cui aveva fatto amicizia nell’ultimo anno, visto che a causa della sua salute non proprio ottima gli capitava spesso di trovarsi fra quelle mura. Ovviamente si era accorto dei sentimenti di quella ragazza per lui – li aveva compresi da tempo anche se lei non aveva mai osato dire nulla a riguardo – però non li ricambiava, nonostante fosse commosso dal fatto che qualcuno potesse veramente amarlo conoscendo il suo passato che ancora, anche se la verità sugli Uchiha era stata di diffusa da anni, spaventava tante persone. Le era quindi grato di quei sentimenti e in fondo trovava piacevole la sua compagnia più di quella delle altre persone – eccezione fatta per Sasuke ovviamente – ma non aveva mai provato a chiedersi se fra loro sarebbe potuto nascere qualcosa. Forse anche perché ne era spaventato. E poi inevitabilmente non poteva fare a meno di pensare alla ragazza alla quale aveva voluto bene tanti anni prima; quella che aveva conosciuto quando era solo un bambino – doveva essere la sua promessa sposa – e alla quale poi si era affezionato davvero. Aveva ucciso anche lei …
“Sei nervoso per la nascita di tua nipote, Itachi san?” Gli domandò l’infermiera – si chiamava Nami – mentre lui cercava di indossare una perfetta maschera di autocontrollo. Tuttavia fingersi perfettamente calmo e padrone della situazione gli riusciva molto più difficile rispetto a qualche anno prima.
“Un po’ …” Ammise.
Nami non aggiunse nulla – sapendo che parole come “sicuramente andrà tutto bene” sarebbero state solamente banali, quasi irritanti – ma aspettò con lui fino a quando qualcuno aprì la porta, dando  ad Itachi il permesso di entrare. Il bambino era nato. La ragazza si congedò con discrezione, sapendo di poter essere inopportuna in una situazione come quella, e il ringraziamento gentile di Itachi la riempì di felicità.
L’Uchiha varcò la soglia della stanza in cui si trovavano Sasuke e Sakura, e una volta entrato si bloccò davanti all’ingresso. Suo fratello se ne stava seduto accanto al letto stringendo una mano della sua compagnia, mentre osservava assorto la creaturina che Sakura teneva stretta fra le braccia.
Itachi guardò prima lui, Sasuke gli sorrise lievemente, poi Sakura ed infine la bambina appena nata, poi si avvicinò.
“ è una femminuccia come avevamo previsto …” Mormorò Sakura con voce stanca, guardando poi Sasuke. L’Uchiha maggiore per un attimo si sentì un po’ inopportuno, ma capì, dallo sguardo di suo fratello, che lui lo voleva assolutamente lì.
La bambina sorrise quando Itachi le fu abbastanza vicino da toccarla, e per un po’ nessuno disse nulla, semplicemente perché a tutti mancavano le parole dall’emozione. L’Uchiha maggiore notò nel profondo degli occhi di Sasuke un sentimento strano che non aveva mai intravisto nei suoi lineamenti; probabilmente perché solo un padre poteva provarlo; un misto di orgoglio, gioia ed incredulità.  E poi capì anche che gli sguardi che lui gli lanciava ogni tanto erano come delle domande non dette.
Ti piace mia figlia, fratello?”
Ad un certo punto Sasuke sollevò la bambina – un po’ impacciato ma sicuro – mentre Sakura si lasciava scivolare sul cuscino per concedersi un po’ di riposo.  Sembrava davvero molto stanca. Ad Itachi per un attimo ricordò Mikoto il giorno in cui era nato Sasuke.
“Niisan …” L’uchiha minore parlò con un tono di voce delicato che quasi non gli apparteneva, mentre si stringeva al petto la figlia. Lui e Sakura avevano deciso di chiamarla Tomoko. Non Mikoto, quel nome era troppo legato al passato.
Itachi gli rispose con un cenno del capo.
Sasuke a quel punto si avvicinò al fratello, mostrandogli meglio quella creatura che aveva il loro stesso sangue e, piano , senza dirgli niente, la fece scivolare fra le braccia di Itachi, affidandogliela.
“ è tua nipote … puoi tenerla un po’ in braccio, se vuoi.” Borbottò, inclinando il capo di lato e un po’ in basso per non farsi vedere negli occhi, perché stava iniziando a sentirsi in imbarazzo.
Itachi fu molto colpito da quel gesto, perché in qualche modo Sasuke stava cercando di dirgli che per crescere sua figlia avrebbe contato un po’ anche su di lui.
L’Uchiha maggiore notò che Tomoko si stava già addormentando, stanchissima. Gli faceva uno strano effetto tenere in braccio un esserino così piccolo; aveva quasi paura di poterle fare del male. Era fragilissima la bambina.
Itachi ricordò di aver pensato le stesse cose anche quando era nato Sasuke, ma se a quell’epoca il suo fratellino gli era sembrato piccolissimo, ora Tomoko gli sembrava microscopica. Le sue manine erano davvero minute e riuscivano a mala pena a stringergli l’indice.
Fu questione di pochi secondi. In attimo Itachi si ricordò di essere stato un assassino, di avere avuto le mani sporche di sangue della sua stessa famiglia, le stesse con le quali in quel momento stava toccando la bambina di Sasuke.
“Otouto … tienila. Io non posso tenerla.”
“Niisan?”
Sasuke lo guardò chiedendosi cosa gli fosse preso, ma si affrettò a riprendere Tomoko fra le sue braccia quando vide che Itachi sembrava parecchio turbato. Non gli ci volle molto a comprendere il motivo.
Prima di parlare lanciò un’occhiata a Sakura, e notò che lei si era addormentata.
“Niisan … non metterti in testa strane idee.” Fece presente al fratello, osservandolo con uno sguardo che entrambi conoscevano bene. Era un modo silenzioso per dire “Io ci sono sempre”.
“Ne abbiamo parlato molte volte di quella questione … non devi continuare a sentirti in colpa, o finirai di vivere.”
Itachi posò una mano sulla spalla di Sasuke, non potendo fare a meno di percepire un’ondata d’affetto verso di lui. Poi osservò la bambina che, con lo sguardo sonnolento, continuava a fissarli – lui e Sasuke – come divertita dalla situazione. Le accarezzò piano la testa, temendo di farle del male, e lei si entusiasmò ancora di più.
Gli bastò quello per sentirsi una persona un po’ meno orribile, e gli bastarono anche gli occhi di Sasuke che lo guardavano senza accusarlo di nulla.
Forse non sarebbe mai riuscito a liberarsi del tutto dal senso di colpa che lo tormentava, ma più passavano gli anni più Itachi si rendeva conto di recuperare sempre di più quell’umanità che aveva perso. Anche solo guardando gli occhi di Sasuke, che spesso si riempivano di mille emozioni, facendogli quasi sembrare che la tristezza e lo smarrimento che vi aveva intravisto nei primi tempi in cui erano tornati a vivere come fratelli, insieme, fossero stati solo un’illusione.
Guardò nuovamente la bambina ormai addormentata, poi Sakura – anche lei crollata per la stanchezza del parto – e infine suo fratello. Lo guardò per bene, pensando che in quegli anni lui era maturato davvero tanto. Spesso era proprio Sasuke a fargli capire di non dover essere sopraffatto dal passato.
“Sono contento … otouto.” Disse Itachi, senza pensarci su troppo.
Le ferite del passato continuavano a farsi sentire, ogni tanto, sia per lui sia per suo fratello, ma non aveva importanza. Ormai avevano imparato a conviverci ed andare avanti, a guardare al futuro.
Sasuke avrebbe voluto rispondergli, ma le parole gli morirono in gola per l’emozione. Stava stringendo fra le braccia sua figlia, il futuro del sua Clan, e aveva accanto a sé due persone che lo amavano e lo avrebbero sostenuto per sempre. Era di nuovo accanto ad Itachi, poteva fare affidamento su di lui ogni giorno, come quando erano piccoli. Erano passati diversi anni ormai, dal giorno in cui erano tornati a vivere insieme, però se ci pensava gli sembrava ancora una cosa impossibile. Aveva ancora paura di perderlo.
Il loro passato era una ferita che si sarebbe riaperta per sempre, ogni tanto – ed in parte forse erano loro stessi a non volersene separare – però erano pronti ad affrontare il futuro, insieme.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed ecco giunti all’ultimo capitolo di questo sequel di “Un’altra possibilità” Spero vi sia piaciuto.
Questo capitolo è molto più corto degli altri, semplicemente perché è venuto così, e trovo sarebbe stato  stupido cercare di allungare il brodo a tutti i costi rischiando di scrivere un finale poco incisivo. Invece volevo proprio concentrarmi solo sulla nascita di Tomoko, che rappresenta proprio il futuro.
Poi, come avete notato … Itachi è rimasto senza compagnia, ma non me la sentivo di non dargli nessuna speranza da questo punto di vista, quindi ho inserito l’accenno  a quella ragazza. Ho aperto uno spiraglio, insomma, poi ognuno potrà interpretarlo come preferisce.
Ringrazio tantissimo i lettori che hanno sempre commentato, davvero mi fa tanto piacere sentire la vostra opinione. Mi piacerebbe se in questo capitolo finale si facessero sentire anche gli altri che hanno solo messo nelle seguite o preferite XD
Comunque … per chi segue “Voglio solo mio fratello” probabilmente aggiornerò sabato prossimo perché questa settimana vorrei concentrarmi sulla scrittura di una one shot, ovviamente Itachi/Sasuke.
Ci sentiamo!
   
 
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