SECONDO CAPITOLO
-Patto con il diavolo-
Tenten si lasciò cadere sulla scomoda sedia di plastica
dell’ospedale e portò
stancamente una mano sugli occhi, cercando di controllare la rabbia e
le
lacrime. Si sentiva inutile, completamente impotente in una situazione
così
delicata e rischiosa.
E mentre ripensava alla lite appena avvenuta comparve di fronte al lei
il
camice bianco di Sakura. Allungando un braccio le porse un bicchiere di
cioccolata e Tenten l’afferrò, ringraziandola e
accennando un sorriso. Il
giovane medico le si sedette accanto.
-Scusami per prima Sakura- le disse Tenten -ho perso il controllo, mi
sono
comportata come una bambina capricciosa-
-Le bambine capricciose non protestano per poter stare di fianco a
un’amica che
soffre- rispose l’altra sorridendole -sei perdonata-
Tenten bevve un piccolo sorso di cioccolata. Non aveva voglia di
parlare.
-E poi devo farti i miei complimenti- continuò Sakura
attirando nuovamente la
sua attenzione -far perdere le staffe a Neji non è
un’impresa facile.
Solitamente le sue reazioni sono di perfida e subdola vendetta, ma
stavolta ha
avuto una reazione che oserei definire normale. Ha persino alzato il
tono della
voce!-
Tenten sorrise. Capiva che era un tentativo di tirarle su il morale e
lo
apprezzava, ma non poteva cancellare il senso di amarezza che provava.
Ricordare Neji, poi, le faceva saltare nuovamente i nervi.
-Scusami- le disse -ma ora proprio non … -
-Haruno- una voce conosciuta e inaspettata le fece voltare entrambe.
Con grande
sorpresa si trovarono di fronte Neji.
-Si è svegliata- disse fissando il medico -credo che tu
debba venire a
visitarla-
Sakura si alzò in piedi a salutò Tenten,
appoggiandole dolcemente una mano
sulla spalla. La ragazza annuì semplicemente e la
seguì con gli occhi mentre si
allontanava. Non si stupì di trovare lo sguardo di Neji
puntato su di lei, e
rispose con la stessa vena di odio.
Lo fissò con intensità fino a quando anche lui
non scomparve nella stanza di
Hinata, poi si alzò in piedi, gettò il bicchiere
di cioccolata ancora mezzo
pieno e si avvicinò alla porta. Si guardò
attorno: il corridoio era deserto.
Silenziosamente appoggiò le mani sulla fredda lastra di
legno, e poi l’orecchio.
Aggrottando le sopracciglia, si concentrò sui suoni che
provenivano
dall’interno, cercando di non ascoltare i rumori della vita
dell’ospedale.
Le parole che riuscì a capire furono ben poche e tutte
scollegate tra loro. La
voce di Sakura era troppo debole; sperare di sentire quella di Hinata,
poi, era
un’idea impossibile, ma almeno voleva sapere se
l’amica stava bene. Voleva
esserne certa.
All’improvviso, però, sentì il suo
equilibrio crollare e si ritrovò con la
faccia attaccata al pavimento.
Appena alzò gli occhi capì che era successo
proprio quello che temeva: la porta
si era aperta.
-Ha fatto il tuo nome- le disse Neji con tutto il disprezzo e la pena
che un
uomo può provare -ma penso che tu lo sappia già-
Subito si allontanò da lei e ritornò al letto
della cugina. Tenten si rimise in
piedi e, guardando all’interno della stanza, vide Sakura che
la invitava a
farsi avanti. Ancora perplessa, fece qualche altro passo, lanciando una
rapida
occhiata a Neji, teso in volto, che però non la guardava
più.
-Vuole parlarti- le disse Sakura -avvicinati-
Tenten corse quando sentì quelle parole e appoggiando le
mani sul letto si
trovò di fronte gli occhi chiari di Hinata. La commozione
ebbe il sopravvento.
-Ciao, Hinata- riuscì a dire -come ti senti?-
Hinata non sorrise né aprì bocca. Si
limitò a guardarla.
-Sei stata tu a portarmi qui?- le chiese con una voce inquietante tanto
era
flebile. Tenten rimase sorpresa di quella domanda ed esitò a
rispondere.
-No- disse -non sono stata io, ma Naruto Uzumaki, quello di cui mi
parli tanto-
-N-Naruto?- domandò Hinata spalancando leggermente gli occhi
per lo stupore
-come faceva a … ?-
-Non ha importanza- l’interruppe Tenten -quello che conta
è che tu sia viva-
-Io non volevo più … - sibilò Hinata
con rabbia -non voglio più … -
-Hinata, sta calma- disse Sakura intervenendo -devi riposare, adesso
devi
dormire-
-Sì, Hinata- aggiunse Tenten -avremo tempo per parlare, di
ogni cosa. Ora è
meglio se ti lasciamo tranquilla-
La ragazza si chinò su di lei e la baciò sulla
fronte, salutandola. Poi si
allontanò e facendo un cenno a Sakura si voltò
per andarsene, ma prima di
uscire si fermò di fronte a Neji.
-Ti devo parlare- gli disse grave -vieni fuori un attimo …
per favore-
Non aspettò nemmeno che rispondesse, aprì la
porta e la lasciò socchiusa,
sicura che il ragazzo l’avrebbe seguita. Tranquilla, si
sedette di nuovo su una
sedia e poco dopo la porta della stanza di Hinata si riaprì.
Con pochi passi
Neji la raggiunse.
-Che vuoi?- le chiese, incrociando le braccia e squadrandola da cima a
fondo.
-Ti propongo un accordo- gli disse, ignorando il suo sguardo -se tu mi
permetti
di vedere Hinata … -
-Oggi è stata un’eccezione- l’interruppe
bruscamente -l’ho fatto solo perché
non mi sembrava il caso di litigare con l’Haruno di fronte a
lei. Non pensare
che ti lasci avvicinare di nuovo-
Tenten si morse la lingua per trattenersi dal rispondergli in malo
modo.
Abbassò il viso e solo quando ebbe ritrovato la calma e
l’equilibrio lo sfidò
di nuovo.
-Farò tutto ciò che vuoi- propose -chiedimi
qualsiasi cosa-
-Io non voglio niente da te- rispose Neji sorridendo -non so nemmeno
chi sei-
-Tenten- disse in fretta la ragazza.
-E credi che mi basti sapere il tuo nome?- le domandò
sarcastico Neji -Tu non
sei nessuno-
-Faccio parte del consiglio studentesco- rispose lei, sempre
più irritata -Casualmente
quest’anno il capitano della squadra di arti marziali alle
nazionali potrebbe
essere uno Hyuga e non più un Uchiha. Casualmente-
-Io non sono così squallido da comprarmi i ruoli-
ribatté Neji disgustato -le
persone come te mi disgustano-
-Oh, su, non fare il moralista- protestò Tenten -lo sappiamo
entrambi che gli
Uchiha sono capitani solo perché popolari. Tu, Hyuga, sei
molto più bravo di
loro, eppure non sei mai stato candidato. Non ti pare
un’ingiustizia? E poi
vincere il torneo nazionale ti assicurerà una borsa di
studio con la quale puoi
andare a vivere negli Stati Uniti. Non ti basta? Ti offro anche il
denaro-
-Sei veramente squallida- commentò Neji -pensavo di aver
visto di tutto, ma non
avevo mai incontrato una persona disonesta quanto te. Sei riuscita a
stupirmi-
-Lo prendo come un sì?-
-Siamo d’accordo- disse Neji dopo una breve pausa -potrai
vederla tre volte
alla settimana, per un’ora e con me presente. Ora vattene-
-Ci vediamo, Hyuga- rispose Tenten alzandosi.
Lo oltrepassò, guardando dritto di fronte a sé,
stanca di averlo di fronte.
Quando fu fuori dall’ospedale si blocco, alzò gli
occhi al cielo e sospirò.
Stava piovendo.
AUTRICE
Grazie a chi ha letto e commentato lo scorso capitolo. Spero continuerete a farlo!
Dryas