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Autore: LyliRose    25/11/2012    4 recensioni
Una donna viene uccisa a Diagon Alley, sul corpo viene ritrovato un anello che porta lo stemma dei Black. Harry Potter, Hermione Granger e Ronald Weasley sono chiamati a investigare; destinazione Malfoy Manor. La villa degli orrori ospiterà le misteriose avventure del Trio dei Miracoli, tra maledizioni di sangue, fantasmi inquietanti e incontri ravvicinati.
« E tu, Granger? Anche tu hai paura dei fantasmi e preferisci una camera nell’ala nord? »
Hermione alzò la testa per guardarlo negli occhi. Le parve che per un istante tutto fosse più nitido, anche la scalinata polverosa che portava ai piani superiori sembrava brillare di luce nuova.
« No, io voglio la camera migliore del maniero »
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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The Draco Horror Picture Show


Parte terza:
La maledizione


“By the pricking of my thumbs, Something wicked this way comes. (Act 4, Scene 1)”
― William Shakespeare, Macbeth

« Ci sono giorni in cui mi dispero per essere stato la rovina di questa famiglia, ma poi la guardo in viso e mi rendo conto che una creatura meravigliosa come lei può essere solo una benedizione  »

Caspar Herbert Malfoy fluttuava a dieci centimetri da terra, in viso un'espressione estasiata. Harry e Ron lo guardarono togliere dal panciotto un ciondolo ed aprirlo: al suo interno, una miniatura di incredibile bellezza ritraeva una giovane donna bruna e sorridente.

« C'è di mezzo una donna nella maledizione? Miseriaccia, amico, dev'essere qualcosa di terribile!  » disse Ron.

Caspar lo osservò per un attimo, annuendo. « Vedo che anche voi avete avuto il piacere di conoscere da vicino l'amore  » .

« Puoi dirlo forte! E sai cosa ti dico? Non ci casco più, che io sia maledetto se mi faccio infinocchiare un'altra volta! » rispose il ragazzo, irato.

« Oh, non lo dite mai!  »

« Che cosa?  »

« Che io sia maledetto! Le maledizioni sono una cosa seria, caro amico; seria come la morte  »

« È per questo che sei morto? Per la maledizione?  » chiese allora Harry, scrutando il fantasma.

« Potrei dire, signore, di essere 'non morto' a causa di essa, ma sicuramente ciò che mi uccise al principio fu proprio l’amore e, ancor di più… » Fece una breve pausa, fissandoli attentamente. «Il sangue».


†††

« Quindi è sempre stato questo il problema? Il sangue?  »

Hermione Granger sedeva composta su una sedia di legno accanto al camino, in mano una tazza di ceramica candida, piena di tè indiano dall'aroma forte e corposo. Draco Malfoy l'aveva invitata a sedersi con lui; il pretesto dell'insonnia era stato sufficiente a farla accettare senza preoccuparsi di cosa avrebbero potuto pensare Harry e Ron.  Naturalmente la conversazione era caduta sugli anni di Hogwarts, sui litigi, sugli insulti... Sulla stupida guerra.

« Dipende dal punto di vista da cui guardi la faccenda  » le rispose lui. « Sono certo che mio padre e gli altri Mangiamorte siano stati fedeli sostenitori della teoria del sangue puro; non credo, però, che, col passare degli anni, abbiano continuato a crederci  ».

« Perchè?  »

Lui rise, guardandola dritta negli occhi. « Quando ti accorgi che una ragazzina che, prima di ricevere la lettera da Hogwarts, non ha mai nemmeno sentito parlare della Magia batte tuo figlio, rampollo di una delle casate più in vista della società magica, in tutte le materie, qualche domanda inizi a fartela, non credi?  »

Hermione ora era curiosa. « Quindi che significato aveva per te quel Sanguesporco?  »

Un istante di silenzio. Le mani di Draco giocavano con il dorso di un volume.

« Esorcizzavano una mia grande paura  » le rispose poi, senza alzare lo sguardo.

« Quella di fallire?  »

« No, quella di innamorarmi di te  »

†††

« Non avevo di certo pianificato d'innamorarmi di lei, sapete?  » disse Caspar, guardandoli. « Lei era... profondamente... sbagliata  » .

« Oddio! Era un uomo?  »

Il fantasma assunse un'espressione stranamente divertita. « No, amico mio; era Babbana  ».

Harry e Ron si guardarono stupiti. Immaginarsi un Malfoy, qualsiasi fosse l'epoca da cui proveniva,  che si innamorava di una ragazza senza poteri magici era quantomeno insolito.

« Babbana? Scusa ma… di che periodo storico stiamo parlando? » chiese Ron.

Il fantasma fece cenno di seguirlo lungo il corridoio buio, poi iniziò a fluttuare a gran velocità verso il lato ovest del Maniero. I due ragazzi tentarono di stargli dietro, correndo a perdifiato tra le mura piene di ritratti e manufatti antichi, e, talvolta, cozzando contro armature arrugginite.

In poco tempo fu subito chiaro che si stavano dirigendo verso l’ala non più agibile della dimora. La tappezzeria che ricopriva le pareti assunse tinte giallastre, i quadri divennero più radi; le statue erano ricoperte di ragnatele e polvere e tutto appariva spettrale e silenzioso.

Raggiunsero presto una grande porta di legno con due ante, proprio in fondo a un corridoio laterale pieno di cianfrusaglie abbandonate sui logori tappeti argentati. Harry e Ron guardarono il fantasma sparire attraverso l’uscio e si fermarono un istante a riprendere fiato, osservando la miriade di oggetti accatastati a terra come immondizia.

« Allora? Venite? » la testa di Caspar faceva capolino tra le travi della porta: in viso gli si leggeva chiaramente un’apprensione che poco si addiceva all’antica nobiltà.

« Cosa sono tutti queste cose in terra? » si arrischiò allora a chiedere Harry.

Il fantasma parve considerare l’ammasso di rifiuti per qualche secondo prima di rispondere. « Quello è il segno del degrado che ho portato a questa famiglia. Entrate e vi spiegherò meglio ».

I cardini scricchiolarono: per un attimo solo Harry pensò che la porta gli sarebbe caduta in testa, poi l’uscio su aprì.

La stanza all’interno era chiaramente stata una camera da letto padronale: il baldacchino lussuoso, la toeletta in marmo e gli armadi raffinati arredavano con gusto lo spazio. Non fosse stato per l’enorme quantità di ciarpame magico accumulato sopra il mobilio e la polvere spessa che colmava ogni angolo della camera, Harry l’avrebbe descritta come la camera più bella che avesse mai visto.

« Ma che diamine è tutta questa roba? » domandò Ron, tentando di evitare quella che sembrava una pila di corna.

« Sono ninnoli contro la sfortuna; in realtà credo che molti siano stati ceduti ai poveri creduloni che li hanno acquistati con la pretesa di protezione contro le maledizioni. Inutile dire che è chincaglieria, buona solo per essere fusa e adoperata per farne polveri curative per il popolino »

Ah, eccolo il nobile che tornava a galla!

« Perché sono stati accatastati qui? » chiese Ron.

« Perché è qui che è stata consumata la mia prima notte di nozze; questo è l’inizio della maledizione ».

A un cenno del capo di Lord Malfoy, entrambi si voltarono verso l’unica parete completamente libera: quella dietro la testiera del letto, dove due ritratti perfettamente conservati erano appesi a un chiodo.

Il viso giovane di Caspar sorrideva dalla tela, il ragazzo del dipinto portava lo stesso panciotto del fantasma, aveva lo steso taglio di capelli, una sola cosa era differente: nel quadro Caspar sorrideva, un sorriso sereno e confidente, qualcosa che sul viso di quello che era il suo spettro non sarebbe mai comparso. Sotto la cornice c’era un’incisione: “Lord Caspar Herbert Malfoy:1845-1870”.

Il ritratto di una giovane donna dai boccoli castani era appeso di fianco a quello del suo amato. Era fasciata in un corsetto bianco che ne ingentiliva le forme, il colletto abbottonato fin sotto il mento le conferiva un’aria raffinata e irraggiungibile e il ciondolo verde smeraldo che le pendeva sul petto accentuava il sorriso sereno sul suo volto. Gli occhi blu riflettevano la stessa gioia di quelli di Caspar; erano gli occhi di una donna innamorata. Anche sotto questo dipinto c’era un’iscrizione: “Lady Louise Marie Harrington in Malfoy:1850-1870”.

« Merlino! È bellissima! » esclamò Ron.

« Era bellissima, amico mio…è morta » sospirò Caspar, fluttuando sopra il pavimento.

« Sembra un angelo! » disse Harry, scrutando il dipinto.

« Oh! » rispose Caspar. «Credimi, amico mio, quella donna era tutto tranne che un angelo! »

La risata del fantasma echeggiò tra le pareti per parecchio tempo.

†††

Draco Malfoy stava ridendo, una risata roca e maschile, profonda, che le faceva girare un po’ la testa.

« Granger! Bastano poche parole per farti stare zitta? Ah, l’avessi saputo anni fa avrei di certo sfruttato la cosa a mio favore! »

Le aveva detto che l’amava? No! Non era possibile! Fino a due ore prima, lei non si ricordava nemmeno che esistesse Draco Malfoy !

« Mi spiace, ma io credo di aver capito male… »

« Oh, no! Hai capito benissimo! » In pochi passi le fu di fronte, si inginocchiò davanti a lei, incontrando i suoi occhi. « Ero innamorato di te ».

Ero innamorato! Tempo imperfetto! Non “sono”, nessun presente, nessuna certezza! Poteva anche essere stata una cotta da ragazzini, giusto? Qualcosa di cui dimenticarsi appena messo piede fuori da Hogwarts, giusto!?

« Non diciamo sciocchezze! » minimizzò, tentando di buttarla sul ridere. « Non è che io sia proprio quel tipo di ragazza, Malfoy! »

E poi, riflettendoci, a lei che importava di Draco Malfoy? Non è che in tutti quegli anni si fosse mai chiesta che fine avesse fatto né se fosse o meno ancora vivo! E ora che lui s’inventava una sciocchezza qualunque, lei andava nel panico? Ma che storia era quella?

« Che tipo di ragazza, Granger? »

« Oh, beh…lo sai… il tipo di cui ci si innamora da ragazzini! Metà del mio tempo la passavo con quei due a ordire trame per salvare il mondo, l’altra metà in Biblioteca! »

Ci pensò su un attimo , poi continuò. « Inoltre, Draco, chi vuoi prendere in giro? Faticavi a sopportare la Parkinson, figuriamoci me! »

« Come hai detto, scusa? »

Hermione lo guardò, scossa. Come aveva detto? E chi se lo ricordava più! Lui la stava guardando ancora come aveva fatto poco prima….

Un cieco che vede il sole per la prima volta.

« I-io.. n-non… » balbettò.

« Mi hai chiamato Draco! Mi hai appena chiamato per nome… »

†††

« Per una così, io avrei rovinato altro che il buon nome della mia famiglia! » stava dicendo Ron, ancora intento a osservare il ritratto.

« Non ho fatto solo questo, amico mio; vedete, nella trama oscura della Maledizione, in molti perdettero la vita! » rispose Caspar.

« Avanti, allora! » esclamò Harry, indispettito. « Smettila di tenerci sulle spine e raccontaci questa benedetta storia! »

Caspar sospirò, poi si portò una mano alla base del collo, in un gesto automatico, prima di iniziare a parlare.

« Incontrai Louise a Parigi, durante un viaggio di piacere; passeggiava con la madre e il fratello nei pressi della cattedrale di Nôtre Dame. Mi ricordo che pensai fosse splendida, già dal primo istante.

Naturalmente conoscevo alla perfezione la sua vera natura, vedete, all’epoca la crème della società magica viveva in circoli ristretti; tutti i balli e gli incontri informali erano in mano alle famiglie più in vista e anche i matrimoni erano organizzati, spesso fin dalla nascita. Ciò non toglie che la famiglia Harrington fosse una delle più ricche dell’epoca; ricche ma Babbane.

Gettai all’aria una delle doti magiche più ingenti, una sposa perfetta, dalla genealogia purissima e sicuramente educata al massimo rigore, ma lo feci con una gioia mai sperimentata prima. Mia madre pianse un mare di lacrime, ma una notte, trovai un pastore pronto a rischiare e la sposai di nascosto, portandola in questa camera per consumare il nostro amore. »

Caspar aveva lo sguardo perso nel vuoto, sul viso un sorriso amaro che poco si addiceva alla felicità raccontata dalle sue parole. Attraversò ancora la stanza volteggiando, come se il solo movimento gli permettesse di rivivere ancora quei momenti. Harry era così preso dal racconto che non si rese conto nemmeno dell’attimo  in cui il fantasma si fermò e riprese a parlare.

« La felicità durò solo pochi istanti, naturalmente, e già qualche ora dopo ci ritrovammo a fare i conti con la dura realtà della vita: la servitù aveva rivelato il tranello a mia madre, che si era recata a Nocturn Alley a far visita a un conoscente; qualcuno che avrebbe potuto risolvere quella incresciosa situazione.

Tentai invano di calmare Louise; la povera fanciulla aveva sentito solo parlare della nostra Magia e gli Elfi erano riusciti a spaventarla fin troppo con i loro racconti su Nocturn Alley.

« La tenevo stretta tra le mie braccia quando successe: fu un attimo ed entrambi avvertimmo uno strano dolore alle membra; poi più nulla. Nessuno vi dette importanza in quel momento, nemmeno il taumaturgo esperto che convocai seduta stante. Merlino, quanto sbagliammo! »

A questo punto del racconto sia Harry che Ron erano completamente ipnotizzati, fissavano Caspar con apprensione e un po’ di incredulità.

« Allora? Cosa fece tua madre quando tornò? »

Caspar si voltò verso di loro, rivelando la traccia di quelle che sembravano lacrime, anche se l’idea di un fantasma piangente andava contro tutte le leggi della vita.

« È questo il punto; mia madre non tornò mai più »

Uno strano silenzio cadde tra loro; Harry e Ron non ebbero il coraggio di interrompere quella che pareva una riconciliazione con il passato e il fantasma era troppo perso dai suoi pensieri per curarsi di loro.

Poi, all’improvviso, Caspar riprese il racconto.

« Credemmo fosse incappata in un bandito, che qualcuno l’avesse uccisa in quel tugurio che era solita frequentare quando aveva bisogno di risolvere certi problemi; come le gravidanze della servitù o l’infedeltà di mio padre. Quando il corpo ci fu recapitato a casa però, scoprimmo che era intatto. Il mistero restò tale per qualche tempo: seppellimmo mia madre accanto a suo marito, nel mausoleo di famiglia, e pian piano la vita tornò a scorrere tranquilla, per quanto tranquilla possa essere la vita di due sposi maledetti. »

« Continui a dire che siete stati maledetti, ma la tua storia non ne spiega i motivi! » gli fece notare Harry, sempre più coinvolto.

« Questo perché, mio caro amico, noi stessi non ce ne accorgemmo finché non fu troppo tardi! » esclamò allora Caspar e Harry vide le lacrime scendere copiose dalle sue guance argentee.

« Pochi mesi più tardi, Louise portava in grembo il nostro erede e la vita pareva andare a gonfie vele. Poi arrivò quella dannata lettera; mio fratello minore, che studiava a Hogwarts, era perito in circostanze sconosciute: l’allora Preside mi faceva le sue più sentite condoglianze e mi informava che la salma sarebbe arrivata al Maniero l’indomani.

All’arrivo delle spoglie però, qualcuno della servitù iniziò a sussurrare… qualcosa di strano era successo a mio fratello. Mi bastò un’occhiata al cadavere per scoprire di cosa si trattasse: era intatto e nella stessa esatta posizione di quello di mia madre: gli occhi sbarrati e le membra irrigidite »

« Ma questi non sono necessariamente segni di Maledizioni! Il rigor mortis… » iniziò Harry, in tono professionale.

« Ne sei sicuro, mio caro amico? » lo interruppe il fantasma. « Hai mai visto le vittime di un “Avada Kedavra”? »

Oh, sì, Pensò Harry… Di quelle ne aveva viste anche troppe. Un volto su tutti tornò alla mente; il giovane Cedric che fissava il vuoto, gli occhi spenti e il corpo gelido.

« Ogni maledizione ha di certo il suo caratteristico modo di uccidere: la Cruciatus, per esempio, rende pazzi dal dolore, l’Imperius distrugge la mente; ma di certo tutte hanno in comune qualcosa; rubano l’anima » continuò Caspar, senza notare il momento di debolezza di Harry.

« Che facesti, dunque? » chiese Ron, ancora curioso, nonostante la piega decisamente sanguinolenta presa dal racconto.

« Andai a Nocturn Alley; quell’orribile individuo, tale Sinister, che mia madre era solita visitare così spesso andava interrogato. Lo sporco ratto confessò  di aver messo in atto un meccanismo diabolico secondo il quale, alla nascita del mio primogenito di sangue misto, Louise sarebbe morta e il bambino con lei. Naturalmente una magia di questo tipo necessitava di una potente fonte di sostentamento, poiché, come sapete, ogni magia ha il suo prezzo(1) . Quella scriteriata di mia madre, sia maledetta la sua memoria, aveva deciso che la sua vita e quella del suo secondogenito erano un prezzo irrisorio, se paragonato allo scempio che una Babbana avrebbe fatto del nostro sangue. »

« Immagino che tu non sia riuscito a salvare tuo figlio » concluse Harry, senza più nessuna traccia della curiosità che solo poco prima aveva mostrato. Quella era una storia orribile: d’altronde cosa ci si sarebbe potuti aspettare da una famiglia così?

« Se non l’avessi fatto non ci sarebbe stato più nessun Malfoy, non credi? Nessun maniero e nessun erede » constatò il fantasma.

E sai che pena sarebbero stati i loro sette anni di scuola senza nessun Draco Malfoy?

« Quindi, facci capire, cosa successe? »

« Per spezzare la Maledizione, un altro sacrificio mi fu richiesto e sono sincero quando vi dico che lo feci a cuor leggero. »

« Oh, Merlino! È così che sei morto, vero? Ti sei sacrificato per salvare l’ultimo erede della tua famiglia! » Ron sembrava aver preso il tutto come un gioco, una specie di cena con l’assassino. Peccato quelle fossero storie di persone vere.

Caspar annuì, ignaro dei tormenti interiori di Harry. « Esatto, ma non passai mai dall’altra parte; scelsi, anzi, di rimanere qui, e, a conti fatti, credo la mia sia stata una scelta sensata. »

Un’altra pausa intervallò la conversazione, poi Caspar riprese.

« Il mio sacrificio non bastò di certo a salvare la mia Louise e fu appena sufficiente a rendere la vita a mio figlio; ma una maledizione di quella portata richiedeva molto più di questo. Mia madre, quella sciagurata, maledì tutta la famiglia, così ogni generazione un solo discendente maschio nasce in questa enorme casa e ognuno di loro è maledetto, esattamente come mio figlio prima di loro. »

« Anche Draco Malfoy? » chiese allora Ron, senza voce.

« Sì, anche il mio tris-nipote Draco porta sulle spalle questo peso, purtroppo. Negli anni sono state cercate diverse soluzioni a questo, molte, come le cianfrusaglie che vedete sparse qui e quelle buttate là fuori, sono state puramente inutili, altre sembravano quasi funzionare… »

« Aspetta un minuto! » strillò Harry, un’idea fastidiosa che gli rimbalzava in testa. « Cosa significa di preciso che Draco è maledetto? »

†††

Maledetto candelabro!

Hermione cercò di spostarsi leggermente di lato, così da non rischiare di bruciarsi la gamba con la fiamma delle candele.

Quella era a dir poco una situazione fuori dal comune…

Il peso di Draco la schiacciò leggermente, nulla che le sue labbra non avrebbero guarito, ne era certa.

Certa come del fatto che, presto, avrebbe fatto l’amore con lui.

Come era iniziato? Non avrebbe saputo dirlo. Merlino! Fino a qualche ora prima non si sarebbe nemmeno ricordata di che colore erano i suoi occhi… E ora lo stava baciando.

E i suoi occhi erano argentei, e verdi…e grigi…e… favolosi.

Non si fermò a pensare nemmeno per un secondo, la razionalità era scomparsa nell’istante stesso in cui aveva varcato la soglia di quella biblioteca. Si chiese, per un attimo, se strane forze presenti in quel luogo non l’avessero indotta a comportarsi così.

Ma che pensava? Certo che non c’era nulla lì dentro… solo lei e Draco… e ora anche il suo reggiseno era volato a terra.

« Sei bellissima, Hermione » .

Parole sussurrate al suo orecchio, e poi denti bianchissimi e perfetti sulla sua carne…

L’aveva baciato lei o era stato lui? Non lo sapeva.

Eppure deve essere successo solo pochi minuti fa…

Ma a cosa sarebbe importato, ora? Oh, a nulla… esattamente a nulla.

Un gemito.

Draco le stava mordendo la pelle rosea del seno e lei si lasciò andare, stendendosi sulle assi del tavolo e regalandogli maggiore accesso al suo corpo.

« Ahia! » sussurrò appena, guardando la stilla di sangue che usciva dal suo dito, rimasto vittima del legno vecchio.

Maledetto tavolo!

†††

« Lord Draco è maledetto più di quanto lo siano stati gli altri! » sussurrò Caspar. « Suo nonno fece un patto con Lord Voldemort per essere reso immune a questo fardello, ma se non erro, voi l’avete ucciso e con la sua morte, tutto è tornato come un tempo! Anche la villa ne è testimone, non vedete come è diventata? Essa riflette la salute dell’ultimo erede! »

« L’ultimo erede? »

« Sì, colui che sarà costretto a spezzare la maledizione! »

« E come? » A Harry non piaceva affatto la piega che stava prendendo quel discorso.

« Con il sangue! Iniziò col sangue e finirà esattamente così! Sangue Babbano, per l’esattezza. »

Harry si alzò di scatto. La testa gli girava e il respiro si stava facendo accelerato, eppure riuscì a vedere lo sguardo confuso che Ron gli stava indirizzando.

« Vuoi dire che noi abbiamo appena lasciato una indifesa Nata Babbana nelle grinfie di un uomo disperato e maledetto? »

E allora anche Ron si alzò e non passò un solo istante che si mise a correre.



NOTE:
1.    “Every magic comes with a price” è una citazione di Tremotino in “Once Upon a Time”, un bellissimo telefilm in onda, ora, anche su Rai Due.

CANON O FANON?
·    Questa Maledizione è frutto della mia fervida fantasia e non c’è traccia di essa in nessun appunto di J. K. Rowling
·    I Malfoy non hanno mai fatto nessun patto con Voldemort perché li aiutasse con la Maledzione, anche questa è una mia invenzione

∷∷∷∷∷∷∷∷ SPAZIO AUTRICE∷∷∷∷∷∷∷∷∷

Eccoci, finalmente!
UN ENORME GRAZIE A POISON SPRING PER IL BETAGGIO ATTENTO E PAZIENTE!
Piaciuto, eh? Ora sono convinta che tutte mi chiederete l’epilogo con ancora più fervore del solito, giusto? Bene! Così rimanete tutte belle sulle spine fino alla fine!
Mi scuso per il ritardo, mie donzelle, ma il capitolo era complesso e il drastico calo di tempo a mia disposizione non ha aiutato la sua stesura! Non sono riuscita a rispondere alle recensioni, ma prima o poi progetto di farlo. Per il momento vi ringrazio tutte, perché questa storia sta avendo davvero molto più seguito di quanto mi aspettassi! GRAZIE!
Per qualsiasi cosa mi trovate QUI.
Alla prossima!

LyliRose
   
 
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