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Autore: LyliRose    14/10/2012    9 recensioni
Una donna viene uccisa a Diagon Alley, sul corpo viene ritrovato un anello che porta lo stemma dei Black. Harry Potter, Hermione Granger e Ronald Weasley sono chiamati a investigare; destinazione Malfoy Manor. La villa degli orrori ospiterà le misteriose avventure del Trio dei Miracoli, tra maledizioni di sangue, fantasmi inquietanti e incontri ravvicinati.
« E tu, Granger? Anche tu hai paura dei fantasmi e preferisci una camera nell’ala nord? »
Hermione alzò la testa per guardarlo negli occhi. Le parve che per un istante tutto fosse più nitido, anche la scalinata polverosa che portava ai piani superiori sembrava brillare di luce nuova.
« No, io voglio la camera migliore del maniero »
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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The Draco Horror Picture Show


Parte Seconda
Il Maniero


Mentre nella sala da pranzo veniva consumato il pasto offerto dal padrone di casa, il temporale non accennò a smettere;  parve anzi intensificarsi.

Ron alzava la testa dal suo piatto ogni trenta secondi, cosa alquanto insolita considerata la sua fama di buona forchetta.

Il Trio dei Miracoli, a cena finita, fu costretto quindi ad accettare l’invito di Draco a prolungare il suo soggiorno a Malfoy Manor, almeno per quella notte. Ron gemette tutt’altro che silenziosamente, ma poi fu convinto dalla promessa di una stanza comoda e calda nella parte abitata della villa.

« E tu, Granger? Anche tu hai paura dei fantasmi e preferisci una camera nell’ala nord? »

Hermione alzò la testa per guardarlo negli occhi. Le parve che per un istante tutto fosse più nitido: anche la scalinata polverosa che portava ai piani superiori sembrava brillare di luce nuova.

« No, io voglio la camera migliore del maniero ».

†††

Saltò fuori che, naturalmente, la camera migliore di Malfoy Manor era nell’ala disabitata. Hermione aveva voglia di mordersi le labbra a sangue, o forse sarebbe stato meglio mordersi la lingua, giusto per evitare altre uscite a sproposito.

« Stanza della Sporca Babbana » borbottò l’Elfo Domestico, aprendole la porta per poi girare i tacchi e andarsene senza degnarla di uno sguardo.

« Carino, davvero carino » disse, più a se stessa che alla creatura.

La stanza, inutile dirlo, era magnifica, così bella da rubare il fiato. Migliaia di smeraldi e fiori d’argento ricoprivano le pareti formando un intreccio di decorazioni, che parevano muoversi in sintonia con la fiamma flebile delle candele poggiate sul cassettone di mogano antico. Le tende che coprivano il letto scuro sembravano avere la consistenza stessa dei sogni e la porta che conduceva al bagno padronale era aperta, rivelando l’intricato arabesco delle piastrelle della vasca.

Hermione si stupì dello stato della camera: era pulita e nient’affatto impolverata; neppure una ragnatela si tendeva agli angoli del soffitto o sotto i mobili pregiati. Si accorse in quel momento di piccoli dettagli come il libro poggiato sul comodino, vicino al posacenere, e gli asciugamani posati sul letto che portavano il monogramma del loro proprietario: DLM. Una veloce ispezione dei cassetti e dell’armadio rivelarono vestiti da uomo all’ultima moda, biancheria di seta e libri rilegati in pelle.

O Draco Malfoy aveva un coinquilino Serpeverde oppure quella era la sua camera.

« Mi hai chiesto la stanza più bella, io non ho fatto altro che accontentarti ». La voce del ragazzo la spaventò a tal punto da farle cadere il cassetto del comodino su un piede. Hermione cacciò indietro le lacrime e le imprecazioni tentando di tenerlo d’occhio mentre le si accostava.

Ma fu solo quando riuscì a scorgere l’iride dei suoi occhi che si rese conto di essersi incantata a guardarlo, lasciando che si avvicinasse eccessivamente. Cosa voleva fare?

« Stai calma, signorina Granger  » lo sentì sussurrare la suo orecchio, « prendo solo il mio libro e me ne vado ».

Restò lì impalata a fissare lo sparato della sua camicia bianca, ipnotizzata dall’alzarsi e abbassarsi del suo petto, dal piacevole contrasto che la seta creava con la pelle del collo, ma soprattutto dalla sua vicinanza quasi soffocante. Tra loro c’era lo spazio di un respiro, eppure nessuna distanza le era mai sembrata così incolmabile.

Malfoy si sporse dietro di lei e afferrò il volume, regalandole poco più che uno sguardo indagatore, poi se ne andò chiudendo la porta alle sue spalle.

†††

« Miseriaccia! »

« Ron, è una camera da letto! »

« No, questa non è solo una stanza, Harry! Vedi come è nera? Sembra l’antro della Strega Breena! »

« E chi diavolo è la strega Breena? »

« Lascia perdere! Tu non capisci! »

Harry Potter si guardò intorno. Beh, forse i mobili di ebano scuro e quei tendaggi verde bottiglia non erano esattamente rassicuranti; la stanza sembrava più l’esposizione di un becchino che una confortevole camera per gli ospiti, ma, essendo quella una villa antica, la scelta del mobilio rispecchiava perfettamente i gusti di epoche passate.

« Io lì non ci dormo! » incalzò Ron, indicando il letto dalle coltri rosso scuro. « Ho la sensazione che se lo facessi quello sarebbe il mio ultimo giaciglio ».

« Cosa proponi dunque? » chiese Harry.

L’amico ci pensò su un attimo. « Possiamo andare a cercare Hermione e… chiederle di dormire con noi? »

« Ron, Hermione ti ha lasciato due anni fa, vuoi davvero continuare a pensare a lei in quel modo? »

« Non essere stupido! Non suggerivo certo quello! ». Ma era arrossito, Harry poteva vederlo.

« E cosa le dirai?  » chiese all'amico. « Ciao, Hermione! Ti prego; sono spaventato a morte, fammi dormire nel tuo letto stanotte?  »

Ron arrossì ancora e l'espressione del suo viso rivelò che quelle erano più o meno le parole a cui aveva pensato.

« Oh, avanti!  » esclamò allora Harry. « Io stavo scherzando! Non penserai mica che funzioni, vero?  »

L'altro si girò, borbottando assurdità sui consigli di un amico che di donne non capisce nulla e si avviò verso il corridoio buio.

« Aspetta!  » gli gridò dietro Harry. « Non vorrai lasciarmi qui da solo! »

†††


Lenzuola di seta impalpabile che scivolano su pelle nuda, bianca come la luna piena, lieve come la nebbia mattutina...

 Hermione deglutì.

Muscoli possenti che si tendono nel sonno, le lenzuola si attorcigliano a gambe lunghe e rivelano porzioni di carnagione ancora più chiara...

Un letto non poteva di certo creare certi pensieri. Era solo immaginazione e forse un po' di solitudine, nulla di più. Eppure lo stava fissando da interminabili minuti; se fosse stato solo un giaciglio come tanti si sarebbe già coricata, ma facendolo aveva quasi paura di rovinare la perfezione delle immagini che gli evocava.

Quello non era solo un letto; quello era il letto di Draco Malfoy. Come avrebbe fatto a dormire?

Cercò di avvicinarcisi ancora, sfiorò i contorni del baldacchino.

Mani che afferrano le colonne di legno, gemiti di piacere soffocati da baci roventi...

Bene! Non avrebbe mai dormito in quel letto, ne era definitivamente convinta, quindi tanto valeva fare un giro per la casa. Magari avrebbe incontrato un fantasma e si sarebbe spaventata a morte, magari sarebbe anche morta di paura; sempre meglio che rimanere lì a... indugiare su certi pensieri.

†††

In quella villa, ogni dannata parete era decorata di quadri, arazzi, statue e busti. Nella penombra della sera quegli occhi fissi e senza vita sembravano seguire ogni loro movimento.

« Pare che ci fissino! »

« Devo ricordarti che sei stato tu a suggerire di andarcene in giro da soli di notte in questo posto orribile? »

« Miseriaccia! Quasi me ne pento, ora! »

« COSA FARE QUI, VOI? »

Harry e Ron sobbalzarono ed entrambi lanciarono un grido così acuto da far tremare un’armatura vicina. La voce proveniva da una nicchia buia, e sembrava essere incorporea.

« Oddio! Ti prego! Non ucciderci! » gridò Ron, coprendosi il viso con le mani.

« Uccidere? A Creepy piacerebbe uccidere due stupidi, ma Padrone ha detto che io deve lasciare voi stare o chiuderà mie orecchie in porta del forno ».  Le parole non avevano smesso di echeggiare nel corridoi che la figura dell’Elfo che li aveva accolti poche ore prima gli apparve davanti.

« Ma tu cosa fai lì, scusa? » chiese Ron, portandosi una mano al cuore. « Miseriaccia! Per poco non mi fai prendere un infarto! »

Harry osservò Creepy farsi sempre più vicino; la veste logora strisciava sulla pelle ruvida dell’elfo facendo rumore.

« Io stare qui per fare guardia: esseri pericolosi abitare questa villa » lo sentì rispondere.

« Esseri pericolosi? » domandò Harry.

In quel momento un leggero movimento ai margini del suo campo visivo lo fece voltare: qualcosa si stava spostando furtivamente lungo i lati del corridoio. L’elfo li zittì entrambi con un gesto secco e tirò fuori dalla nicchia ombrosa un bastone appuntito, portandolo davanti a sé come fosse un’arma. Ron gemette piano.

La piccola figura scattò di lato, ma non riuscì a evitare il legno dell’elfo, che si piantò sul tappeto alle spalle dei due ragazzi.

Un lampo illuminò all’improvviso quella porzione di pavimento rivelando un topo delle dimensioni del palmo di una mano intrappolato dalla lancia, che lo trapassava da parte a parte.

« Oddio… » sussurrò Harry.

« Visto? » esclamò l’elfo, sollevando il bastone per rivelare il corpo del roditore ancora fremente. « Esseri pericolosi ».

I due amici osservarono la creatura allontanarsi in silenzio, troppo scioccati anche solo per riprendere a respirare normalmente.

« Sai, Harry? Credo che in fondo dentro quel letto ci dormirò stanotte… »

« Sì, credo anch’io. Torniamo da dove siamo venuti ».

Entrambi si girarono nella direzione opposta, iniziando a camminare.

†††

La parte disabitata del Maniero seguiva lo stesso stile decadente del salone dove avevano cenato poco prima; affreschi e arazzi coprivano le pareti da cielo a terra e ogni porta che si apriva sui corridoi infiniti seguiva nell’intarsio le decorazioni della stanza a cui dava accesso. Hermione sorpassò una successione interminabile di ritratti di famiglia; bellissime dame in abiti ottocenteschi e distinti Lord dai colletti inamidati. Tutto in quella casa sembrava essere preda di incantesimo, la polvere era solo una scomoda conseguenza del passare del tempo: sotto di essa tutto appariva miracolosamente intatto. Villa Malfoy non era decaduta, ma solo addormentata; pareva stesse aspettando il bacio del Principe Azzurro per essere risvegliata.

Una porta scricchiolò all’improvviso, deviando l’attenzione di Hermione dal ritratto di una ragazza con dolci riccioli biondi alla lavorazione dello stipite. Un solido volume aperto, il dorso piegato sotto il peso della rilegatura, le pagine che sembravano svolazzare leggere al vento. Di tutte le stanze nelle quali avrebbe potuto incappare, Hermione aveva trovato la biblioteca.

†††

« Ron? »

« No, silenzio! Sono sicuro che la nostra stanza fosse esattamente qui! »

« Questo, come vedi, è un gabinetto ».

Si erano persi. Harry lo sapeva, aveva accettato la cosa diversi minuti prima, quando si era reso conto che neppure tornare esattamente sui loro passi era servito a raggiungere la camera, naturalmente Ron ancora non l’aveva accettato.

« Ok, ok, riprendiamo da quell’angolo laggiù. Sono sicuro di aver già visto almeno la metà di questi ritratti! » lo sentì dire, mentre cercava di orientarsi.

« Questo perché siete passati qui almeno tre volte negli ultimi quindici minuti ».

La voce li raggiunse echeggiando alle loro spalle. Per un secondo Harry pensò si trattasse ancora dell'elfo di Malfoy, poi si accorse che il timbro profondo e il linguaggio fluido suggerivano diversamente.

Entrambi si voltarono all'unisono e stavolta si trovarono davanti a un fantasma che fluttuava a due metri da loro.

« Te l’avevo detto che questo posto era infestato! » accusò Ron. « E tu sei voluto restare qui per la notte! »

« Anche Hogwarts era infestata, eppure ci abbiamo dormito per anni! » rispose Harry tenendo d’occhio il fantasma.

Era poco più che un ragazzo, i tratti spigolosi del viso, la pelle chiara e i capelli biondissimi portati corti e arricciati sotto la nuca lo contraddistinguevano come membro della famiglia Malfoy. Il bastone da passeggio che portava e i vestiti elaborati poi, non lasciavano alcun dubbio: egli doveva essere stato uno dei precedenti Lord della villa.

« Posso chiedervi chi siete? » lo sentirono domandare, con impeccabile educazione.

« Harry Potter e Ronald Weasley, Auror del Ministero » si affrettò a rispondere Ron, la voce che tremava un poco.

Il fantasma a quel punto fece un profondo inchino, togliendosi la tuba dal capo. « Caspart Herbert Malfoy, Lord del Wiltshire; per servirvi » annunciò.

« I Malfoy possedevano tutto il fottuto Wiltshire? » esclamò Ron, prima di coprirsi la bocca.

« Mio caro amico, un tempo la reggenza d’Inghilterra ci riceveva con onore a corte! Certo, prima delle sfortunate circostanze che portarono alla mia dipartita e all’inizio della Maledizione… »

« Maledizione? » chiese Harry, incuriosito.

« Oh… una storia davvero interessante da raccontare » iniziò il fantasma, « Soprattutto in una notte come questa. Vi allieterebbe sentirla? »

†††

Immense scaffalature alte fino al cielo affrescato, volumi così antichi da sembrare quasi fuori posto, copertine  sistematicamente disposte in ordine alfabetico, l’odore intenso della carta e della colla da rilegatura. Quel posto era un paradiso.

La stanza era ancora più grande della Sala da Ballo che aveva visto passeggiando nei corridoi; incredibile anche solo pensare che una famiglia potesse leggere così tanti volumi in una vita. Certo, se la casa fosse stata sua, lei ci avrebbe provato.

« Oh, vedo che hai trovato anche tu un modo per combattere l’insonnia, Granger ».

E a quanto pareva non era l’unica a cui era venuta quell’idea. Draco Malfoy se ne stava seduto comodamente su una poltrona imbottita posta davanti a uno dei focolari, un libro in grembo e uno strano paio di occhiali sul naso.

« Questo è tutto tuo? » chiese incredula indicando con un gesto delle braccia la stanza attorno a lei.

Draco rise. « Non aveva nessun valore per quelle sanguisughe del Ministero che sono venute a confiscare i miei beni alla fine della Guerra; loro si sono limitati a portare via i gioielli e i dipinti d’autore, ma solo degli sciocchi avrebbero lasciato qui queste ricchezze ».

Hermione si avvicinò a uno scaffale, scorrendo con le dita i dorsi dei volumi. Molti erano scritti con antiche rune, linguaggi persi da tempo, ma non per chi, come lei, aveva fatto dello studio una fonte di vita.

« Sono tutti volumi di Magia Nera? » chiese.

« In quello scaffale? Sì » si sentì rispondere.

« Alcuni sono pericolosi anche solo da aprire, Malfoy; sono stati proibiti da secoli, come diamine hanno fatto a lasciarli qui? »

« Te l’ho detto, Granger, erano degli stupidi ».

E all’improvviso labbra morbide le sfiorarono il lobo dell’orecchio.

« Ma tu non lo sei, vero? Tu non sei come loro e scommetto tutto ciò che mi è rimasto che non vedi l’ora di immergerti nella lettura di questi volumi. Perché a te non interessa che siano proibiti, quanto più che ciò che contengono non sia stato studiato da anni e anni, che il loro sapere sia solo tuo » lo sentì sussurrare alle sue spalle.

Era così vicino da non permetterle nemmeno di muoversi; era intrappolata tra uno scaffale di libri e Draco Malfoy, non male come inizio nottata, chissà come sarebbe finita.



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Un immenso Grazie a Poison Spring per il betaggio.

CANON O FANON?
  • Come ben saprete, il Canon ci dice che in realtà Ronald Weasley non verrà mai lasciato da Hermione Granger, infatti i due faranno tanti bei pargoli rossi e vivranno felici e contenti per il resto della loro vita. Ma credo avrete già notato che il personaggio di Ron a me non è mai andato giù tanto, è per questo che lo bistratto puntualmente ad ogni nuova fan fiction, non troverete mai un Ron intelligente in nessuna delle mie storie, mi spiace!
  • Sì, l’Elfo si chiama Creepy, lo so, niente fantasia, eh? Beh, comunque a me piaceva come nome ed era “in tema” con la scena, quindi niente lamentele!
  • Caspar Herbert Malfoy è un personaggio originale, da me inventato prendendo  in prestito i nomi da diversi alberi genealogici trovati su HPLexicon.com. La Rowling non ha lasciato nulla di “ufficiale” su questa famiglia a parte che Villa Malfoy si trova nel Wiltshire, cosa che ho utilizzato per spiegare la nobiltà dei Malfoy e i loro rapporti con la reggenza d’Inghilterra che mi serviranno nel prossimo capitolo. I Malfoy non hanno mai posseduto tutto il Wiltshire, quella è un’altra mia invenzione.

NOTE AUTRICE
Questo capitolo mi serviva come introduzione al prossimo, in cui la storia si svolgerà nella sua interezza, e spero che il finale aperto non vi abbia lasciati troppo con l’amaro in bocca! Cercherò di essere puntuale con i prossimi aggiornamenti, ma sappiate che ho anche una long in corso e non posso toglierle troppo tempo essendo ormai arrivata a un punto critico della trama.

Prossimo capitolo: “La maledizione”,  presto su questi schermi!
LyliRose.


   
 
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