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Autore: Kristah    25/11/2012    2 recensioni
Una vita normale. Ecco cosa conduce la protagonista di questa storia. Certo, vi starete chiedendo come mai questa storia sia finita qui, nella sezione fantasy.
No, non è un errore.
Una vita normale non basta. Lupi mannari, creature mitologiche e fantastiche, profezie antiche e fate che vogliono aiutare il Re del Male a conquistare il mondo degli umani.
Quinn Evelyn Farrell, questo il nome della protagonista della mia storia, è una ragazza normale: frequenta il liceo di Albertville (Ohio), è la reginetta della scuola e la capo cheerleader, è fidanzata con il Quarterback della squadra della scuola.
Vi sto annoiando?
Se avrete un po' di pazienza vi mostrerò cosa sono in grado di creare e tirare fuori dall'idea per una storia nata per caso.
Le domande che vi pongo sono due:
-Avrete la pazienza di aspettare qualche capitolo prima della fantasia?
Ma quella più importante è....
Vi fidate di me?
Spero di avere tanti lettori, ragazzi!
Vi regalo un biscottino (?)
Tanto amore!
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Prophecy5
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Una volta deciso che la cosa può e deve essere fatta,
bisogna solo trovare il modo.

(Abraham Lincoln)



28 dicembre,

ore 11.00,
Biblioteca di Albertville.


Sono seduta su una comoda poltrona accanto al termosifone, con Teddy sulle ginocchia, che tiene la testa appoggiata alla mia spalla. Jack continua a camminare nervosamente avanti e indietro, senza sosta. E' nervoso e lo capisco bene, però deve smetterla di infondere tutta questa negatività anche a noi.
-Ti prego, Jack, siediti e cerca di stare un po' fermo. Sembri una tigre in gabbia- sibilo, scostandogli con un piede la poltrona da lettura dirimpettaia alla mia; Albie è andato a prendere la cioccolata, mentre noi siamo qui in attesa delle Muse, che ora fingono di essere le nipoti dei Collins, i nostri vicini di casa.
Mi chiedo come abbiano fatto, ma poi mi rispondo da sola che non voglio veramente saperlo.
La campanella appesa alla porta suona, indicando l'entrata di qualcuno.
Odore di cioccolata e caffè caldi. Albus.
-Scusate se ci ho messo un po'- dice, posando il tutto sul tavolino basso.
-Tra quanto pensi arriveranno?- gli domando, ignorando l'occhiata ammonitrice che mi rifila Jack.
Teddy si stropiccia gli occhi: è stanchissimo, ma non ha voluto lasciarci venire da soli.
Come se le nove ragazze mi avessero letto nel pensiero, la campanella trilla una seconda volta e le vediamo entrare in tutto il loro splendore; Albie è la prima volta che le vede, e apre la bocca assumendo un'espressione da stoccafisso; Jack, invece, anche se è già la terza volta che le incontra non riesce a non strabuzzare gli occhi, per capire se siano vere.
-Perdonate il ritardo, ma qualcuno non ha capito come far funzionare la macchina- dice Tersicone, estraendo la collana con il plettro[1] dal suo maglione a collo alto. Mi piace il fatto che cerchino di farsi riconoscere e spero di non confonderle mai, perché sarebbe imbarazzante.
Clio, con la sua inusuale spilla sbuffa e mi ritrovo a sorridere: di certo non avrei mai pensato di conoscere le Muse e non avrei mai immaginato che battibeccassero come delle ragazze normali.
-Basta, adesso. Non siamo qui per giocare!- afferma Melpomene, con una spada che viene avvolta da una serpe come collana[2].
-Hai ragione- dicono le altre due, in coro, prima di trovare un posto dove accomodarsi.
-Quindi...- inizio io, senza sapere dove andare a parare.
-Quindi, sono queste le persone che ti aiuteranno?- domanda Erato, fissandomi negli occhi. Ha le iridi rosse come le braci dell'inferno.
-Non che io abbia avuto molta scelta, in effetti- sussurro, con l'intento di non offendere nessuno. L'unico che mi sono scelta è Teddy, per la sua innata capacita intellettiva.
-Non è colpa nostra se Anastaysia, la strega che ha predetto il tuo futuro, l'ha fatto senza darti larga scelta!- esclama Talia, che ha appuntata tra i capelli una molletta con delle foglie d'edera.
-Trattieniti, Talia. Quinn ha tutte le ragioni del mondo per essere frustrata- afferma Urania, con una spilla a forma di cannocchiale[3].
-Non sono frustrata!- dico io, evitando di alzare il tono della voce e di alzarmi.
-Sai che il nostro compito è quello di convincerti ad adempiere al tuo destino, no? Ecco, ma prima di farlo, devi conoscere la nostra storia- dice Calliope, che ha i capelli raccolti in quello che riconosco essere lo stilo di pochi giorni prima.


Siamo le figlie di Zeus e di Mnemosyine. Frutti del peccato e dell'ennesimo tradimento di Zeus nei confronti di Era, sua sposa. A causa della nostra natura siamo state cacciate dall'Olimpo degli Dei, costrette a vagare sulla terra fino a quando il male non sarà debellato da questo pianeta. I poeti, gli scrittori, i cantanti, gli autori e gli artisti di tutto il mondo ci invocano, ancora oggi, quando hanno bisogno di essere guidati nelle loro opere, che porteranno il bene all'umanità. Stanche e spossate dal nostro vagare sulla terra, ci siamo unite a Colui che il Regno dei Morti governa.
Abbiamo una sola missione: convincerti a sconfiggere il male, per riacquisire il nostro posto nell'Olimpo e donare la pace agli uomini.


-Colui che il Regno dei Morti Governa?- domando, quando Calliope ha finito di parlare.
Le nove annuiscono.
Sento montare la rabbia: -Non mi farò aiutare da quelle che si sono schierate dalla parte di Lucifero!- sbotto, facendo voltare Albie e Jack, che mi guardano come se venissi da un altro pianeta.
-Ti confondi!- esclama Talia.
-Lucifero è Colui che è stato debellato dall'Olimpo perché voleva il male degli uomini. Noi siamo sotto l'ala di Ade, il Re dei Morti-
-Fa qualche differenza?- domando scettica, con un sopracciglio inarcato.
-Certo che la fa! Ti pare che verremmo qui a chiederti di spazzare via il male se fossimo alleate di Satana?- mi domanda Clio, come se stesse spiegando ad una bambina dura di comprendonio.
-Non ho a che fare tutti i giorni con le Muse, se permettete. Pensavo che voi foste ancora su all'Olimpo a bearvi della vostra bellezza- dico io, guardandole una per una e incenerendole con lo sguardo.
Melpomene scuote lentamente la testa.
-Ci aiuterai? Aiuterai l'umanità?-
Certo che, messa su questo piano è impossibile dire no. Se l'umanità è la posta in gioco, non potrei rifiutare anche se volessi.
Annuisco, ma Jack urla: -NO!-
Ventiquattro bulbi oculari lo fissano straniti: -Come, scusa?- gli chiedo io, mentre mio fratello si volta verso di me.
-No. Non aiuterai l'umanità a guarire dal male. Insomma, siete Muse, no? Avrete qualche potere magico! Tirate fuori una bacchetta, spargete polvere di stelle sui cattivi, fate qualcosa di vostro e non mettete a rischio la vita di mia sorella!- sbotta lui, alzandosi in piedi.
-Non è così che funziona, purtroppo- dice Euterpe, guardandosi i piedi. Altre sette abbassano la testa, ovviamente non Talia.
-Non possiamo battere le mani, fare tre giri su noi stesse e tutto se ne adrà. Non è così facile. Stiamo parlando del male, non del raffreddore!- esclama Talia, un po' troppo su di giri.
-Il problema è, che anche la controparte può fare magie[4]- dice Erato.
Albie si alza, pensieroso e guarda le Muse: -Quanto sarà pericoloso per Quinn?-
In una situazione diversa, mi verrebbe da riprenderli, perché stanno parlando come se io non fossi presente, ma data la serietà di questa conversazione, non mi sembra il caso.
-Un po'- afferma Clio.
-Un po' quanto?- chiede Jack, lanciandomi un'occhiata preoccupata, che ricambio con una calma.
Devo fingere di essere a mio agio, per il bene di tutti.
-La profezia dice che le conseguenze per il corpo mortale saranno crudeli- dice Teddy, per rimarcare la sua presenza in quella stanza. Gli accarezzo i capelli, mentre Polimnia, che non aveva ancora aperto la bocca, gli risponde in tono dolce: -La profezia dice il vero, ma il destino per l'anima sarà infinitamente grande-
Teddy alza la testa e mi guarda; sorrido, un po' tristemente.
Non so che cosa vogliano dire le Muse, così criptiche, e il mio sangue si mischia con il puro terrore dell'ignoto. Sarò abbastanza forte da sconfiggere il male o morirò provandoci? Cosa accadrà ai miei amici, alla mia famiglia?
Non c'è tempo per le domande, mi dico.
E' tempo di prendere una decisione.
-Ci sto- dico, lasciando Jack ed Albus a bocca aperta.
-Grazie- dice Erato, seguita da un cenno di assenso dalle sue sorelle.
-Non lo sto facendo per voi- dico comunque, ricordando loro che non sono un'amica, ma un'arma.


Ora di cena,
casa Farrell.


-Quindi, vi siete divertiti oggi in biblioteca, Teddy?- domanda Robert, mentre cerca di inforchettare un pezzo di arrosto.
Teddy, con la bocca piena e da bravo damerino quale è, annuisce semplicemente. Io e Jack gli siamo grati per questo. Abbiamo passato tutto il pomeriggio a parlare di Anastaysia.

-Tecnicamente, la strega, questa...- dice Albie, fissando uno dei tanti fogli su cui abbiamo ricopiato la profezia.
-Anastaysia- lo aiuta Calliope con un sorriso sincero sul volto.
-Ecco. E' morta. Nel 13 qualcosa- afferma lui, con il suo tono saccente.
Talia scatta in piedi e lo fissa con occhi di braci, che non è solo una metafora, ma rispecchia la realtà, perché le nove Muse hanno le iridi rosse come il fuoco ardente.
-Si dà il caso, mister Perfettino-So-Tutto-Io-Grazie-Ai-Miei-Libri che numero uno: le streghe siano famose per la loro longevità. Anastaysia aveva soltanto 85 anni quando ha espresso la profezia su Quinn e, numero due: noi veniamo dal Regno dei Morti, sai, dove stanno le persone morte!-
E' toccato alla povera Melpomene, che come sempre mi sembra la più grande, calmarla, intimandole di stare in silenzio.
-D'accordo. Scusa!- aveva sbottato Albie, tornando con gli occhi sul foglio che aveva davanti.


-Quindi, Quinn, hai ripensato a quello che ti ho detto prima di Natale?- mi chiede mia madre e io, presa completamente in contropiede le rivolgo uno sguardo vacuo.
Sono successe così tante cose dal giorno prima della Vigilia.
-Quella cosa su... Will, insomma- mormora infine, pensando, in modo molto innocente che i miei fratelli non sentano il nome del ragazzo.
-Ah, sì. Cioè, no, non ci ho ancora pensato, in effetti- dico io.
Ah, no. La mia mente è stata completamente assorta da altri problemi ben più gravi, ultimamente: salvare il destino degli uomini è tra questi. Non mi interessa nemmeno sporgere denuncia contro Will, non mi importava quando le Muse non erano ancora entrate nella mia vita e scommetto che non mi sarebbe importato nemmeno se avessi ignorato il contenuto della profezia.
Fortunatamente Rosie prende il comando della cena e la riporta su di sé e sua sorella, che a breve avranno un altro saggio di danza e che dopo cena vogliono farci vedere quando sono migliorate in pochi giorni.
Il resto della cena si conclude tra gli schiamazzi di James, che pretende di avere altre patate al forno e che tenta di rubarle dal piatto di Teddy, che gli rifila soltanto una forchettata fortunatamente non troppo grave nella mano.
-Tieni, Jamie, mangia le mie- gli dico, facendo scivolare la mia porzione di patate sul suo piatto.
Senza ringraziare, perché per lui è poco virile si mette a mangiare, ignorando bellamente lo sguardo dei suoi genitori che lo ammoniscono per non aver detto grazie. Con la bocca piena, borbotta comunque qualcosa e io lo prendo per buono.
Del resto, io e James non abbiamo uno splendido rapporto.
Anzi, James non ha un buon rapporto con nessuno, togliendo Jack.
Scuoto leggermente la testa, per evitare di pensare troppo e quindi di sovraccaricare il mio cervello, che ha ancora tante domande senza risposta che vagano per la mente.
Mi chiedo se quello che sto vivendo sia qualcosa di vero oppure solo un sogno ben architettato dal mio subconscio.
Per la prima volta, mi tiro un pizzicotto e mi rendo conto che fa male.
E' la realtà.


Ore 00.15
Camera di Ted Farrell.


-Per favore, resti a dormire con me, solo per stanotte?- mi chiede Teddy, con quel suo sguardo da cucciolo di cane; mi afferra la mano e lo guardo negli occhi. E' spaventato e si vede. Nemmeno i poster che ha appesi alle pareti sembrano calmarlo, cosa non da poco. E la copia di Harry Potter è abbandonata sul comodino.
-Certo, Teddy che posso dormire con te- per questa notte e per tutte le notti che verranno, se vorrai. E' questo quello che vorrei aggiungere ma la mia bocca si cuce mentre mi stendo accanto al mio fratellino minore, che non mi ha ancora lasciato la mano, per paura che io possa svanire nel nulla.

Cosa fare quando tutto quello che pensavi fosse soltanto fantasia diventa reale? E quando i mostri che pensavi fossero nascosti nell'armadio prendono posto nella tua vita?
Combattere.

Già, combattere, una parola dietro alla quale si nascondono tanti stati d'animo e tante emozioni.
La più forte di tutte? La paura. Quella che ti attanaglia lo stomaco, ti torce l'intestino e ti fa vedere il mondo come una prigione dalla quale non puoi scappare.







Note: 
[1]: La collana di Tersicone.
[2]: La collana di Melpomene.
[3]: La spilla di Urania.
[4]: Frase pronunciata in Harry Potter e il Principe Mezzosangue







Angolino della scrittrice:

Sono tornata, come promesso!
Non è un capitolo che fa il botto, lo ammetto...
In realtà è molto, molto di passaggio.
Noo, però, vi prego, non linciatemi anche perché è tipo cortissimo.

Detto questo...
Se vi interessa il blocco non m'è ancora passato, ma domenica prossima ci sarà comunque l'aggiornamento.
Domenica scorsa m'è sembrata quasi vuota.

Detto anche questo...
Niente, vi saluto!
A domenica prossima, guys!


  
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