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Autore: Ciack    13/06/2007    2 recensioni
San Valentino è un giorno in grado di dividere le persone, molti lo amano,molti lo odiano, Silente lo usa per i suoi loschi fini... ma cosa succederebbe se qualcuno ad Hogwarts costringesse il proprio amato ad esaudire ogni suo desiderio? Non sarà mica per questo che Harry è arrivato a TEMERE quel fatidico giorno?Riuscirà il ragazzo sopravvissuto a salvarsi anche dalla più terribile minaccia immaginabile da mente maschile,quattro ragazze con pieni poteri su di lui?!?! Scopritelo insieme a noi...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Chang, Luna Lovegood | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: Tortura Pucci-Pucci, un gioco pesante

Autore: the squad

 

Anf..anf.. dannazione, non poteva ancora fermarsi, non era abbastanza lontano.

Sperava fortemente che Luna decidesse di dargli almeno un po’ di tregua, non avrebbe resistito ad un’altra prova del genere. Altro che il Tremaghi, quella era roba per bambini, era durante quello stupido San Valentino che avrebbe rischiato di lasciarci la pelle!

Harry si appoggiò per riprendere fiato al tronco di un albero solitario vicino al campo di Quidditch.

Accidenti a lei, aveva ancora un altro desiderio!

Sollevando la mano e lo sguardo notò il manifesto con la sua foto, stile ricercato, appeso al tronco dell’albero dai centauri. Il se stesso della foto urlava e si dimenava come un disperato, tenendo davanti a se un numero di riconoscimento, il suo numero di matricola…

- Hey, ma questa roba dove l’hanno trovata i centauri? Io mica faccio lo scemo così nelle foto, non sono come Sirius! Bha, e poi per così poche monete d’argento, devono essere degli straccioni se credono che per una simile somma qualcuno si prenda la briga di consegnargli il famoso ragazzo sopravvmmbgggghh! -

Senza sapere come, ma immaginandosi il perché, Harry si ritrovò chiuso dentro un sacco di iuta.

Maledicendo la sua lingua (mai che si curasse ogni tanto di tenerla a freno), pregò tutti i santi del calendario magico che non fosse stata Luna o qualsiasi altra ragazza.

Evidentemente qualcuno lassù non aveva la minima voglia di ascoltarlo… si sentì trascinare via con poca delicatezza lungo il prato, riusciva anche ad udire delle voci. Erano stridule, sghignazzanti e altamente irritanti, sicuramente appartenevano ad un gruppo di ragazze.

-         Bene, posso cominciare a scrivermi l’epitaffio: qui giace Harry James Potter, morto durante un tragico San Valentino, martirizzato nel tentativo di sfuggire dalle grinfie crudeli di un gruppo di sciocche galline che…. - TUNF!

Volò sgraziatamente fuori dal sacco e sbatté con l’occipitale sul duro pavimento che riconobbe come quello degli spogliatoi di Quidditch.

La botta gli fece vedere prima le stelle ballare con un gonna hawaiana insieme a Silente, poi tanti uccellini cinguettanti. Provò a mandarli via con le mani, ma si accorse che in effetti erano veri e non erano esattamente pettirossi, bensì uno stormo di oche starnazzanti che rideva attorno a lui.

Cho e le sue amiche lo avevano circondato e nessuna via d’uscita era aperta.

“ Ma dov’è Luna quando ne hai bisogno? “ rimpianse disperato Harry “ avrebbe saputo cosa fare per salvarci la pelle, un fumogeno e poi fuga!”

Purtroppo per lui non c’era speranza di un aiuto esterno. Cho ringraziò le sue complici, che dopo qualche altra inutile risatina si ricomposero.

-         Ciao Harry, sono contenta che tu abbia accettato il mio invito a questa piccola…partita’ – La voce di Cho aveva sempre qualcosa di suadente che tendeva a non farlo arrabbiare, ma questa volta Harry non ci fece troppo caso.

-         Come sarebbe a dire ‘accettato l’invito’? Mi avete rapito e deportato! –

Seguirono risolini e commenti sottovoce vari dalle innumerevoli boccucce cincischianti che si erano riunite negli spogliatoi…sarà stata l’intera sezione femminile della squadra di Corvonero,più qualche aggiunta. Tutte sicuramente facenti parte dello stesso pollaio comunque, a giudicare dal vocio crescente.

Harry decise che il mal di testa incombente non era tanto dovuto alla botta quanto al fastidio di trovarsi lì, in mezzo a loro, e di esserci stato portato con la forza… il suo orgoglio virile stava vacillando…

- Adesso Harry Potter, di fronte alle testimoni qui presenti, ti chiedo di esaudire il mio primo desiderio di oggi! -

Figuriamoci… non poteva essere altrimenti dopotutto, Harry aveva sempre avuto un debole per Cho e viceversa. Solamente si chiedeva perché in tutto questo dovesse coinvolgere anche tutto il comarato?! Se fosse stata una cosa un pochettino più intima non sarebbe stato male… e invece…

-         Mmmhffva bene Cho, dimmi pure. Cosa vuoi che faccia?

-         Oh dovresti metterci un po’ più di entusiasmo Harryino mio. Sto per chiederti una cosa per la quale ogni maschietto di Hogwarts sarebbe disposto a mentire,rubare, persino uccidere. –

Il ragazzo si limitò a rialzarsi e annuire, pensando intanto che lui sarebbe stato disposto ad uccidere pur di fuggire dalla scuola.

- Ho capito, non vedo l’ora di fare ciò che mi ordinerai, non sto nell’uniforme e la mia bacchetta freme per un po’ d’azione… - disse senza molta convinzione.

Alla spavalda dichiarazione seguì unoooh’ generale e un’altra ondata di commenti apparentemente esilaranti.

Dopo che Cho ebbe finito, o quasi, di ridere, si rivolse di nuovo a lui.

- Benissimo, ne sono molto felice! Perché il mio primo desiderio è che tu mi insegua in volo per il campo e che tu mi prenda! -

Appena finita la frase le amiche si dileguarono rapidamente, dirette all’esterno,verso le gradinate… ci sarebbe stato anche il pubblico…

Cho si preparò in fretta prendendo la sua scopa e finendo di sistemarsi i lunghi capelli corvini, senza curarsi della faccia di Harry, che stava evidentemente pensando a un doppio senso nella frase precedente.

- P..prendere hai detto? – Oh no, ci risiamo, ti prego San Godric per favore, so che non sono molto devoto ma per stavolta fa che non sia un altro folle e insensato inseguimento!

- Esatto Harryuccio, vienimi a prendere, cavalca la tua Firebolt e afferrami al volo col tuo impeto leggendario! – E con un risolino spalancò la porta degli spogliatoi,che dava direttamente sul campo di quidditch.

Perfetto, pensò Harry, quel giorno evidentemente i santi avevano di molto meglio da fare che stare a sentire le sue lamentele… Certo che così come gliel’aveva chiesto Cho sembrava l’invito a fare ben altro… anche perché la smorfiosa si era casualmente morsa sensualmente il labbro inferiore subito dopo la dichiarazione del desiderio. Il modo in cui l’aveva lasciato scivolare fra i suoi denti fece deglutire il ragazzo, che dopotutto non sembrava poi così contrariato. Chissà cosa avrebbe voluto dopo esser stata presa, l’idea di saperlo lo stuzzicava.

Ma nel vederla fluttuare piano e poi sfrecciare nel campo intimandogli di seguirla, l’orgoglio maschile di Harry venne scosso e provato per l’ennesima volta in quella giornata, come poteva essere di nuovo costretto a mettersi in ridicolo per assecondare un’altra ragazza? No,non sarebbe andato affatto! Incrociò le braccia imbronciandosi come un bambino e rifiutandosi di prendere la sua scopa che,non si sa come ne perché, era già stata portata lì senza chiedere il suo permesso.

E sempre senza chiedere la sua opinione la scopa si animò da sola e prima che Harry potesse accorgersene era partita da dietro di lui passandogli sotto le gambe e sollevandosi per portarlo in campo. Il Grifondoro cacciò un urlo sia di sorpresa che di dolore, essere presi dove non batte il sole da una scopa in carica non era proprio il massimo per la salute… Ma subito dopo si sentì sollevato pensando a quali altri danni ben più gravi aveva evitato durante il turbolento decollo. Da provetto cercatore qual era ed è sempre stato, Harry riprese controllo della Firebolt e si raddrizzò per bene. Stabilizzatosi si guardò intorno notando con estremo disappunto che lo stadio non era affatto vuoto! Alla tribuna del cronista Pix si divertiva a sbeffeggiarlo dall’istante in cui era comparso in campo, sugli spalti c’erano praticamente tutte le ragazze di Corvonero ad emettere urletti deliranti, fra di loro due ragazzoni familiari dai capelli rossi stavano raccogliendo scommesse sull’esito della ‘partita’.

- Fred! George! Che cavolo ci fate lì? Datemi una spiegazione… anzi prima datemi una mano! Tiratemi fuori da quii! –

- Hey Harry, - Fred lo salutò con ampio gesto della mano - è proprio un piacere vederti. Mi spiace…-

- …ma non possiamo farci niente. – Continuò Gorge – Stiamo facendo troppi affari per poter smettere ora.-

- Giusto, ma puoi stare tranquillo, la tua sopravvivenza è data quasi per certa dalle puntate! –

- Lo stesso non si può dire per la tua vittoria… qui pensano tutte che tu sia troppo lento! –

Cosa? Troppo lento lui?! Questo era troppo! E poi… i suoi amici troppo legati al denaro non avrebbero alzato un dito per aiutarlo e anzi stavano fomentando il pubblico, il tutto mentre Cho stava volteggiando pian piano una decina di metri più in alto. Ma perché avevano parlato di sopravvivenza? Harry era uscito vivo da un’infinità di situazioni pericolose, era sopravvissuto a partite con bolidi truccati,ad anni di vita coi suoi zii,allo scontro col drago, al raggio verde di Voldie e persino ai saldi di fine stagione a Diagon Alley, cosa poteva spaventarlo ormai? Bha, di sicuro non era niente di serio, non doveva preoccuparsi.

Ad un certo punto il suo sguardo si soffermò su un piccolo gruppetto di persone sicuramente imbucate, poiché i colori erano quelli di Serpeverde e senza dubbio non erano ragazze.

- Tho, il Furetto Furente e i suoi scagnozzi! Proprio il massimo… -

L’ironia era l’unico metodo per sopravvivere alla sfilza di insulti che gli stava arrivando da Malfoy e i suoi fedeli Tiger e Goyle.

Mpf, poco importava, avrebbe dato il meglio di se, si sarebbe messo un po’ in mostra davanti a quei tre e avrebbe guadagnato popolarità fra la popolazione femminile della scuola.

- Fagli vedere chi sei Harry.. – si disse da solo – Lasciali dire e tra poco si cheteranno da sé, impressionati dalla tua disarmante superiorità aerea! -

Per la prima volta da un paio di giorni si sentì terribilmente sicuro di sé. Sorridendo sornione, intoccabile nella sua fierezza, alzò lo sguardo verso la ragazza che aveva deciso di essere la sua preda… per lasciarsi cadere la mascella un secondo dopo!

‘Ma che razza di gonna si è messa?! E’ cortissima! Riesco a vedere benissimo tutto quanto! Non sapevo le piacessero i pulcini di fenice sulla biancheria intima…

Un ripetuto schioccare di dita della ragazza fu necessario per riportarlo alla realtà. Cho attirò la sua attenzione e si avvicinò scendendo ancora un po’ per parlargli.

- Bene, hai già avuto abbastanza per ora, direi… il resto dovrai guadagnartelo! Avanti, inseguimi bello! –

La scopa di Cho si lanciò con sorprendente velocità dal centro del campo verso una delle due porte, Harry non rimase molto a pensarci e si gettò all’inseguimento spinto più dagli ormoni che dalla razionalità. Come poteva permettersi di sbavare in una situazione simile che senza dubbio avrebbe finito per portarlo ad ulteriori umiliazioni? Forse proprio perché non aveva più nulla da perdere?

Wwwwwumm!

Solo l’istinto da giocatore esperto di quidditch lo salvò da un bolide diretto contro la sua faccia, si abbassò appena in tempo per schivarlo. Forse aveva ancora qualcosa da rimetterci in effetti… le dentiere costano care…

Dopo cinque giri del campo la testa ed il mondo cominciarono a ruotare sempre più rapidamente, ma Cho non sembrava risentirne affatto quanto Harry, con la sue gambe entrambe da un lato solo della scopa.

Harry ebbe giusto il tempo per vedere Malfoy che se la rideva mentre Goyle gli porgeva un altro bolide da tirargli contro e Tiger si stava strozzando a furia di mangiare pop-corn cercando di ridere per seguire il suo capo.

Chi altro poteva esser stato,se non lui? Non sarebbe stato un problema comunque… il secondo bolide sfrecciò molto più distante dalla scopa di Harry rispetto al primo.

Il grifondoro osservò la palla allontanarsi e si girò di nuovo per schernire quel povero mammifero da pelliccia del suo rivale mostrandogli il didietro e dandosi una pacca.

- Dovrai fare meglio di così Malfoy! Per fortuna non sei il battitore di Serpeverde o sareste ancora più scarsi di così! -

Draco digrignò i denti e fissò Harry carico di rabbia mentre imprecava chiedendo altre munizioni.

Harry,soddisfatto, riprese ad inseguire Cho, la quale a sua volta si batté il posteriore in segno di sfida… segno che Harry non vedeva l’ora di cogliere.

“Miei, miei, i pulcini di fenice saranno tutti miei! Haa-haha!”

Stavolta Cho passò nelle tre porte facendo lo slalom, Harry la seguì ripetendo l’acorbazia, costretto dall’incantesimo.

Perfetto, pensò Cho, tutto come nei piani…

- Oh, Harry.. Perché sei tu Harry, così virile e abile in sella alla tua poderosa cavalcatura, in difficoltà nel raggiungere il mio cuore? -

Per tutti i bardi,ma che stava dicendo quella gran sventol..ehm.. quella ragazza? Si era per caso fumata dell’erba gnomica con delle pagine di Shakespeare? Gli ingranaggi del suo cervelletto avrebbero avuto bisogno di un po’ di svitol?

- Cho… Ma che stai a dire? – fu l’unica e sfortunata risposta che Harry riuscì a spiccicare.

- Dhe, vedi dunque, nemmeno la poesia della mia favella giunge al cor tuo cieco all’amore! –

Harry decise che stavolta non avrebbe risposto, troppo allibito, ma le avrebbe chiesto poi come si faceva ad avere quella roba…

Cho continuò, stavolta con il suo tono consueto – Non mi lasci altra scelta, dovremo passare alla tortura pucci-pucci in tre fasi per convincerti ad impegnarti! –

- Tortura pucci-pucci? - No…oh no, non lasciava presagire nulla di buono.

Ancora una volta, giunti dall’altra parte del campo, Cho ripete lo slalom tra le porte.

Harry senza riflettere la seguì e infilandosi nella prima porta venne inondato e completamente ricoperto da miele appiccicaticcio.

Mmmh, al tiglio, decise dopo averne involontariamente assaggiato un po’.

Disgustato, non poté impedire di finire subito nella seconda porta, e ritrovarsi cosparso da una doccia magica di petali di rosa, che ovviamente gli rimasero attaccati addosso per la maggior parte.

Terrorizzato dall’idea di dover passare la terza porta tentò furiosamente di virare nella direzione opposta, ma il suo unico risultato fu quello di ritrovarvisi bloccato proprio nel mezzo.

La terza porta lo stava riempiendo di spruzzate di profumi tanto dolci da essere nauseabondi.

- Uh, uh, uh… ti piace Harryetto? E’ di mia creazione il profumo, si chiama Lapaar, è fatto con lavanda, patchouli e fiori d’arancio! – si vantò sorridente Cho, senza curarsi dell’atrocità appena compiuta.

Etchuum! Harry si accorse della lavanda, e anche il suo naso delicato, doveva essercene troppa.

Ma le lacrime sul suo viso erano più per l’umiliante situazione che per l’essenza respirata.

Si sentì tapino e rovinato, come Silente quando finiva i dolci nella dispensa…

Intanto Draco si stava godendo la risata più grossa dai tempi della Umbridge, ma venne interrotto da qualcosa che lo afferrò per il colletto ed iniziò a trascinarlo su e giù per i gradini verso l’uscita del campo. Draco interruppe i festeggiamenti per girarsi e vedere una delle sue compagne di casata, era proprio lei, Pansy!

- Hey Parkinson, che stai facendo? Dove mi porti, proprio ora che San Potty vescovo e martire è conciato come una torta di rose?! -

La sua compagna solitamente attenta ad ogni sua parola lo stava ignorando e procedeva a tirarselo dietro come un sacco di patate.

Draco allora si rivolse ai suoi due gorilla, che però non lo notarono nemmeno, o almeno fecero finta di non notarlo.

- Ma che sta succedendo qui Pansy? Si può sapere che ti salta in mente? -

A quel punto Pansy si girò impettita verso Draco e lo guardò con occhi più decisi che mai

- Senti Dracuccio, mettiamo bene le cose in chiaro. Potter oggi sta solo facendo quello che gli chiede Cho, come hai visto. E non ci vedo nulla di male, anzi farai bene a prendere esempio da lui se vuoi riuscire a rendermi felice e del tutto soddisfatta.

Un orrendo dubbio di insinuò nella mente di Draco, ma si rese conto che era troppo tardi per sottrarsi.

-         No, dai Pansy.. Eheh, siamo sempre stati amici, tu non lo faresti vero? –

- Amici?! – rispose indignata la Serpeverde. – Ecco dov’è il problema, voi uomini non capite mai niente…Ti farò vedere io perché dobbiamo essere ben più che amici…per quanto riguarda ciò che ho in mente, aspetta di essere in camera mia! -

Senza voler più sentire ragioni la ragazza se ne andò col bottino umano che, dibattendosi e implorando aiuto in tutte le maniere conosciute cercava invano di divincolarsi.

Ma torniamo al povero Harry, inzuppato di miele e coperto di ogni genere di cosa carina e profumosa. Non si era nemmeno accorto della figuraccia di Draco, anche perché la sua era molto peggiore.

Ora sì che la rabbia lo avrebbe spronato! Correva come un fulmine dietro alla scopa di Cho, che si era messa a cavalcare la scopa normalmente.

Harry eseguì con maestria loop e immelman turn riuscendo quasi a sfiorarle l’orlo della divisa.

La ragazza sembrava ancora più divertita dal futile sforzo del Grifondoro.

-         Bene, vedo che iniziamo a riscaldarci… è il momento di passare alla fase pucci-pucci numero due! –

Due? Ma non erano già tre le fasi che lo avevano ridotto in quel modo? Dunque le tre porte erano solo la fase uno?!

A un ordine di Cho, tutte quante le amiche sugli spalti estrassero una mazza ed un bolide rosa, con tante labbra dipinte sulla superficie.

- Vedi mio dolce paladino, in quelle sfere ho impresso tutto l’affetto dei miei baci per te! Lascia che questi strali d’amore riscuotano il tuo cuore dal suo torpore! –

- Grraar, adesso ti riscuoto iooo! – gridò, gettandosi disperato alla carica, senza voler sapere cosa sarebbe successo.

- Fuoco! – gridò Cho

Preso com’era dalla foga dell’inseguimento il ragazzo sopravvissuto non si curò nemmeno di schivare la bordata di bolidi rosa che lo raggiungevano da tutte le direzioni e venne investito da un nugolo di colpi.

Al contrario di quanto si era aspettato però, non gli fracassarono le ossa come un torchio; il primo bolide, infatti, esplose in una fontana d’acqua multicolore che lo ripulì da tutte quelle cose appiccicose-mielose.

I seguenti bolidi invece lo colpivano con baci così schioccanti da fargli scoppiare i timpani…senza contare le chiare impronte di rossetto oro, rosso fuoco, blu elettrico e violetto di cui in breve fu pieno in ogni parte: viso, collo, mani, camicia…e via discorrendo.

Harry diede atto a Cho che quello era stato un ottimo piano per portarlo nel giro di pochi secondi dalla leggera eccitazione per una sfida, alla furia cieca della vendetta. Mai in vita sua era stato umiliato in quel modo davanti ad una tale quantità di femmine!

Si portò al centro del campo, volando basso, Cho era a circa venti metri da terra esattamente sopra di lui.

Adesso basta inseguire, il predatore avrebbe fatto il balzo decisivo e ghermito la vittima prescelta! Concentrando la sua forza nelle gambe, Harry scese verso il prato e poi si spinse via per partire come una molla verso l’alto.

Cho lo aveva intuito però, e si stava già preparando a sfuggire. Entrambi schizzarono su, su, sempre più su, ormai gomito a gomito a più di cento metri dal suolo.

Quando Cho sentì che il suo principe azzurro ricolmo di baci la stava per afferrare esclamò con tutta la sua forza – Fase pucci-pucci numero tre!

Le due scope si staccarono dai loro corpi, lasciandoli sospesi a mezz’aria, e si attaccarono per andare ad esplodere pochi metri più in là.

Fu uno scoppio di cuori di fumo di ogni colore, che li circondò, mentre la ragazza prese Harry fra le braccia e finalmente gli sorrise sinceramente.

- Oh Harry, non sai quanto ho aspettato questo momento! Siamo proprio come Step e Babi, noi due insieme… tre metri sopra il cielo! -

Harry, tra il furente, l’irritato e il terrorizzato le rispose urlando fragorosamente.

- Dannazione a te, altro che sopra! Hai fatto esplodere le nostre scope e cadremo fino a sfracellarci tutti! Finiremo insieme sì, ma tre metri sotto terra!! -

- Oh, sono sicura che mi salverai mio eroe… - e così dicendo, sempre in caduta libera, gli si avvicinò ancor di più al volto e gli lasciò un bacio sulle labbra, appena sfiorandole, carezzandole come mai gli era successo.

Tsk…uomini! Dopo quel bacio Harry dimenticò in un istante cosa fosse successo poco prima, le figure pessime con le altre ragazze, le cose orribilmente pucciose-dolciose messe davanti ai suoi sensibili occhi di vero uomo… Ora l’unica cosa a cui riusciva a pensare era la soffice sensazione lasciata dalle labbra di Cho sulle sue, vellutata e inebriante, da perdere i sensi…

Perdere i sensi? Accidenti stava ancora precipitando a una velocità pazzesca! A pochi secondi dall’impatto emise un urlo lacerante, cosa che per poco non gli fece mozzare la lingua quando rimbalzò sul prato da gioco, improvvisamente diventato gommoso.

Di punto in bianco Harry si ritrovò in piedi, sulla terraferma e con una Cho straripante di felicità in braccio.

Non riuscì a godersi la situazione di trionfo a lungo, perché Cho chiamandolo il suo eroe, lo fece volare di nuovo a terra e in un attimo fu sopra di lui.

Prese a baciarlo appassionatamente sul volto, sulle labbra, a toccarlo sotto la giacca, poi con sempre più veemenza a slacciargli la camicia e a scendere con la lingua sul suo petto.

Harry poteva sentire l’eccitazione crescere in lui più come un ippogrifo nella stagione degli amori che come un essere umano, ma fu proprio in quel momento che Cho si rialzò di scatto e, ammirandolo così, impotente e pieno di desiderio gli sorrise.

- Per ora basta… il resto ce lo teniamo per dopo, solo per noi due, no? -

Harry deglutì vistosamente, Cho lo prese per un sì e si allontanò soddisfatta dal campo.

Il ragazzo si rese conto pochi secondi dopo che la sua disperazione e frustrazione stava rapidamente raggiungendo il culmine in quella stramaledetta giornata di metà febbraio. Alzandosi in posizione seduta, ancor prima di riabbottonarsi del tutto, vide sugli spalti un gruppo di amiche di Cho che ancora non se n’era andato.

Tenevano bene in vista quattro grossi cartelli quadrati sui quali avevano scritto 10 - 9.7 - 10 - 9.8.

Beh in fondo non era andato così male, sorrise rialzandosi e spolverandosi la spalla della giacca…

La giornata era ancora lunga, ma nulla più poteva scoraggiarlo! (Forse…)

 

 

 

 

  
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