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Autore: N F LEYDEN    03/07/2004    1 recensioni
Cosa succederebbe se un brillante scienziato scoprisse il segreto biologico della magia, se ora Silente, Harry e tutti i babanofili si sentissero profondamente minacciati da coloro che hanno sempre protetto. Storia del primo conflitto Mago-Babbano.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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ALFIERE IN G

                                      ALFIERE IN G-4

 

“ Per vettore di clonaggio si intende un plasmide o un fago usato per veicolare un inserto di DNA estraneo all’interno di un ospite ”

B. Lewin “ Gene VI ”

 

 

 

<< Non ne posso più >> disse Elizabeth passeggiando nervosamente per lo stanzino, erano due giorni infatti che erano confinati in una minuscola camera nell’ala nord del complesso,<< quanto tempo hanno intenzione di farci stare qua dentro? >>

<< Non ne ho idea >> rispose Fabian, << ma se proprio non sai come passere il tempo… >>

<< Non crede di correre un po’ troppo dottor Wise? >> chiese Elizabeth.

<< Veramente intendevo proporle una partita a scacchi >> rispose Fabian sorridendo, << ma sono lusingato che abbia pensato a qualcos’altro >>.

Elizabeth inarcò lievemente un sopracciglio.

 

 

 

 

Harry camminava malinconicamente per i corridoi della scuola.

Lupin il nuovo preside, gli aveva chiesto il favore di sgomberare l’ufficio di Silente dagli affetti  personali del vecchio.

In molti avrebbero preso quella richiesta come una seccatura, ma Harry sapeva che il lupo mannaro aveva voluto dargli quell’ultima occasione per dire addio a Silente.

Passò attraverso i due Gargoyle, moggi e indifferenti ormai, ed entrò nell’ufficio.

Si agirò con il cuore colmo di ricordi e commozione tra i vecchi scaffali e strani congegni del vecchio preside fino a fissare sconsolato il trespolo dove era solita riposare Fanny, l’Araba Fenice era scomparsa come fiamma nell’oscurità la notte della morte di Silente.

Lo sguardo di Harry fu infine attirato dalla vecchia scacchiera del preside, su quegli stessi pezzi, tre anni addietro, si era fatta la storia.

 

Intermezzo 4

 

 

<< Allora, cosa posso fare per il nuovo comandante dell’ordine della fenice? >> chiese Silente da dietro la grande scrivania di mogano.

<< Potrebbe concedermi una partita >> rispose Harry indicando la scacchiera poggiata su una mensola, aveva preso l’abitudine sfidare il preside a scacchi quando si sentiva troppo teso o troppo preoccupato, e in quel periodo era quasi impossibile non sentirsi tesi e preoccupati.

<< Sai Harry, sei diventato un giocatore di tutto rispetto ultimamente >>. Disse il preside iniziando a muovere.

<< Beh, per forza >>rispose il ragazzo << non è questo che stiamo facendo contro Voldemort? Una interminabile partita a scacchi >>.

Silente non rispose, non diede segno di aver sentito, ma per un attimo sembrò che il suo nobile volto si fosse adombrato alle parole del ragazzo.

<< Ho dato un’occhiata al tuo piano per attaccare la fortezza di Voldemort >> disse invece, << molto audace >>.

<< Si infatti >>rispose Harry con un sorriso e movendo l’alfiere in G-4.

<< Solo >> disse il preside prima che il ragazzo potesse togliere la mano dal pezzo, << gli uomini, le persone che parteciperanno con te all’attacco, non sono i pezzi di una scacchiera che una volta finita la partita ritornano al loro posto pronti per una nuova sfida, sono esseri umani con le loro vite e i loro sogni. Quanto sei disposto a osare per vincere? Se quell’alfiere che muovi con tanta sicurezza per mettermi sotto scacco fosse uno dei Weasley, o la signorina Granger, saresti ancora disposto a sacrificarlo per una vittoria? >>.

Il ragazzo non rispose subito, la mano ferma sul pezzo, poi i suoi occhi si indurirono, alzò fieramente la testa e completò la mossa.

 

 

 

<< Sai Albus >> disse tre anni dopo all’ufficio vuoto, << mi trovo nuovamente in una situazione simile e credo anche che mi comporterò in maniera analoga, perché non vedo altra maniera >>.

Un’ora dopo la caserma Auror passava ad allerta 1.

 

 

 

 

 

 

<< George Burt al vostro servizio signori >>.

<< Credevo fosse il colonnello Speaker a dirigere questo posto >> disse Fabian con diffidenza.

<< Ahimè, il colonnello è rimasto disperso in azione circa tre mesi fa, non posso dirle altro lei capisce vero… >>

Quello che Fabian non capiva è come avrebbe potuto trattenersi dal tirare un cazzotto sul naso a quel piccolo, Borosio  burocrate.

Perché George Burt non era un soldato, se per questo non era neanche uno scienziato, era invece il figlio di un facoltoso farmacista di provincia.

Quando era venuto il momento di scegliere che strada intraprendere nella vita, il giovane George si era fatto uno scrupoloso esame dei propri limiti.

Eliminata ogni possibile velleità sportiva, visto il fisico ridicolamente minuto ed esile che madre natura gli aveva donato, non rimanevano che due strade da intraprendere, o seguire le orme paterne e rassegnarsi ad una vita di paese, o andare in città.

Ovviamente scelse la seconda possibilità, entrò nella facoltà di economia dove grazie a un misto di lecchinaggio e di intelligenza riuscì ad entrare nelle grazie dei professori assicurandosi il master in una prestigiosa università statunitense. Quindi tornato in patria aveva iniziato la personale scalata al potere nell’esercito e nei servizi di sua maestà, ed ora a meno di trent’anni si trovava a dirigere il più importante centro di ricerca e sviluppo di tutto il nord Europa.

<< Non credo che lei abbia la competenza per capirmi >> disse invece Fabian.

<< Io no, certo >> rispose Burt, << ma credo che un mio amico che dovrebbe essere qui a momenti ce l’abbia >>.

In quel momento qualcuno bussò alla porta dell’ufficio.

<< Questo deve essere lui. Avanti, avanti >>.

La porta si aprì

Elizabeth non riuscì a soffocare un gemito di disgusto.

<< Signori vi presento il professor Edward Chin, ma forse >> aggiunse vedendo l’espressione di Fabian, << già vi conoscete >>.

<< Si >>rispose Fabian, il viso tetro, << Ho questo piacere >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Capitano Potter, c’è una visita per lei >>.

Harry si trovava nella sala strategica degli auror dove insieme agli altri ufficiali stava coordinando le fasi per l’attacco al centro militare dove Wise si era rinchiuso.

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo confuso.

<< Vengo subito >> rispose il ragazzo.

Uscì dalla sala dirigendosi al varco civili.

Un attempato sergente lasciò entrare una giovane donna dai folti capelli castani che scrutò Harry con aria timorosa.

<< Che cosa vuoi? >> le chiese Harry, la voce gelida come una lama.

Hermione per poco non scoppiò a piangere.

  
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