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Autore: _Becky    25/11/2012    1 recensioni
Barcellona,Spagna.
Mezza città ha un idolo: Pablo Fuentes.
Fortissimo,umile e intelligente,così lo definisce Marisol: ragazza diciottenne appassionata del calcio proprio grazie a lui. Sogna di incontrarlo un giorno,anche se non ne è completamente certa.
Ma cosa succederebbe se lo incontrasse per davvero,e si scontrasse con l'arrogante e presuntuoso fratellino?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La città era in delirio quella sera; Luci,bandiere e un sacco di gente si aggirava per le vie di Barcellona,colorando ancor di più la città e cercando di trovare posto in prima fila davanti al primo schermo gigante non ancora circondato da gente che non era potuta essere allo stadio.
Barcellona-Real Madrid.
Bandiere di entrambe le squadre dominavano sui balconi -anche se in verità ed anche in teoria Barcellona avrebbe dovuto tifare appunto per il Barcellona,e non per il Real!- di tanti palazzi e le vicine di casa si lamentavano a vicenda,perché non volevano avere quell’ingombro,visto che loro non seguivano il calcio,ma massimo il programma condotto da Pilar Alvarez , “no hay que llorar”,al contrario dei mariti e dei figli che proprio non ne volevano sapere di toglierle,perché per loro era un incoraggiamento alla squadra. La città era spaccata in due: chi litigava tra loro,chi esponeva le sue teorie e il perché una squadra era più forte dell’altra,chi confrontava i giocatori e chi,semplicemente,aspettava il fischio d’inizio con le gambe tremanti e il fiato trattenuto anche se mancavano ancora dieci minuti.
Plaza Catalunya era ormai già completamente piena nonostante i suoi 50.000 metri quadri che si erano riempiti come per magia. Era sempre stata il punto d’incontro per gli abitanti,situata al centro, che divideva i quartieri più vecchi dalla parte di città più recente e da cui si collegava,attraverso la Rambla,un quartiere importante molto frequentato,al porto antico,ovvero Port Vell.
Impaziente presi il cellulare e digitai il numero della mia “ritardataria” migliore amica,diciottenne come me,che rispose dopo tre squilli.
“Greta,ma dove diavolo sei finita?”
“Sto arrivando Marisol,non farti prendere dall’ansia pre-partita,dai. Lui già è li?”
“Ah ah,molto spiritosa. Si,è qui,sbrigati”
“Arrivo subitissimo” disse lei sorridendo entusiasma.
Oh,povera me! Sarei morta di rigonfiamento della testa qualche giorno!
Si,purtroppo la mia migliore amica era innamorata di mio fratello Daniel,ventiduenne, -anche lui appassionato del calcio- e no,non era una semplice cotta da “quanto è figo tuo fratello”,ma molto di più e quando si parlava di lui,lei non reagiva più. Iniziava a tirare a caso le parole e a delirare,e veniva a casa più per lui che per me,quella sfruttatrice!
In 5 minuti era arrivata,salutandomi con un bacio sulla guancia e abbracciando calorosamente mio fratello,che da buon rincoglionito quale era,non si era mai accorto di nulla,o almeno così sembrava. L’arbitro fischiò il calcio d’inizio e durante la partita l’adrenalina sembrò salire ancora di più. Il telecronista gridava senza riprendere fiato i nomi dei calciatori di una squadra e l’altra,quando erano in azione d’attacco,e a volte sbagliava anche i nomi,che deficiente!
“E…Iniesta,Iniesta,Iniesta avanza verso la porta,non so bene cosa voglia fare,se tirare o passare a qualche compagno di squadra..C’è Fuentes in mezzo,passala,passala,passala!!” urlò impazzito.
“Invece sceglie di tirarla a porta con un tiro completamente sbagliato che arriva sugli spalti..che occasione ragazzi..Occasione sprecata!”
“Noooooooooo” un urlo generale si elevò da mezza piazza,almeno quella che tifava Barcellona.
“Ma che cazzo,c’era Fuentes,perché non l’ha passata ‘sta cazzo di palla!” dissi ad occhi sgranati presa dalla rabbia.
“E soprattutto perché vogliono fare di testa loro!!” urlò Daniel.
“Si,hai ragione Daniel!” Aggiunse Greta,a cui rivolsi un’occhiata disgustata,e lei rise.
I successivi 35 minuti li passammo gridando come pazzi per azioni sbagliate del Barcellona e palle gol sprecate –fortunatamente- del Real.
Durante l’intervallo ne approfittai per scambiare due parole con mio fratello e la mia migliore amica,che era impegnata a far tutto al di fuori che starmi a sentire,al contrario quando parlava mio fratello,ovviamente. Prendemmo un gelato e tornammo ai nostri posti per il secondo tempo.
L’arbitrò fischiò e la partita riprese.
“E il Real guadagna metri con Sergio Ramos,scambia con Di Marìa che a sua volta passa a Higuaìn..E’ solo nell’aria,attenzione li!! Ronaldo sbuca da dietro,attenzione li,attenzione a Ronaldo!!!”
Ma a quanto pare la fortuna decide sempre di tirare brutti scherzi.
“Goaaaaaaal” l’altra metà della piazza esultò entusiasmata,mentre io rodevo.
Passano altri 10 minuti e il risultato era sempre 1 a 0 per il Real.
“E Puyol scambia con Busquets..Che passa a Da Silva per poi passarla a Villa..Quest’ultimo s’intrufola centralmente e la passa a Fuentes che si gira e…gooooooooooooooooaaaaaaaaaaaaaaaaaaal! Pablo Fuentes,il nostro campione”
 “Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii. E’un grande,niente da fare!!” Urlai a Greta e Daniel che sorrisero compiaciuti.
Ci furono altre 2 azioni non andate a buon fine. Poi un fallo nell’aria di rigore a Villa. L’arbitro fischiò: rigore.
Eravamo nell 87’esimo del tempo regolamentare e l’ansia saliva sempre più.
Vicino al pallone andò il mio mito di sempre: colui che mi ha fatto appassionare al calcio,colui che amo sopra ogni cosa,colui che è così umile,colui che è il mio IDOLO: Pablo Fuentes.
Ero stata allo stadio altre volte a vedere il mio amato Barcellona,ma non avevo mai avuto la possibilità di incontrarlo,nemmeno per strada,al contrario di altre ragazze,per lo più alcune occasionali,che facevano la foto per metterla su face book e scriverci “sìì,ho incontrato Pablo muahahaha”; Cose da bambini. Ma io ero sicura che un giorno ci sarei riuscita ad incontrarlo. E non m’importava né della foto,né di dire “sei bellissimo,ti amo”,ma solo di abbracciarlo e ringraziarlo per quello che era,magari facendomi autografare il pallone. Mi chiamavano tutti maschiaccio,si,però a me non è mai importato di loro; Sono sempre stata dell’opinione che chi non ha un idolo non potrà mai capire la sua importanza,ma solo giudicare a vuoto.
Intanto era già preparato vicino al pallone,portai le mani agli occhi;non riuscivo a guardare. L’arbitro fischiò e in quel momento allargai le dita per vedere almeno un po’ e goooooooaaaaaal. Ancora una volta aveva dimostrato che fosse,almeno per me,il calciatore più forte al mondo.
Il tempo scorreva e l’arbitro decise di non assegnare il recupero. Risultato: 1-2 per il Barcellona. Meritavano di vincere,e ce l’avevano fatta.
Tornammo a casa tutti e tre insieme,Greta cenava da noi quella sera. Daniel si sdraiò sul divano a vedere il dopo partita,mentre io e Greta ce ne andammo in cameretta a chiacchierare un po’.
“..Cioè,ma ti rendi conto di quanto sia bello? Io non gli resisto,davvero. Se non mi fermi qualche giorno gli salterò addosso,Marisol. Ti giuro,è una cosa più forte di me”
“Guarda,io non so nulla,ma dubito che mio fratello non abbia già capito qualcosa; secondo me fa solo finta di non aver capito niente. Ma non ti allontana nemmeno un po’..Quindi può essere che lo fa solo per non avere guai con una ‘diciottenne mocciosetta’ ” dissi io,sdraiata sul mio letto con il viso rivolto a Greta,seduta alla seduta sulla sedia e mimandole le virgolette all’ultima frase. Si,perché Daniel diceva sempre che le diciottenni erano bambine non cresciute,ancora romantiche, che sognavano di vedere il tramonto insieme al fidanzato,di ricevere dei peluche come regalo per Natale e avere una famiglia con tanti bambini. Lui,alto,occhi e capelli castani,bello e fisico da urlo era più il tipo da prendersene una in discoteca per una sera,fare quello che voleva e poi buttarla via: una ragazza usa e getta,diciamo.
“Mh,non lo so, ma non voglio illudermi , anche perché lo conosco bene e so che è il tipo da 'una botta e via' e io non sono così,per niente!”
“..E tu?” disse all’improvviso,scuotendomi dalle ipotesi per quella situazione.
“Io cosa?” le risposi aggrottando la fronte.
“Quando te lo trovi il ragazzo?”
“Oh,bhè,quando incontrerò Pablo e lui si renderà conto che sono la donna della sua vita!”
Risposi ironica,ma non era quello che pensavo. Amavo la coppia che faceva con la sua fidanzata Elena,e adoravo il loro bimbo,Thiago,nato pochi mesi prima. Ero giovane e vivace,volevo vivere e divertirmi,non innamorarmi e stare male.
“Immagina..puoi!” Ridemmo entrambe a quella sua affermazione,ma non sapevamo,soprattutto io,che presto qualcosa non sarebbe stata solo pura immaginazione,e che si sa, anche l’imprevisto,la sfortuna o la fortuna,come voi preferite chiamarla è sempre in agguato…


Ed eccomi di nuovo qua,con questa nuova storia che mi è passata per la mente un pomeriggio in macchina andando a fare la mia terapia. 
Premetto che non esiste nessuna Pilar Alvarez e nessun programma che si chiami "No hay que llorar", o almeno credo,è tutto frutto della mia fantasia.
Parlando del capitolo si è capito che Marisol è una tifosa sfegatata del Barça e ha un idolo: Palo Fuentes.
Abbiamo anche visto che la migliore amica è veramente innamorata del fratello e che lui non si sbilancia.
Dico solo che questo è un capitolo di passaggio,fatto solo per capire i personaggi e la trama,che più o meno non è ancora completa,non fino al prossimo capitolo,almeno.
Bhè,che dire,spero che seguirete con me questa storia e che man mano che si svilupperà vi piacerà sempre di più. Alla prossima settimana.

Un bacio,Becky.










  
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