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Autore: Em_Em    25/11/2012    1 recensioni
GUARDATECI. NON SIAMO LA RAZZA UMANA, MA RAZZI UMANI
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 CAPITOLO 8.  "Post-it"


“Ho cantato, ti sei addormentata e ti ho lasciata sola.
Non ti ho svegliata perché so che mi cercherai.
Mi sento al settimo cielo, voglio che tu lo sappia.

Harry.”


Il post-it che trovai appiccicato allo specchio del mio bagno la mattina seguente citava queste parole e mi ricordai della frase senza senso che avevo bisbigliato ad Harry la sera prima. storpiate da lui, però, erano più dolci. Il mio sorriso da imbambolata svanì non appena feci caso alla mia situazione facciale. Cristo, manco avessi fatto a botte con un lottatore di sumo! Sembravo una Barbie rifatta da un chirurgo incompetente: i miei occhi erano cerchiati da occhiaie che arrivavano fino al naso, il trucco era andato a farsi benedire ed ero pallida peggio di un albino. Mi buttai secchiate di acqua fresca in faccia per darmi una svegliata e svegliarmi, trascinandomi in cucina mi accorsi che indossavo ancora i vestiti della sera prima perché, generalmente, mi divertivo a scivolare sui bordi del pigiama che finivano sempre sotto i piedi. Aprendo il frigorifero per prendere il latte, notai altri post-it.

“1. Quando dormi sembri un paguro :)
2. Sbrigati o farai tardi a lavoro!

Harry.”

“Bau Bau!

Peter.”

Ah-ah divertente! Guardai l’orologio e notai con sollievo che erano ancora le 08:30, perciò me la presi con comodo, preparai il mio solito caffè macchiato con un po’ di polvere di cioccolato, mangiai un Mr. Muffin e corsi a vestirmi. Ogni volta che dentro casa facevo scatti di corsa Peter lo prendeva come un gioco iniziando a inseguirmi per tutta casa ed oggi sembrava particolarmente contento. Gli diedi il suo biscotto della colazione e inizia a spulciare l’armadio. Calze grigio fumo, maglione grigio attillato, gonna nera a vita alta e stivale basso con un po’ di tacco. Come al solito presi tutta la mia roba e andai a lavoro.
 
 
Non fu una giornata particolarmente pesante, Linda aveva  organizzato solo 2 photoshoot ed entrambi erano dopo pranzo.
“Signorinella lei mi sta trascurando parecchio!”
“George, Dio che colpo… lo so e mi dispiace! Dai, andiamo a cena?”
“Sfortunatamente per lei ho la serata libera.”
“La considero una fortuna allora. Mi preparo e sono subito da lei, prima però devo passare a casa a posare la sacca e a darmi una sistemata. Me lo concede?”
“Ovviamente, nessuno vorrebbe uscire con un’amica puzzolente.”
“Linda tu che fai?” le chiesi mentre stava sistemando la sua scrivania con una faccia alquanto stranita.
“Oh, Niall mi ha invitata a cena. Devo passare a casa a farmi una doccia e sono già in ritardo!”
“Ok, ma stai calma” le dissi come se le stessi dando un consiglio e lei mi sorrise maliziosamente.
 
Trovai parcheggio proprio sotto al portone di casa e chiesi a George se preferiva aspettarmi o salire con me.
“Salgo, è ovvio. Se ti lasciassi sola mi faresti aspettare giorni, anni se non secoli in macchina.” Rispose quando era già fuori dal veicolo.
Aprii il primo portone e George mi fece strada per salire le scale che portavano al mio appartamento prima di lui.
“Come invidio i tuoi glutei!” risi presa in contro piede dalla battuta.
“George! Ma che delicato!”
“Ti prego, fammi una sfilata su queste scale, ora.” Petto e sedere all’infuori, pancia in dentro ed iniziai a muovermi come una modella in coma etilico. George rise e la sua risata metteva sempre di buon’umore, solo in quel momento mi accorsi di quanto mi era mancato.
“Dimmi che lo stai facendo apposta!” urlava cinguettando e non riuscendo a smettere di ridere. “Per tutti i capelli biondi di questo mondo, mi farai sentire male tesoro, sei una forza della natura!”
“Concordo.” Disse una voce proveniente dal piano di sopra.
Mi girai di scatto spaventata e vergognata ricomponendomi subito, George invece non cambiò di una virgola e si sporse per vedere chi fosse.
“Identificazione!” urlò poi.
“Harry? Sei tu?” il moro ci raggiunse sulle scale dandomi un bellissimo mazzo di fiori misti, non avevo mai visto nulla del genere.. Ci saranno stati 60 tipi di fiori diversi ed i colori erano stati ben posizionati gradualmente. Si vedeva lontano un miglio che quella composizione era stata ben studiata. Lo ringraziai stampandogli un bel bacio sulle labbra e George ci guardò con due occhi a palla che avrebbero fatto invidia a un lemure.
“Volevo invitarti a cena, ma se vuoi possiamo fare domani sera o, non so… dimmi tu quando puoi.”
“ASSOLUTAMENTE NO! Perché dovresti? Insomma, me ne stavo andando. Guardami mentre porto la provincia che mi ritrovo al posto del culo fuori dalla porta. Guardami, guardami!”
Harry lo guardò sbalordito con un sorriso enorme sulla faccia ed io non potei fare a meno di ridere.
“George, ti prego fermati!” dissi senza smettere “sei sicuro?”
“Ma chi sono io per impedire a questo bel giovanotto di uscire con la mia signorinella? Vai! Vai! Sciò, pussa via! Vai a divertirti tesoro.”
George sembrava il più contento dei tre perciò lo lasciai andare. Prima di uscire dal portone si girò verso Harry portando le mani a forma di telefono all’orecchio sussurrando un ‘chiamami’ trasgressivo. In quel caso Harry non riuscì a trattenersi e rise insieme a me. Rimasti io e lui da soli su quelle scale ricoperte di moquette bordò, guardai Harry chiedendogli dove mi avrebbe portata di bello e lui rispose: “a casa tua.”
La sera prima, il furbo paraculo, era riuscito a trovare nei cassetti dove tenevo le mutandine i doppioni delle chiavi di casa, ma non provavo alcun tipo di fastidio considerando anche il fatto che in quei cassetti si trovano scatole di assorbenti di tutti i tipi, mi fidavo di lui.
“Però devi metterti questa” disse mostrandomi una benda nera. Ho sempre odiato le sorprese di questo genere perché se mai mi fossi trovata nella situazione in cui il regalo fa schifo e non sai come comportarti?
“Non mi ucciderai vero?”
“Sono così previdente?” disse coprendomi gli occhi.
Sentii il tintinnio delle MIE chiavi aprire la porta di casa MIA. Cigolava come sempre e sentire quel rumore con gli occhi bendati faceva un certo effetto. Harry non si disturbò ad accendere la luce e mi tolse subito la benda.
Mi trovavo nel mio salone? Oltre ad essere fastidiosamente ordinato, il tavolino che prima faceva da comodino vicino al divano era stato messo al centro, apparecchiato con due candele nel mezzo e per terra erano stati posizionati due enormi cuscini mai visti prima. I piatti erano vuoti e, facendoci caso, mi arrivò un'odore di arrosto provenite dalla MIA cucina.
Analizzai il tutto e mi girai verso Harry a bocca aperta, la luce fioca delle candele gli rendeva un altro aspetto, non era la pop star da una botta e via come tutti pensavano, aveva un cuore gente!
“Fai come se fossi a casa tua.” Disse sorridendo e invitandomi a sedere su uno dei cuscini.
“Troppo gentile, signor Styles.” Prendendo posto.
Mentre lui era in cucina, ebbi il tempo di sistemare i fiori in un vaso e inviare un messaggio a Linda:

“Si è superato! Domani ti racconto

Zoe xo”

Harry arrivò portando con sé due piatti colmi di cuscus e arrosto, il mio piatto preferito!
“Ma come facevi a..”
“Linda. Avanti, dimmi com’è!” Avevo appena speso 0,10penny inutilmente.
“Non posso crederci che l’hai fatto tu!”
“Sapevo lo avresti detto! E infatti… ho girato un video di me, Harry Styles, mentre cucino l’arrosto, Steve Jobs.”
“Hai dato un nome all’arrosto?”
“Era un essere vivente anche lui, pensa che triste morire senza un nome!”
“Ma cosa significa?” dissi ridendo non riuscendo più a prendere un altro boccone “Nessuno lo avrebbe chiamato Steve Jobs. Quando l’hai comprato era già morto, no?”
“Si, beh, un giorno mi ringrazierà lo stesso” prendemmo a ridere e Harry mi fece vedere il video, dopo tre quarti d’ora stavamo ancora cercando di finire il piatto.
Quando ormai di Steve Jobs non restava più nulla, Harry allungò la mano sul tavolino arrivando a prendere la mia
“La settimana prossima io ed i ragazzi abbiamo un concerto in America che ci terrà lontani da Londra per 3 giorni. Ti piacerebbe venire con me?”
Quel ‘con me’ mi faceva sentire per la prima volta completamente sua.
“Assolutamente si.” Risposi senza nemmeno pensare ai miei impegni lavorativi, avevo ancora le ferie da prendere quindi ero libera di concedermi una vacanza.
Harry si sporse per darmi un bacio. La serata andò avanti tranquillamente, ridemmo fino ad addormentarci abbracciati a letto e con la TV accesa che mandava il film 'Love Actually', Harry aveva insistito per vederlo.

Basta mentire, Harry Styles era entrato irrompendo nella mia vita, non stavo affatto cercando di farmelo piacere, avevo finalmente trovato il mio equilibro ed era proprio lui.
 
  
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