Poco dopo.
La ragazza sui trenta della reception mi venne vicino e
mi disse che ora potevo andare in camera, mi chiese se
volevo essere accompagnata, ma rifiutai cortesemente,
con Rusty sapevo muovermi da sola non mi serve una balia,
le chiesi una satanza vicino all’ascensore:
-Facile da trovare ad occhi  chiusi eheh!- provai a scherzare,
la ragazza fece una risatina un po’ sforzata,
mi diede la stanza numero 215 al secondo piano,
grazie a Rusty riuscii a raggiungere l’ascensore e salire al secondo piano,
anche la ricerca della stanza  non fu complicata, era la prima porta alla sinistra dell’ascensore,
entrai finalmente dopo una dura lotta fra me e la serratura!
Chiusi la porta e cercai di familiarizzare con la stanza,
era grande con un letto matrimoniale, con un copriletto liscio ma caldo,
probabilmente fatto di pail, poi l’armadio era alla destra del letto anch’esso molto grande,
non avevo abbastanza vestiti da riempirlo tutto,
ma mi arrangiai, mentre sistemavo i due paia di scarpe
che mi ero portata caddi per terra “Mi pareva strano che andasse tutto bene!”  pensai
tra me e me, a fatica mi alzai e cercai il mio bastano che tanto odiavo,
dovevo scendere a  cenare , ci ripensai sul bastone
lo gettai sul letto e con Rusty mi avviai al piano terra per la sala da pranzo,
facevo schioccare la lingua per il corridoio, non avevo il bastone
e le onde sonore che producevo mi facevano capire se c’erano ostacoli lungo
il mio percorso, si chiama Eco-locazione ed era più utile di quanto
mi aspettassi e chi se ne frega se la gente non mi capiva.
Arrivai in sala da pranzo e chiesi il mio tavolo, un cameriere
mi scortò al mio tavolo, sentivo varie voci nella sala,
ma francamente me ne aspettavo molte di più,
sentii delle risate qualcuno parlare in inglese,
forse erano gli One Direction, sorrisi a quel pensiero,
la loro musica era speciale, mi faceva sentire normale, una ragazza normale.
D’un tratto dell’acqua (almeno speravo che fosse acqua!) mi piombò addosso
–Merda!- imprecai –Oh sorry!- mi disse un tipo in inglese ,
mi passai una mano sulla faccia dove l’acqua mi aveva colpita
–ti prego dimmi che è acqua!- dissi in inglese –Si si… è acqua!- mi rispose lui con tono ovvio,
la sua voce era famigliare probabilmente era davvero uno dei One direction,
dunque voce profonda, intensa un po’ roca… Harry
–Non preoccuparti!- dissi,
lui sospirò –E’ un po’ maldestro…- disse un’altra voce sempre inglese,
voce un po’ acuta rispetto a quella di Harry,
una voce particolare che non potrei mai confondere.. Louis
–Eh si me ne sono accorta! – scherzai io,
non avevano capito la mia maledizione, ciò che mi rendeva diversa,
mi voltai a guardarli in faccia e mi alzai un po’ tremolante con Rusty al mio fianco,
sentii il loro respiro cambiare , Louis spostò il peso da una gamba all’altra, avevano capito guardandomi gli occhi e notando il mio atteggiamento insicuro che cosa mi affliggeva,
qual era la  cosa che mi differenziava ,mi fissavano :
-Potete smetterla di fissarmi?! Sarete anche Harry e Louis dei One Direction
ma non vi autorizza a guardarmi con pietà!- dissi secca
–Oh.. ehm scusa ma come…- cominciò Harry
–Sono cieca, la musica è l’unica cosa che mi fa sentire.. normale!-
risposi poi cominciai con l’ecolocazione ad uscire dal mio
posto a tavola con Rusty al mio fianco
–Ti accompagno in stanza..- disse Harry
–No grazie ce la faccio da sola!- risposi un po’ offesa,
odiavo gli atti compassionevoli verso di me
–Insisto! Lo farei per chiunque soprattutto per una ragazza carina come te!- mi disse
accompagnandomi  all’ascensore,
quanto avrei voluto fulminarlo con lo sguardo ma i miei occhi vuoti non possono farlo più :
-Non dirlo più per favore!- dissi in ascensore
–Non vuoi che ti dica che sei carina?- rabbrividii
–Vuoi smetterla di ripeterlo! Anche se  sono carina non
me ne importa io non posso vedermi, a cosa cazzo mi serve essere carina?
Non mi vedo da quasi due anni e tutto per colpa mia
perché sono una stupida che facevo un sacco di cazzate
e ho dovuto perdere la cosa che mi faceva stare meglio
per mettere la testa a posto!-
sbottai di colpo cominciando a piangere,
Harry rimase in silenzio e mi asciugò una lacrima :
- Sono arrivata grazie..- dissi cercando di essere fredda
–Posso entrare vorrei parlare con te!- mi chiese con quella voce profonda
–Non saprei.. io..- cominciai a balbettare, mi prese alla sprovvista
–Lo prendo per un sì!- disse entrando, ma che impertinente!
–Che cosa vuoi?- gli chiesi sciogliendomi i capelli
–Ma tu non sei sempre stata così? Perdonami se mi immischio, non mi riguarda ma mi sembri sola e bisognosa di parlare…- mi disse
-Mi chiamo Michelle!- cominciai
– No non sono nata cieca, ho fatto un incidente col mio ex ragazzo e i miei amici,
eravamo in macchina avevamo bevuto e ci eravamo fatti e lo baciavo mentre guidava,
ha perso il controllo e ci siamo schiantati contro un albero,
ho subito un danno al cervello, nell’area della vista ,
io ci vedo ma il cervello non converge ciò che vedo in immagini quindi è tutto buio,
l’ultima cosa che ho visto sono state le labbra di Angelo,
e  lui e i miei amici non si sono fatti nulla! A parte qualche osso rotto!- tirai fuori. 

Ecco un nuovo capitolo, mi sono spremuta le meningi per tirarlo fuori ma sono piuttosto soddisfatta del risultato, grazie a coloro che hanno recensito vorrei qualche recensione anche qui pleaseee:) contenti che si sioano incontrati finalmente :) baci mar :)