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Autore: Christie_road91    26/11/2012    3 recensioni
"Cazzo sono finiti i sonniferi".
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Entrai nella stanza da letto e trovai Adrienne con lui in braccio che tentava di calmare le coliche che non lo facevano dormire, li guardai un attimo, mentre lei lo teneva in braccio e gli massaggiava la pancia e lui piangeva e sembrava non avesse voglia di farsele passare.
"Cazzo" pensai, "a volte mi chiedo chi me lo abbia fatto fare!"
Andai freneticamente in salotto, attraversai il corridoio ed aprii l'ultima porta a destra per arrivare in bagno.
Mi guardai intorno e poi chiusi la porta. Non mi andava di sentire ancora quei pianti isterici, cazzo, avevo solo 23  fottuti anni e mi ritrovavo a dover fare la vita del classico uomo sposato che annulla la sua vita per quella dei figli.
Ma ormai avevo fatto la cazzata ed adesso non potevo tirarmi indietro.
Intanto aprii l'armadietto di legno bianco che si trovava sopra il lavandino, rovistai in mezzo alle mille scatole li dentro, e trovai quello che mi occorreva.
Presi il tubetto di plastica marrone che avevo cercato per 5 minuti dentro quel casino infernale, lo portai con me fino alla cucina, dove riempii il mio abituale bicchiere d'acqua fredda, e poi aprii il tubetto pronto a tirarne fuori una pillola.
"Cazzo sono finiti i sonniferi".
Ed ora? Fuori pioveva e non avevo voglia di uscire a cercare una farmacia di turno. Gran bel casino!
Tornai nella stanza da letto dove Adrienne cullava il bambino sulla sua spalla cercando di farlo addormentare, la guardai e feci la mia solita espressione nervosa, lei mi lanciò un'occhiataccia ed io andai di nuovo nel salone, dove c'era  la luce accesa, proveniva dal lume che si trovava sopra il cassettone di legno proprio a destra della stanza, mi sedetti a terra sopra il grosso tappeto persiano, e mi sdraiai cercando di rilassarmi.
Anche quella notte sarebbe stata lunga ed insonne.
Sarei impazzito da li a poco se non avessi trovato il modo di sfuggire a quelle notti infinite.
Di badare al bambino non se ne parlava, era a casa da una settimana e non mi ero ancora abituato a questa situazione, avevo come un rifiuto ad iniziare a fare la parte del padre, infondo io ero dovuto crescere da solo.
Guardavo l'orologio rotondo appeso al muro, e le lancette stavano girando per la milionesima volta, quel suono mi stava mangiando il cervello!
Tik-Tok, Tik-Tok.
Mi alza e cominciai a dondolare su me stesso come un pazzo con le crisi isteriche.
"Basta, cazzo, non ce la faccio più, devo fare qualcosa o impazzirò!"
Mi alzai ed andai spasmoticamente nella saletta dove ero solito suonare, c'era il pianoforte a coda vicino al muro, ma era rotto, che importa, tanto non lo suonavo mai.
Un po' più a destra c'era la mia Gibson acustica, dentro la custodia nera leggermente aperta, il pomeriggio l'avevo suonata per poco più di una mezz'ora e l'avevo riposta dentro la custodia senza chiuderla completamente.
Non trovavo più l'ispirazione da quando Joey era nato, era un susseguirsi di eventi tutti uguali: la mattina la solita straziante poppata, io avevo il compito di preparare il biberon con il latte caldo, doveva essere della giusta temperatura, se fosse stato troppo caldo il bambino si sarebbe scottato le gengive, se fosse stato troppo freddo avrebbe avuto le coliche per tutto il giorno. "Ecco" pensai "io lo dicevo che non so fare il padre", sorrisi nervosamente tra me e me.
Ogni giorno da quella settimana mi sembrava uguale al precedente.
Quella monotonia mi stava uccidendo, e poi il bambino stava rubando tutto il tempo che di solito io ed Adrienne ci dedicavamo; non c'era più tempo per parlare, per scopare, per litigare, nemmeno per un bacio. Credo avessi dimenticato persino come si faceva sesso, perchè tra gli ultimi mesi di gravidanza e la nascita di Joey non era rimasto tempo per far nulla ed ogni volta che cominciavamo succedeva un cazzo di imprevisto.
Erano le due del mattino, io ero li impalato a fissare la chitarra, "perché sono venuto qui?", "ah si.", mi avvicinai alla chitarra.
La uscii dalla custodia frettolosamente e mi sedetti di nuovo a terra, sta volta sul parque, e cominciai a posizionare le mie dita sulle corde.
Su e giù, sopra e sotto, sol, re, mi.
Mi frullavano troppe cose in testa, rabbia, noia, stanchezza, panico, ansia, nervosismo.
Passarono le prime due ore ed avevo composto tre pezzi abbozzati, era tardi per chiamare Mike, erano le 4 del mattno, mi avrebbe risposto, certo, non era da lui chiudermi il telefono in faccia, lui non si incazzava mai con me, era troppo interessato a ciò che facevo, troppo intento ad ascoltarmi, e conoscendolo  se lo avessi chiamato non mi avrebbe dato il tempo di dire "a" e si sarebbe catapultato a casa mia convinto che non stessi bene, anche perchè abitava a pochi isolati dalla mia villetta, e non era il caso, ma Dio, ero troppo eccitato. 
Ad un certo punto sentii dei passi arrivare dal corridoio passi frettolosi e silensiosi, e li riconobbi subito.
"Billie" sentii una voce dietro di me, "Joey si è addormentato" venne alle mie spalle e mi mise le braccia intorno al collo, mi girai e la baciai.
Adrienne era la donna della mia vita, era l'unica che riusciva a tirare il meglio di me fuori, ed era difficile che qualcuno ci riuscisse.
Riusciva a prendermi quando ero incazzato nero, ed anche quando non avevo più fiducia in me stesso.
Era come una specie di psicologa personale, sapete, quelle donne forti che anche se sei una persona dannatamente asociale, chiusa e stronza riesconono a farti aprire quanto serve per conoscere i tuoi punti deboli.
Lei si alzò ed io la seguii e lei mi portò nella stanza da letto, mi buttò sul letto e cominciò a baciarmi, stavo impazzendo, le avrei strappato i vestiti di dosso, ma lei mi anticipò! 
Con mia grande sorpresa la notte passò alla grande..
Mi addormentai alle 6 del mattino, ed alle 7 ecco di nuovo quei pianti isterici insidiarsi nelle mie orecchie, mi buttai il cuscino in testa per coprire quell'insopportabile rumore, ed eccoci di nuovo.
Solita stessa merda.
  
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