04
# Il sogno
Soddisfatto
e con la pancia piena, Fenrir sogna.
Si ritrova in Iötunheimr, dove è stato cucciolo. Ha di nuovo accanto una serpe acciambellata e una bambina dispettosa che lo usa come guanciale.
Fenrir prova a scrollarsela di dosso, ma lei ha dita come artigli, saldamente conficcate nel costato del lupo.
«Questi miei poveri, poveri figli…» mormora una voce nel buio.
Fenrir solleva il capo, le orecchie appiattite contro il cranio. Ringhia contro la sagoma massiccia di Ódhinn, un’intimazione a lasciarlo in pace in quel consueto nido di membra insonnolite.
Poi si sveglia, ed è di nuovo solo ad Ásgardhr.
Si ritrova in Iötunheimr, dove è stato cucciolo. Ha di nuovo accanto una serpe acciambellata e una bambina dispettosa che lo usa come guanciale.
Fenrir prova a scrollarsela di dosso, ma lei ha dita come artigli, saldamente conficcate nel costato del lupo.
«Questi miei poveri, poveri figli…» mormora una voce nel buio.
Fenrir solleva il capo, le orecchie appiattite contro il cranio. Ringhia contro la sagoma massiccia di Ódhinn, un’intimazione a lasciarlo in pace in quel consueto nido di membra insonnolite.
Poi si sveglia, ed è di nuovo solo ad Ásgardhr.
Note:
Odino ha molti appellativi. E sarà sì Hrjótr, “terribile” (I miti nordici di Gianna Chiesa Isnardi docet), ma è anche l’Allfödhr.
O forse il sogno è solo un sogno.
A lunedì prossimo (il 3 novembre)!