CAPITOLO 2
Mi scese una lacrima, poi un’altra. Sentii qualcuno battermi la mano sulla gamba. Abbassai lo sguardo ed era Drew. Alzò le braccia e lo presi in braccio. Gli accarezzai i capelli di color biondo cenere, come quelli del padre. Mi continuarono a scendere delle lacrime. Le asciugai in fretta prima che se potesse accorgere. Lo baciai e gli sorrisi.
-Mamma perché piangi?-riuscì a capire da quel suo linguiaggio da bebè. Mi accarezzò il viso.
-Ho appena visto un bellissimo film che mi ha fatto piangere-dissi mentendogli.
Insomma, non potevo dirgli “Stavo piangendo perché mi sono ricordata del giorno in cui ho conosciuto quello stronzo di tuo padre”. Drew mi sorrise e mi baciò la guancia.
-Non piangere mamma, sei brutta quando piangi-disse Drew.
Risi. Era uguale a suo padre, lo stesso sorriso, gli stessi capelli, tutto. Gli accarezzai i capelli. E ricominciai a ricordare.
FLASH BACK
I miei genitori, ogni estate, andavano a farsi una vacanza per tre mesi e mi lasciavano con mia zia. La cosa bella di questo era che zia mi dava più libertà ed essendo giovane, mi divertivo un mondo uscendo con lei.
Ero appena entrata al bowling con mia zia e le sue amiche. Erano grandi rispetto a me, avevano circa 22 anni. Pagammo le scarpe e la pista. Mi sedetti sulla sedia mentre aspettavo il mio turno per lanciare la palla. Ero una frana a giocare a bowling. Una volta mi era scivolata la palla e mi era caduta sul piede e tutta la sala aveva riso di me. Scossi la testa per cacciare via quel brutto ricordo.
Era arrivato il mio turno, non volevo andare lì e farmi un’altra figura di merda. Presi coraggio e andai lì.
Lanciai la palla e andò a finire nei buchi laterali. Almeno non mi era caduta nel piede. Ritornai al mio posto.
Toccò di nuovo il mio turno. Non volevo alzarmi
-dai zia, non voglio, non so giocare- dissi cercando di rimanere seduta nonostante mia zia mi tirasse per il braccio incitandomi ad alzarmi.
- se vuoi ti insegno io- disse una voce.
Alzai lo sguardo ed era Justin. Aveva una felpa di colore grigia, dei jeans stretti neri portati a vita bassa con le mani in tasca.
-ehm… non c’è bisogno- dissi timida.
-prima o poi dovrai imparare- disse sorridendomi- dai su vieni- disse porgendomi la sua mano.
La presi intimidita, e mi alzai. Camminammo mano nella mano fino alla pista. Tenevo la testa bassa per l’imbarazzo. Prese una palla e me la porse. La afferai.
-allora infila queste tre dita in questi buchi- disse indicando i buchi.- poi piegati un po’.
Feci come mi disse lui.
Si posizionò dietro di me, poggiò la sua mano su un mio fianco. Voltai il viso per guardare la sua mano. Poi guardai i suoi bellissimi occhi color nocciola e rimasi incantata.
-ehm… non ti da fastidio?-chiese.
Ero rimasta incantata a guardare i suoi occhi che non ascoltai quello che disse. Dopo un po’ mi risvegliati.
-eh?- chiesi
Rise
-se ti da fastidio la mia mano?- disse sorridendo.
-ah ehm… no- dissi rossa in viso.
-sei tutta rossa piccola
-ehm…oddio
Sentii mia zia e le sue amiche sussurrarsi qualcosa. Girari la testa e le vidi con un sorrisone stampato in faccia.Mi voltai di nuovo.
-allora poi allunga la mano all’indietro- disse mettendo la mano sopra la mia e fece il movimento detto insieme alle mie braccia.- poi torni indietro- disse facendo il movimento. Lanciammo la palla e feci strike.
-hai visto? Non è tanto difficile
-grazie- dissi abbassando la testa un po’ timida.
-di niente, ehm… ti va di andare a prendere qualcosa da bere?- disse un po’ timido.
Mi voltai per vedere se mia zia accosentiva.Lei annuì e mi voltai verso Justin.
-si, andiamo
Sentì la sua mano cercare la mia finché non la trovo e intrecciò le sue dita con le mie.