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Autore: Tomoko_chan    26/11/2012    8 recensioni
Hinata vive col fratello, Neji, con cui ha un rapporto tenebroso e violento.
Passerà tantissimi momenti di terrore e di paura, di dolore, ma quando la vita ti volta le spalle e capisci che devi fare qualcosa per rialzarti e rimanere in piedi, accadono le cose più belle e inaspettate.
Una storia autobiografica, quindi con un leggero OOC.
Dedicata alla mia migliore amica The cinu.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Sakura Haruno, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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E' sempre difficile trovare qualcuno capace di capirti, comprenderti,
sopportare le tue lune storte e le tue stramberie.
Ma quando trovi quel qualcuno, stai attenta a non perderlo.
L'amore non è ne una pianta da crescere,
ne uno stupido ideale ne un utopia:
l'amore è vivere, sognare, ascoltare ed imparare.
Imparare a volare.
Dedicata alla mia migliore amica The Cinu
e alla luce del mio buio, il mio fidanzato.


Era passato qualche mese ormai da quando la sua vita aveva visto una svolta.
Tentennava però d’innanzi a quelle scritte fatte da lei sul muro, in quel rudere di casa, poiché quel lato della sua vita non era migliorato per nulla.
Non c’era giorno in cui per evadere non passava per quella casa, quel luogo di riferimento che le trasmetteva sicurezza.
Erano passati i mesi e aveva visto gli alberi rinascere, farsi di un verde smeraldino che colorava l’aria.
Erano passati i mesi e aveva visto il fiumiciattolo seccare e gli uccellini cantare, rendendo tutto simile ad un’irreale favola.
Erano passati i mesi e aveva visto le foglie cambiare colore e cadere, colorando il terriccio del boschetto.
Erano passati i mesi ed aveva assistito al canto dei grilli e delle star della notte, che davano gradualmente il cambio ai cinguettanti.
Erano passati i mesi e ora vedeva Naruto farsi strada in quel suo piccolo mondo, mano nella mano con lei camminare e ridere dalla gioia per quel posto quasi magico.
Erano passati i mesi e la sua vita era migliorata grazie a quella zazzera bionda che ogni volta trovava il modo per farla sorridere.

Era maturata, Hinata, si era riscoperta donna e non più vittima di soprusi.
Ma lui non immaginava nemmeno una cosa del genere.
-Piove!- aveva esclamato lui, ridendo e sospingendola sotto la casetta di pietra.
Entrarono, uno dietro l’altra, lui la girò e la avvolse in un caldo bacio, appassionato ma ricco di dolcezza, posando una mano delicata sul suo viso e l’altra ad avvolgere i fianchi, tenendola stretta a se.
Si staccarono dalle labbra dell’altro e sorrisero, sospirando.
-Sei bellissima.
-Sei un bugiardo- ed arrossì.
Si alzò in punta di piedi e gli diede un altro bacio, più leggero, più dolce, per poi abbracciarlo.
Lui rise –Sei alta come una bambina!- gli accarezzò i capelli –La mia piccolina.



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Le sollevo di nuovo il mento e la baciò dolcemente.
Sorrise –Giochiamo?
-A cosa?- ingenua Hinata…
Lui la spinse contro il muro e si mise davanti, bloccandola, ricominciò a baciarla appassionatamente per poi infilare una mano sotto la sua maglia.
Hinata fu percorsa da brividi, eccitazione, sotto quel tocco caldo.
-Ah- sospirò, eccitata.
Naruto aprì gli occhi e sorrise soddisfatto, ma poi quel sorriso divenne una smorfia sbilenca.
-Questa è la tua scrittura, Hinata-chan.
-Co-cosa?- balbettò lei, risvegliandosi da quel momento stellare.
Si rese conto di essere appoggiata a quel muro e guardò Naruto mentre si scostava da lei per leggere le scritte.
Il volto corrucciato del ragazzo le fece capire che quello che leggeva non gli piaceva per nulla.
-Naruto-kun…
Lui non rispose, fece qualche passo indietro per leggere meglio i graffiti.
-Hinata-chan… questa  è la tua scrittura- disse di nuovo, con voce estremamente solenne.
La guardò. I due zaffiri, profondi ed espressivi, le comunicavano tutto il suo turbamento.
Si avvicinò e strinse una sua mano nelle proprie –Che succede, Hinata-chan?
La sua mano tremò e lui la strinse più forte, mentre con l’altra gli accarezzava la guancia.
-Mia dolce e bella Hinata-chan!- disse, facendola arrossire –Che succede nel tuo splendido mondo?
-Non c’è niente di splendido- sospirò. Lo vide deglutire preoccupato.
Ancora mano nella mano, l’accompagnò verso uno di quei grossi pezzi di cemento dove si sedettero, proprio davanti alla grossa scritta sul muro.
-Dimmi che succede.- le disse, guardandola negli occhi violacei.
Lei distolse lo sguardo e prese a torturarsi le mani.
-Hinata- il suo tono serio la fece tremare –Sono certo che hai bisogno di sfogarti, quindi… io sono qui.
Sopirò di nuovo, più rumorosamente, e lui sollevò con due dita il suo mento, riportando i loro occhi ad incrociarsi.
-Avanti- disse, con tono supplichevole.
-E’ difficile per me parlarne – ma in breve, incoraggiata dal ragazzo, la corvina gli raccontò tutti i problemi della sua vita: la madre malata, il padre assente e il fratello violento.
Il biondo si infervorò –Se me lo trovo per le mani…
-No.- la voce tremante della ragazza, scossa dal pianto, lo fece addolcire –Non devi dire niente a nessuno, Naruto.
-Ma…
-Naruto-kun- due lacrime scesero lungo le guance rosse –Non.. non de-devi dire nu-nulla.
Lui la strinse forte a se e lei si abbandonò al pianto e ai singhiozzi.
Le braccia forti di Naruto le davano uno strano senso di calore, di protezione e di… amore.
Fra tutti i posti del mondo era lì che Hinata voleva essere sempre, consolata dall’amore di quel ragazzo che amava.
La sua casa era fra le sua braccia.
 
-Oh.
Sakura ed Ino erano stese lungo il letto, guardando il soffitto della camera della bionda, ridendo e scherzando.
Aveva pronunciato quella parola con un tono di sorpresa, la rosa, quando aveva letto un messaggio da anonimo.
 
Non sei per niente comoda, sei piatta come una tavola.
 
-Ma che..?
Chi gli aveva mandato quel messaggio così cattivo?
“Ti renderò la vita un inferno.”
Ricordo quella voce calda, suadente ma cattiva: l’associazione delle due cose era inevitabile.
-Che sia stato lui?- pronunciò quel suo pensiero ad alta voce e se ne pentì quando ricevette lo sguardo indagatore dell’amica.
-Lui chi?
-NESSUNO!- alzò la voce, infastidita.
Il fatto che si ritrovasse a pensare a lui la faceva arrabbiare. “quel bastardo d’un EMOSUKE!”  pensò.
-Che mi nascondi?- la prese dal colletto, intimandole di parlare –Ne, Sakura-chan?
-Niente!
-Chi c’è che mi nascondi?- fece una faccia gelosa, che fece ridere entrambe.
 
Un altro messaggio che Sakura lesse assorta, non rendendosi conto di ciò che diceva e rileggendolo per capire meglio.
Strabuzzò gli occhi.
 
Ma forse mi sbaglio, chissà.. la prossima volta che ti incontro dovrò ricontrollare meglio.
 
Buttò via il cellulare come se le avesse dato la scossa.
-Ma che cazzo fai??- urlò Ino, per poi fermarsi.
Shikamaru le aveva mandato un messaggio.
 
Ehi scema! <3 Sono qui con Sasuke e… non dovrei dirtelo, ma sta inviando messaggi a Sakura con l’anonimo.
 
 
Toh! Com’è strano i mondo… e quante cose strane succedono!
 
Il giorno dopo, Hinata e Naruto scherzavano facendosi reciprocamente il solletico, nel corridoio che separava le loro due classi.
Si stringevano, si bloccavano, ridevano e riprendevano a farsi il solletico.
-Ah, non so resisterti..- disse Naruto, con voce profonda la bloccò con quella forza fisica che spesso nascondeva per giocare con lei e per farla vincere, la strinse a sé e la baciò con passione, tenendole ferma la nuca con una mano tra i suoi capelli.
Ogni volta che lui la prendeva così alla sprovvista, Hinata si ritrovava incatenata da quei baci lenti e passionali, carichi di passione. Le sue mani cominciavano a vagare sul suo corpo, non sapendo bene cosa fare.
Si attaccavano alla sua maglietta ormai sgualcita sotto il loro tocco, si aggrappavano alla sua schiena e alla sua testa bionda.
Ogni tanto, fra un bacio e l’altro si staccava, respirando affannosamente apriva gli occhi e lo guardava, il suo volto che esprimeva tutto la sua voglia, tutto il suo amore.
A volte anche lui apriva gli occhi, per la sua stessa curiosità nel scoprire le emozioni dell’altro in quel momento, e i loro occhi si incrociavano.
Quegli occhi blu, celestiali, la trasportavano in un modo diverso, differente, non pensava più a nulla, non pensava più a cio che la circondava.
Si perdeva nei suoi occhi infiniti e vedeva tutte le sue emozioni, tutto ciò che pensava e vedeva a sua volta.
Quegli occhi avevano fame. Fame di lei, fame di amore.
Ed inconsapevolmente, questo la portava a guardare la sua bocca rosea, carnosa, nitida e perfettamente delineata.
Anche lei aveva fame. Fame di lui, delle sue labbra, della sua voglia e del suo amore.
E così lo assaggiava, assaggiava le sue labbra cercando di soddisfare la sua fame.
Voleva sentirsi amata.
E così tutto ricominciava, i baci, la foga delle loro mani ed il respiro veloce.
-La smettete di limonare in pubblico?
Sakura arrivò alle loro spalle e i due si staccarono un po’ controvoglia.
-Scusate se vi interrompo, ragazzi… Hinata-chan, devo parlare con te.- poi, rivolta verso il biondo –Urgente e da sole.
Lui alzò le mani in segno di resa –Ok, ok, vado via- fece per voltarsi e poi tornò indietro –Eh, Sakura! Non è che mi daresti….
-I compiti di inglese?
-I compiti di inglese!- e sorrise, accogliendo nelle mani il quaderno degli esercizi, ringraziò e scappò via.
Sakura lo guardò andare via, più che altro pensò che dopo avrebbero fatto lezione e sarebbe stata costretta a stare nella stessa stanza con… quella sottospecie di ragazzo.
Pensandoci, non poteva essere stato altro che lui a scriverle quei messaggi.
Ma era davvero strano! Erano passati mesi da quel giorno di festa, non capiva perché dovesse proprio cominciare a rendergli la vita un inferno ora.
Lo sguardo interrogativo di Hinata la fece risvegliare dai suoi sogni.
-Che succede?- ed in breve la rosa si sfogò, le raccontò della festa di mesi prima e di quei messaggi ricevuti il giorno innanzi, per parlare infine di quei pensieri orribili che l’avevano appena crucciata.
Infine Hinata rise esclamando “Lo sapevo, lo sapevo!”.
E l’altra rimase esterrefatta –Cosa sai?
-In questi mesi ho notato che Sas’kè ti fissava.- e sorrise di nuovo –Hai fatto colpo, complimenti!
-Ma che diavolo…?
La campanella suonò e mise fine alla loro conversazione. Entrambe andarono nelle loro classi e Sakura si sedette al solito banco accanto al biondo, impegnato a copiare in fretta i compiti.
Sorrise vedendo l’amico così occupato ma, alzando lo sguardo, notò poco lontano da sé Sasuke voltato verso di lei.
E mentre i suoi compagni di classe le passavano davanti per prendere posto, le parve di scorgere un terribile sogghigno sul suo viso, poi lo vide voltarsi.
-Naruto!- chiamò la rosa, continuando a guardare verso il ragazzo.
Lui non rispose continuando a scarabocchiare in fretta il quaderno.
-Shannaro, Naruto! Ascoltami.- alzò la voce dandogli una spinta al braccia, facendogli tracciare una lunga linea blu su quaderno.
-Oh, Sakura! Guarda che hai combi…- si interruppe, perché Sakura lo avvicinò a se tenendo stretto il suo collo sotto il braccio, facendogli male.
-Tu sei amico di Sasuke, giusto?
-Si, perché?
-Che tipo è?
Lui cominciò a ridere –Piuttosto bastardo, freddo e sadico.
Sbuffò –Quindi sarebbe il tipo da fare certe cose…
Lui la guardò con aria strana –Che cosa?
-Niente niente…
Kakashi sensei entrò nell’aula e Sakura tornò fra i suoi pensieri.
 
Ino e Hinata si trovavano a passeggiare per le vie di quel piccolo paesino, Konoha, dopo la scuola.
La corvina interrogava l’amica sulle sue attenzioni con Shikamaru.
-Ormai è tanto che vi frequentate.
-Lo so, Hinata-chan.
-E conosci bene il suo affetto per te.
L’altra annuì confermando.
-E sappiamo bene entrambe che anche da parte tua non c’è indifferenza.
-Io non voglio Shikamaru, Hinata.
L’altra sorrise, pacata –Io non l’ho mai detto.
-Aaaah, sei una finta ingenua, tu!
-Non cambiare discorso, Ino-chan!
La bionda sospirò –E’ vero, non gli sono più del tutto indifferente ma ancora dei dubbi..
-Lui ti ha chiesto di stare insieme a lui, no?
-Esatto, ma tempo fa ormai.
-Ma te l’ha chiesto e se vi frequentate ancora vuol dire che lui non ha rinunciato a te. Quindi qual è il motivo dei tuoi dubbi?
-Lui…- si vergognò un po’ a dirlo -…non mi piace fisicamente.
La corvina sgranò prima gli occhi su di lei, per poi cominciare a negare col capo –La gente dovrebbe innamorarsi ad occhi chiusi.
-Lo so ma..
-Ino-chan, a che serve avere un bel ragazzo se poi non ti rende felice? Non puoi ragionare in questo modo assurdo.
-Secondo te dovrei evitare di pensare all’aspetto fisico?
-Assolutamente.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, finchè passeggiando non intravidero, nascosti da una grossa quercia, due fidanzatini che si baciavano alla grande.
Ino sorrise maliziosamente –Dimmi un po’… che combini con Naruto?
La corvina arrossì violentemente –Ma che ti viene in mente?
-Ormai è tanto che state insieme, è normale passare oltre…
Maliziosa come non mai, fece diventare Hinata da rosso a viola incandescente.
-Ma..ma che dici, Ino-chan?
Cominciò a ridere sonoramente –Avanti Hinata-chan, ci avrai pensato anche tu di tanto in tanto!
Perse un respiro e tornò bianco latte, forse un po’ più pallida. Un terribile pensiero le annebbiò la mente, facendole cambiare umore.
 
Era arrivata a casa ormai da ore, aveva studiato diligentemente e aveva letto qualche passo dell’Orlando Furioso, un opera che le piaceva molto.
Infine si era messa sul letto a guardare distrattamente un po’ di tv.
Distratta, deconcentrata, rimaneva con la mente a quelle battute di Ino.
Erano cinque mesi e più che stava con Naruto.. che fosse il momento di fare qualche passo avanti?
Più ci pensava e più capiva che qualcosa la stava bloccando. Ripensava a quei giorni passati con Naruto, l’amore nei loro occhi e tutte le rivelazioni che gli aveva fatto, stupendolo sempre di più.
Aveva scorto la rabbia in lui e quel senso di protezione che non aveva mai ricevuto nella sua vita.
Aveva sempre dovuto affrontare tutto da sola, con le proprie forze e con il terrore ad ogni passo.
Da sola ad affrontare tutto ciò di brutto che le era successo, tutte le ingiustizie del mondo che sembravano capitargli. Sola.
In quel momento, associando i due discorsi, ricordò un giorno terribile della sua vita.
Proprio lì, accanto a quel letto, quando da piccola l’aveva costretta ad atti terribili. Aveva avuto si e no sei anni, mentre lui, il suo caro e amato fratellone, il doppio. L’aveva presa con la forza e l’aveva costretto a soddisfarlo.
Troppo piccola per capire la gravità di quell’atto, ma abbastanza grande da capire che sarebbe stata una cosa da segnarla per sempre.
Era da quel momento che erano cominciati i casini, da quel momento che il mondo le era crollato addosso.
E non sarebbe stato più niente come prima.
Si strinse le ginocchia al petto e cominciò a piangere ricordando quel momento in cui la sua purezza era stata terribilmente macchiata.
 
Troppo piccola per capire, abbastanza per comprendere.



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Capitolo difficilissimo da scrivere, motivo per cui ho ritardato così tanto. Non sono per
nulla soddisfatta del capitolo nel suo insieme, ma sarebbe inutile continuare a cambiarlo.
Voglio sentire le vostre voci, ho bisogno di sapere cosa ne pensate.
Ringrazio coloro che fino ad ora hanno recensito (dio mio, che dolci!) e tutti coloro che stanno facendo crescere i numeri di preferiti/seguiti/ricordati/.
Ricordo che recensire non fa morire nessuno.
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