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Autore: GiuliaJHoran    26/11/2012    0 recensioni
Tutte si sono innamorate del classico bello e dannato? E' ciò che è successo a Sarah, una ragazza di 17 anni che si trasferisce a Londra dopo aver accettato un importante proposta di lavoro in una delle agenzie di moda più famose. Dopo molte avversità riuscirà a trovare la sua prima vera migliore amica e una persona che non si sarebbe mai più immaginata di ritrovare. Ma il vero colpo di scena sarà il ragazzo che le sconvolgerà la vita.
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Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Correvo per i quartieri cercando di ricordare le vie e i numeri civici. L’aria gelida che tirava mi entrava dal naso congelandomi i polmoni e affaticandomi il respiro, dopo pochi kilometri ero già stanca, ciò che mi spinse a continuare la corsa era il pensiero che poche case più in la ci fosse la casa di Zayn. Solo a immaginarmi il suo viso mi si accelerava il battito cardiaco e mi si scatenava una guerra nello stomaco. Mi feci forza sulle gambe per arrivare fino la davanti e quando mi trovai davanti a casa, la macchina che era parcheggiata nel vialetto partì, proprio mentre mi trovavo dietro ad essa e frenò di colpo quando si accorse della mia presenza. Indietreggiai per la paura e appoggiai le mani sulle ginocchia per riprendere fiato quando la portiera della macchina si aprì. Un ragazzo si piazzò davanti a me piegandosi sulle ginocchia per essere alla mia altezza e riuscire a guardarmi negli occhi, alzai lo sguardo e…

“scusami, tutto bene?” Fui travolta da degli splendidi occhi verdi, un sorriso incantevole e due fossette adorabili.
“si stai tranquillo, mi sono solo spaventata”
“stavo facendo retromarcia e non mi ero accorto che stavi entrando nel vialetto, ti serve qualcosa?”
“s.. stavo solo… io cercavo Zayn”
“Sei per caso una fan?”
“Fan? Di cosa?”
Venimmo interrotti dall’arrivo di un altro ragazzo. Alto, occhi celesti, capelli scompigliati, un sorriso contagioso.. Possibile che ogni volta che passavo di li, incontravo solo ragazzi bellissimi? Assurdo..
“Harry andiamo?”
“si Lou.. bella, dobbiamo andare.. scusa ancora!”

Salirono in macchina e andarono via lasciandomi li sola come un’idiota. Zayn non era in casa, provai più volte a suonare il campanello di casa senza ricevere risposta.. cosa mi restava da fare? Tornare a casa era l’unica opzione… “bella idea venire qui a casa di Zayn.. complimenti sarah!” continuavo a ripetermi e così feci per tutto il pomeriggio. Verso le 7 di sera mi chiamò Anissa dicendomi che avrebbe passato la sera e la notte fuori casa, da quello che avevo capito, era insieme a un ragazzo. Le altre coinquiline sarebbero andate in un locale a festeggiare il compleanno di una di loro non preoccupandosi nemmeno di invitarmi o di avvertirmi. Intuivo che sarebbe stata una serata alquanto noiosa in casa da sola senza nulla da fare.. in queste situazioni cosa c’è di meglio di un film strappalacrime? Passai tutta la serata sul divano avvolta nelle coperte a piangere davanti al televisore guardando le disgrazie amorose di attori incompetenti. Affondai tutte le mie frustrazioni dentro un pacco infinito di popcorn tenendo sempre d’occhio il telefono. I rintocchi della campana di una chiesa vicina segnava mezzanotte; la luce dei lampioni lungo la strada filtrava dalle tapparelle illuminando timidamente la stanza; i rami degli alberi accompagnati dalla forza del vento, sbattevano sui vetri delle finestre impedendomi di dormire. Mi alzai dal divano trascinando fino al piano di sopra in camera mia le coperte, non ero abituata a tutto quel freddo. Mi infilai il pigiama, mi legai i capelli in una cipolla instabile e mi diressi al bagno per struccarmi.

*SQUILLA IL TELEFONO*
1 Chiamata: Zayn.
“Zayn.. Zayn.. ZAYN!?!?!?!? ZAAAAAAYYYYN!!!!!!!” Iniziai a saltellare per tutto il bagno mentre le mani mi tremavano, senza aspettare altro tempo schiacciai il tasto per rispondere.

“P.. pronto?” risposi timidamente..
“Ei piccola.. come va?”
“Bene.. tu?” improvvisamente tutto ciò che avrei voluto dirgli mi passò di mente, tutte le mie emozioni svanirono, risposi fermandomi a ‘bene’ dimenticandomi di dire ‘bene ora che ti sento ‘
“bene anche io.. ti avevo detto di chiamarmi ogni volta che ne avresti avuto voglia e invece.. sono stato 2 giorni ad aspettare a vuoto una tua chiamata.” Mi si bloccò il respiro sentire pronunciare queste parole.
“Veramente.. anche io aspettavo che fossi tu a chiamarmi.”
“e non era più semplice chiamarmi al telefono invece che venire fino a casa mia?” esclamò con un tono di dolce ironia.. mi scappò una sottile risata
“forse..”
“sei di poche parole stasera.. ti consiglio di chiudere le tende, sai da qui si vede tutto.”
  
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