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Autore: Gelidha Oleron    27/11/2012    1 recensioni
Ventitré come i miei anni.
Ventitré come le stagioni in cui ero stato lontano dalla mia Sophie.
Ventitré come i passi che feci per raggiungere l'indegno.
Ventitré come i secondi che mi separavano dalla morte.
(CP9: KAKU.)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaku
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non riuscivo a crederci: ero riuscito a convincere Spandam a lasciarmi andare un giorno a Kodama prima di trasferirmi definitivamente ad Enies Lobby. 

In verità, mi avevano semplicemente dato ventiquattr'ore di tempo per preparare le valigie, ma dato che avevo finito entro la mattinata, avrei potuto fare una corsa ed essere a Kodama per cena. E poi, ovviamente, fare un'altra corsa ed essere ad Enies Lobby entro la mattina successiva.

In qualsiasi caso, ne sarebbe valsa la pena.

M'imbarcai che fremevo, entusiasta, ma dovevo ammettere che c'era anche un brivido di paura dentro me: mancavo ormai da un bel po' di mesi e non sapevo quale sarebbe stata la reazione nel vedermi arrivare.

Lo scoprii presto: quando scesi dalla nave, le mie narici s'inebriarono immediatamente del profumo del pane caldo e i miei capelli corti furono subito scompigliati dal vento fresco che era proprio della mia terra natale.

Sono a casa, pensai con un sorriso.

"Kaku...fratellone!" Kyoko si lanciò letteralmente tra le mie braccia non appena entrai in panetteria. 

Era cresciuta: adesso i suoi capelli erano più lunghi ed era diventata anche più alta "Kyoko! Sono felice di vederti!"

"Oh, mio Dio..." mia madre si avvicinò tremante "Sei proprio tu...figlio mio!" mi strinse a sé calorosamente ed ebbi la sensazione di essere tornato indietro nel tempo, come un bambino che si accoccola contro il petto protettivo del proprio genitore.

Furono lontani i giorni dell'addestramento, lontane anni luce le sparatorie, avevano cessato di esistere persino le mie ambizioni. Per un istante...

Anche i clienti mi salutarono con affetto "E' tornato il figliol prodigo!" mi presero in giro.

"Sono così felice di vedervi tutti quanti!" ammisi con un sorriso. Ero proprio lì ed era proprio la realtà.

E nello stesso istante cominciarono ad arrivare le domande "Allora, sei diventato un marine?"

"Ci proteggerai dai pirati, Kaku?"

"Hai conosciuto Sengoku il Buddha?"

"Non è diventato più bello, mio figlio?" mia madre mi accarezzò la spalla, amorevole.

Arrossii "Dai, mamma, mi metti in imbarazzo"

"Fratellone, devi raccontarmi tutto!" mi prese per un braccio mia sorella "Ci sono avversari potenti? Hai combattuto contro mutanti?"

Scoppiai a ridere "Una domanda alla volta, Kyoko"

Ma lei m'ignorò completamente "Devi insegnarmi TUTTE le mosse! Quanto tempo ti tratterrai qui?"

"Non molto, purtroppo" confessai con amarezza.

Un "Nooo!!!" disperato invase la panetteria.

"Già" mi portai una mano dietro la nuca con lieve timidezza. Tutto quell'affetto mi lusingava. 

Cercai di assassinare la tentazione di restare lì e mollare tutto, incurante della mia carriera, ma poi scossi la testa e tornai in me "Dove sono Milo e Sophie?"

Lo sguardo di mia madre si fece triste "Tuo fratello è in officina...ma credo sia meglio che tu vada da Sophie" affermò con serietà "Lei ha decisamente più bisogno di te in questo momento"

Sospirai. Non potevo credere che Milo ce l'avesse ancora con me.

"D'accordo" conclusi "Verrò a salutarvi più tardi...spero" aggiunsi con tristezza.

Purtroppo non mi restava che un'ora: il viaggio si era rivelato più lungo del previsto, il tempo in panetteria era spaventosamente volato, e per di più i marinai avevano annunciato che per quella sera si prevedeva tempesta. Di cuori.

Arrivai a casa eccitato, ma anche leggermente preoccupato: raccolsi le chiavi sotto il tappeto, dove mia madre le teneva sempre nascoste, ed entrai. 

Quasi mi vennero le lacrime agli occhi: quella era davvero casa mia, i vecchi mobili, i soliti odori...che fosse tutto un sogno? Mi pizzicai il braccio.

"Chi è?" arrivò tesa la voce della ragazza dalla camera da letto.

La felicità mi pervase, non stavo più nella pelle, ma l'ultima cosa che volevo fare era spaventarla: mi avvicinai lentamente e aprii la porta sussurrando il suo nome "Sophie..."

Fu un momento interminabile: la donna si trovava in piedi, le mani sul ventre rigonfio, era aperta la finestra ed una leggera brezza rinfrescava le lenzuola bianche e donava colore alle guance rosee della fanciulla.

Sgranò gli occhi e cominciò a tremare "Tu..." balbettò "Sto sognando?"

Parole sensate non riuscirono ad uscire dalla mia bocca. Semplicemente, caddi in ginocchio davanti a lei, che probabilmente si stava ancora chiedendo se fosse desta o se si trattasse soltanto della sua immaginazione, e posai lentamente le mani su quel ventre rotondo. Liscio. Caldo.

Ci poggiai la bocca, sentendo chiaramente il suo corpo rilassarsi, e presi a baciare la sua pelle con tutta l'accortenza del mondo. Fermai il tempo con dolcezza, sfiorando con le labbra quella rotondità e avvertendo le mani di Sophie sul mio volto, e allora baciai anche quelle, ubriacandomi delle sue dita.

Era tutto reale: adagiai la testa e chiusi gli occhi, accostai l'orecchio e percepii chiaramente delle pressioni.

Sei tu? Sei veramente tu?

Poi Sophie s'inginocchiò davanti a me "Lei ti ama, Kaku" mi accarezzò il viso "E ti amo anch'io" mi baciò con passione, facendo inoltrare le piccole mani nei miei capelli e trasportandomi completamente.

Non fermarti. Portami con te. Trascinami nel passato, nel futuro, a Kodama, A NOI. 

Trascinami ancora...ancora...

 

 

 

 

"Eleanor" affermò decisa "Come mia madre"

"D'accordo" acconsentii con gioia.

"E' un vero peccato che tu te ne debba andare tanto presto...ma sono contenta di vedere che stai bene"

"Già, anch'io" non riuscivo a smettere di sorridere.

"Sono tutti gentili con te?" chiese con una nota di preoccupazione, mordendosi un labbro.

"Certo, tranquilla" la rassicurai "E anche se così non fosse, saprei come farmi rispettare"

Si fece pensierosa "Non comportarti da stupido, Kaku...tu non sei cattivo"

"No..." mi rabbuiai "Non lo sono"

"E...ti fanno stancare molto?" domandò ancora.

Non potei fare a meno di ridere "Sophie, hai passato troppo tempo con mia madre!"

"Rispondi" insistette.

"Beh, diciamo che..." ero stato messo alle strette, ma dovevo pur cominciare a fare pratica con le menzogne "L'addestramento è decisamente sopravvalutato, ecco"

"E il tuo capo? Ti tratta bene?"

"Santo cielo, tesoro!" scossi la testa "Ma perché tutta quest'agitazione? Va tutto bene, rilassati" le cinsi la vita, mentre m'inchiodava con lo sguardo "Non mentirmi, Kaku. Non mentirmi mai"

"Non lo farò" cercai di risuonare il più convincente possibile.

"E' che..." incalzò, poi abbassò lo sguardo.

Le alzai il mento con un dito "Cosa?"

I nostri occhi si scrutarono a lungo, dopodiché lei parlò "C'è qualcosa di...diverso...non so, come se mi nascondessi qualcosa"

Sospirai "Sophie, io credo che..."

"No" mi fermò con l'indice sulle labbra "Non dire niente. Voglio solo che tu non dimentichi chi sei. Resta sempre la persona che amo"

La baciai nuovamente, cercando di trattenere un po' del suo sapore sulla lingua e sperando di portarlo via con me "Ora devo andare..."

Risultava sempre più difficile staccarmi da lei, ma raccolsi tutta la mia forza di volontà e indietreggiai.

"Dove ti manderanno?"

"Non puoi saperlo. Questo...lo capisci, vero?"

"Già..." sospirò "Fa' attenzione"

"Come sempre"

 

 

 

 

Dopo aver ricevuto la benedizione di Sophie, arrivai ad Enies Lobby con uno spirito diverso: ero più sollevato, più deciso e forse anche più sfrontato.

Non mi aspettavo che la fanciulla mi desse il suo sostegno per l'imminente lavoro, non sapendo né cosa andavo a fare né tra quanto tempo ci saremmo rivisti, ma basandosi unicamente sulla fiducia.

Insomma, era forte. Quella ragazza non smetteva mai di sorprendermi...

"Allora, sei andato a fare visita alla fidanzatina?" mi accolse un Jabura particolarmente sarcastico alla Torre della Giustizia.

Il suo modo di fare mi ricordava terribilmente quello di mio fratello: la cosa mi mandava in bestia.

"A quanto pare, non sono l'unico ad avercela" gli risposi a tono, alludendo all'inserviente con cui era stato visto poco prima.

"Ti piacerebbe una come Gatherine, eh?" ammiccò.

"Per niente" lo delusi "Sophie è dieci volte più bella ed è anche intelligente" 

Diventavo un bambino in compagnia di Jabura, questo l'avrei scoperto nei mesi successivi: le sue continue provocazioni non facevano altro che farmi pensare a Milo e, inevitabilmente, non riuscivo proprio a misurare le mie reazioni.

Fece una grossa risata "Sophie, hai detto che si chiama? Oh, ragazzino, scappa da quelle intelligenti! Sono le peggiori!"

"Ma come diavolo ti permetti?" stavo per partire, quando una forte presa alle spalle mi bloccò i movimenti.

"Ben fatto, Blueno" entrò anche Spandam "Qui non vogliamo litigi. Vero, Califa?"

La donna si scostò una ciocca di capelli dal viso "Mi stai facendo delle avances, capo?" 

Le rivolsi uno sguardo stranito, al che ella attaccò "E tu cos'hai da guardare, con quegli occhi da pesce lesso? Vedi qualcosa che t'interessa?"

Scossi la testa, senza riuscire a mascherare un'espressione d'incredulità: quei tizi erano tutti matti...

Pian piano, entrarono tutti all'interno dell'ufficio del capo e per ultima, ma non meno importante, l'imponente figura di Rob Lucci.

"Molto bene, ragazzi" sorrise sadico Spandam, adagiando sulla scrivania svariati fogli "Questi sono i vostri prossimi incarichi. Comincerete tra un mese, durante il quale potrete allenarvi"

"Così tanto?" si lamentò la bionda, visibilmente allarmata.

"Hai paura che ti vengano le doppie punte?" la sbeffeggiò Jabura.

"Taci, lupo!"

"Almeno il lupo non è entrato nella CP9 per raccomandazione!"

Un filo spinato si avvolse attorno al corpo dell'uomo, il quale sorrise come se niente fosse "La verità fa male, eh?"

"Piantala, Jabura" lo rimproverò Spandam "Lasky era un ottimo agente, ma Califa non è certo qui per conto di suo padre. Vero?" le rivolse un occhiolino.

"Ci stai provando di nuovo, capo!" 

Intanto, Lucci se ne stava in disparte a giocherellare con il suo cappello senza dire una parola.

"Oi oi quali sono gli incarichi?" chiese improvvisamente Kumadori.

"Già, di che si tratta? Chapapa!" si aggiunse Fukuro.

"Leggete e lo scoprirete" il suo sorriso enigmatico non lasciava trapelare alcuna informazione.©

 

 

Enies Lobby, CP9, World Govt.

 

Quattro agenti. Arma Pluton. Water Seven.

 

 

Eh beh, il ritorno a Kodama ha sorpreso anche me xD Vi confesso che ero un po’ scettica ad inserirlo, ma poi mi piaceva troppo l’idea che Kaku vedesse Sophie incinta!

Dal prossimo capitolo (finalmente!) finiranno questi due anni di grandi cambiamenti (16/17) e comincerà il diciottesimo anno di età per il nostro protagonista, di conseguenza anche l’avventura a Water Seven ;)

Ho inserito le note Missing Moments e Otherverse: la prima perché si parla dei retroscena della vita di un personaggio, seppur con un po’ d’immaginazione; la seconda perché voglio parlare anche di St Popula (miniavventure della CP9 inserite solo nel manga). Sono pignola, lo so, ma volevo precisarlo xD

Grazie a chi recensisce (Archdeacon Chopen!!!) e a chi segue la storia!

  
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