Eccovi il
secondo capitolo…Grazie mille per le recensioni!
Ora scoprirete
se è Bella o no, spero di non deludervi ma la storia ha un suo seguito.
Premetto alle fan di Bella ed Edward di non scoraggiarsi.
Un bacio e tanti
ringraziamenti a: Elychan, Loner,
Missleep, SamaCullen,
greta91, Missy16, sq1ddy, Selene89 (se vuoi leggere di Bella che si trasforma
in qualcosa di interessante ti consiglio l’altra mia fic,
New Born…^.^), Amy89.
CAPITOLO
SECONDO:
“Il piccolo
Edward”
(§°Deidre°§)
A pochi passi
dalla foresta se ne stava lei, bella e giovane esattamente come la ricordavo.
Solo i capelli
sembravano un po’ più chiari, ma per il resto era identica, identica come nei
miei ricordi, come nei miei sogni.
Fu Emmett a dar voce ai miei pensieri, ai pensieri di tutta la
mia famiglia.
-Ma è
impossibile.
°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°
Eppure
era lei. E, come se vent’anni non fossero passati per nulla, era esattamente
come prima.
Come se avesse
ancora diciotto anni, che fosse diventata…?
Fu come se il
mio cuore si fosse fermato una seconda volta. La mia fantasia sfrecciava
libera, piena di speranza, ma un pensiero di Carlisle
mi attraversò la mente, abbattendo ogni mio sogno.
Non l’abbiamo sentita arrivare. Eppure le sue guance
sono rosse, è umana. Com’è possibile?
La fissai. Carlisle aveva ragione, Bella era arrossita appena ci aveva
visti.
Alice non si
trattenne, le andò incontro fermandosi a pochi centimetri da lei.
-Bella. Bella,
sei tu? Mi sei mancata tantissimo.
Si avvicinarono
tutti, anche io. Non mi sembrava possibile.
Volevo
riabbracciarla, riprenderla con me, dirle che non era cambiato nulla, che ero
stato un idiota, che ero tornato solo per lei.
Lei sembrava
molto sorpresa, aprì la bocca ma non ne uscì nessun suono. La richiuse.
Il suo odore mi
colpì, buono e dissetante come lo ricordavo. No, non proprio. Era più dolce,
più solleticante e brioso. Forse meno dissetante e più zuccherino. Ma non ci
feci caso, la lontananza doveva aver sbiadito i miei ricordi.
Bella ci guardò
uno ad uno, poi il suo sguardo si posò su di me e vi rimase per alcuni secondi
in più degli altri.
Avrei voluto
spiegarle tutto, avrei voluto chiederle tante cose, avrei voluto abbracciarla e
baciarla come un tempo, ma rimasi immobile, incapace di qualsiasi cosa.
E lei cominciò a
saltare e ridere.
-Lo sapevo!! Lo
sapevo, lo sapevo!!- Si fermò solo per guardarci un’altra volta, il viso
pervaso dall’euforia. –Voi siete i Cullen. Davvero,
siete i vampiri, esistete davvero!
Emmett aggrottò le
sopracciglia. –Certo che esistiamo. Non ti ricordi di noi?
Si fermò di
colpo.
-Come? Oh, oh
no. Credo che mi abbiate…
-Andiamo a
casa???
Con grande
sconcerto di tutti dalla foresta spuntò un bambino con i capelli biondi e gli
occhi…si, gli occhi della mia Bella. Aveva anche le sue stesse labbra, carnose
e rosse e la pelle chiara.
Tornai a
guardare la ragazza che ci stava davanti e notai che aveva gli occhi verdi.
Ero confuso.
Il bambino
trotterellò fino alla ragazza che lo prese in braccio e lo cullò. Avrà avuto si
e no quattro anni. Mentre, solo ora, notai che lei non dimostrava più di
quindici anni, forse sedici.
La guardammo
allibiti.
-Chi ciono?
-Ehm,
escursionisti.
-Il nonno,
toniamo dal nonno?
-Si, andiamo ci
starà aspettando. Tu vai a prendere i tuoi giochi e mettili nella borsa.
Il bambino ci
guardò un’ultima volta e poi tornò verso la foresta. Anche il suo odore
assomigliava a quello di Bella, ma misto ad un altro odore che non gradivo
molto. Mi pizzicava le narici.
-Mi dispiace di
avervi interrotti ma io, io non credevo che voi esistesse veramente. Cioè, in
qualche modo ci speravo, ma se avessi saputo…
I suoi occhi
splendevano eccitati. Poi di colpo entrai nel suo campo visivo e la sua
espressione si trasformò.
Era rabbiosa,
indignata.
-Tu! Come hai
potuto fare una cosa del genere a mia madre? Non hai idea di come abbia passato
gli ultimi anni…
-Andiamo?
La ragazzina
sistemò i capelli ed assunse un’aria composta.
-Beh, piacere di
avervi conosciuti. Vieni Edward, torniamo a casa.-
Afferrò la manina paffuta del bambino, che si girò a salutarci con la manina
libera e poi scomparvero nella foresta.
Per un po’
nessuno parlò. Nemmeno quando tornammo a casa nessuno ebbe il coraggio di
rivolgermi la parola. Cercavano perfino di trattenere i pensieri, cosa in cui
riuscivano tremendamente male.
Ma non potevo
biasimarli. Per tutta la notte rimasi a guardare fuori dalla mia finestra e
appena le prime luci dell’alba mi raggiunsero saltai fuori senza farmi vedere e
corsi, corsi fino a Forks e mi arrampicai su per
quella finestra che tanto tempo fa mi era molto familiare.
Lei era lì, nel
suo letto. Mi pervase il sollievo, non potevo mentire a me stesso, un po’ ci
speravo.
Mi sedetti sulla
sedia a dondolo, rimasta proprio dove la ricordavo e guardai la stanza.
Vicino alla
porta c’era un piccolo lettino dove dormiva -che strano pronunciarlo anche solo
nella mia mente- il piccolo Edward e sulla scrivania c’era un computer di
ultima generazione. Il resto era rimasto com’era, compreso il piccolo lettore
cd con le cuffie.
Mi sentivo bene,
anche se non avrei dovuto, perché sentivo che Bella, dando quel nome a suo
figlio, non mi aveva mai dimenticato. Anche se si era sposata ed aveva dei
figli, non mi aveva dimenticato.
Subito quelle
felicità fu sostituita da un forte senso di repulsione per me stesso. Come
potevo pensare una cosa del genere?
Avevo segnato la
sua esistenza e l’avevo condannata fino alla sua morte.
A cosa era
servito fuggire via da lei? A nulla, lei pensava ancora a me, non era comunque
riuscita a farsi una nuova vita senza lasciare il passato alle spalle.
-Che ci fai qui?
Alzai gli occhi
verso il letto e vidi la ragazza che mi guardava.
-Il fatto che mia
madre ti lasciasse dormire con lei non significa che puoi violare anche la mia
privacy.
Mi veniva da
ridere, anche nei modi di fare assomigliava tanto a lei.
-Mi dispiace,
non era mia intenzione, me ne vado.
-Aspetta! Non
andare, ho un sacco di cose da chiederti e da raccontarti.
-E’ meglio di
no- dissi poco convinto –è uno sbaglio essere qui. Non avrei nemmeno dovuto…
-Oh, ma la
pianti? Sempre a pensare a te stesso. Invece mi starai a sentire, bello, che tu
lo voglia o no ti troverò.
La tentazione era
grande, ma a malincuore le sorrisi e mi avvicinai alla finestra.
-No, dimenticati
di me. E non dire nulla a tua madre, voglio che continui a vivere come sempre.
Saltai dalla
finestra e corsi verso casa.
Eppure sentii un
urlo soffocato mentre saltavo.
-Brutto idiota
di un…- Non riuscii a sentire il resto, ero già troppo lontano.