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Autore: LaDamaLuthien    15/06/2007    7 recensioni
Edward torna a Forks vent'anni dopo aver lasciato la sua Bella. Allora perchè lei è uguale a prima?
Nei meandri di un amore peccaminoso.
Genere: Romantico, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccovi il secondo capitolo…Grazie mille per le recensioni!

 

Ora scoprirete se è Bella o no, spero di non deludervi ma la storia ha un suo seguito. Premetto alle fan di Bella ed Edward di non scoraggiarsi.

 

Un bacio e tanti ringraziamenti a: Elychan, Loner, Missleep, SamaCullen, greta91, Missy16, sq1ddy, Selene89 (se vuoi leggere di Bella che si trasforma in qualcosa di interessante ti consiglio l’altra mia fic, New Born…^.^), Amy89.

 

 

 

CAPITOLO SECONDO:

 

“Il piccolo Edward”

(§°Deidre°§)

 

 

A pochi passi dalla foresta se ne stava lei, bella e giovane esattamente come la ricordavo.

 

Solo i capelli sembravano un po’ più chiari, ma per il resto era identica, identica come nei miei ricordi, come nei miei sogni.

 

Fu Emmett a dar voce ai miei pensieri, ai pensieri di tutta la mia famiglia.

 

-Ma è impossibile.

 

 

°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°

 

 

Eppure era lei. E, come se vent’anni non fossero passati per nulla, era esattamente come prima.

 

Come se avesse ancora diciotto anni, che fosse diventata…?

 

Fu come se il mio cuore si fosse fermato una seconda volta. La mia fantasia sfrecciava libera, piena di speranza, ma un pensiero di Carlisle mi attraversò la mente, abbattendo ogni mio sogno.

 

Non l’abbiamo sentita arrivare. Eppure le sue guance sono rosse, è umana. Com’è possibile?

 

La fissai. Carlisle aveva ragione, Bella era arrossita appena ci aveva visti.

 

Alice non si trattenne, le andò incontro fermandosi a pochi centimetri da lei.

 

-Bella. Bella, sei tu? Mi sei mancata tantissimo.

 

Si avvicinarono tutti, anche io. Non mi sembrava possibile.

 

Volevo riabbracciarla, riprenderla con me, dirle che non era cambiato nulla, che ero stato un idiota, che ero tornato solo per lei.

 

Lei sembrava molto sorpresa, aprì la bocca ma non ne uscì nessun suono. La richiuse.

 

Il suo odore mi colpì, buono e dissetante come lo ricordavo. No, non proprio. Era più dolce, più solleticante e brioso. Forse meno dissetante e più zuccherino. Ma non ci feci caso, la lontananza doveva aver sbiadito i miei ricordi.

 

Bella ci guardò uno ad uno, poi il suo sguardo si posò su di me e vi rimase per alcuni secondi in più degli altri.

 

Avrei voluto spiegarle tutto, avrei voluto chiederle tante cose, avrei voluto abbracciarla e baciarla come un tempo, ma rimasi immobile, incapace di qualsiasi cosa.

 

E lei cominciò a saltare e ridere.

 

-Lo sapevo!! Lo sapevo, lo sapevo!!- Si fermò solo per guardarci un’altra volta, il viso pervaso dall’euforia. –Voi siete i Cullen. Davvero, siete i vampiri, esistete davvero!

 

Emmett aggrottò le sopracciglia. –Certo che esistiamo. Non ti ricordi di noi?

 

Si fermò di colpo.

 

-Come? Oh, oh no. Credo che mi abbiate…

 

-Andiamo a casa???

 

Con grande sconcerto di tutti dalla foresta spuntò un bambino con i capelli biondi e gli occhi…si, gli occhi della mia Bella. Aveva anche le sue stesse labbra, carnose e rosse e la pelle chiara.

 

Tornai a guardare la ragazza che ci stava davanti e notai che aveva gli occhi verdi.

 

Ero confuso.

 

Il bambino trotterellò fino alla ragazza che lo prese in braccio e lo cullò. Avrà avuto si e no quattro anni. Mentre, solo ora, notai che lei non dimostrava più di quindici anni, forse sedici.

 

La guardammo allibiti.

 

-Chi ciono?

 

-Ehm, escursionisti.

 

-Il nonno, toniamo dal nonno?

 

-Si, andiamo ci starà aspettando. Tu vai a prendere i tuoi giochi e mettili nella borsa.

 

Il bambino ci guardò un’ultima volta e poi tornò verso la foresta. Anche il suo odore assomigliava a quello di Bella, ma misto ad un altro odore che non gradivo molto. Mi pizzicava le narici.

 

-Mi dispiace di avervi interrotti ma io, io non credevo che voi esistesse veramente. Cioè, in qualche modo ci speravo, ma se avessi saputo…

 

I suoi occhi splendevano eccitati. Poi di colpo entrai nel suo campo visivo e la sua espressione si trasformò.

 

Era rabbiosa, indignata.

 

-Tu! Come hai potuto fare una cosa del genere a mia madre? Non hai idea di come abbia passato gli ultimi anni…

 

-Andiamo?

 

La ragazzina sistemò i capelli ed assunse un’aria composta.

 

-Beh, piacere di avervi conosciuti. Vieni Edward, torniamo a casa.- Afferrò la manina paffuta del bambino, che si girò a salutarci con la manina libera e poi scomparvero nella foresta.

 

Per un po’ nessuno parlò. Nemmeno quando tornammo a casa nessuno ebbe il coraggio di rivolgermi la parola. Cercavano perfino di trattenere i pensieri, cosa in cui riuscivano tremendamente male.

 

Ma non potevo biasimarli. Per tutta la notte rimasi a guardare fuori dalla mia finestra e appena le prime luci dell’alba mi raggiunsero saltai fuori senza farmi vedere e corsi, corsi fino a Forks e mi arrampicai su per quella finestra che tanto tempo fa mi era molto familiare.

 

Lei era lì, nel suo letto. Mi pervase il sollievo, non potevo mentire a me stesso, un po’ ci speravo.

 

Mi sedetti sulla sedia a dondolo, rimasta proprio dove la ricordavo e guardai la stanza.

 

Vicino alla porta c’era un piccolo lettino dove dormiva -che strano pronunciarlo anche solo nella mia mente- il piccolo Edward e sulla scrivania c’era un computer di ultima generazione. Il resto era rimasto com’era, compreso il piccolo lettore cd con le cuffie.

 

Mi sentivo bene, anche se non avrei dovuto, perché sentivo che Bella, dando quel nome a suo figlio, non mi aveva mai dimenticato. Anche se si era sposata ed aveva dei figli, non mi aveva dimenticato.

 

Subito quelle felicità fu sostituita da un forte senso di repulsione per me stesso. Come potevo pensare una cosa del genere?

 

Avevo segnato la sua esistenza e l’avevo condannata fino alla sua morte.

 

A cosa era servito fuggire via da lei? A nulla, lei pensava ancora a me, non era comunque riuscita a farsi una nuova vita senza lasciare il passato alle spalle.

 

-Che ci fai qui?

 

Alzai gli occhi verso il letto e vidi la ragazza che mi guardava.

 

-Il fatto che mia madre ti lasciasse dormire con lei non significa che puoi violare anche la mia privacy.

 

Mi veniva da ridere, anche nei modi di fare assomigliava tanto a lei.

 

-Mi dispiace, non era mia intenzione, me ne vado.

 

-Aspetta! Non andare, ho un sacco di cose da chiederti e da raccontarti.

 

-E’ meglio di no- dissi poco convinto –è uno sbaglio essere qui. Non avrei nemmeno dovuto…

 

-Oh, ma la pianti? Sempre a pensare a te stesso. Invece mi starai a sentire, bello, che tu lo voglia o no ti troverò.

 

La tentazione era grande, ma a malincuore le sorrisi e mi avvicinai alla finestra.

 

-No, dimenticati di me. E non dire nulla a tua madre, voglio che continui a vivere come sempre.

 

Saltai dalla finestra e corsi verso casa.

 

Eppure sentii un urlo soffocato mentre saltavo.

 

-Brutto idiota di un…- Non riuscii a sentire il resto, ero già troppo lontano.

 

  
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