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Autore: Ukki    27/11/2012    3 recensioni
Shirou Fubuki, il mite albino con un sorriso dolce perennemente stampato sul viso...
Terumi Afuro, il biondino incapace di fidarsi delle persone e di accettare i propri sentimenti...
Atsuya Fubuki, un fratello iperprotettivo con cui non è facile avere a che fare, ma con un cuore più grande di quel che sembra...
Shinobu Takanashi, un personaggio che nella serie animata appare solo per un battito di ciglia... le andrà bene essere così sottovalutata?
Questo non è un racconto d'avventura, non è un fantasy e neanche un giallo: è solo la storia di quattro ragazzi coinvolti in situazioni più grandi di loro.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Shawn/Shirou, Sue/Shinobu
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao! Questo è il nuovo capitolo della mia fic (stavolta spero che l'HTML sia corretto). Come vi avevo promesso, l'ho postato abbastanza velocemente. Da questo capitolo in poi il punto di vista dei vari personaggi cambierà durante la narrazione, per farlo capire ho separato le due parti del testo con una linea. Vi avverto, Endou non fa una gran bella figura, mi scuso con i suoi fan. Bé, come al solito, buona lettura!

- Shirou? A che pensi? -

La voce di Goenji era quasi insistente.

- A niente, perché lo chiedi? - chiese Shirou innocentemente.

- È da tutta la mattina che non spiccichi parola - si lamentò lui.

Ha parlato il chiacchierone” sorrise l'albino.

- Cosa c'è da ridere? - domandò Goenji confuso.

- Niente, scusa, è che... -

- Fubuki, Goenji, dopo venite a fare due tiri? -

Endou comparve con gli occhi sfavillanti.

- Non saprei, Endou, in realtà dovrei tornare a... -

- Andiamo, ti divertirai! - esclamarono all'unisono i due ragazzi.

- Non è giusto, - disse Shirou, che aveva cominciato a prendere in seria considerazione l'idea di dare a entrambi una botta in testa e vivere in pace la sua vita -oggi non mi lasciate finire le frasi-

- Allora, vieni o no? - chiese Endou, scalpitante.

Aveva giocato a calcio ogni giorno durante le vacanze estive, ma era già da tre mesi che non toccava il pallone da calcio del club della scuola, e non aveva alcuna intenzione di aspettare oltre, se i suoi amici non lo seguivano, lui ce li avrebbe trascinati. Cosa che fece, almeno con Shirou, perché Goenji non si fece affatto pregare.

- Endou, posso dire una cosa? - pregò l'albino, mentre cercava di liberarsi dalla stretta micidiale dell'amico.

- No che non puoi, non c'è impegno che tenga di fronte a un pallone da calcio - negò energicamente Endou.

- Quoto (più o meno) - confermò Goenji.

- Certo, per te è facile dirlo, Endou non ti sta spaccando il polso. Davvero Endou, mi stai facendo male -

Ma le parole di Shirou non raggiunsero neanche minimamente i due ragazzi, o almeno loro fecero finta di niente con un'abilità da premio Oscar.

- Ci saranno anche Kidou e Kazemaru, sarà divertente! - annunciò Endou.

Il tuo non è un punto di vista parziale, per te il calcio sarebbe divertente anche giocato con un babbuino” pensò Shirou esasperato.

- Sembra che tu stia organizzando tutto da una settimana, Endou - osservò Goenji.

Lui si aprì in un sorriso a trentadue (e più) denti.

- Infatti! Il calcio è una cosa importante! - esclamò entusiasta.

- Questo nessuno lo nega, Endou, ma potresti lascia... -

Dopo lo sguardo assassino dell'amico, Shirou decise che molto probabilmente la cosa migliore che poteva fare era restare in silenzio e assecondarlo. Questo se voleva arrivare al giorno dopo.

 

_________________________________________________________________

 

- Ehi, mi dici il tuo nome per favore? -

Era la terza volta come minimo che quel ragazzino insistente dai capelli verdi gli rivolgeva la stessa domanda. Stava cominciando a dargli sui nervi.

- Non te l'ho già detto più volte? - chiese Afuro irritato. “Se lo chiede un'altra volta lo strozzo”.

- Sì, ma mi hai detto solo il cognome, io voglio sapere il nome - specificò lui, perplesso.

- E se tu ti facessi un po' di affari tuoi? - sibilò il biondo.

- Antipatico - piagnucolò l'altro, senza però darsi per vinto. - Hiro-chan non sarà felice quando saprà che mi hai risposto tanto male - aggiunse con una punta di malizia.

- Mi dispiace molto per il tuo ragazzo -

Il verde avvampò

- Hiro-chan non è il mio ragazzo, è un amico - disse.

Afuro fece spallucce, del resto la cosa non gli interessava più di tanto.

- Afuro? -

- Cosa c'è? -

Quel ragazzino (come si chiamava?) era di sicuro la persona più invadente che avesse mai incontrato.

- Come mai sei tanto acido? Non si addice affatto al tuo aspetto -

Ah, sì, Midorikawa, il nome però proprio non gli veniva in mente... non aveva importanza, se il bisogno di toglierselo dai piedi lo avesse indotto a strozzarlo, non lo avrebbe certo chiamato per nome.

- Scusami se sono nato così, non ho scelto io di somigliare a una bambolina – ribatté.

Midorikawa desistette e se ne andò mormorando qualcosa tipo “Sciocco tsundere”.

Afuro lo seguì con gli occhi fin quando non lo vide chiacchierare con un ragazzo dai capelli rossi, Hiroto Kiyama, se non si ricordava male, che gli rivolse lo stesso sguardo che ti rivolge una tigre prima di azzannarti.

Il biondo lo ignorò, non aveva certo bisogno che un tizio con l'aria da pervertito gli intimasse di girare a largo, non era stato lui ad andare a cercare quel Midorikawa-come-si-chiamava, era stato il verde a rompergli gentilmente le scatole per un quarto d'ora, anche se su un punto aveva avuto ragione: il carattere e l'aspetto di Afuro erano esattamente agli antipodi.

Il ragazzo non amava le domande e tanto meno quelli che le ponevano, anche se lui stesso non era riuscito a fare a meno di chiedere a quello Shirou (stranamente il suo nome se lo ricordava, forse perché era facile) riguardo il colore dei capelli.

Bé, è normale” pensò Afuro “Chi ha i capelli grigi a quest'età? Sembra invecchiato prematuramente”

Bugiardo” lo sbeffeggiò la sua coscienza. “La verità è che non vuoi ammettere che non riesci a fartelo stare antipatico”.

  
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