Ciao a tutti! Questa è la prima fanfiction che scrivo, quindi non sarà un granché, ma vi assicuro che ci ho messo il cuore. Spero vi piaccia, in caso contrario non preoccupatevi e recensite pure negativamente, però possibilmente datemi qualche consiglio su come migliorare (non ho un ego spropositato e accetto le critiche). Che altro dire... Buona lettura!
Colui che sei
- A~fu~ro~chan? - canticchiò l'uomo vestito di nero.
La sua voce rimbombava nel buio della stanza. Il ragazzo di fronte a lui alzò lo sguardo. - Sì, Comandante? -
In mezzo alle tenebre si accese un ghigno.
- Ci sarebbe una cosettina che dovresti fare per me -
Shirou camminava in silenzio nel cortile della scuola, incurante degli schiamazzi e delle grida che lo circondavano. A lui non piaceva molto tutto quel rumore...
- Fubuki! -
Una voce squillante lo dissolse dai suoi pensieri. Si spostò appena in tempo per non farsi travolgere da un ragazzo con i capelli castani e una fascia arancione in testa.
- Ciao Endou, ti vedo in forma -
- Certo! Non vedevo l'ora che ricominciasse la scuola! - esclamò quello.
Shirou rimase stupito.
- Sul serio? Pensavo che non ti piacessero molto le lezioni -
- Quelle no, infatti, ma qui c'è il club di calcio! Mi è mancato tantissimo! Aspetta, vado a salutarlo! -
E detto questo sparì in mezzo alla calca. Il ragazzo sospirò. Che Endou non era completamente normale, d'altronde, l'aveva sempre saputo. Era bello che almeno lui fosse rimasto uguale a com'era prima dell'estate, a differenza della maggior parte dei ragazzi, che all'improvviso avevano cominciato a comportarsi da adulti.
Cominciò a cercare una strada in mezzo alla folla, cosa più facile a dirsi che a farsi.
D'improvviso, forse per la confusione, forse perché si era distratto, andò a sbattere contro qualcosa. O, per meglio dire, contro qualcuno.
Cominciò a cercare una strada in mezzo alla folla, cosa più facile a dirsi che a farsi.
D'improvviso, forse per la confusione, forse perché si era distratto, andò a sbattere contro qualcosa. O, per meglio dire, contro qualcuno.
- Scusa, stai bene? - chiese porgendo una mano al biondino seduto per terra.
Questi lo ignorò, si rialzò e si tolse la polvere dai jeans.
- Stavo meglio prima - replicò infine, gelido.
Shirou rimase un po' ferito dal suo sguardo scarlatto e tagliente.
- Mi dispiace - ripeté - Non ti ho mai visto qui, sei nuovo? -
- Se anche fosse? -
Lo sconosciuto si girò e fece per andarsene, ma non era un'impresa semplice.
- Ma c'è sempre tutta questa confusione in questo posto?! - esclamò indispettito, poi incrociò le braccia sul petto come un bambino viziato.
- Non sempre, solo il primo giorno - spiegò Shirou tranquillamente.
- Non parlavo con te, era una domanda retorica -
- C'è un modo per passare - continuò lui ignorandolo.
Il biondino lo guardò appena.
- E sarebbe? - chiese infine.
Il ragazzo lo prese per mano e se lo trascinò dietro in mezzo alla folla. Sapeva come muoversi e in due minuti lo portò nell'atrio, ancora relativamente deserto.
- Grazie - borbottò lui distogliendo lo sguardo.
- Come ti chiami? - domandò poi, forse più per circostanza che per interesse.
- Shirou Fubuki, tu? -
- Afuro -
Shirou non gli chiese anche il nome per due motivi: primo, non erano affari suoi; secondo, non ci teneva a farsi rispondere ancora in malo modo.
- Va bene, quella è la lista delle classi, ci troverai la tua - lo informò, pronto ad andarsene.
- Ehm, Fubuki? -
La sua voce, per la prima volta libera da quell'ombra di arroganza che fino ad allora l'aveva caratterizzata, lo fermò.
- Sì? -
- Non ho la più pallida idea di dove si trovino le varie classi - ammise Afuro imbarazzato.
- Non ridere! - aggiunse poi, spostandosi sulla difensiva.
Shirou scosse la testa.
- Non stavo per farlo. Vieni, ti faccio strada, hai controllato la classe? - chiese.
Il ragazzo annuì.
- III A - disse solo, poi lo seguì.
- Posso chiederti una cosa? - domandò a un certo punto.
Lontano dalla gente sembrava decisamente più a suo agio. Shirou annuì.
- Il colore dei tuoi capelli... li hai tinti o è albinismo? -
- La seconda che hai detto - rispose il ragazzo spostandosi un ciuffo di capelli argentei dalla fronte.
“Certo che, anche se non vuole che la gente gli ponga domande personali, non si fa tanti problemi a porle agli altri” pensò senza l'intenzione di polemizzare.
- Senti, credo di doverti delle scuse per come mi sono comportato prima, so di essere piuttosto asociale e non sono bravo a relazionarmi con la gente, ma quando c'è confusione vado proprio nel panico - giustificò Afuro a un certo punto.
Shirou sorrise.
- Non ti preoccupare, neanche a me piace tanto la confusione -
“E allora perché anche in mezzo a quell'Inferno di ragazzi hai conservato quel tuo sorriso da Angelo?”
Il biondo arrossì avvertendo quel pensiero saettargli per la mente.
- Eccoci qua, questa è la tua classe - lo informò a un certo punto Shirou.
- Thank you - mormorò Afuro entrando.
- Buona fortuna - gli augurò l'albino.
- Non ne ho bisogno, sono un incantatore nato - rispose il ragazzo e, per la prima volta, gli sorrise.
Non si stava vantando, era proprio carino.
Mi scuso se il capitolo era un po' corto, ma sto ancora imparando. I primi li ho già pronti, quindi se la storia vi piace li posterò abbastanza velocemente, per gli altri dovrete aspettare di più perché sono letteralmente sommersa di impegni.
Baci
Kouri