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Autore: Birbi_alex    27/11/2012    12 recensioni
Con lui doveva andare diversamente, lui era diverso. E in un certo senso ero diversa anche io.
Perché da quando l’avevo conosciuto mi sembrava di impazzire, non mi era mai capitato di avere la pelle d’oca solo perché qualcuno mi sfiorava ma con lui era così. Non ero mai stata quel genere di ragazza che si invaghiva di un ragazzo solo per la sua bellezza, e non lo ero tutt’ora perché in effetti Zayn non era solo quello, era anche simpatico e intelligente, dolce ma serio, misterioso quanto espansivo. Sapeva chiudere i discorsi con le sue frecciatine anche meglio di me, e parlare con lui era quello che aspettavo in tutta la giornata.
Anche dopo essermi svegliata presto, non aver bevuto il mio caffè, aver assistito a lezioni noiosissime, vedere il suo sorriso e i suoi occhi riusciva a cambiarmi la giornata e renderla migliore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 34

 


Pensa Scarlett, pensa.
Concentrati.
Devi stare calma e fare mente locale.
Ma al diavolo tutto!
Come se non bastasse Camille non si degnava di rispondere alle mie numerose chiamate, ma dov’era la mia migliore amica quando serviva?!
Ah si.. con Liam.
Era con lui a divertirsi chissà dove durante la giornata degli innamorati e io a casa a cercare qualcosa da mettermi dato che mancava una mezzora scarsa alle otto e non avevo la più pallida idea di dove sbattere la testa.
- vi prego ditemi che è uno scherzo.. – sospirai appoggiando la testa al materasso perché mi ero seduta per terra da tempo per cercare qualcosa di decente da indossare in alcuni cassetti.
- cosa dovrebbe essere uno scherzo? – chiese di colpo mio fratello aprendo leggermente la porta della mia stanza tanto da far passare la testa.
- ehi che ci fai qui? Non dovresti essere con qualche ragazza? – domandai a mia volta stupendomi di vederlo in casa e non in giro a divertirsi.
- nah.. per quest’anno passo. E poi devo tenere d’occhio mamma e papà quando torneranno dal ristorante, non voglio un’altra sorellina, tu basti e avanzi – rispose strappandomi un sorriso bonario.
Persino i miei genitori erano andati a festeggiare San Valentino, io ero l’unica nel panico a quanto pare.
- ti voglio bene anch’io – ribattei con sarcasmo per quella sua battuta.
- allora, adesso mi vuoi spiegare cos’hai? – chiese facendo caso solo un secondo dopo a tutti gli abiti sul pavimento della mia stanza e sgranando quindi gli occhi impressionato.
- devo uscire e non so che mettermi – dissi subito senza troppi giochi di parole sospirando nuovamente.
- ferma ferma ferma.. dove vorresti andare, sentiamo?! – sbottò divertito ma allo stesso tempo con tono autoritario.
- e da quand’è che dovrei chiedere il permesso a te per uscire? – chiesi non capendo con un cipiglio di fastidio.
- quando mamma e papà non ci sono ho io il comando qui dentro, sai? – disse lui prontamente.
- comunque non ho la minima intenzione di badare alle tue scenate isteriche, perché piuttosto non mi aiuti a decidere cosa indossare? – proposi con poco interesse per lui e per la sua gelosia.
- non finché non mi dirai dove vai – se ne uscì incrociando le braccia al petto e aprendo maggiormente la porta, appoggiandosi poi allo stipite.
- esco con degli amici, nulla di che – mentii spudoratamente fingendo noncuranza.
Lo vidi osservarmi attentamente, come se stesse cercando di leggermi nel pensiero, poi fece una smorfia e sbuffò.
- ma scusami, una maglietta e un paio di jeans non vanno bene? – chiese a quel punto ovvio indicando uno dei miei tanti pantaloni appoggiati alla sedia.
- non voglio fare la parte della senzatetto, grazie – commentai divertita tirandomi in piedi e cercando con lo sguardo chissà cosa tra la montagna di vestiti sul pavimento e tra gli ripiani dell’armadio.
- e allora cosa vuoi? – sbuffò di nuovo non capendo.
- qualcosa di carino ma non troppo impegnativo – risposi pensierosa massaggiandomi appena il collo nervosa.
- bah.. – mormorò poco convinto facendosi posto tra me e l’armadio cominciando a rovistare tra tutti gli abiti appesi e i vari cassetti, mettendo più disordine di quanto ce ne fosse già.
Possibile che dovevo farmi consigliare da mio fratello anche sui vestiti? I maschi avevano più gusto di me a volte, anche Louis.
Mi balenò per la mente il ricordo di me, Camille e Lou in un negozio di vestiti qualche mese prima e di un vestitino blu in particolare.
- oh aspetta! – esclamai colta da un lampo di genio dando una spallata a mio fratello in modo che si spostasse per poi allungarmi dentro l’armadio e muovere attaccapanni sotto lo sguardo confuso di Lucas.
- che stai cercando? – chiese infatti disorientato ricevendo un mio “shh” in risposta.
Dove diamine era finito?!
- non starai mica cercando di trovare Narnia, vero? Sai che non esiste, no? – domandò dopo un po’ lasciandosi ad una risatina divertita che mi fece scuotere la testa.
- ti ci manderei volentieri a dire il vero – commentai sarcastica per poi sorridere un attimo dopo riconoscendo un tessuto blu notte tra le mie mani.
- trovato! – urlai tirandomi in piedi e alzando in aria quel vestito comprato qualche mese prima con Louis e Camille.
Oh, avrei dovuto ringraziare fino allo sfinimento quel decerebrato.
Cacciai senza troppi convenevoli mio fratello dalla mia stanza e cominciai a indossare quel vestito stupendomi di quanto in verità mi stesse bene.
Era di quel colore che tanto amavo, un bel blu notte, con una fascia argentata che si legava con un fiocchetto sotto il seno lasciando così la stoffa ricadermi morbida fino a metà coscia.
Era semplice, era arrivato il tempo di lasciarsi alle spalle i problemi.
Sotto mi infilai un paio di calze scure e degli stivaletti in camoscio col tacco.
Quella sera mi sarei sentita bella finalmente, avrei voluto sentirmelo anche dire.
Avevo bisogno di certezze, avevo bisogno di sentirmi desiderata.
Uscii dalla mia stanza ed entrai nel bagno dove mi aggiustai i capelli lasciandoli sciolti e mossi sulle spalle, e della matita e un po’ di mascara sugli occhi.
Il mio riflesso attraverso lo specchio aveva qualcosa di diverso dal solito.
I miei occhi erano diversi. Il mio sorriso, io lo ero.
Ero pronta a cominciare un nuovo capitolo della mia vita, qualcosa di raggiante e felice.
Da quella sera tutto sarebbe cambiato, e io speravo che sarebbe diventato migliore.
Io sarei potuta essere migliore accanto a lui.
Andai a prendere la borsa nella mia camera ma non feci in tempo a controllare l’ora sul cellulare che il citofono suonò facendomi catapultare alla cornetta, cosa che fece anche mio fratello cercando di farsi forza con le braccia forti.
- si? – chiesi gentilmente lanciando un’occhiataccia a Lucas che nel frattempo si era perso un attimo a osservarmi confuso.
- ehi sono Zayn.. spero sia ancora valido il mio invito di questo pomeriggio – disse lui e sentire la sua voce mi fece sospirare in un sorriso.
- certo, adesso scendo – risposi prima di rimettere a posto la cornetta e incrociare lo sguardo duro di mio fratello.
- devi uscire con degli amici, eh? – mi domandò retorico seguendomi per la casa mentre tornavo nella mia stanza per mettermi la giacca e prendere la borsa.
- già – mormorai senza dargli troppa importanza, tornando sui miei passi per aprire la porta di casa con lui al seguito.
- e tu pensi che io ti creda? Andiamo, chi è? – chiese ancora leggendo tra le righe del mio discorso contorto.
- ma nessuno.. stai tranquillo – continuai a negare infilando le chiavi nella toppa della porta e aprendola, ma una sua mano la richiuse all’istante.
- è un ragazzo, come si chiama? – insisté sicuro di sé stesso fissando gli occhi cioccolato nei miei.
- non è un.. – ma non riuscii a finire la frase perché mi inchiodò con quel suo sguardo fraterno e severo - ..si chiama Zayn – sussurrai in un sospiro abbassando gli occhi al pavimento.
- devo fidarmi, Scar? – chiese preoccupato per me, preoccupato per quello che sarebbe potuto succedermi.
- non è un serial-killer né un maniaco, e se proprio vuoi saperlo non tornerò neanche incinta, posso andare adesso? – sbottai mangiandomi qualche parola per il nervoso, alludendo alla porta fermata dalla sua mano.
Non era davvero in pensiero per quello, si fidava delle persone con cui uscivo, ma aveva paura che qualcun altro potesse ferirmi.
Lucas era stato forse davvero l’unico a rendersi conto di tutte le mie lacrime negli anni passati, e non voleva vedermi ancora così.
Ma Zayn non mi avrebbe fatta soffrire così, lui era diverso.
- non fare tardi – si raccomandò dopo un po’ sospirando e lasciando la presa sulla porta in modo che, dopo un cenno di capo, sparissi giù per la rampa di scale.
Era finito il periodo dei pianti sul cuscino la notte, delle sigarette, dei silenzi, sarei stata una persona migliore d’ora in poi.
Dovevo esserlo per i miei amici, per i miei genitori, per Lucas, e per me stessa.
Raggiunsi il portone del palazzo quasi senza accorgermene, e aprendolo una folata di vento mi spostò i capelli facendoli ricadere sulle spalle, davanti a me trovai solo un moro con dei grandi occhi che si illuminarono all’istante vedendomi.
- pensavo avessi rifiutato.. – mormorò con un velo di sollievo sorridendomi.
- e invece sono qui. Ho anche i tacchi, dovresti sentirti onorato – commentai abbassando lo sguardo alle mie scarpe che anche lui fissò per poi ridacchiare.
- ma non mi dire.. – commentò felice facendomi spazio accanto a lui nel marciapiede.
- ..sei bellissima stasera, dovrei sentirmi onorato anche di questo – aggiunse dopo qualche secondo cominciando a camminare al mio fianco facendomi fermare il cuore un attimo.
- guarda che la scommessa è finita, non devi più sentirti obbligato a farmi tutti questi complimenti – gli ricordai sorridendo imbarazzata e infilando le mani nelle tasche della giacca.
- non mi sento obbligato infatti, li faccio perché te li meriti – rispose prontamente facendomi mordere il labbro ancora più imbarazzata.
- tante persone meriterebbero i tuoi complimenti – mormorai cercando di capire cosa gli passasse per la testa.
- sì ma è più bello farli a te e vederti arrossire – commentò infatti facendo colorare le mie guance all’istante come se non bastasse.
- te le studi la notte queste frasi, vero? – cercai di sdrammatizzare, come facevo sempre.
Mi maledii quasi per quelle mie parole.
Lui stava cercando di fare il carino e io lo smontavo con quelle battutine? Complimenti Scarlett, continua così.
- ma se fino a cinque minuti fa non sapevo neanche se saresti uscita davvero con me?! – esclamò divertito facendomi scoppiare a ridere.
- piuttosto casanova.. dove mi porti, mm? – domandai curiosa guardandolo meglio.
I capelli erano in ordine più del solito forse, indossava dei pantaloni scuri ed era bello.
Bello come non mai.
- ti porterò in un bel ristorante, ti sorprenderò – rispose facendomi spalancare gli occhi un attimo.
- addirittura? Oh, così la fai sembrare una cosa seria.. – commentai divertita ma allo stesso tempo colpita da tanta organizzazione.
- potremo farla diventare una cosa seria – ribatté lui prontamente girando il viso verso il mio accennando un sorriso emozionato.
Ero pronta a mettere tutto in gioco?
Ero pronta a sentirmi completa, ero pronta a nuove emozioni?
Ero pronta a essere guardata con occhi diversi ed esserne consapevole?
Ero pronta a tutte quelle smancerie che fino ad allora avevo tanto odiato?
Ero pronta a impegnarmi in qualcosa più grande di me?
Ero pronta ai messaggini dolci?
Ero pronta a sviare i discorsi con la mia famiglia quando si parlava di Zayn?
Rimasi in silenzio a fissarlo finché si aprì in uno di quei sorrisi mozzafiato e spensierati.
- allora dovrai impegnarti ancora di più di questo pomeriggio, sono complicata io – mormorai ricambiando il suo sorriso facendo illuminare i suoi occhi.
- nah.. ormai ti conosco abbastanza da poter capire come farti felice – ribatté lui facendomi aggrottare le sopracciglia confusa.
- illuminami – decisi di metterlo alla prova con un sorrisetto attento.
- per esempio dovrei cercare di non farti complimenti anche se è praticamente impossibile, sei davvero stupenda stasera – disse facendomi arrossire di nuovo come una ragazzina.
- ma smettila! – sbottai imbarazzata spingendolo leggermente facendolo così ridere e barcollare.
Si lasciò ad una risata spensierata e mi beai di quel suono tanto bello.
- non mi addolcirai con queste frasi da romanzo rosa, sappilo Malik – gli dissi puntandogli un dito contro mentre il mio stomaco si accartocciò per il sorriso che mi riservò poco dopo.
- sì ma tentar non nuoce, no? – chiese retorico facendomi l’occhiolino, allora scossi la testa divertita da tanta sicurezza.
- non esserne così sicuro.. – commentai con tono sinistro guardandolo male e lui si lasciò ad un’altra delle sue risate di cuore, quelle belle, quelle che facevano sorridere anche me.
Sorridevo perché stavo bene con lui, sorridevo perché mi faceva stare bene.
Dopo anni di lacrime, di false amicizie, di illusioni, era arrivato Zayn e aveva migliorato tutto quanto.
Mi bastava saperlo al mio fianco per sentirmi meglio.
 
 


- ammettilo che non hai mai mangiato un piatto di pasta così buono! – esclamò Zayn uscendo dal ristorante insieme a me, dopo avermi aperto la porta e fatta passare per prima da bravo gentiluomo.
- beh, ne ho mangiati di migliori.. – risposi sincera per poi vedere il sorriso sul suo volto piegarsi in una smorfia dispiaciuta - ..però non è stato male, hai scelto bene Malik – aggiunsi dandogli una pacca sulla spalla che lo rallegrò.
- certo che ho scelto bene! Io non sbaglio mai – disse sicuro di sé alzando appena le braccia al cielo.
- veramente ho qualche dubbio, eh – commentai divertita da tanta spavalderia.
- ti farò cambiare idea allora – ribatté voltando appena il viso per guardarmi negli occhi e sorridere.
Era buio ormai, ma la strada era illuminata dalla luce dei lampioni e dalle mille vetrine sgargianti dei negozi.
Soffiava un po’ d’arietta ma nulla che potesse davvero distrarmi dal ragazzo al mio fianco.
Camminavamo lungo uno stradone familiare, anche se non sapevo esattamente dove mi avrebbe portata.
- ti metto subito alla prova: dimmi che non ci siamo persi e che sai dove stiamo andando – dissi dopo un po’ facendolo ridacchiare.
- certo che so dove stiamo andando! E ti stupirò, come sempre – aggiunse aprendosi in un sorrisetto sghembo, alzando solo l’angolo della destro della bocca.
- come fai a essere così certo di stupirmi ogni volta? – chiesi allora non capendo sistemandomi meglio la borsa sulla spalla destra.
- perché io sono così.. sono imprevedibile – rispose muovendo le sopracciglia facendomi ridere ancora.
- non mi dire.. – mormorai fingendomi scettica delle sue parole incrociando le braccia sotto il seno.
- per esempio, hai mai pensato che ti avrei invitata a uscire stasera? – domandò in manforte al suo discorso.
Dannazione aveva ragione.
- no, e in realtà non ci credo neanche adesso. In verità sto ancora aspettando una delle comparse di Disaster Date o qualcosa del genere – ribattei divertita dalle mie stesse parole, e anche lui si lasciò ad una risata.
- sì, in effetti sarebbero dovute essere qui già da un pezzo, chissà che fine hanno fatto.. – rimase al gioco guardandosi intorno con aria sperduta.
Ecco lo Zayn che mi aveva fatto perdere la testa, quello con la battuta sempre pronta e con il sorriso costante.
Scoppiai a ridere buttando appena la testa all’indietro e poi mi appesi a un suo braccio, sentendolo ricambiare la stretta.
Probabilmente sembravamo due ubriachi, entrambi barcollanti e a ridere sguainatamente, ma eravamo semplicemente noi.
Ed era bello.
Era bello potermi sentire me stessa con un’altra persona, con un ragazzo, che riuscisse a capirmi e a  non giudicarmi, semplicemente a volermi bene per quello che ero.
Con Zayn non mi sarei mai sentita esclusa, messa da parte, o tradita, lui era la parte mancante di me che avevo sempre cercato in qualcuno.
Perché se per qualche motivo mi feriva, mi faceva soffrire, soffriva anche lui.
Se mi faceva ridere rideva anche lui.
Eravamo dipendenti l’uno dall’altra ormai, o almeno lo speravo.
- ecco.. è arrivato il momento di stupirti – se ne uscì dopo un po’ ridestandomi dai miei pensieri e riportandomi quindi alla realtà.
Alzai lo sguardo intorno a me e notai i palazzi pian piano scomparire dietro di noi, lasciando spazio ad un grande ponte e ad un fiume.
Riconobbi subito le due torri sul ponte e lo scorrere incessante del Tamigi.
- mi hai portata sul London Bridge? – chiesi in effetti stupita da tanta organizzazione.
- e dove se no? – ribatté felice del sorriso emozionato che si aprì sul mio viso appena mettemmo piede su quel ponte imponente.
Ero già passata lì molte volte, ma quella sera era come fosse la prima.
Non ci ero mai andata di sera, con le luci della città come sfondo e soprattutto non ci ero mai andata a San Valentino con il ragazzo che mi piaceva.
- ti piace, eh? – mi chiese felice e io non potei che annuire colpita.
- ma.. insomma, perché mi hai portata qui? – domandai senza abbandonare un accenno del mio sorriso.
- perché.. penso sia un posto romantico – mi rispose aumentando di poco il passo superandomi e appoggiandosi alla ringhiera del ponte in modo da guardare il fiume.
Lo affiancai e come lui mi persi ad ammirare il Tamigi nella sua grandezza e la luna riflessa sull’acqua, che in cielo brillava come non mai.
- c’è  la luna piena.. – mormorai dando voce ai miei pensieri.
- in realtà non sapevo che ci sarebbe stata, ma a quanto pare la fortuna gioca dalla mia parte stasera – commentò divertito girandosi appena verso di me.
Non riuscii a dire niente, mi persi nei suoi occhi illuminati dalla luce della luna e nei tratti del suo viso.
- ti ho portata qui anche perché volevo parlarti – aggiunse poi facendomi mancare il respiro.
Sentii i battiti del mio cuore accelerare all’improvviso alle sue parole.
- volevo chiarire le cose e.. questa mi è sembrata l’occasione adatta – continuò spostando lo sguardo da me al fiume più volte.
- l’occasione adatta per cosa? – chiesi in un fil di voce non capendo.
- per non sbagliare di nuovo, per non rimandare sempre questo momento – rispose ancora abbassando gli occhi alle sue mani che appoggiate alla ringhiera in pietra si torturavano tra loro.
- perché, cos’abbiamo sbagliato? – domandai sperando di sentire finalmente certe parole da lui.
- ho sbagliato a non dirti le cose come stanno fin dall’inizio, ho sbagliato in tante cose.. – disse mordendosi il labbro nervoso.
- non dire così, non hai sbagliato proprio a fare niente. Tu mi vai bene così come sei e.. – cercai di tranquillizzarlo ma non riuscii a finire la frase che la sua voce si oppose alla mia.
- ma tu non mi vai bene così.. io vorrei.. di più – esclamò abbassando la voce man mano che le parole uscivano dalle sue labbra facendomi arrancare il respiro – vorrei di più da noi, quello che.. non abbiamo mai avuto il coraggio di dirci – aggiunse girandosi verso di me e puntando gli occhi scuri nei miei.
- io.. – mormorai senza sapere bene cosa dire, ma per fortuna ricominciò a parlare lui.
- so cosa pensi.. so che per te dovremmo restare amici, che hai paura di perdermi, ma non mi perderai – disse con tono fermo rimanendo immobile davanti a me.
- hai paura che un giorno potrei stufarmi di te e lasciarti da sola, ma come potrei? – continuò aggrottando appena le sopracciglia mentre il mio cuore rallentò i battiti.
- come potrei mai stufarmi delle tue battute, del tuo sorriso, dei tuoi occhi, della tua risata.. di te? – era forse troppo presto avere il fiato mozzato in gola? Non credo.
- dal primo giorno in cui ti ho conosciuta ho capito subito che tu saresti stata diversa dalle altre. Non ho mai incontrato una persona forte e piena di vita come te – ammise accennando un sorriso per rallegrarmi dato che probabilmente ero rimasta ferma immobile ad ascoltarlo.
- e non credevo di meritarmi il tuo affetto. All’inizio pensavo che saresti sempre stata su quel gradino sopra di me e che non sarei mai riuscito a colpirti, ad essere tuo amico – ma che diceva?
Al massimo ero io a non meritarmi la sua amicizia.
- ma poi col tempo ho capito che sei una ragazza semplice come me, che non ti fai tutti quei problemi che mi facevo io.. che hai sempre la risposta pronta, che non hai paura di niente. Anche se l’unico ostacolo tra di noi credo sia proprio la paura invece.. – mai avevo creduto che qualcuno potesse dirmi tutte quelle cose, capirmi così.
Ma mi ero dimenticata di Zayn evidentemente.
- la paura di lasciarsi andare veramente, di affezionarsi a qualcun altro. So che in passato altri ragazzi o amici ti hanno lasciata ma io non lo farei – promise agganciando gli occhi nei miei.
- credimi, se solo tu mi dessi la possibilità penso potrei farti felice davvero. Ormai credo di conoscerti abbastanza e so anche che non crederai a tutte queste mie parole, che penserai che le sto dicendo solo per colpirti, per fare bella figura.. ma non è così – il mio cuore ricominciò a battere all’impazzata e sentii quasi gli occhi pizzicare.
- so già cosa vuol dire perderti, l’avevo quasi fatto qualche settimana fa, quando avevamo litigato e ti giuro, credo di non essere mai stato tanto male in vita mia – disse avvicinandosi più a me.
- perché tu ti eri fidata di me e io ti ho delusa. Non posso prometterti che non lo farò più perché a volte non penso a quello che faccio, agisco senza pensare di ferire le persone, ma stai pur certa che farei di tutto per riconquistarti ogni singola volta – ma lui non mi aveva mai persa davvero.
- perché sul serio quando sono insieme a te io mi sento una persona diversa, una persona migliore. Senza di te invece rimango quel ragazzo di sempre un po’ incasinato.. ma ho capito che preferisco stare insieme a te. Scarlett credimi, io ci tengo a te, non puoi capire quanto – mi sembrò di poter scoppiare a piangere da un momento all’altro.
Ma non di tristezza, di rimorso o altro, di gioia.
- e se dopotutto.. se ancora adesso non riesci a credere alle mie parole, ti prego almeno credi a questo – non riuscii a rendermene conto che le sue mani si posarono sulle mie guance e le sue labbra si unirono alle mie.
Mi sembrò di tornare a qualche mese prima nel sentire di nuovo quel sapore dolciastro e quel profumo che solo lui aveva.
Ma quella volta non se ne sarebbe andato via lasciandomi sola con i miei pensieri, quella volta sarebbe rimasto per molto più tempo.
Ne ero certa sentendo le sue labbra all’inizio timide sulle mie, con la paura di sbagliare, di essere rifiutato, ma sentendomi ricambiare il bacio si lasciò andare.
Era dolce, era felice, era qualcosa di esplosivo.
Noi eravamo qualcosa di esplosivo.
Lo baciai e il cuore sembrò scoppiarmi al centro del petto come un fuoco d'artificio.
Posai le mani sul suo petto mentre lento si allontanò appena dalla mia bocca, restando con gli occhi fissi nei miei e con mille domande.
- davvero non mi abbandonerai? – chiesi in un fil di voce incredula di aver davvero incontrato qualcuno che tenesse tanto a me.
- no Scar.. non posso prometterti che resterò per sempre ma finché entrambi lo vorremo starò al tuo fianco e non ti lascerò andare – rispose strusciando appena il naso con il mio.
- non posso prometterti molto alla fine, ma sono sicuro di poter farti stare bene. E se mai dovessimo capire di star sbagliando ritorneremo amici, o quello che resterà noi, ma non ti abbandonerò.. – aggiunse accarezzandomi la guancia col pollice della mano.
- rimarrai sempre quella ragazza dagli occhi cioccolato che mi ha fatto perdere la testa – disse infine lasciandosi ad un sorriso emozionato che contagiò anche me.
Azzerai di nuovo quei pochi centimetri che ci dividevano e tornai a baciarlo, forse con più sicurezza di prima.
Perché questa volta ero sicura di non star facendo un errore.
Con lui non avrei mai fatto errori, non più.
Spostò una mano sui miei fianchi stringendomi più a sé e lo sentii sorridere ancora sulle mie labbra.
Mi sembrava quasi impossibile di essere arrivata fino a quel punto.
Mi resi conto che tutti quei mesi di silenzio, ad aspettarlo, ne erano valsi la pena.
Perché magari se ci fossimo accorti di tutto prima non sarebbe stato lo stesso, non avrei mai saputo cosa voleva dire affezionarsi davvero a una persona senza vincoli.
Non avrei potuto scherzare con lui senza la paura di farlo arrabbiare.
Non avrei potuto abbracciarlo e vedere la sua reazione.
Non avrei potuto far crescere quel sentimento per lui giorno per giorno.
Se tutto fosse successo subito non mi sarei resa conto di quello che avevo veramente.
Ma adesso lo sapevo, avevo trovato qualcuno con cui ricominciare tutto da capo.
Qualcuno con cui voltare pagina e cominciare un nuovo capitolo della mia vita.
Qualcuno con cui scherzare senza problemi.
Qualcuno da prendere in giro con dolcezza.
Qualcuno a cui raccontare tutto.
Qualcuno su cui contare finalmente.
Qualcuno che ricambiava qualunque cosa sentissi per lui.
Qualcuno da amare.
 
 













OH. MIO. DIO. AMATEMI. AHAHAHHAHAHAH
CE L'ABBIAMO FATTA! MIRACOLO! DIO ESISTE! AHAH

Ok.. direi di lasciare i festeggiamenti a voi però, io ho altre cosucce da dirvi ù_ù ahah
Qualcuna di voi crede che questa FF sia verso la fine, quando invece sarà di 50/51 capitoli! *non vi disferete così facilmente di me*
Su twitter sono @birbi_alex potete scrivermi se volete, potete chiedermi qualsiasi cosa!
Aggiornerò lunedì, e sarà MOLTO lungo mi pare AHAHAHHAH
Che dire.. sono felicissima che siamo finalmente arrivati alla svolta, e spero vi sia piaciuto anche a voi questo capitolo, perchè io mentre lo scrivevo mi ero commossa *w* ahah
UN BACIONE A TUTTE, DAVVERO! ALLA SETTIMANA PROSSIMA! :)
   
 
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