Ma non avevo fatto i conti giusti. Nelle due settimane in cui i bambini erano dovuti rimanere in ospedale perché troppo piccoli,erano nati settimini,i medici avevano fatto loro alcuni accertamenti. Dato che sia io che Nicholas eravamo diabetici questo avrebbe potuto significare che una gemello o entramb lo avrebbero potuto contrarre.
Quando la pediatra dell'ospedale di Los Angeles ci parlò di questa possibilità sarei voluta morire. Per colpa mia e del mio odio per me stessa i miei bambini avrebbero potuto essere diabetici e dover fronteggiare questa malattia dal'inizio della loro vita. Mi sentivo malissimo.
Per quasi tutte le due settimane che trascorsi lì con loro piansi. Quando non ero in compagnia di nessuno. Mentre Nick andava a prendere un the o qualcosa da mettere sotto i denti o quando andava un pò all'aria aperta per ingannare il tempo,per non pensare troppo. Un giorno mentre ero accanto ai bambini,ancora chiusi in quelle incubatrici,nel nido,Nick mi trovò piangendo. Rimase turbato ma chiese cosa avevo."E' tutta colpa mia!Se non avessi fatto quello stupido capriccio,se non avessi ceduto alla rabbia e all'odio loro non dovrebbero rischiare questo!Sono appena nati e la loro vita sembra già cominciare in modo doloroso!Non posso farcela...". "Scricciolo non dire così!Hai dovuto fronteggiare tutto da sola,odio vederti così!Sto male,non meriti questo!Qualsiasi cosa accadrà noi ce la faremo ok?!Noi siamo più forti di tutto!Ti amo e non ti lascerò mai sola.Te lo prometto.Andrà tutto bene!".
Mi baciò. Con le lacrime che gli rigavano le guance. Lo abbracciai. "Ti amo anche io. Sei la mia forza...".Carly e Dylan sembravano star bene ma i medici ci consigliarono di tenere soto controllo la loro salute con visite periodiche dal pediatra.
Il giorno che li riportammo a casa con noi fu magnifico.Nick ed io avevamo comprato 2 seggiolini per il suo pik-up poco prima ch arrivassero i gemelli e vederli riempiti da due piccoli esserini che da ora sarebbero stati il centro del nostro mondo fu magnifico.
Arrivammo a casa. Una bellissima villetta di due piani nel centro di Los Angeles che Nicholas aveva comprato per la nostra famiglia. Trascorremmo la giornata tra poppate sonnellini e sorrisi.
Nick non smetteva di farmi fotografie. Era felice. Mi piaceva vederlo così. Sorrideva. Era tutto perfetto. Quando i bimbi in tarda sera si addormentarono prese il suo MacBook e scaricò le foto che aveva fatto. Stavamo realizzando pian piano,mentre facevamo scorrere le foto sullo schermo che eravamo una famiglia. Eravamo felili. Volle scattare un'ultima foto prima di mettere tutto sulla Pen-drive e portare il giorno dopo a stampare tutto. Io e Lui. Seduti sul divano sorridenti. I nostri sguardi che si incrociavano. Lo amo ed è la cosa migliore che la vita potesse mai donarmi. Le culle dei gemelli erano nella stanza adiacente alla nostra al piano di sopra. Piansero quasi tutta la notte. Sembravano insaziabili. Ogni 2 ore una poppata. Cercavo di non far alzare Nick perché il giorno dopo sarebbe dovuto andare per tutta la giornata in studio con Kev e Joe. Ma lui voleva stare con i suoi bimbi ed aiutarmi. Passammo una notte semi-insonne insieme.
Erano circa le 5 quando ci decidemmo a portare i bambini in camera nostra per cercare almeno di chiudere gli occhi e riposare sul letto. Appena poggiata Carly sul letto Nick notò che si era calmata. Quando feci lo stesso con Dylan si rilassò subito. Ci guardammo negli occhi. Volevamo in un certo senso esultare ma non lo facemmo,si erano appena addormentati nel mezzo del nostro letto e non volevamo di certo richiare di svegliarli! Ci infilammo anche noi due sotto le coperte e per fortuna riuscimmo a dormire fino alle 8,quando la sveglia suonò. DRRRRIIIIIIIIIINNNN!!!
La prima giornata da neo-parents era andata bene. Ce l'eravamo cavata egregiamente. Con il tempo saremmo di certo migliorati. Avremmo imparato a conocere le voglie dei nostri piccini e le notti a dormire comodamente.