Anime & Manga > Virgin Crisis: Akuma na Eros
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Autore: Morgana Leone    28/11/2012    1 recensioni
- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?-
"Aprirmi? D'accordo ... ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in modo che tu mi amassi. E quando tu mi dirai "Ti amo", ebbene, a quel punto io dovrei pagare il tuo amore offrendogli la mia verginità... come potrei mai dirti questo?"
Non sapevo cosa scrivere, così ho preso un pezzo della storia.
Spero di non deludere e sopratutto di ritrarre bene questo splendido manga.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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XI

Ragnatela 


La ragazza che appena un'ora fa aveva chiesto il mio perdono, si stava dirigendo in classe con passo veloce, tanto che alcune sue amiche furono costrette a trotterellare per starle dietro.
- Misaki! Aspetta Misaki!- esclamò una.
- Non fare idiozie! Non è un caso se tutte noi abbiamo sognato esattamente la stessa cosa!-
- E' meglio stare lontane da Amamiya e da Manami!-
Misaki si fermò di colpo e guardo stizzita le sue compagne.
- Codarde! Cosa credete? Che io rinuncerò ad Amamiya solo perché stanotte tutte e cinque abbiamo fatto un incubo? Scordatevelo! Io non ci rinuncerò mai!- ringhiò agitandosi, tanto che i suoi deliziosi boccoli dorati si scompigliarono leggermente.
- Ma ricordati quello che ha detto! Se ci avviciniamo ancora a Manami ...-
- Non ho bisogno di ricorrere di nuovo alla violenza. Io sono la ragazza più desiderata dell'istituto, il mio fascino basta ed avanza!- disse arrotolandosi un boccolo nel dito - e in ogni caso solo una di noi può essere la sua ragazza, quindi se voi ci rinunciate, tanto meglio per me!- 
Detto questo si avviò a passo di marcia verso la sua classe.
Svoltò l'angolo del corridoio e trovò Kai. Se ne stava appoggiato al muro azzurro, fermo, come un predatore in attesa che la sua preda passasse. Quando vide Misaki i suoi occhi blu brillarono ambigui.
La salutò con un suadente "ciao", poi si staccò dalla parete e si avvicinò alla ragazza con fare predatorio.
L'istinto della ragazza le gridò di andarsene, ma la visione di quel trionfo di bellezza che veniva verso di lei e con quello sguardo traboccante di sensuali promesse, la fece rimanere ferma dov'era.
- Ciao Sakurai- atteggiò con voce da gattina.
Kai le afferrò il polso. La sua presa era dolce, tuttavia la ragazza non era certa di potersene liberare.
Ebbe paura. Il suo istinto le disse nuovamente di scappare, come se le antiche conoscenze tramandate nei suoi geni, conoscessero la creatura che avevano di fronte.
Ma lei non se ne andò. I suoi occhi castani sprofondarono negli abissi marini di quelli di Kai. La sua mente si fece via via meno lucida.
- Che ne diresti di lasciar perdere quella mezza sega di Amamiya e metterti con me?-

 
 
Passai nei corridoi alla ricerca di Kai.
Sapevo che non aveva senso portargli la merenda, poiché tanto non l'avrebbe mangiata ma mi dispiaceva dirlo alla mamma che l'aveva ormai preparata.
"E' un lunatico. Cambia idea da un momento all'altro, quindi tanto vale, dopo tutto tentar non nuoce."
Mi ricordai che l'ultima volta che avevo pensato quella frase, avevo in mano il libro dei riti magici e stavo per evocare Satana in persona.
"Ok,  forse dipende da cosa tenti di fare"
Venni distratta da dei gemiti sospetti, provenienti dall'angolo nascosto del corridoio.
"Ma tu guarda questi scostumati, mettersi a fare certe cose nei corridoi."
Stavo per girare sui tacchi e andarmene, quando sentii la voce della ragazza soffiare languidamente il mio cognome.
Senza che il mio cervello venisse interpellato, le mie gambe mi portarono all'angolo del corridoio e per poco non caddi a terra.
Misaki, la ragazza che qualche giorno fa mi aveva aggredito, se ne stava appoggiata contro la parete con le gambe allacciate dietro la schiena di Kai, che la sorreggeva per i glutei e lasciandole dei succhiotti sul collo.
Il pacchetto mi scivolò dalle mani cadendo a terra con un tonfo, seppure non troppo rumoroso.
Kai distolse l'attenzione dal collo di Misaki e si voltò.
- Hey guardona, non lo sai che è maleducazione fissare?- disse lasciando cadere a terra Misaki.
Mi passò accanto sorridendo maliziosamente e poi sparì oltre il corridoio.
Il petto iniziò a dolermi selvaggiamente, come se qualcuno mi stesse schiacciando il torace e stringendomi il cuore.
Era un dolore che non avevo mai provato prima.
Mi avvelenava la mente e il cuore, facendomi sentire colma d'ira, ma senza la forza per combattere.
"Perché? Perché sento questo? Perché sto soffrendo così tanto?"
 
 
Le lezioni si susseguirono una dopo l'altra senza che io prestassi minimamente attenzione.
Senza che il dolore nel mio petto si estinguesse.
Quando rientrai a casa mi sentivo uno straccio, senza uno straccio di forza.
A cena Kai non c'era, ma io non riuscii comunque a trangugiare nulla.
- Manami, c'è qualcosa che non va?- mi domandò mia madre preoccupata.
Tsubasa mi guardava di sbieco, incuriosito, ma comunque non mi chiese nulla.
- No mamma, non c'è nulla-
- E allora perché non mangi?-
- Non ho fame - e così dicendo mi alzai da tavola con la scusa di un compito di matematica inesistente.
Salii le scale ed entrai in camera mia dando una spallata alla porta.
Il libro dei riti era ancora sulla mia scrivania dal giorno in cui avevo evocato Kai.
Rimasi un istante a fissarlo, poi, animata da un pensiero, lo presi in mano e iniziai a sfogliarlo ansiosa.
"Se con questo libro si può evocare il diavolo, forse c'è anche il modo di congedarlo!"
- E' inutile. Non riusciresti a torcermi neppure una piuma -
Mi voltai di scatto.
Non si era fatto preannunciare in nessun modo: non un rumore sospetto, non un fruscio. Si era materializzato dal nulla, comparso come per magia alle mie spalle. I bellissimi occhi blu, dello stesso colore del cielo notturno, mi spiavano come due tigri in attesa di aggredire la preda.
- C-cosa vuoi da Misaki?- dissi incerta.
- Non sono affari tuoi - mi rispose asciutto.
- Lei non c'entra nulla con questa storia!-
- Dovresti solamente ringraziarmi. Ora non hai nessuna rivale e puoi avvicinarti ad Amamiya senza problemi -
Il suo volto si avvicinò pericolosamente al mio, tanto che arrossii.
- Se io mi porto a letto quella, a te non te ne deve minimamente importare - poi si voltò e si diresse verso la porta.
Il dolore al petto si fece più potente.
"Con le labbra con mi ha baciato ... ha baciato un'altra. Le braccia che mi avevano stretto, ora hanno stretto un'altra".
- No, non esiste!- dissi senza neppure pensarci.
Si voltò di scatto - Cosa hai detto?- il suo tono era più minaccioso del solito tanto che istintivamente arretrai fino a trovarmi con le spalle al muro.
Di nuovo si avvicinò a me e sentii la sua mano prendermi il mento.
- Ripetilo.-
Abbassai gli occhi.
Sbatté con forza la mano contro il muro facendomi trasalire - RIPETILO!-
"No, non posso ripeterlo perché se lo facessi mi dirai che sono insolente, che non devo darti ordini e ti prenderai gioco di me un'altra volta".
Mi afferrò per le spalle e, senza che neanche me ne accorgessi, le mie labbra incontrarono nuovamente le sue.
Dapprima fu solo un contatto, leggero come la brezza, ma poi mi costrinse a schiudere le labbra e mi baciò come se io fossi l'aria e lui stesse soffocando.
Fu una sensazione strana all’inizio; sentire la sua lingua che toccava la mia. Ma assurdamente piacevole. Era il contatto più intimo che io avessi mai ricevuto in vita mia. Non sapevo cosa fare, come ricambiare.
Le mie mani strinsero la sua camicia nera, come se avessi paura che se ne andasse di nuovo via. Il dolore che mi opprimeva il petto scomparve, sostituito da un calore d'inferno che mi avvolgeva le membra. Il mio respiro si fece più intenso e il mio cuore prese a battere veloce come quello di un colibrì.
Ma proprio quando pensai che sarei voluta rimanere fra le sue braccia per sempre, le sue labbra abbandonarono le mie, accostandosi al mio orecchio sinistro sussurrandoci dolcemente.
- Ti ho giurato che il cuore di Amamiya sarà tuo ma… - il suo respiro caldo solleticò il mio lobo -  non ho mai detto che avrei donato a lui il tuo.-
Mi lasciò andare e se ne andò via.
Di fronte a tali parole mi sentii cadere dentro una ragnatela di cui non riuscivo a scorgevo i contorni.

 

 
Salve fanciulle! Come andiamo?
Spero che vi sia piaciuto.
Ora non mi posso trattenere che c'è NemThepossum che rompe i cabazizi che vuole andare al cinema.
CIaoooooooooooooooooooooo
Baci :*
 
  
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