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Autore: Sara Scrive    28/11/2012    8 recensioni
I One Direction si trovano in america per promuovere il loro album "Up All Night" .
Ma dall'alto c'è chi li osserva ed ha in mente molti progetti per loro.
La loro guardia del corpo, Paul, è esausto e così decidono di dargli un periodo di vacanza ed assumono un'altra persona.
- Sorry But Niall ate this -
Un angelo, un angelo quarantenne si ritrova a fare da babysitter a 5 pesti ;)
"Nella vita a tutti capita di assistere a dei miracoli ... devi solo riconoscerli"
STORIA IN REVISIONE DA AllieinWonderful
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-  Pov Zayn –
Mi svegliai intorpidito.
La luce del giorno batteva contro le mie palpebre ma io non ne volevo sapere di alzarmi, perciò abbracciai il mio cuscino e mi sistemai il coperte.
Avrei tanto voluto riprendere a dormire, ma ormai ero in dormiveglia.
Dischiusi un poco gli occhi e lessi l’ora sulla sveglia: mezzogiorno.
Mi rigirai dall’altra parte del letto.
Ispirai profondamente per riprendere le forze e decidermi ad alzarmi.
Ad un tratto sentii un odore di curry e uova.
“Chi sta cucinando?!” pensai allarmato prima di ricordarmi di…
< Sara!   > esclamai
“Oh no!  L’ho lasciata da sola! ” pensai mentre correvo in bagno, per darmi una sistemata.
Non volevo di certo scendere giu conciato come un barbone.
Andai nel bagno adiacente alla mia stanza, feci velocemente la pipì e mi lavai il viso.
“Stupido, Stupido , Stupido!” mi ripetevo mentre scendevo le scale ancora in pigiama.
Arrivai in cucina.
Mi guardai attorno e vidi  la tavola apparecchiata per la colazione, nonostante fosse ora di pranzo.
Sentivo lo scoppiettare delle uova sul fuoco e mi voltai per vedere chi fosse ai fornelli.
<  Buongiorno Zayn   > disse Sara , intenta a  cucinare.
Passai una mano fra i capelli per sistemarli un pochino.
<  Ciao   > risposi e mi sedetti su uno sgabello.
Lei era gia vestita, i capelli legati in una coda e indossava persino un grembiulino.
<  Mi dispiace averti fatto aspettare tutta la mattinata …   > dissi dopo un po’.
“Che idiota che sono stato”
<  Non ti preoccupare . Non è un crimine essere stanchi   > rispose , anche se non riuscivo a decifrare la sua espressione visto che ancora mi dava le spalle.
Si avvicinò al microonde e tirò fuori una tazza fumante. Ci versò il contenuto di una bustina argentea e girò il tutto con un cucchiaino.
<  Ho pensato che potevo preparare la colazione   > disse mentre mi porgeva la tazza.
<  Ecco la tua cioccolata calda   > sorrise.
Il suo sorriso , era meraviglioso. La luce che passava dalle finestre le illuminava il viso e i suoi occhi, erano accesi dal suo sorriso.
Rimasi inebetito a guardarla mentre lei si sedeva vicino a me e finiva di posare le ultime cose sulla tavola.
<  il frigorifero è quasi vuoto. Credo dovremmo andare a fare la spesa   > esordì mentre iniziava a mangiare le uova.
<  Altrimenti non possiamo preparare la cena per stasera   > continuò il discorso  continuando a mangiare.
<  E il pranzo?   > chiesi ancora rimbambito dal sonno.
<  Lo saltiamo visto che stiamo mangiando adesso   > rispose.
<  Davvero, mi dispiace di averti fatto aspettare tutto questo tempo e mi dispiace di averti fatto saltare la colazione o il pranzo   >
<  Ehi, chi ti ha detto che mi sono annoiata ?! Ho fatto un po’ di pratica con la cucina. Era da tempo che non lo facevo  >
<  Ma perché non hai fatto uno dei tuoi soliti trucchetti ?   > chiesi mentre mangiavo un biscotto.
<  be’ …   > spostò gli occhi prima sul piatto e poi sul mio viso.  <  Perché mi sono resa conto , che qualsiasi gesto che rimpiazzavo con la mia “magia” mi mancava.   >
Sorrise un pochino imbarazzata <  Insomma , quanto tempo è passato prima che io mettessi mano su una padella? Ogni mattina , quando eravamo in tour  mi bastava schioccare le dita per vestirmi, prepararmi, rifare il letto, far apparire un pacchetto di cracker … Ieri ci ho riflettuto. Magari per questi giorni in cui sto con te, posso limitare l’uso dei miei trucchetti   >
<  Mi sembra giusto   >  diedi frettolosamente la mia risposa
“Ma cosa dici Zayn? ! ” chiesi a me stesso.
Ero ancora in trance per via del sonno,  e non riuscivo a combinarne una giusta.
Mancava solo che inciampavo da solo.
Finimmo di mangiare e l’aiutai a rimettere tutto a posto.
<  Usciamo ?!   > chiese
<  S-si   > balbettai e poi mi guardai: ero ancora con la canottiera e i boxer
<  Se mi dai un secondo mi preparo subito   >
Mi guardò con un sorriso furbetto <  Non ce n’è bisogno   >
Schioccò le dita e in un attimo mi trovai vestito.
<  E menomale che avevi detto che avresti smesso   >
<  Solo nelle emergenze .E questa lo era   >
Ci avvicinammo all’ingresso per metterci le giacche ed uscire di casa.
<  Ehi ma aspetta. Se esco di casa , ci vedranno. Sai che casino …   > mormorai
<  Ho pensato anche a questo.   > rispose indicando lo specchio vicino alla porta.
Mi avvicinai e rimasi ad osservarmi.
Ero David.
Cioè, ero come quella volta a Los Angeles. Avevo il suo aspetto.
Mi chiedevo come faceva a sopportare il fatto di vedermi cosi: mi chiedevo.. Non le faceva male vedere suo fratello che non vedeva da tanto tempo?
Ma lei non dava mai a vedere i suoi sentimenti, sembrava come se non li provasse. Era molto difficile per me capire cosa le passava per la testa.
Per quello che avevo capito , stando con lei, non amava mostrarsi debole, o esprimere le proprie emozioni .Era un po’ come me. Infondo c’era un motivo se era il mio angelo custode.
Ma magari mi sbagliavo. Forse lei non le provava per niente, e di conseguenza non aveva nessun emozione da reprimere o da non dare a vedere.
Mentre camminavamo per arrivare al supermercato più vicino, rimasi ad osservarla per cercare di capire a cosa pensava.
Ma l’unica cosa che riuscivo a fare era rimanere incantato dai  suoi occhi.
 
<  Cosa ci serve?   > chiesi mentre entravamo.
<  Be’ ho pensato che stasera potevamo fare qualcosa di diverso. Quindi lascia fare a me   >
Prese un carrello e scomparve fra scaffali e reparti.
Intanto io mi misi a girovagare.
Era strano che nessuno mi avesse fermato o chiesto un autografo.
Mi stavo quasi abituando alla “fama” e  le piccole cose come fare la spesa , adesso mi risultavano strane se le facevo in tranquillità.
Dopo un po’ la vidi ritornare con il carrello pieno.
La vidi sorridere mentre ci avvicinavamo alla cassa.
La prima cosa che notai fu una confezione di ciliegie.
Continuavo a guardare la scatola con aria interrogativa.
<  Vedrai   > mi disse mentre, dopo aver pagato , infilavamo la spesa nelle buste.
Tornammo a casa e sistemammo tutto ciò che avevamo comprato.
<  Direi che adesso puoi tornare normale   > schioccò nuovamente le dita.
<  Ho pensato che stasera visto che è bel tempo, potremmo fare un pic nic , au claire de la lune   > disse ridendo mentre parlava in francese.
Rimasi imbambolato per qualche secondo.
<  Che te ne pare?   >
<  E’ una buona idea. Ma dove andiamo?    > chiesi
<  Hai un giardino enorme , Zayn ! Secondo te dove possiamo farlo il pic nic ?   >
<  Si , hai ragione   > risposi mettendomi una mano fra i capelli.
Si avvicinò al tavolo della cucina, si mise un grembiulino dopo essersi lavata le mani  e cominciò a tirare fuori ciotole e alimenti.
<  Deduco che se ti stai mettendo a cucinare adesso, significa che vuoi preparare tante cose per stasera.   >
<  Si   > annuì lei mentre versava la farina in una casseruola.
<  Posso darti una mano?   > chiesi
<  Si  , ma prima lavati le mani   >
<  Agli ordini !   > esclamai
 
< E’ stata mia madre ad insegnarmi come si fanno i dolci.   > esordì mentre preparava l’impasto per la crostata.
<  Era un’ottima cuoca. Ho imparato quello che so da lei. Anche se non ho avuto tempo per mettere quello che sapevo in pratica…   >
Passammo tutto il pomeriggio a cucinare.
Scegliemmo di fare la crostata con la marmellata all’albicocca e la mettemmo nel forno.
Cucinammo alcuni tramezzini con degli affettati e Sara decise anche di preparare lo “Special Chicken” per me, ovvero un piatto a base di pollo. Perciò l’aiutai a friggere le crocchette .
Andai a prendere una coperta mentre lei metteva tutto dentro un cestino.
Mise ogni cosa con ordine. E per ultimo aggiunse la confezione di ciliegie e una bottiglia d’acqua.
Uscimmo in giardino.
<  Ecco,  ora manca solo una cosa   > disse
<  Ehm dovremmo scegliere il posto dove metterci   >
<  Anche quello, ma vorrei trovare il punto giusto per piantare l’albero   > cominciò a parlare fra se, si portò dietro il cestino ed iniziò ad avviarsi verso il retro della casa.
Dopo un po’ si fermò e aspettò che la raggiungessi.
Aprì il cestino e prese la confezione di ciliegie.
Continuavo a non capire cosa volesse farci.
<  Non guardami cosi. Non voglio uccidere nessuno!   > esclamò mentre prendeva una ciliegia e se la metteva in bocca.
<  Continuo a non capire che stai facendo   > dissi
Lei non rispose e prese dalla bocca il seme della ciliegia.
Lo mise sul prato e lo coprì con le sue mani.
<  So che non posso rimanere fisicamente  con te per sempre. Però voglio lasciarti qualcosa che mi rappresenti   > esordi mentre continuava a guardarsi le mani.
<  Ho sempre ammirato il ciliegio dei mie vicini. Quando ero a Dover mi fermavo a guardarlo meravigliata. E’ un albero particolare che spesso fa sognare l’osservatore …   > mentre parlava, pian piano scostava le mani da dove aveva lasciato il seme.
I secondi passavano e iniziai a vedere una piantina che man mano cresceva.
Sara fece qualche passo indietro e si avvicinò a me.
<  …e  ho pensato che questo poteva essere il nostro albero.   >
Davanti a noi si ergeva un bellissimo ciliegio  in fiore .
Aveva tante sfumature di rosa e bianco.
Anche lei rimase ad ammirarlo con me.
<  Rimarrà sempre cosi. E sai perché ?  > chiese
<  No. Non lo so   >
<  Perché questo albero è magico. E contiene tutta la bellezza che c’è dentro di te. Tu sei questo albero. Tu sei bellissimo, sia dentro che fuori. Non dimenticarlo mai Zayn. Tutti sono degli alberi: e tu sei un meraviglioso ciliegio che fiorisce tutto l’anno. Questo albero è anche per ricordarti di me. Anche io sono questo albero.   >
La guardai esterrefatto , quanta saggezza in una sola persona.
<  Allora , adesso si mangia !   > esclamò sistemando la coperta.
Si sedette sotto l’albero e mi guardò <  Che fai li imbambolato vieni!   >
Sorrisi  < Arrivo !   >
Mangiammo e chiacchierammo  e pian piano arrivava la notte.
<  E cosi il grande Zayn Malik , sa ballare eh?   > chiese
<  Si   > risposi convinto
<  Quindi non ti tireresti indietro se ti chiedessi di ballare il valzer con me?   >
<  Eh? Il valzer, ma quella è roba vecchia   >
<  Come me!   > scherzò
<  Non sei vecchia, sei rimasta un po’ indietro   > dissi prendendola in giro.
<  Intanto io so come si balla e tu no !    > rispose facendo l’offesa.
<  Vorresti insegnarmi  ?   > chiesi dopo un po’.
<  Finalmente ci sei arrivato!   > esclamò.
Mi misi in piedi e l’aiutai ad alzarsi.
<  Come facciamo senza musica ?   > chiesi
<  Non serve, io e mio fratello non avevamo un giradischi per sentire la musica. La creavamo noi la musica. Per adesso devi solo contare. Uno. Due. Tre. A tempo e sposi i piedi   >
<  Fosse facile seguire queste istruzioni!   > esclamai mentre stavo per pestarle il piede.
<  Ma si, che è facile. Seguimi . Un,due,tre. un,due, tre . Vedi,  è facile. Ci stai riuscendo   >
Sorrisi, anche se dovevo rimanere concentrato per evitare di inciampare. Ballare non era proprio il mio forte.
Mi fece cenno di fermarmi. Prese  la mia mano e se la mise su un fianco mentre mi cingeva il collo.
Sentii un brivido mentre avvicinò il suo corpo al mio.
< Ora concentrati.   > mormorò
Ballammo per qualche minuto. Senza dire niente. Finchè ovviamente, per colpa mia , non cademmo.
L’unica cosa che riuscii a fare fu mettermi sotto di lei e farla cadere addosso a me.
<  Scusa, è colpa mia   > sussurrai
<  No, dai. L’importante è che ci siamo divertiti no?   >
<  Giusto   > ribadii.
Sara si sistemò vicino all’albero. Poggiò la schiena sul troncò e si rilasso.
Mi misi accanto a lei, e volsi lo sguardo nella direzione in cui stava guardando: il cielo.
<  I giorni hanno un sapore diverso  l’uno dall’altro: per questo la nostra lingua si divide in : aspro, amaro , dolce. Cosi che noi possiamo assaporare tutti gli aspetti della nostra vita. Poi resta solo un passo da fare: ingoiare   >
Poggiò la testa sulla mia spalla e sospirò.
<  E che sapore ha questo giorno per te?   > chiesi
<  Dolce   > mormorò al mio orecchio.
 

 

 


#Spazio dell'autrice  

Ed eccomi qua. Mi sono sbagliata , probabilmente il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Non ne sono sicura però.
Ecco , volevo ringraziare quelli che hanno saputo aspettare , e hanno portato pazienza nei mie confronti.
Mi piace molto questo capitolo. E a voi?
Ultimamente stavo perdendo le speranze perchè non credo che questa storia interessi. Insomma è parecchio strana.
Continuo ad andare avanti e a pubblicare i capitoli, perchè scrivere è la cosa che mi piace più di tutte e credo che se lr persone non significa che non sia una bella storia. 
Anche se mi farebbe piacere ricevere qualche recensioncina in più.
Per me è importante sapere come la pensate (frase detta 857438543 volte)
Ok , vi lascio. Altrimenti morite di noia sul computer.

-Sara
 
 
   
 
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