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Autore: Axelthechao    28/11/2012    1 recensioni
Questa storia avrebbe dovuto partecipare ad un concorso letterario ma è stata scartata.
Ho deciso di pubblicarla qui nella speranza di raccogliere qualche critica costruttiva.
Axel è un ragazzino fanatico di videogame, e in un piovoso pomeriggio d’autunno, cosa può esserci di meglio di una partita in sala giochi?
Peccato che, proprio sul più bello venga a mancare la corrente.
Nonostante ciò un gioco è acceso e, per di più, attira la sua attenzione con dei messaggi sullo schermo.
La curiosità lo porterà ad un incontro inaspettato che gli darà l’occasione di provare un gioco del futuro.
E così ha inizio una storia fantastica, un viaggio nella caverna dei mostri.
Ma dei curiosi imprevisti trasformeranno una tranquilla partita a un grande classico in un’incredibile avventura.
Cosa aspetterà il giocatore cento piani in fondo al pozzo?
Ma un momento! Visto che parliamo di giochi, facciamo un giochino!
100 punti al primo che indovina il titolo del gioco citato nel racconto leggendo solo la sinossi.
E ora buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Passarono dei secondi interminabili, poi sullo schermo comparve qualcosa.
La fanciulla, incredula, toccò John, egli alzò lentamente lo sguardo.
Sul monitor si vedeva il giocatore penzolare da una ragnatela di fili luminosi.
Axel aprì gli occhi e, sorpreso, realizzò di essere in salvo.
Le lacrime di Alice divennero di gioia, John si accasciò malamente sulla sedia.
I filamenti che reggevano il giocatore si allentarono, lo posarono a terra e si dissolsero.
Il draghetto si guardò intorno, a parte il pavimento del centesimo piano e qualche piattaforma sparsa qua e là
non c'era nulla.
Era circondato da un silenzio tombale ed una oscurità nera come la pece.
"Ehi! C'è qualcuno!?" disse una voce sconosciuta.
Axel ebbe un sussulto per la sorpresa.
"Chi...chi ha parlato?" chiese.
"Sono qui sotto!" rispose la voce.
Il draghetto si avvicinò al bordo del pavimento e guardò di sotto.
Lui e i due spettatori rimasero a bocca aperta.
Decine di draghetti giacevano rinchiusi in gabbie formate dai tasselli colorati dei livelli che penzolavano attaccate al pavimento.
"Ecco perché c'erano dei giocatori al livello centouno!" esclamò Alice.
"Ehi ma come se arrivato lì sotto?" chiese Axel.
"E' colpa di quel mostro parlante!" rispose il prigioniero.
"Quale mostro?" chiese il giocatore.
"Quello...dietro di te!" esclamò l'altro.
Axel si scansò appena in tempo per evitare una raffica di ampolle lanciatagli contro.
Si girò e vide il suo avversario.
Era lo stregone che aveva inseguito in superficie.
I due si sguardarono in cagnesco.
"Finalmente sei qui, ero talmente stufo di aspettarti che ho dovuto accelerare la tua discesa.
Peccato che le nanomacchine ti abbiano salvato" disse il malvagio incantatore.
"Allora sei tu la causa di tutte le cose strane successe nel gioco!" lo accusò il ragazzino.
"Mi sembra ovvio!" rispose l'altro con una punta d’orgoglio.
"Dovevo sbarazzarmi dei giocatori e mettergli gli uni contro gli altri era il modo più veloce per farlo.
Una volta infettato l'algoritmo migliorativo, è stato facile entrare in questo sistema di gioco.
Ma le nanomacchine sono indipendenti da esso…" continuò.
Lo stregone alzò la testa.
"Molto astuto da parte tua, programmatore!"
John e Alice si irrigidirono.
"Dotando le nanomacchine di una loro intelligenza artificiale, esse operano anche se il sistema si blocca così i giocatori non rischiano di farsi male, come abbiamo verificato poco fa.
Le nanomacchine che compongono i personaggi dei giocatori, agiscono in simbiosi con loro e tengono sotto controllo la parte di programma che gli compete.
Per tutto il resto è l'esatto contrario: il programma ordina alle nanomacchine come agire.
Però, quando un giocatore è fuori gioco, l'influenza delle sue nanomacchine cessa e quella parte di programma è libera."
Axel fece un'espressione confusa.
"Alice, cosa sta succedendo?" chiese il ragazzino.
Seguì qualche secondo di silenzio.
"Axel, sono John, il programmatore del gioco.
Quello che hai davanti è Devil, il più pericoloso virus informatico mai esistito.
E’ un'intelligenza artificiale che causa malfunzionamenti ad altri programmi!" disse lui.
"Ha! Non crederai davvero che mi accontenti di rovinare il tuo giochino!?
I giocatori sono miei ostaggi e li libererò a una sola condizione: voglio la tua tecnologia, programmatore.
I codici sorgente, la documentazione e tutti i suoi segreti!" disse l'essere digitale.
Cadde nuovamente il silenzio. Axel abbassò la testa.
"Non mi lasci altra scelta..." rispose John.
"John! Non puoi farlo! Ti rendi conto di cosa accadrebbe!?" protestò Alice.
"Cosa?" chiese Axel. "Cosa accadrebbe?"
Il virus ghignò e gli rispose.
"Questa tecnologia permette di creare le cose dal nulla, di simulare le forze fisiche, di ingannare i sensi… Chi la possiede è onnipotente!"
Solo a quel punto il ragazzino si rese conto di quanto grande fosse la minaccia incombente.
"Io non ti lascerò fare i tuoi comodi!" disse.
"Non minaccerai mai più nessuno perché io ti sconfiggerò!" urlò con grinta.
Alice era molto impressionata dalla sua determinazione, John ne era addirittura compiaciuto.
Devil invece si fece una grassa e chiassosa risata.
"Tu...pensi davvero di potermi fermare? Ti ricordo che ho il controllo completo del sistema" disse il malware.
"Ti sbagli! Non hai ancora il controllo su di me! E io ti fermerò!"
Lo stregone si mise a fluttuare a mezz'aria circondato da un anello di ampolle rotanti.
"Molto bene…se proprio vuoi fare l'eroe fatti avanti! Questa sarà la tua ultima partita!" disse con aria minacciosa.
Axel attese fissando una delle piattaforme rialzate, su una di esse comparve una grande pozione con l'emblema di un fulmine.
Il virus si aspettava che il giocatore tentasse di prenderla, così gli lanciò addosso le sue armi improprie.
I recipienti volarono oltre senza colpire nulla, il draghetto non era dove avrebbe dovuto essere, sembrava sparito.
"Eh?" fece il mago sorpreso.
Axel si issò sulla piattaforma su cui era rimasto appeso.
Prese la pozione ed ottenne il suo potere, il suo corpo iniziò a brillare di verde.
Il draghetto soffiò verso il nemico una raffica di bolle per coprirgli la visuale, quest’ultimo agitò il bastone per disperderle.
Quando poté vedere nuovamente si accorse che il giocatore non c'era più, notò che le bolle erano diverse dal solito: avevano un fulmine al loro interno.
Guardò in giro e si rese conto di esserne letteralmente circondato, seguì le bolle con lo sguardo fino al pavimento.
Ebbe a malapena il tempo di vedere il draghetto toccare l'ultima bolla della scia col suo artiglio.
Lo scoppio scatenò una reazione a catena, i fulmini si liberarono e investirono.
Il malvagio si riprese, materializzò altre ampolle, impugnò il suo come un fucile e lo puntò contro il draghetto.
Axel iniziò a correre verso il lato opposto del livello inseguito da una raffica di colpi che lo avrebbe sicuramente colpito quando avrebbe raggiunto il muro.
Il rettile soffiò bolle a raffica e saltarci sopra creandosi scala che gli permise di salire fino al soffitto.
Proprio quando arrivò in cima, lo stregone esaurì i colpi.
Il giocatore cadde sulle bolle sottostanti colpendolo di nuovo con i fulmini.
"Grande!" esclamarono Alice e John dalla sala di controllo.
Il virus si arrabbiò, si sedette a cavalcioni sul suo bastone e volò oltre la parete destra del quadro.
Sembrava sparito nel nulla.
Si sentì un rumore simile a un aereo in avvicinamento.
Il draghetto verde corse verso sinistra saltando sulle piattaforme.
Lo stregone attraversò il quadro con la velocità di un razzo mancandolo per un soffio, poi sparì dal lato opposto.
Il giocatore corse dall’altra parte soffiando bolle.
Il malvagio lo caricò nuovamente, stavolta da sinistra, ma lo mancò ancora.
Si fermò a mezz'aria e si voltò.
"Per quanto credi di poter evitare i miei attacchi!?" sbraitò.
"Veramente sei tu che stai evitando i miei!" rispose spavaldo il rettile.
Ciò irritò ulteriormente l'avversario che lo caricò a testa bassa.
Axel saltò verso la parte superiore del livello dove, nel frattempo, si era formato un grumo di bolle.
Lo stregone volava verso di lui più veloce di prima.
Il draghetto balzò verso le bolle facendole scoppiare, poi si lasciò cadere al sicuro verso il fondo.
Il maghetto piantò i piedi tentando di frenare la sua corsa, ma la sua velocità eccessiva glielo impedì e così finì folgorato di nuovo.
Lo stregone alzò le mani al cielo e materializzò una ampolla gigante ricolma di un liquido rosso.
Axel rimase a bocca aperta dalla sorpresa.
L'avversario lanciò il recipiente verso il draghetto che iniziò a scappare e con un salto, riuscì a evitarlo.
L'enorme bottiglione si frantumò liberando il fluido contenuto in esso che prese fuoco all'istante.
Le fiamme colpirono anche Axel.
Tutti i suoi spettatori ebbero un sussulto d'ansia, lo stregone invece ridacchiò soddisfatto.
Axel era avvolto dalle fiamme ma non percepiva il calore del fuoco nè dolore, avvertiva solo un formicolio diffuso in tutto il corpo.
Dopotutto erano fiamme finte!
Il nemico andò su tutte le furie diventando rosso paonazzo, poi scomparì in una nuvola di fumo.
Axel ebbe un brutto presentimento e iniziò a correre.
Come aveva intuito, Devil comparì nel punto in cui si trovava il giocatore e lanciò una dozzina di bottigliette in tutte le direzioni.
Il draghetto riuscì a evitarle per un soffio.
Lo stregone scomparì di nuovo, Axel prese a correre nella direzione opposta.
Il maghetto ricomparve ancora e lanciò le sue armi improprie, il giocatore si aggrappò a una piattaforma per schivarle, poi si arrampicò sui ripiani più alti del quadro.
Il nemico sparì ancora.
Il draghetto saltò verso il muro e si aggrappò ad esso con gli artigli scivolando lentamente giù,
soffiando contro il muro e liberando istantaneamente i fulmini.
L'avversario comparve dietro di lui lanciando il suo attacco ma fu colpito dalle saette.
Axel si lasciò cadere ma uno dei pericolosi recipienti gli stava venendo addosso e l'avrebbe sicuramente colpito.
Il draghetto si appese ad una piattaforma con la coda ed evitò l'impatto.
Alice, John e i giocatori erano sempre più entusiasti.
Il virus si riprese dall'ennesima scossa.
Afferrò la parte bassa del suo bastone con entrambe le mani e mimò il gesto di aprire un ombrello, trasformandolo in esso.
Si iniziò a udire un rumore di vetri tintinnanti.
Axel intuì cosa stava per accadere e sbiancò.
Il draghetto corse evitando delle ampolle che gli cadevano davanti ai piedi e lo separavano dal suo unico possibile riparo: il suo avversario.
Si tuffò sul pavimento e alla fine riuscì a mettersi in salvo.
Un istante dopo, un diluvio di fiale si abbatté sul livello.
"Ha ha ha! E ora dove scapperai!?" sbraitò Devil.
Il giocatore si guardò in giro e realizzò di essere al centro del livello, circondato da una pioggia di ampolle e con il nemico sopra di lui.
"Di addio alla tua prima vita!"
Così dicendo lo stregone si lasciò cadere addosso al giocatore.
Il draghetto fece un respiro profondo, si distese pancia a terra e soffiò una bolla gigante che lo fece sollevare, questa si piegò sotto suo peso per poi scoppiare e da essa si liberò una saetta gigante che colpì in pieno lo stregone.
L'avversario subì gli spasmi della scossa, quando cessò, egli si ritrovò intrappolato in una bolla.
Il draghetto atterrò su una piattaforma proprio davanti a lui.
Lo guardò dritto negli occhi e gli disse:
"Quello che è stato sconfitto...sei tu!".
E indicandolo fece esplodere la bolla.
Lo stregone saltò in aria per poi precipitare nell'oscurità sottostante urlando “No!”.
Axel fece i salti di gioia.
I giocatori lo applaudirono in preda al delirio.
"Grande! Ce l'ha fatta!" esclamò Alice gioiosa.
Solo John era rimasto impassibile a fissare il monitor.
Quando la ragazza se ne accorse, il suo entusiasmo sparì.
All'interno del gioco comparve uno schermo rettangolare sul quale erano disegnati due occhi dalle pupille a taglio e una bocca dai denti aguzzi.
Poi comparvero due grandi mani dotate di artigli affilati.
"Finora ho solo giocato con te, ma ora il gioco è finito!" disse una voce tonante e sgraziata.
"Sei tu quello che sei finito!" disse una voce familiare.
Era un draghetto blu comparso dal nulla.
"Chuck!" esclamò Axel gioioso.
Dal pavimento si issarono altri draghetti verdi e blu, erano tutti i giocatori ed avevano l'aria decisamente arrabbiata.
"Come avete fatto a liberarvi?" chiese Devil.
"Le gabbie si sono indebolite quando sei stato sconfitto " spiegò il ragazzino.
"...ed ora dovrai vedertela con tutti noi!" aggiunse Axel.
Il virus, con gran calma, disse:
"Lasciate che vi dica due parole..."
Diede uno schiaffo al livello riducendolo in mille pezzi.
I giocatori precipitarono nel vuoto e sparirono nel nulla.
"Game Over!"
Devil si lasciò andare ad una chiassosa risata di soddisfazione.
"John! Ora cosa facciamo!?" esclamò Alice nella sala di controllo.
"Abbi fiducia nelle nanomacchine e loro si fideranno di te..." rispose lui.
Mentre il virus era intento a ridere sentì qualcosa colpirlo.
Sorpreso, si voltò lentamente.
"Non è possibile!" esclamò.
Davanti a lui c'era un draghetto gigante formato dalle tessere dei livelli del gioco.
Dalla bocca aperta di questo spuntavano giocatori ed sopra alla sua testa c'era Axel con davanti a se
il pannello dei comandi con un due joystick.
Alice e John gioirono.
"Fuoco!" urlò il ragazzino.
Dalla bocca del drago gigante partirono centinaia di saette.
Devil si parò con la mano che si danneggiò perdendo dei pezzi.
"Che ne dici della potenza del Dragon 101!?" disse il draghetto verde spavaldo.
"Dico che è tutto inutile..." rispose il virus facendo tornare la mano come nuova.
Dalla sala di controllo Alice e John urlarono: "Occhio alle spalle!"
Il giocatore uno vide due fauci che stavano per morderlo, spinse entrambi i joystick verso l'alto ed il mezzo di trasporto andò giù in picchiata.
Si allontanò quanto bastava, poi si girò ad osservare cosa fosse.
Erano una balena scheletrica gigante.
Axel sentì qualcosa arrivare e fece muovere il Dragon 101 all'indietro, schivando per un soffio un colpo di artigli del virus che arrivava da sopra.
Il draghetto si trovò i suoi avversari faccia a faccia.
"Fuoco!" urlò.
Partirono saette in direzione di Devil ma la balena gli si parò davanti e si fece colpire senza subire alcun danno.
"Uh-oh!" fecero i giocatori sconsolati.
Il mostro scheletrico caricò ed Axel fuggì, i due iniziarono a rincorrersi volando in giro per il pozzo.
Il mostro tentava di morderlo ma il dragone volante riusciva sempre a scansarsi all'ultimo.
Il virus rimase fermo a godersi lo spettacolo con un ghigno di soddisfazione.
Il Dragon 101 prese quota inseguito dal nemico finché i due non sparirono dalla vista.
Il virus guardò in alto e vide il dragone volare in picchiata verso di lui.
Si preparò a riceverlo a graffiarlo con gli artigli.
Il colpo andò a vuoto perché il Dragon 101 curvò all’ultimo momento per finire al di sotto di Devil e poi tempestarlo di saette.
Intanto la balena stava volando verso al virus.
Quest'ultimo fu colpito da entrambe le cose e ci fu una fragorosa esplosione.
"Si!" esclamarono giocatori e spettatori.
Il fumo si diradò e il virus era sparito.
Dal ricomparirono lo schermo rettangolare e le mani e Devil ricomparve.
"Ve l'avevo detto che è tutto inutile!"
A quel punto tutti caddero in presa allo sconforto tranne Axel e John.
"Alice, mettimi in contatto con Axel, attraverso le sue nano macchine, così il virus non mi sentirà!" disse John.
"Eh!? Oh si subito!" disse la ragazza presa alla sprovvista.
Il malware fece schioccare entrambe le dita e materializzò due balene giganti.
Il virus fissava il Dragon 101 pregustando la vittoria imminente.
"Tutta qui la tua potenza, Devil? Ho già distrutto uno dei tuoi mostri, cosa vuoi che siano due di loro" disse Axel.
"Perché non me ne mandi contro un miliardo? Oh…forse non sei capace!" aggiunse.
"Guarda e disperati!" tuonò Devil.
Il virus alzò le braccia e ruggì per lo sforzo.
I mostri cominciarono a moltiplicarsi, divennero centinaia, poi migliaia, poi così tanti da non riuscire a contarli.
Il malware, fiero della sua performance rise ma la sua voce e i suoi movimenti erano rallentati.
"Ma...cosa...?" chiese il virus.
"Ragazzi, fuoco a volontà!" disse Axel.
I giocatori non subivano l'effetto della moviola, decine di saette rallentate partirono dal Dragon 101 e man mano che aumentavano, gli avversari rallentavano sempre di più
"No!" urlò il virus puntando il dito contro il dragone.
"System Failure!" esclamò Axel per poi soffiare la bolla che paralizzò tutto.
Tutti fuorché i giocatori erano ridotti a statue immobili.
Nella sala di controllo, sullo schermo a comparì una schermata blu con un messaggio:
"L'istruzione a "0x0012481632" ha fatto riferimento alla memoria a "0x64128256". La memoria non poteva essere read".
Quel messaggio avrebbe mandato su tutte le furie qualsiasi informatico, ma in questo caso, quando John e Alice la videro si abbracciarono gioiosi.
Intanto, all'interno del gioco la simulazione era terminata e i draghetti si erano ritrovati nello spazio bianco con il pavimento a griglia.
Gioiosi, festeggiarono Axel lanciandolo in aria.
"Ce l'abbiamo fatta, è stato un successo!" esclamò John.
" Il malware più pericoloso che esista stava per rovinare tutto e tu lo chiami un successo!? Come spiegheremo il pericolo che i giocatori hanno corso!? " protestò Alice.
"E' stata una partita fantastica!" esclamò un giocatore.
"L'idea del virus è stata favolosa!" disse un altro.
"A quanto pare i giocatori non si sono resi conto di nulla, e per loro è meglio così" disse John.
Alice acconsentì e si calmò.
"E ora rimandiamoli a casa" disse l’uomo.
All'interno del gioco si vide una intensa luce bianca e i giocatori iniziarono a sparire uno dopo l'altro.
"Eppure non capisco dove vedi questo gran successo!" disse Alice.
"Alice... che cos'è un videogame?" chiese John.
La ragazza rifletté un po' e rispose:
"E' un gioco gestito da un sistema computerizzato"
"Solo questo?" chiese lui.
La fanciulla ci pensò di nuovo e disse:
"È un'opera dell'ingegno che unisce disegno, musica, sceneggiatura e gioco"
"Solo questo?" chiese lui.
Alice a quel punto non sapeva dove volesse andare a parare.
"Che altro?" chiese.
John rispose:
"È qualcosa che mette in comunicazione mondi fantastici con quello reale, che fa sognare, emozionare...e che fa crescere!"
"Crescere!?" chiese lei dubbiosa.
"Non vedi ciò che è successo ad Axel?"
Alice iniziò a riflettere ad alta voce, intanto John si avviò verso la porta di uscita senza farsi notare.
"Abbiamo preso un ragazzino come tanti...gli abbiamo fatto affrontare delle sfide sempre più difficili...poi si è trovato davanti a un vero pericolo...l'ha affrontato...l'ha sconfitto...ci ha salvati...tutti…"
La ragazza credette di aver capito.
"Un videogame...può fare di una persona comune...un eroe? ".
Solo in quel momento si rese conto che il programmatore stava uscendo dalla porta.
"John! Era questo che intendevi?" chiese correndogli incontro.
Intanto anche Axel aveva chiuso gli occhi per non venire abbagliato.
Qualche istante dopo sentì una voce familiare chiamarlo.
"Axel...Axel, mi senti?"
Il ragazzino, tornato alle sue sembianze, aprì gli occhi e vide Jimmy.
Si mise seduto e realizzò di essere tornato nella sala giochi.
"Come stai?" chiese preoccupato l'uomo.
"Jimmy! Non crederai mai a quello che è successo!" disse Axel.
Il ragazzo gli raccontò della sua incredibile avventura.
"Credo tu abbia preso una botta in testa e ti sia sognato tutto..." disse Jimmy un po' dispiaciuto.
"Apri il coin-op se non mi credi!" rispose il ragazzino seccato.
L’uomo, un po' restio, aprì il cabinato.
Dentro di esso c'era esattamente quello che avrebbe dovuto esserci: circuiti e meccanismi.
La delusione si dipinse sul volto del giovane.
"Mi dispiace Axel" disse l'uomo richiudendo la macchina.
"Vieni, diamo un'occhiata al tuo bernoccolo..." aggiunse dandogli una pacca sulla spalla.
I due si allontanarono e il coin-op rimase lì spento e con la spina staccata.
Loro non lo videro, ma sullo schermo era scritto:
"GAME OVER?"
   
 
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