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Autore: VanessaStew    28/11/2012    2 recensioni
"You always will be my summer love".
Mitchie, Jasmine, Lucy e Melinda sono quattro londinesi appena diplomate, che per l'estate fanno una vacanza di un paio di mesi a Roma. Lì conosceranno quattro ragazzi fin troppo speciali e arriverà un irlandese a creare scompiglio.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Lucy era sveglia da un pezzo, contemplando il soffitto. Aveva dormito sola quella notte, Jasmine non era rientrata in stanza. Aveva bisogno del consiglio di un’amica. Sapeva di amare Harry, ma cominciò a pensare che Harry non provasse lo stesso per lei. Prova sicuramente qualcosa di forte per me, ma se non fosse amore? Pensò. Non poteva neanche girarsi e rigirarsi nel letto per via del dolore all’anca che la torturava. Il tizio che l’aveva investita avrebbe dovuto pagarle i danni, ma Lucy preferì lasciar stare ogni tipo di denuncia. Sapeva di aver attraversato distrattamente quel giorno e vide anche il dispiacere negli occhi di quel cinquantenne che si ostinava a volerle pagare i danni. 
Spostando i suoi pensieri alla sera precedente, sentì ancora nell’aria il profumo di Harry. Istintivamente si toccò i capelli, ricordando le grandi mani di Harry che le massaggiavano la testa, e chiuse gli occhi. una lacrima le rigò il viso, quel mese e mezzo di vacanza fu il più intenso della sua vita, forse perché si trattava del primo viaggio fatto senza genitori, o forse a causa del conte Harold Edward Milward Styles. Il fluire dei suoi pensieri fu interrotto dal telefono della camera che squillava. 
“ Pronto?”
“ Signorina Lucy” C’è qui un giovane che chiede di essere ricevuto da lei > disse confuso il receptionist. 
“ Ricevuto? “ domandò Lucy quasi divertita. 
“ Già, gli ho detto che poteva liberamente salire e bussare, aspettando che lei gli aprisse o meno, ma mi ha detto che dalle sue parti ci si fa ricevere” 
“ Come ha detto che si chiama il giovane? “ domandò Lucy capendo chi la stesse aspettando. 
“Josh.”
 
Avendo perso il lavoro, Louis dovette tornare costantemente in strada. Gli capitava ancora di fare qualche esibizione per guadagnare soldi extra, oltre quelli del bar, ma non credeva sarebbe tornato a vivere solo di quei pochi risparmi tanto presto.
Jasmine ovviamente lo aiutava, cantare le piaceva, ma non lo vedeva come suo possibile lavoro. Avrebbe voluto frequentare l’università di giornalismo, amava il mondo dello spettacolo ma ne avrebbe voluto far parte indirettamente. Adesso che era al verde, avendo speso tutti i soldi per la cauzione, si chiese che ne sarebbe stato della sua vita a partire da settembre. Mentre guardava Louis porgere il capello ai passanti, si chiese anche quanto a lungo il ragazzo avrebbe dovuto soffrire. Ciò che soprattutto la tormentava era la paura di Louis che Jasmine prima o poi l’avrebbe lasciato, quando lei sapeva che non l’avrebbe mai fatto. Fu in quel momento che Jasmine ebbe un lampo di genio, pensò a qualcosa che avrebbe unito le vite di entrambi, cambiandole e rendendo, soprattutto quella di Louis, più felice e meno solitaria. 
 
< Josh! > esclamò la ragazza accogliendolo in camera. 
< Ciao Lucy > la salutò lui con un sorriso caloroso. Quel giorno Josh aveva i capelli all’insù retti da un gel potente e indossava dei jeans e una camicia nera abbottonata fin su. Era l’esatto contrario di suo cugino, in fatto di vestiti. 
< Ma non ti fa caldo? > domandò lei indicando la camicia. 
< Un po’ sì, ma in Inghilterra i miei mi hanno insegnato a vestire così >
< Ti hanno insegnato anche a farti ricevere, prima di presentarti direttamente da una persona? > domandò Lucy divertita.
< Ti sembrerà qualcosa all’antica, ma è una questione d’educazione per me > affermò lui timidamente. Lucy lo guardò corrugando la fronte, dopodiché rise e poggiò le mani sul colletto della camicia di Josh. Il cuore di Josh cominciò a battere a mille, ma poi rischiò di uscirgli dal petto quando Lucy sbottonò il primo bottone della camicia, il secondo ed infine il terzo. Dopodiché passò alle maniche della camicia, che arrotolò uno ad uno attorno alle braccia magre ma muscolose di Josh che in tutto questo la guardava emozionato. 
< Ecco fatto, adesso va meglio > affermò Lucy ammirando il suo piccolo capolavoro. Fu in quel momento che notò quanto Josh fosse sexy. D’altro canto Josh cominciò a rilassarsi. 
“Pensavo volesse…che stupido sono stato” pensò amaramente il ragazzo. 
< In ogni caso sappi che ho sempre affermato che in una vita passata ero una dama dell’800, perciò i tuoi modi principeschi non mi turbano >
< Oh bene > rise lui timidamente. 
< Non ti facevo così timido con una maschera sul viso! >
< beh non mi conoscevi ancora e io non conoscevo te… >
< Mi stai dicendo che ti metto in soggezione? > domandò Lucy divertita. La risata di Lucy riecheggiava nella stanza, rendendo ancora più nervoso il ragazzo. 
< Forse ho sbagliato a venire >
< Ma no perdonami, sono stata scortese io. Ti volevo ringraziare per avermi soccorso l’altro giorno > gli disse lei tornando seria. 
< Non devi ringraziarmi. Ora come stai? >
< A parte il dolore all’anca e qualche improvviso giramento di testa dovuto alla botta in testa, sto bene >
< Perciò se ti chiedessi, beh insomma…se io ti chiedessi… >
< Di uscire con te? > buttò su due piedi lei. 
< Beh sì insomma, ti piacerebbe? >
< Perché no > rispose Lucy. Magari uscire con Josh l’avrebbe aiutata a non pensare ad Harry. Anche se si trattava comunque del cugino.
< Grandioso! Ti passo a prendere stasera alle 20? >
< Perfetto > 
 
< Buongiorno > disse Zayn. Melinda aprì gli occhi e vide Zayn appoggiato su un gomito che la fissava divertito. Erano ancora a letto ma la luce del sole illuminava alla grande tutta la camera.
< Buongiorno > rispose lei stiracchiandosi sotto il lenzuolo. Zayn si chinò e le lasciò un dolce bacio sulle labbra. 
< Come ti senti? > chiese premuroso il ragazzo. 
< Alla grande > rispose Melinda con sguardo malizioso. A quel punto Melinda alzò il lenzuolo e non solo scorse la nudità sua e di Zayn, cosa che la fece arrossire, ma notò anche due chiazze di sangue sul lenzuolo bianco, cosa che la fece arrossire ancor di più. 
< Tranquilla, le lenzuola le facciamo cambiare > disse lui quasi leggendole nel pensiero. Melinda gli sorrise teneramente, dopodiché si mise a sedere. 
< Spero di non averti fatto troppo male > le disse Zayn visibilmente in pensiero. Melinda ricordò che un po’ di male fece eccome, ma non le importava affatto. 
< Non m’importa del dolore che ho provato, Zayn. È niente messo a confronto con le emozioni che mi hai fatto provare. > 
< Ti amo > sussurrò il giovane, con occhi lucidi. 
< Ti amo anch’io, dolcezza >. Dopodiché si baciarono dolcemente, tornando sotto le lenzuola. 
 
Scossa non solo dalla nottata ma anche dal suo sogno impertinente, Mitchie camminava a testa bassa per l’hotel, tornando dal ristorante dopo aver fatto colazione, sperando di non incontrare nessuno dei suoi spasimanti. Cercando una via d’uscita da tutta quella confusione mentale, mandò un messaggio al ragazzo mascherato. 
“Hai mai la sensazione di aver fatto la cosa sbagliata, quando pensavi solo di fare del bene? – occhi del mare.”
 Aspettò, aspettò a lungo una risposta che non le arrivò. Era appoggiata alla ringhiera delle scale dell’albergo, sperando in una risposta che non arrivò. 
Confusa, si voltò di scatto per tornare in albergo, quando si imbatté in Clotilde. 
< Attenta a dove vai! > urlò la donna isterica. 
< Attenta tu, strega! >  urlò Mitchie senza trattenersi. 
< Strega a chi??? Ho passato una nottataccia, non ti permetto di chiamarmi in questo modo proprio oggi! > 
< La mia non è stata altrettanto piacevole! Che c’è, Liam non l’ha viziata abbastanza? > domandò Mitchie provocatoria. 
< Considerando che non è tornato in camera ieri e che ha giustificato l’assenza nel cuore della notte, dopo ore passate ad aspettarlo, con un insignificante messaggio, direi che non è il momento di fare allusioni sessuali > rispose secca la donna. 
< Allusioni sessuali? Chi ha mai parlato di ciò! > rise Mitchie di gusto. 
< Adesso devo andare, dato che mi tocca chiamare ogni singolo amico di Liam per capire dove sia andato a dormire, dato che ha accennato solo ad un amico che lo stesse ospitando! > fece esasperata Clotilde. A quel punto entrambe le donne sentirono delle risate provenienti dall’atrio, due risate che Mitchie conosceva bene. 
< Avevi ragione, correre fa bene! >
< Che ti dicevo Liam? Se vuoi possiamo andarci ogni mattina > fece Niall. 
< Ci sto > rispose lui. Nel frattempo entrambi erano arrivati vicino alle scale e notarono le due donne. Mitchie strabuzzò gli occhi quando vide i due che non facevano altro che litigare per lei così in pace tra loro. 
  
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