CAPITOLO
TRENTESIMO
- L'hai trovata? -
domandò Meredith arrivando anche lei
sopra.
- Ho visto la prima stanza sulla destra, ma c'è un
letto matrimoniale, quindi credo sia quella dei suoi genitori.- rispose
Harry.
- Sei sicuro che Janet non fosse sposata?
- Non le ho mai visto la fede al dito.
- Però forse potrebbe esserci qualche risposta anche
in questa stanza.- disse Meredith entrandovi.
- Forse, ma io voglio vedere la stanza di Janet.-
rispose Harry andando verso l'ultima porta in fondo al corridoio.
La aprì: era semilluminata, con pareti color ocra, un
letto sulla destra con una coperta merlettata. Immediatamente la sua
vista gli fu
attirata da un diario sopra il comodino.
La sua naturale discrezione gli disse di non aprirlo. “Ma
dal momento in cui mi ha dato la chiave...”-
pensò - “...magari
ho il diritto di leggere il suo diario, forse qui dentro ci sono le
risposte
che cerco...”
Meredith, intanto, “esplorava” la stanza da letto
dei
signori Crossworth: era spaziosa, con arredo antico, tende e tappeti
preziosi...
- Come ho potuto convincermi ad entrare... - disse tra
sé e sé Meredith - Mi sento una ladra...
Harry smise di essere indeciso: scostò le tende di
raso bianco dalla finestra e prese il diario per leggerlo.
Andò subito
all'ultima pagina per sapere quando per l'ultima volta Janet vi avesse
scritto:
la data era il 21 Novembre 1995, esattamente quattro anni prima. “Incredibile”,
pensò. Così iniziò a leggere la pagina.
“Oggi ho
deciso che dirò tutto a papà e mamma, anche
se so che non capiranno. Devo dare una svolta alla mia vita, non posso
continuare a restare chiusa qui dentro. Mi sembra di non riuscire a
respirare!
Comincio ad odiare ogni singolo metro quadro di questa casa, mi sento
schiacciata tra le mura...Quando
sapranno che voglio andarmene so già come reagiranno, ma io
devo uscire:
fuori c'è un mondo migliore. Lo
psichiatra arriverà domani a prenderli
e, anche se a malincuore, dovrò dirgli addio. Così
forse potrò
esercitare anche al di fuori di questa prigione la mia passione:
la
pittura.”
- Anche lei dipingeva!- esclamò stupito Harry - Allora
per questo ci teneva così tanto al mio futuro da pittore!
La pagina si concludeva lì, dopo quelle poche ma
schiette righe. Ad Harry era chiaro: Janet era vittima della malattia
mentale
dei suoi genitori che la costringevano a stare chiusa in casa. Poi lo
raggiunse
la sorella.
- Ma non mi è ancora chiaro come è morta!- disse
a
Meredith dopo averle fatto leggere il diario.
- Forse l'hanno uccisa i suoi genitori quando ha
tentato di scappare.- suppose la donna rabbrividendo - Magari proprio
qui!- continuò
guardandosi intorno con terrore.
- Sarebbe terribile, ma è probabile. Infatti il suo
fantasma non è più in questa casa
perché con la morte si è finalmente liberata
dalla prigionia!
- Ma se la sua anima è libera, allora il suo corpo... -
esclamò tremando Meredith.
- Sarà ancora qui, da qualche parte.- ipotizzò
tristemente Harry.- Ma non voglio scoprire dove...
Meredith visse durante quel dialogo puro terrore,
immaginò come sarebbe potuto avvenire l'omicidio, le vennero
alla mente
immagini raccapriccianti: Janet che fuggiva da una stanza all'altra, i
suoi che
la inseguivano armati, sangue...
- Basta!- sbottò improvvisamente in preda al panico.
- Tranquilla, adesso andiamo.- la rassicurò Harry
comprendendo di aver coinvolto abbastanza sua sorella in quella storia.
Dette quelle parole, decise di uscire dalla stanza e,
non appena anche fuori dalla casa,ebbe l'impressione di essersi tolto
un peso:
finalmente sapeva, quasi certamente, cosa era successo a Janet. Prima
di andare
a casa, restò seduto in giardino con Meredith su una
panchina.
- Sono certo che Meredith mi ha dato la chiave per
liberarla.- sospirò Harry volgendo lo sguardo verso il cielo.
- Come? - domandò la sorella che era soprappensiero.
- Voglio dire che, dopo la morte, Janet si è liberata
ed è potuta uscire dalla casa anche se il suo corpo
è rimasto in casa. Però non
era ancora potuta andare in cielo perché non si era fatta
luce sulla sua
scomparsa, perciò ha chiesto aiuto a me dandomi la chiave in
modo che potessi
leggere il suo diario - rispose con convinzione Harry - Ora capisco
perché non mi
parlava mai dei suoi genitori e non voleva che entrassi a casa sua... -
continuò - E capisco anche l'avvertimento di Owen... -
proseguì a bassa voce
senza che la sorella lo sentisse.
- E i suoi genitori che fine avranno fatto? - si chiese
Meredith, ormai addentrata nella vicenda dopo la spiegazione persuasiva
di
Harry.
- Saranno scappati, magari pentiti dell'omicidio e poi
hanno fatto credere che la figlia è scomparsa. Tempo fa ho
parlato di questo
caso con un certo Mattew, che abita qui vicino: mi ha detto che i
signori
Crossworth hanno lasciato questa casa dopo la scomparsa di Janet. Poi
però ha
anche detto che probabilmente, seppur anziani, saranno ancora vivi e
decisi a
ritrovare la figlia. Una copertura, insomma...
- Certo, non potremo mica raccontarlo ai giornali,
anche se risolveremo un fatto di cronaca chiuso da anni...
- Non possiamo dire di aver incontrato il fantasma di
Janet e di avere avuto da lei la chiave grazie alla quale abbiamo avuto
delle
risposte, ci prenderebbero per pazzi ... La mia reputazione
è già abbastanza
discutibile. In fondo quello che mi importa è di essere
riuscito a dimostrare
che Janet non era una mia immaginazione.
- Ma per essere libera di andare in cielo, come dici
tu, la verità sulla sua scomparsa non si dovrà
sapere? O basta che la sappiamo
solo noi due? - domandò perplessa Meredith.
- Non saprei, io spero che basti. D'altronde mi ha
detto addio, chissà ... sarà già da
qualche parte lassù.- esclamò Harry guardando
di nuovo il cielo.
Rimase qualche secondo a fissare le nuvole e fra
queste immaginò il volto angelico di Janet,
sorprendentemente sereno. Meredith
guardò a sua volta.
- La ami ancora?- chiese al fratello all'improvviso.
Harry non rispose e si alzò sospirando.
- Andiamo? - disse guardando il suo orologio da polso -
Si è fatto tardi, è quasi l'una. Non pensavo
fosse passato tutto questo
tempo...
Meredith
comprese che doveva provare ancora qualcosa per Janet, così
preferì tacere e
insieme al fratello si incamminò verso il cancello per
uscire. Ma poi Harry...