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Autore: luz79    16/06/2007    15 recensioni
Draco Malfoy nasconde un segreto... Hermione Granger vuole scoprire di cosa si tratta... ce la farà? La storia parla di come dai pregiudizi può nascere un'amicizia o forse qualcosa di più! Buona lettura!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11.Vengo Anch'io...

Alla ricerca del cuore di Drago.

11. Vengo anch’io! No, tu no!

"Ciao!"

"Ciao"

"Posso sedermi?"

"Fa quel che ti pare, le sedie della biblioteca non sono di mia proprietà!"

"Cosa stai leggendo di interessante?" domandò diplomaticamente il ragazzo, dopo quell’accoglienza piuttosto freddina.

"Harry Potter non ho tempo da perdere, perché sei qui?"

Forse era meglio essere diretti con lei!

"Beh, vedi, io vorrei che mi dessi una seconda possibilità!" mugugnò, scrutando una qualche reazione negli occhi trasparenti della strega.

"Seconda possibilità?!"

"Sì, mi piacerebbe che noi tornassimo quelli di un tempo!" chiarì meglio il moro.

La corvonero sbuffò.

"Harry Potter se qui c’è qualcuno che ha cambiato pelle, rovinando la nostra amicizia quella non sono io!"

Forse era meglio essere sinceri oltre che diretti con lei!

"Ok Elly, hai ragione, il fatto è che mi manchi da morire!" confessò candidamente il grifone. "Mi mancano le nostre lunghe chiacchierate sotto le querce del parco, mi mancano i nostri giretti segreti alle cucine, le nostre sfide a quidditch… mi manca ‘noi’ ‘io e te’ insieme!"

Il cuore della piccola Gaby mancò un battito.

Anche a lei mancava da impazzire Harry e la loro complicità, la loro amicizia, ma non aveva nessuna intenzione di farsi ridurre il cuore a brandelli come l’estate precedente.

Quanto l’aveva fatta piangere quella mattina alla Tana.

"Harry, non è così semplice! Anche a me manca la nostra amicizia, ma…" stava cercando di spiegare, prima che l’arrivo di una serpeverde del quinto anno la interrompesse.

"Ciao Harry!" pigolò con fare civettuolo la ragazzina dai lunghi capelli rossi, senza degnare di uno sguardo la francese.

"Ciao… ci conosciamo?" balbettò Harry in imbarazzo.

"Mi chiamo Elisabeth, Elisabeth Arley, ma tu puoi chiamarmi Bet!"

"Ti serviva qualcosa Bet, cioè no, Elisabeth?" mugugnò il grifone, sotto lo sguardo malizioso della rossa.

"In effetti Harry, mi chiedevo se ti andava di vederci di tanto, in tanto. Per conoscerci un pò meglio!" fu la risposta della quindicenne, che non perdeva certo tempo.

Harry rimase immobile e zitto, col viso in fiamme come le orecchie di Ron dei tempi migliori.

Solo quando con la coda dell’occhio incrociò Elly in piedi con i libri in mano, s’affrettò a parlare.

"Ascolta Elisabeth, tu sei una ragazza molto carina, ma io credo di dover rifiutare il tuo invito!"

"Ohhhh, ma se stai uscendo con qualcuna" - affermò la serpe, lanciando un occhiata carica di disprezzo a Gaby - "io posso anche aspettare!"

Gabrielle lasciò cadere malamente i libri sul tavolo e si voltò verso Harry, aspettando la sua prossima mossa.

Con la salivazione azzerata, il golden boy cercò una scusa plausibile da tirar fuori dal cilindro.

"Ecco, vedi io… non credo che neanche in futuro…" biascicò impacciato.

"Ascolta cara, Harry sta cercando un modo gentile ed educato per dirti che non può uscire con te né adesso, né mai!" riassunse la biondina seccata, al posto del grifone.

"E per quale motivo, scusa?" replicò la serpeverde con aria insolente.

"Perché… perché Harry ha scoperto di essere gay! Vero Harry?!"

Per poco gli occhi smeraldini del giovane Potter non schizzarono fuori dalle orbite.

"Vero Harry?" ridomandò l’amica con un tono che non ammetteva repliche.

"Vero! Vero! Non possiamo stare insieme, perché ora mi piacciono gli uomini!" affermò deciso a voce alta, scatenando un vespaio tra le streghe presenti in biblioteca.

Mentre il Ragazzo-Sopravvissuto pensava alla sua, ormai rovinata, reputazione; un paio di tavoli più in là si sentì il rumore sordo di una testa che picchiava ripetutamente contro il legno.

"Anche tu! Anche tu amico, no! Non è possibile, sono circondato!" fu l’amara riflessione di Ronald Weesley che aveva assistito alla confessione pubblica del suo migliore amico.

Tra le ragazzine che si presentavano a frotte davanti ad Harry Potter per avere conferma delle sue nuove tendenze sessuali e l’ultimo dei Weesley che parlava di terrorismo batteriologico, facendo ipotesi di attentati chimici ai danni dei maschi della scuola, il regno di Madama Pince divenne peggio di un mercato del pesce.

Cinque minuti di infernale chiasso e Harry Potter, Ronald Weesley insieme a Gabrielle Delacour vennero sbattuti fuori dalla biblioteca.

Rimasti soli, i tre amici decisero di andare a cercare Hermione per invitarla a una battaglia a palle di neve nel parco di Hogwarts.

"In biblioteca non c’era! Dove potrebbe essere a quest’ora?" si chiese perplessa Gaby.

"Io credo sia nei sotterranei con Malfoy!" buttò lì Harry.

"Ah già! Sarà sicuramente nell’aula di Piton a fare quella ricerca con il furetto!" commentò Ron schifato.

"Hermione a fare una ricerca con Malferret, ma siete sicuri?" s’informò la biondina.

"Sono un paio di settimane che Piton li sta facendo lavorare in coppia. Visto la loro eccellente preparazione gli ha dato un programma speciale con compiti e ricerche aggiuntive" le spiegò il moro.

"E Hermione come l’ha presa?"

"Molto bene, direi! Sai com’è fatta quella pazza… più le dai da studiare, più lei è felice!" fu il commento dell’altro grifone. "Da quando lavora a questo nuovo progetto non sembra più lei! È sempre gioiosa, mi fa copiare i compiti senza troppe storie, m’insulta meno del solito… L’altra mattina passando vicino alla sua stanza l’ho persino sentita canticchiare… Mione che canta, ci avreste mai creduto?!"

Continuando a parlottare della strana allegria di Hermione, i tre arrivarono nei sotterranei.

Il primo a fermarsi fu Ron.

"Ragazzi, forse è meglio che andiate da soli a chiamarla… io non ho intenzione di farmi guardare il sedere da quel pervertito di Malfoy!"

Il secondo a ritirarsi fu Harry.

"E se c’è Piton con loro? Quello mi toglie punti e mi mette in punizione solo se mi vede!"

"D’accordo miei impavidi grifoni, andrò da sola…" celiò la corvonero, sarcastica.

Giunta di fronte all’aula di pozioni, bussò. Non sentendo nessuna risposta si decise ad entrare, sperando ardentemente di non incrociare il temutissimo e untissimo professore.

Varcata la soglia, lo sguardo della giovane strega venne attirato dalle figure di Hermione e Malfoy seduti vicini sulla cattedra di Piton che se la ridevano a crepapelle.

"Vuoi dire che Nott si è trovato Seamus in mutande nella vostra sala comune?!" stava singhiozzando la grifoncina, trattenendo le lacrime.

"E ancora non ti ho raccontato dell’entrata in scena di Milly!" disse il biondo sogghignando.

"Racconta!" lo incitò Herm, carezzandogli un braccio in un gesto naturale.

"Nott ha iniziato a inveire contro di lei, urlandole che era il disonore di serpeverde e che non avrebbe mai dovuto permettersi di portare un mudblood ad infettare la sala comune…"

"Noooo… e lei?" indagò Hermione, spalancando gli occhi e portandosi una mano alla bocca.

"E Milly per tutta risposta, beh, gli ha spiegato che se non voleva che la casa venisse inquinata dalla presenza di esseri indegni, lui avrebbe dovuto essere il primo a fare le valige e trasferirsi dai tassi!" concluse Malfoy gongolante.

"Adoro quella donna!" confessò la brunetta, scendendo dalla scrivania.

Fu in quel preciso istante che rialzando gli occhi vide Gabrielle ferma sulla porta ad osservarli.

"Gaby!" la chiamò, irrigidendosi.

"Ci Ciao Herm!" - balbettò la corvonero in imbarazzo - "Sono venuta a chiamarti, perché Ron, Harry ed io volevamo andare a fare un giro nel parco!"

La strega lanciò un’occhiata maliziosa all’amica, nel sentire che Harry veniva chiamato col suo nome di battesimo e non con i soliti epiteti poco carini. "Sì, vengo volentieri. Tanto io e Draco avevamo finito per oggi! Vero?!"

"Sì, vai pure, sistemo io qui!" fece lo slytherin che era tornato impettito e serio all’istante, non appena aveva visto la francesina.

Dopo aver raccolto libri e pergamene Hermione si avviò verso l’uscita, ma a metà strada si voltò verso Draco. I due capiscuola si guardarono per un lungo istante, senza proferire parola, poi il biondino scosse leggermente il capo e la grifoncina riprese a camminare verso Gabrielle.

"Ci vediamo domani!" lo salutò sulla porta, rattristata.

Vorrei che venissi con me!

Lui si limitò a un cenno con la mano.

Vorrei che restassi con me!

"Da quando tu e Malfoy siete così intimi?" volle sapere Gabrielle appena furono fuori dall’aula.

"Ma che intimi! Studiamo semplicemente insieme!" fu la replica difensiva di Hermione.

"Io non rido e scherzo con tutti i miei compagni di studio e soprattutto non sono in grado di comunicare a sguardi con chi conosco a stento!" rifletté con logica spiazzante la sedicenne.

"Ok Gaby, diciamo che io e Draco andiamo molto d’accordo e stiamo diventando amici!"

"Tu amica di Malfoy?" indagò incredula.

"Anche se non ci crederai è un tipo in gamba! È molto intelligente, divertente ed è piacevole stare con lui!" le spiegò Hermione, sorridendo.

"Mio Dio Herm, ti sei presa una sbandata per lui!"

La brunetta si bloccò a metà del corridoio e rossa come un peperone s’affrettò a negare: "Sei pazza! A me non piace Malfoy, ti ho solo detto che è un amico con cui mi trovo bene. Come Harry e Ron, ecco!"

Gabrielle rimase a fissare l’amica che con le guance arrossate, distoglieva lo sguardo da lei, per osservare le interessantissime fiaccole che ornavano le pareti dei sotterranei.

"Come vuoi tesoro, fingerò di crederti! Adesso però andiamo sennò Harry ci darà per disperse!"

"A proposito di Harry, c’è qualche novità che dovrei sapere?" domandò la strega rosso-oro, maliziosa.

"Hm… sì… anche se non ci crederai è un tipo in gamba! È molto intelligente, divertente ed è piacevole stare con lui!" le fece il verso Gabrielle, prima di iniziare a scappare.

"Vieni qui, piccola strega…" urlò Hermione rincorrendola.

***

Novembre finì e dicembre portò con sé tanta neve e tante novità.

Una mattina durante la colazione, Hermione ricevette una lettera.

"Mione, ma quello è il barbagianni di… di…" mugugnò l’ultimo dei Weesley, mentre s’ingozzava di uova, bacon e pane tostato.

"Ronald chiudi immediatamente quella discarica che ti ritrovi al posto della bocca e fatti gli affari tuoi!" lo interruppe Hermione seccata, spiegando velocemente la missiva che già da qualche giorno attendeva con trepidazione.

Dopo averne scorto il contenuto, si alzò dal tavolo della colazione e salutando tutti sommariamente, si diresse spedita verso la biblioteca.

Quel pomeriggio la grifoncina si presentò nell’aula di pozioni con una mole di libri in mano e un sorriso raggiante stampato sulle labbra.

Draco la osservava avanzare verso di lui, bella e fiera, come non l’aveva mai vista.

Prima che potesse chiederle il perché stesse al settimo cielo, lei lo precedette dichiarando: "Draco Malfoy prostrati ai miei piedi ed adorami!"

"Granger, comincio a pensare che la mia compagnia non ti faccia troppo bene… inizi a parlare come il sottoscritto!" ghignò Draco.

Il sorriso di Hermione, per quanto possibile, divenne ancora più luminoso e gongolando rivelò: "L’ho trovato Draco! Ho trovato il nostro drago!"

Gli occhi tempesta dello slytherin brillarono e lui quasi in trance mormorò: "Giura! L’hai trovato davvero?!"

"Sììììì…." esclamò la brunetta prima di avventarsi su Draco per abbracciarlo.

Il mago la tenne stretta a lungo, inebriandosi del suo tepore e del suo buonissimo profumo, prima di guardarla negli occhi e chiederle nuovamente: "Sai sul serio dove possiamo trovare un luck’s dragon?"

Hermione assentì con il capo, continuando a sorridere.

Draco la sollevò da terra e la fece volteggiare, incominciando a ridere e a farneticare.

"Esistono, lo sapevo esistono! Ce l’abbiamo fatta, ci siamo riusciti! Hermione sei stata grandiosa, ti adoro!" le disse, prima di posarle un bacio stampo sulle labbra.

Le iridi della brunetta si allargarono paurosamente e il suo viso divenne scarlatto.

Quando anche Draco si rese conto del gesto impetuoso che aveva compiuto, si bloccò e facendola scivolare di nuovo in piedi, si slacciò dall’abbraccio.

"Scusa, mi sono lasciato trasportare dall’entusiasmo!" si giustificò, passandosi una mano fra i capelli.

"Non c’è problema, cioè non fa niente… sì, insomma hai capito!" borbottò la strega in difficoltà.

Superato il momento d’imbarazzo, la grifoncina raccontò a Draco della lettera di Charly Weesley e di notizie più che fondate che volevano uno degli ultimi esemplari di underworld’s dragon in un paese nel nord est della Russia, a circa trecento Km da Mosca.

Hermione spiegò nel dettaglio dove si trovava il posto e le notizie che aveva trovato sulla conformazione del territorio e del sottosuolo.

La gioia incontenibile del serpeverde scemò lentamente, lasciando il posto a un nervosismo più che palpabile.

"Draco si può sapere che ti prende?" gli chiese l’amica, notato quel cambiamento.

"Niente, non ho niente!" si limitò a replicare, iniziando a passeggiare avanti e indietro per l’aula. Dopo qualche secondo di silenzio, riprese la parola: "Senti Hermione, adesso manterrò la mia promessa, ma tu devi giurarmi che quello che ti dirò, rimarrà tra noi due!"

"Draco non voglio saperlo!" lo interruppe lei, prima che lui continuasse.

"Come scusa?!"

"Non c’è bisogno che me lo dici adesso! Quando arriveremo a Norusk, se davvero troveremo il drago, allora mi racconterai tutto. Per adesso non voglio saperne niente!"

"Quando arriveremo?! Forse non hai capito Hermione, ma il tuo compito finisce qui. Io partirò da solo!"

"Te lo scordi Malfoy! Non ho passato notti intere a leggere e fare ricerche per mandarti da solo in Russia. In questi giorni ci organizzeremo e durante le vacanze di Natale andremo a stanare il lucertolone!"

"Non se ne parla Granger!" - e quando entrambi tornavano ad appellarsi per cognome, voleva dire che era guerra - "E’ pericoloso, potremmo venire feriti, rischiare persino di essere uccisi e poi non ti voglio con me!"

"Se permetti l’unica che può decidere della sua vita è la sottoscritta! Non ho affrontato un troll, un basilisco, un’orda di mangiamorte e Voldemort per farmi spaventare da un rettile un po’ troppo cresciuto!"

"Quel serpentone come lo chiami tu, potrebbe bruciarti viva nel giro di cinque secondi!"

"Se è per questo, non mi sembra che tu sia immune dal fuoco Malfoy!" commentò sprezzante Hermione.

"No, ma io ho un motivo più che valido per rischiare!" replicò Draco, furibondo.

"Anch’io ho un buon motivo!" affermò la strega incrociando le braccia al petto.

Malfoy la guardò dall’alto in basso, aspettando di essere illuminato da questa valida ragione.

"Io, io devo venire con te per controllare che tu non faccia niente di illecito!" brontolò la grifoncina, arrampicandosi sugli specchi.

Draco alzò gli occhi al cielo, sbuffando infastidito.

"Granger…"

"Granger niente, qualunque cosa dirai o farai io verrò con te in Russia!"

"No!"

"Sì!"

"No!"

"Sì, sì e sì!"

I due capiscuola passarono più di mezzora ad urlare e ad insultarsi, finché Hermione non radunò tutti i suoi libri e si preparò ad andarsene.

"Anche se non vuoi ammetterlo hai bisogno di me ed io anche se sei l’essere più indisponente e antipatico della terra ho deciso di aiutarti, che ti piaccia oppure no!"

Quel pomeriggio la porta dell’aula di pozioni si richiuse con così tanta violenza che anche le provette di Piton tremarono.

Se c’era una regola che Draco Malfoy avrebbe imparato presto è che una donna non va mai contraddetta.

Mai!

Soprattutto se quella donna è Hermione Granger.


Buonasera ragazze!

Che ne dite del capitolo? Le cose cominciano a muoversi!^^

Scusate tanto, ma stasera non sono riuscita a scrivere i ringraziamenti...

Cercherò di farmi perdonare al prossimo giro.

Vi abbraccio e vi ringrazio per l'affetto costante!

Buona domenica e un bacione.

Rita

  
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