Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Rik Bisini    16/06/2007    3 recensioni
Questo è il racconto della drammatica notte descritta ne "Il Principe Mezzosangue", come è stata vissuta da Ninfadora Tonks, tra le ansie per l'avvenire ed un amore da esprimere.
Premessa non indispensabile alle vicende è la mia one-shot "Cresciuta dentro", in cui ho già affrontato il tema del rapporto tra Remus e Tonks.
Questa storia è dedicata a Marilena, con i miei sinceri auguri ed immenso affetto, in occasione delle sue nozze.
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'e'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'ora più buia

Sotto attacco

Minerva McGranitt apparve in fondo al corridoio, nel punto dove Tonks e i tre ragazzi, si stavano dirigendo con rapidità. Dietro di lei giunse il professor Vitious, che aveva difficoltà a tenere il passo della donna per via della sua scarsa statura. Tonks accennò un saluto agitando la bacchetta in direzione della donna.
La McGranitt la guardò distrattamente, ponendo subito il suo sguardo severo sui tre ragazzi. Quando i sei furono vicini, la Vicepreside prese la parola.
« I ragazzi hanno ragione. » annunciò, « Ci sono estranei nel castello. Remus li ha individuati mentre si dirigevano verso la Torre di Astronomia. Bill sta per raggiungerlo. Ora lasceremo i ragazzi al sicuro... »
« No davvero! » esclamò Ron.
« Non contraddirmi, Weasley, » lo zittì la McGranitt, « la sorveglianza della scuola non è affare che riguardi gli studenti ».
« Noi non siamo studenti qualsiasi. » sottolineò Ginny, « Abbiamo già messo alla prova lo scorso anno la nostra conoscenza della Difesa contro le Arti Oscure ».
« Il vostro comportamento al Ministero della Magia, » rammentò Vitius, « è indubbiamente degno di lode, ma non dovete essere coinvolti dove non è necessario ».
« Stiamo perdendo tempo, » intervenne Tonks con il cuore che batteva a perdifiato, « dobbiamo raggiungere Bill e... » il nome di Remus le rimase in gola.
« Bill e Remus ci aspetteranno prima di affrontare i Mangiamorte, » la tranquillizzò la McGranitt, « ma Tonks ha ragione, qualunque cosa abbiano in mente quelle canaglie, è bene fermarli in fretta. Ragazzi, voi siete ancora minorenni... »
« Io no! » protestò Ron.
« In tal caso, Weasley, » replicò la Vicepreside con le labbra strette, « sarai sicuramente abbastanza responsabile da allontanare tua sorella minore dalla battaglia ».
Ginny fece un verso stizzito.
« La difesa della scuola non è un nostro compito, Professoressa. » intervenne Neville, « Ma la guerra ci riguarda. Riguarda noi, come voi ».
I tre adulti puntarono su lui i loro occhi. Neville continuò imperturbabile.
« E nessuno di noi può scegliere di non farne parte ».
« Neville, » cominciò debolmente la McGranitt dopo alcuni secondi di silenzio, « capisco che tu voglia dimostrare la stessa determinazione dei tuoi genitori. Conosciamo tutti il loro valore di Auror. Ma non è questo il momento degli eroismi ».
Neville scosse il capo. Il suo volto tondeggiante era insolitamente serio.
« Nessuno di noi sta cercando di mettersi in mostra. » insisté, « Il pericolo è qui, ora, vicino a noi. E noi siamo in grado di combatterlo. È necessario farlo ».
L'urgenza che Tonks avvertiva dentro di sé si tramutò in una inattesa consapevolezza.
« Ha ragione. » decretò.
La McGranitt sgranò gli occhi in direzione della giovane, poi li calò.
« Sì, » confermò con mestizia, « la guerra ci riguarda tutti, personalmente. »
Sospirò.
« Andiamo. » decise. I sei, con in coda il professor Vitious, proseguirono oltre l'angolo del corridoio, con una corsa leggera.

« Entra pure, Tonks. » chiamò la voce di Remus dall'interno della sua casa.
Tonks, con i suoi capelli rosa, varcò perplessa la soglia. Individuò la familiare sagoma di Remus che sedeva sul divano con accanto un uomo. La colpì immediatamente la gamba dell'uomo, una gamba di legno il cui piede aveva la forma di una testa di leone. Poi si soffermò a considerarne il volto seminascosto dai capelli grigi, un volto segnato da innumerevoli cicatrici. Infine vide l'occhio. Uno dei suoi due occhi, chiaramente magico, era di color blu elettrico e si muoveva in modo innaturale.
« Volevo che tu venissi, » spiegò Remus, « per poterti presentare Alastor Moody ».
Tonks sgranò gli occhi e spalancò la bocca.
« Maloc... Voglio dire, il famoso Auror? »
« Ex-Auror, » precisò l'uomo con un ghigno, « dovresti sapere che sono in pensione, dato che mi sembra che tu conosca il mio soprannome ».
« Alastor Moody, » continuò Remus, « che talvolta si fa chiamare Malocchio. » Si voltò verso l'uomo e continuò. « Lei è Ninfadora Tonks. Da quest’anno frequenta il corso per diventare Auror ».
Agitò la bacchetta ed una poltroncina apparve al centro della stanza. « Siedi pure Tonks. » la invitò « Io vado a prenderti da bere. Burrobirra? »
« Va benissimo, grazie. » rispose la ragazza, accomodandosi.
« Per te Malocchio? » aggiunse Remus con uno sorriso furbo.
L'uomo digrignò i denti. Prese una fiaschetta da sotto il mantello e la mostrò all'altro. « Il solito. » replicò.
Stappò la fiaschetta e prese una sorsata. Intercettò lo sguardo di Tonks e sorrise compiaciuto.
« Sorpresa che io beva solo quello che porto con me? »
Tonks lo tornò a guardare con un misto di curiosità e commiserazione.
« I maghi oscuri sono abilissimi a scegliere occasioni del tutto innocue per cogliere impreparate le loro vittime. » sentenziò l'uomo.
Prese un altro sorso.
« Hai idea di quanti Mangiamorte siano in prigione ad Azkaban perché io li ho arrestati? E sai quanti membri delle loro rispettabilissime famiglie, per non parlare dei loro altrettanto rispettabili amici ancora a piede libero, mi augurano di strozzarmi con quello che bevo? »
« Siamo pochi, noi maghi. » osservò Tonks torva, « È fin troppo facile essere imparentati con elementi di quella genia ».
Moody si portò una mano al mento, perplesso. L'occhio blu si piantò su Tonks.
« Già. » commentò l'ex-Auror, « Remus mi ha detto che tua madre si chiama Andromeda Black. Presumo che si tratti di una parente di Sirius Black ».
« Una cugina. » confermò Tonks.
Moody ridacchiò.
« Così, » constatò, « una parente dell'uomo imprigionato come il più stretto e fedele collaboratore di Voldemort, vuole diventare Auror ».
« Esatto. » si intromise Remus sopraggiungendo, « E ne ha tutte le qualità, a parer mio ».
Porse la Burrobirra alla ragazza e ne tenne una per sé.
« Remus, tu sei molto indulgente, vorrei poter esser io a dirlo. » commentò Moody. Si rivolse a Tonks. « Hai detto bene, è facile avere parenti tra quella gentaglia. Ti aspetteresti una maledizione a bruciapelo, per dire, da tua zia Narcissa? »
« Immagino che dovrei farlo, » replicò Tonks, « d'altronde non sarebbe difficile per un Mangiamorte assumere le sue sembianze, chiunque egli sia. E, per inciso, sarei piuttosto perplessa di trovarmi a portata di bacchetta da mia zia, dato che mia madre ha perso i contatti con tutta la famiglia, dopo il suo matrimonio ».
Moody rise. « Ottima risposta, Ninfadora ».
« Tonks. » lo corresse la ragazza, « Lo preferisco ».
Moody fece un verso a metà tra un grugnito e un mugugno. « Come vuoi. Per me, allora, facciamo pure Malocchio ».
Tonks sorseggiò discretamente la Burrobirra.
« E perché, » riprese Moody, « hai intenzione di diventare Auror, Tonks? »
La ragazza alzò le sopracciglia.
« Perché è la professione in cui mi sento di poter dare il mio massimo. » rispose con semplicità.
Moody fece una smorfia ed un breve sbuffo.
« Beh, l'Auror non è mica una professione come un'altra! » perorò Malocchio, « Cacciatori di maghi oscuri, questo sono gli Auror. Non si torna indietro. Non c'è la possibilità di dimenticare per un momento la propria missione. Non si è mai al sicuro. Vanno tenute a mente due sole parole: vigilanza costante ».
« Malocchio ha l'abitudine di preparare al peggio. » sottolineò Remus sorridendo.
« È quello che si dice in giro. » aggiunse Tonks con un tono di voce più basso, ma perfettamente udibile. Malocchio fece un gesto minaccioso in direzione in Remus, ma la sua bocca era piegata in un sorriso che le cicatrici rendevano grottesco.
« Ragazza, » riprese rivolto a Tonks, « hai pensato che genere di vita dovrai affrontare? Ti sembra un tipo di vita comoda e desiderabile? »
« Né l'una né l'altra, Malocchio, » rispose l'interpellata con uno scintillio negli occhi, « è un lavoro che bisogna fare. Ed io credo di potermi qualificare a farlo ».
Questa volta l'inquietante sorriso dell'ex-Auror fu rivolto a Tonks.
« Ma voi due, » s'interessò improvvisamente Tonks, « come diamine vi siete conosciuti? »
Moody tornò serio, Remus si fece triste.
« Quando Voldemort era potente, » spiegò quest'ultimo, « il professor Silente raccolse un gruppo di volontari per contrastarne l'ascesa. Fu lì che ci incontrammo ».
Tonks sgranò gli occhi. « Anche tu! » esclamò.
« Anche tu, » ripeté, « hai combattuto i Mangiamorte ».
« Come hai detto tu stessa, » confermò Remus, « talvolta ci sono cose che si devono affrontare ».

Tonks si abbassò per evitare un raggio di luce rossa che era scaturito da una bacchetta. Ron, pochi passi alla sua destra, tentò di prendere la mira, ma anche verso di lui arrivò un raggio che si spense su un candeliere accanto a lui. Un clangore metallico accompagnò la caduta del candeliere, mentre Ron era costretto a spostarsi per evitarlo.
Un terzo anatema si materializzò verso i due. Tonks lo respinse con un Sortilegio Scudo.
« Dobbiamo avanzare. » suggerì Ron.
« Non è facile. » osservò Tonks, « Non siamo neppure sicuri di quanti siano ».
La ragazza prese il braccio di Ron, allontanandolo dalla traiettoria di un ennesimo raggio e guidandolo oltre una porta.
I Mangiamorte erano circondati. Da un lato Bill e Remus, riparati da un angolo, tenevano in scacco gli intrusi. Dall'altro, con Ron e Tonks, c'erano Ginny, Neville, ed i professori Vitious e McGranitt. Il piccolo professore, appiattito conto la parete, offriva un bersaglio pressoché impossibile. La Vicepreside ed i due ragazzi, pochi passi dietro di lui, cercavano di prendere accuratamente la mira. Ma la distanza alla quale si trovavano consentiva ai loro avversari di difendersi o schivare gli incantesimi in arrivo.
« Ci stanno tenendo lontani dalla scala! » gridò Vitious al di sopra del rumore della battaglia.
« Non vogliono affrontarci uno contro uno! » aggiunse la McGranitt.
Tonks annuì.
« Qualcuno dovrà arrivare in mezzo a loro. » spiegò a Ron, « Per eliminare lui, i Mangiamorte rischierebbero di colpirsi uno con l'altro. Quindi sarebbero costretti ad affrontarci uno contro uno. Una delle principali tattiche che utilizzano gli Auror ». Accompagnò l'ultima frase con un sorriso forzato.
« Siamo avvantaggiati, uno contro uno? » domandò Ron.
« Assai probabile. » rispose Tonks, « Ci sono duellanti molto esperti tra di noi ».
« Andrò io, lì in mezzo. » si offrì Ron.
« Non credo affatto. » replicò secca Tonks, « Ci andrà qualcuno di più qualificato e con la necessaria resistenza fisica. » fece una pausa, « Penso di sapere chi sceglierà la professoressa ».
Ron e Tonks si affacciarono di nuovo al corridoio che portava alla Torre di Astronomia, lanciando un paio di Schiantesimi a caso, che i Mangiamorte evitarono.
Tonks intercettò lo sguardo della McGranitt. Diretto verso Bill. Poi la Vicepreside cercò lo sguardo di Tonks ed indicò un punto con la bacchetta.
« Sarà tuo fratello. » annunciò la ragazza, « Noi lo copriremo. Pronto? »
Ron mosse appena un paio di passi verso il corridoio prima che Bill si facesse avanti. Remus dietro di lui muoveva rapidamente la bacchetta, puntando verso le scale, per disorientare i Mangiamorte.
Tonks e Ginny agirono all'unisono, come mosse dalla medesima volontà, lanciandosi nel corridoio. Due raggi, uno verde ed uno rosso, sfiorarono Ginny, mentre Tonks si gettava a terra per evitarli. Nel rialzarsi, la ragazza distinse una figura massiccia, a stento contenuta dal mantello di Mangiamorte, pararsi di fronte a Bill che avanzava. Le maledizioni degli intrusi continuavano a piovere incessanti. Tonks riprese a correre, seguita da Ginny, oltrepassando lo schieramento dei loro avversari, fino al punto dove era rimasto Remus.
L'uomo fece appena un cenno alle due ragazze e rimase con gli occhi fissi in direzione dei Mangiamorte.
« Si aspettavano questa mossa. » decretò, « O comunque hanno reagito con prontezza. Bill ha di fronte a sé un avversario pericoloso ».
« Dove sta andando il professore? » chiese Ginny.
Vitious, all'altro capo del corridoio, si allontanava correndo a più non posso dalla scena della battaglia.
« Ci sono altri che possono aiutarci, qui. » ricordò Remus, « Credo che vada a chiedere aiuto. Ma non possiamo aspettare nemmeno un minuto ».
« Perché? » insisté Ginny, allarmata.
« Credo di aver riconosciuto l'avversario di Bill. » replicò Remus, freddo e distante, « Fenrir Greyback ».
Ginny sussultò.
« Andrò io. » annunciò Remus. « Copritemi ».
Tonks afferrò il braccio dell'uomo, che, senza guardarla, sorrise.
« Bill non è tipo da farsi sorprendere o da arrendersi alla prima difficoltà. » continuò Remus, « Può resistere, ma ha bisogno di aiuto. Voldemort conta su di questo, su quanto sia allettante la scelta di cedere, di smettere di combattere. Gli mostreremo che non siamo così. Bill non lo è, io non lo sono... »
Alzò lo sguardo ed incontrò quello di Tonks, « E tu non lo sei ».

« Ho grossi problemi al corso di Auror, Remus. » annunciò Tonks.
Si grattò dietro la nuca, scompigliando i suoi capelli rosa.
« Ecco, l'ho detto. » aggiunse.
Era nella casa di Remus, seduta sul pavimento a gambe incrociate, con una bottiglia di Burrobirra mezza piena in mano. Remus la guardò condiscendente, restando seduto sul divano.
« Che genere di problemi? » chiese prima di prendere un sorso dalla tazza di tè che teneva in mano.
« È la mia sbadataggine! » spiegò Tonks, « Hai presente quando mi sfuggono le cose di mano, o urto o inciampo in qualcuno. Ohibò, certo che lo hai presente! » si portò alla bocca la bottiglia, « Non so quante volte ho inciampato... su di te ».
Remus la fissò perplesso.
« E questo comporta... » iniziò.
« Che rischio la bocciatura per Segretezza e Inseguimento, ahimè. » completò Tonks con un sospiro, « e non saprei proprio che altro fare ».
« Riprova gli esercizi, pi&ùgrave; volte, » le consigliò Remus, « ed abbi fiducia in te ».
« Ma qui non si tratta di cose da imparare! » protestò Tonks, « È per me, per come sono fatta! Non mi dicevi, prima ancora che avessi il diploma, di essere me stessa, prima di essere un Auror ».
« Ma naturalmente. » insisté Remus, « Non devi negare a te stessa la tua spontaneità. Si tratta di controllarla ».
« Controllarla? » ripeté Tonks.
« Certo, » riprese Remus, « la spontaneità è una tua qualità, di cui devi andare fiera. Ma in circostanze critiche, il tuo esame o il mestiere di Auror, saperla mettere da parte diventa utile ».
« Non penso che sia possibile. » sentenziò Tonks, aggrottando le ciglia e prendendo un sorso di bevanda.
« E vuoi darti per vinta? » domandò Remus.
Tonks tossì. La Burrobirra le era quasi finita di traverso.
« Certo che non voglio! » replicò, « Ho già quasi finito il secondo anno del corso! »
« Riprova. » ripeté Remus, « Ed abbi più fiducia in te ».
« Ma, secondo te, » obiettò Tonks, « potrei riuscire a mettere da parte quello che sono abituata a fare e controllarmi completamente? »
« Potrai. » dichiarò Remus, « Se lo vorrai costantemente ».
« A dirlo è semplice. » osservò Tonks, « ma a farlo... »
« No, » puntualizzò Remus, « non lo è. Non lo sarà per te, come non lo è per me ».
Tonks abbassò la bottiglia semivuota lasciando che toccasse il pavimento mentre rivolgeva a Remus uno sguardo vuoto.
« Ogni notte di luna piena, » ricordò Remus, « io mi costringo ad essere diverso da quello che sono ».
« È diverso! » protestò Tonks, « Quello non dipende da te! È la malattia! »
Remus alzò una mano, chiedendo alla ragazza di tacere.
« Sono un Lupo Mannaro. » proseguì Remus, « Pretendo di vivere come gli altri maghi e tra gli altri maghi, ma non sono come loro. Non importa il motivo per cui divento una belva sanguinaria. Non importa che ne possa fare a meno o se vi sia rimedio. Certo è che lo sono. Certo è che potrei scatenare l'istinto della creatura che è in me, invece di trattenerlo con le precauzioni che prendo di mia volontà. » il suo sguardo si spostò verso la porta blindata che si affacciava nella stanza. « Alcuni che hanno il mio stesso male lo facevano, quando Voldemort era potente. Alcuni lo fanno anche oggi, per odio verso i maghi che li emarginano ».
« Non è giusto! » esclamò Tonks, « Non è pensabile che una persona sia cattiva solo perché è un Mannaro. Insomma, chi lo pensa intanto non ha conosciuto te! » Arrossì.
« Grazie, Tonks. » riprese Remus, con un sorriso dolce e cordiale. « Ovviamente hai ragione. Perché ciascuno di noi ha spesso di fronte a sé una scelta facile e sbagliata ed una scelta giusta e difficile. Ed è sapere prendere la scelta difficile, che misura la nostra capacità di agire per amore degli altri. Ed hai ragione che questo non avviene solo a chi ha la sfortuna di essere contagiato dalla mia malattia, infatti in questo momento è quello che avviene a te ».
Tonks lo guardò imbronciata, con un velo di disprezzo.
« Mi stai dicendo, » suggerì, « che sarei una persona pessima, se non mi controllassi a dovere? »
« Ti sto dicendo, » precisò Remus tristemente, « che io sarei un mostro, se non mi rinchiudessi quando mi trasformi in Mannaro. » Sorrise a Tonks. « Tu hai la tua scelta. Controllare la tua spontaneità come il migliore degli Auror o darti per vinta, per dedicarti a qualcosa di diverso ».
« Questa è la mia scelta. » annunciò Tonks risoluta, « Sarò un Auror. E darò il mio meglio per contrastare la mia sbadataggine. » il suo tono di voce divenne titubante, « Mi aiuterai? Oppure credi davvero che ce la posso fare da sola? »
« Dovrai farlo da sola. » concluse Remus, « Ma ti aiuterò ».

Trick grazie per il tuo commento ed i complimenti, spero di essere riuscito con questo capitolo ad alternare momenti teneri e drammatici come per il precedente.
aKifer sì, infatti. Prendo spunto dalla scena in cui Tonks compare per la prima volta in OOP per ricordare che le preferisce farsi chiamare per cognome. Nelle vicende che ho immaginato, qui come in "Cresciuta dentro", Remus la conosce da bambina e quindi è invece abituato a chiamarla per nome. Grazie per il tuo meditato commento e continua a seguirmi!
Bj90 grazie. Ecco il secondo capitolo.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rik Bisini