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Autore: Ice98    29/11/2012    0 recensioni
Vivo a Gorizia, una piccola città Italiana al confine con la Slovenia, in un palazzo all’ultimo piano e sopra una ferrovia. Abito con tre persone che considero Fratelli, anche se non lo sono, loro mi hanno salvato e si sono presi cura di me e io gli proteggerò a costo della vita .
Il mio nome è Ice e ora vi racconterò la mia storia.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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IAN
Me ne andai prima che mi costringesse seriamente a farle vedere la ferita di cui, ormai, non c’era più traccia. Quando l’ho sentita urlare sono corso da lei. Ha detto di aver avuto un incubo ma, probabilmente, ha solo ricordato quel giorno maledetto.
Lo squillo del telefono mi ridestò da quei pensieri, risposi: “Pronto?”
“Ciao fratellone come va?”
“Hey , Jared, bene e tu?”
“Alla grande, qualche notizia buona?”
“L’ho trovata” silenzio, solo il ronzio della linea “ti ricordi di quella bambina di cui mi avevi parlato? Bè avevi ragione…è lei”
“Ne sei sicuro?”
“Ha il pugnale e sta iniziando a ricordare”
“Ma lei lo sa? Gli e lo hai detto?”
“No non ancora, ma tra poco”
“Ottimo dopo che gli e lo avrai detto verrò lì, ma aspetta sei in ospedale?”
“Si, perché?”
“E lei dov’è?”
“In una delle camere”
“Che cosa le è successo?!”
“Un incidente mentre era in bici, una macchina le è venuta a dosso”
“Merda! Come sta?”
“Bè alla grande visto che è riuscita a scappare sotto il mio naso ed a uccidere 4 uomini che ci hanno attaccato!”
“Dio mio che caratterino”
“Già, mi farà impazzire” scoppiammo a ridere all’unisono.
“Vado, ciao fratellone”
“Ciao a presto” riattaccai prima di tornare nella sua camera.
 
ICE
Stavo iniziando ad avere caldo, buon segno stavo sfebbrando, decisi di andarmi a fare una doccia. Entrai e chiusi la porta a chiave, mi tolsi tutte le bende, fasce e robe varie, infilandomi sotto il getto caldo e accogliente della doccia. Rimasi a rilassarmi per almeno 5 minuti e poi inizia a lavarmi. Finito mi asciugai i capelli, qualcuno busso: “Ehi, sei lì?”
“Si, aspetta un attimo Ricky ho quasi finito” poi un'altra voce,
“Non avresti dovuto alzarti con la febbre e con la caviglia in quelle condizioni” disse Ian
“Già forse è vero, ma ormai è fatta” uscì dal bagno appoggiata alla stampella e mi andai a sedere sul letto.
“Aspetta ti devo rimettere le bende”
“Ormai sono inutili, le ferite non ci sono più”
“Hai ragione, ah…” Bussarono alla porta
“Avanti”
“Ciao Ice! Come va?”
“Ella il Pat! Tutto bene grazie, te?”
“Alla grande”
“Bè io vi lascio soli” disse Ian
“No resti pure sono passato solo per salutare e lasciarti questi” mi diede dei fiori “Ora vado mi raccomando rimettiti”
“Chiaro, ciao”
“Ciao”
Mi voltai a guardare Ian “Ian ti dovrei chiedere una cosa, sono un paio di settimane che non mi nutro decentemente, mi dai il permetto di andare a caccia?”
“Dove vuoi andare a caccia? E poi con la caviglia così sarebbe inutile, ti faresti solo male”
“Forse ma ne ho bisogno”
“Ti darò io una cosa, vieni” e mi prese in braccio, iniziai ad urlare.
“CHE CAVOLO FAI?! METTIMI Giù!!!!MOLLAMI!” inizia a colpirlo ma non mi mollava
“O vieni così o in sedia a rotelle, decidi tu”
“Vengo con le stampelle”
“Non è un opzione valida” lo disse con un sorriso trionfante e con gli occhi ridenti, iniziò a camminare.
Mi nascosi sotto il suo camice per non farmi vedere. Che vergogna! Mi uscirono lacrime amare di rabbia.
“Sono lacrime di dolore?”
“No, di incazzatura!!”
Scoppiò in una fragorosa risata. Mi portò sul tetto e mi fece sedere, poi andò dietro l’angolo della porta ed aprì una piccola camera, da cui tirò fuori una sacca di sangue e me la lanciò.
La presi al volo “Io non lo bevo il sangue umano”
“Perché? Questo ti aiuterà a rimetterti in forze”
Non resistei alla tentazione e aprì la sacca, né uscì un profumo magnifico, così attraente…quando l’ assaggiai ero nell’estasi più totale come se fosse ambrosia nel corpo di un demone. La prosciugai subito e mi sentii molto meglio. Ian si girò: “Ora è il momento della verità”
Lo guardai stupita, in silenzio
“Dimmi la verità tu non ricordi niente prima dell’orfanotrofio?”
“Poco, qualche volta sogno di sogno di stare dormendo in un letto con le lenzuola nere con a fianco un ragazzo e oggi ho sognato di essere su un cavallo con un altro ragazzo che mi teneva e uno che mi applaudiva, ma poi ho sentito un urlo e mi sono svegliata”
“Quindi non sai chi sono quei ragazzi”
“No”
“Bè te lo posso dire io”
“Sul serio?!?”
“Il ragazzo che ti abbraccia mentre dormi bè….sono io”
Rimasi a fissarlo stupita, non avevo mai pensato di avere un fratello
“E Jared anche è mio e tuo fratello”
O persino due
“Stai parlando seriamente?”
“Si”
“ecco perché anche tu avevi il pugnale, ecco perché lui sapeva cosa volevo, aspetta quindi sapevate dov’ero e non siete mai venuti?!”
“Non lo sapevamo che eri tu, alla tua età non dovresti aver bisogno di sangue, dovresti essere ancora umana e quindi ti cercavamo tra di loro”
“Perché mi hanno abbandonato?”
“Te lo spiegherò più avanti , per questo ci deve essere anche Jared”
“ok”
Ian
Me ne andai prima che mi costringesse seriamente a farle vedere la ferita di cui, ormai, non c’era più traccia. Quando l’ho sentita urlare sono corso da lei. Ha detto di aver avuto un incubo ma, probabilmente, ha solo ricordato quel giorno maledetto.
Lo squillo del telefono mi ridestò da quei pensieri, risposi: “Pronto?”
“Ciao fratellone come va?”
“Hey , Jared, bene e tu?”
“Alla grande, qualche notizia buona?”
“L’ho trovata” silenzio, solo il ronzio della linea “ti ricordi di quella bambina di cui mi avevi parlato? Bè avevi ragione…è lei”
“Ne sei sicuro?”
“Ha il pugnale e sta iniziando a ricordare”
“Ma lei lo sa? Gli e lo hai detto?”
“No non ancora, ma tra poco”
“Ottimo dopo che gli e lo avrai detto verrò lì, ma aspetta sei in ospedale?”
“Si, perché?”
“E lei dov’è?”
“In una delle camere”
“Che cosa le è successo?!”
“Un incidente mentre era in bici, una macchina le è venuta a dosso”
“Merda! Come sta?”
“Bè alla grande visto che è riuscita a scappare sotto il mio naso ed a uccidere 4 uomini che ci hanno attaccato!”
“Dio mio che caratterino”
“Già, mi farà impazzire” scoppiammo a ridere all’unisono.
“Vado, ciao fratellone”
“Ciao a presto” riattaccai prima di tornare nella sua camera.
 
ICE
Stavo iniziando ad avere caldo, buon segno stavo sfebbrando, decisi di andarmi a fare una doccia. Entrai e chiusi la porta a chiave, mi tolsi tutte le bende, fasce e robe varie, infilandomi sotto il getto caldo e accogliente della doccia. Rimasi a rilassarmi per almeno 5 minuti e poi inizia a lavarmi. Finito mi asciugai i capelli, qualcuno busso: “Ehi, sei lì?”
“Si, aspetta un attimo Ricky ho quasi finito” poi un'altra voce,
“Non avresti dovuto alzarti con la febbre e con la caviglia in quelle condizioni” disse Ian
“Già forse è vero, ma ormai è fatta” uscì dal bagno appoggiata alla stampella e mi andai a sedere sul letto.
“Aspetta ti devo rimettere le bende”
“Ormai sono inutili, le ferite non ci sono più”
“Hai ragione, ah…” Bussarono alla porta
“Avanti”
“Ciao Ice! Come va?”
“Ella il Pat! Tutto bene grazie, te?”
“Alla grande”
“Bè io vi lascio soli” disse Ian
“No resti pure sono passato solo per salutare e lasciarti questi” mi diede dei fiori “Ora vado mi raccomando rimettiti”
“Chiaro, ciao”
“Ciao”
Mi voltai a guardare Ian “Ian ti dovrei chiedere una cosa, sono un paio di settimane che non mi nutro decentemente, mi dai il permetto di andare a caccia?”
“Dove vuoi andare a caccia? E poi con la caviglia così sarebbe inutile, ti faresti solo male”
“Forse ma ne ho bisogno”
“Ti darò io una cosa, vieni” e mi prese in braccio, iniziai ad urlare.
“CHE CAVOLO FAI?! METTIMI Giù!!!!MOLLAMI!” inizia a colpirlo ma non mi mollava
“O vieni così o in sedia a rotelle, decidi tu”
“Vengo con le stampelle”
“Non è un opzione valida” lo disse con un sorriso trionfante e con gli occhi ridenti, iniziò a camminare.
Mi nascosi sotto il suo camice per non farmi vedere. Che vergogna! Mi uscirono lacrime amare di rabbia.
“Sono lacrime di dolore?”
“No, di incazzatura!!”
Scoppiò in una fragorosa risata. Mi portò sul tetto e mi fece sedere, poi andò dietro l’angolo della porta ed aprì una piccola camera, da cui tirò fuori una sacca di sangue e me la lanciò.
La presi al volo “Io non lo bevo il sangue umano”
“Perché? Questo ti aiuterà a rimetterti in forze”
Non resistei alla tentazione e aprì la sacca, né uscì un profumo magnifico, così attraente…quando l’ assaggiai ero nell’estasi più totale come se fosse ambrosia nel corpo di un demone. La prosciugai subito e mi sentii molto meglio. Ian si girò: “Ora è il momento della verità”
Lo guardai stupita, in silenzio
“Dimmi la verità tu non ricordi niente prima dell’orfanotrofio?”
“Poco, qualche volta sogno di sogno di stare dormendo in un letto con le lenzuola nere con a fianco un ragazzo e oggi ho sognato di essere su un cavallo con un altro ragazzo che mi teneva e uno che mi applaudiva, ma poi ho sentito un urlo e mi sono svegliata”
“Quindi non sai chi sono quei ragazzi”
“No”
“Bè te lo posso dire io”
“Sul serio?!?”
“Il ragazzo che ti abbraccia mentre dormi bè….sono io”
Rimasi a fissarlo stupita, non avevo mai pensato di avere un fratello
“E Jared anche è mio e tuo fratello”
O persino due
“Stai parlando seriamente?”
“Si”
“ecco perché anche tu avevi il pugnale, ecco perché lui sapeva cosa volevo, aspetta quindi sapevate dov’ero e non siete mai venuti?!”
“Non lo sapevamo che eri tu, alla tua età non dovresti aver bisogno di sangue, dovresti essere ancora umana e quindi ti cercavamo tra di loro”
“Perché mi hanno abbandonato?”
“Te lo spiegherò più avanti , per questo ci deve essere anche Jared”
“ok”

  
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