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Autore: TheOnlyWay    29/11/2012    13 recensioni
Il matrimonio. Terribile, vero? Già, ma non ditelo a Leighton, costretta a fare da damigella d’onore a sua sorella Giselle. Potreste parlarne con Niall, invece, che è assolutamente entusiasta di essere il testimone dello sposo. Aggiungeteci un Harry Styles posato e affascinante, un Louis dedito più che mai alle sue bretelle e una migliore amica non troppo intelligente ma sincera. Il risultato? Tra discorsi, lancio del bouquet e balli è ancora tutto da vedere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14

“Futuro.”
 





Non riesco a dormire.  
Per quanto ci provi, la mia testa non vuole saperne di darmi pace. I pensieri sono lì, e ronzano, incessantemente. Sto per impazzire, forse.
Quand’è stato che la mia vita ha cominciato a girare? Un giorno andava tutto bene – più o meno, ma la mia sanità mentale non è mai stata a rischio –, quello dopo tutto i problemi e tutte le mie paure più grandi si ripresentano all’improvviso. E sono così spaesata che proprio non so cosa fare.
Il risultato? Continuo a rigirarmi tra le lenzuola come un’anima in pena.
Ed ho bisogno di Harry, perché la maggior parte dei miei pensieri sono indirizzati a lui e al suo comportamento di oggi. Mi nasconde qualcosa, ed io non posso dormire con la consapevolezza che la tempesta potrebbe abbattersi su di me da un momento all’altro.
Va bene, lo ammetto, Shakespeare mi fa un baffo, però che volete? Non è colpa mia se non sono normale e tantomeno in grado di gestire in maniera decente le emozioni.
Mi alzo e, il più silenziosamente possibile, raggiungo la camera di Harry. Se sta dormendo, giuro che me ne vado senza dire una parola.
Socchiudo leggermente la porta e do una sbirciata. Harry è sveglio, ed è seduto sul letto con le gambe incrociate. Sta guardando il display del telefono con aria assente. È a petto nudo e indossa solo i pantaloni di una tuta grigia. Per un attimo rimango incantata a guardarlo. È così bello che ancora non riesco a credere che sia il mio fidanzato. Credo che la mia paura di perderlo da un momento all’altro sia dettata dal fatto che, probabilmente, Harry è la cosa migliore che mi sia capitata in tutta la vita. E se mi lasciasse? Come farei, io?
Forse non dovrei disturbarlo. Forse, anche lui, è troppo preso dai suoi pensieri. Sospiro lievemente, poi scuoto la testa e richiudo la porta, ma la sua voce mi blocca all’istante.
«Leighton, lo so che sei tu.» mormora, scuotendo la testa divertito.
«Sei un mago?» domando, prima di entrare in camera e chiudermi la porta alle spalle.
«No, ma ho gli occhi.» replica.
Intanto, mi fa spazio sul letto e mi abbraccia.  Mi accoccolo contro il suo petto, improvvisamente triste. Come fa a scherzare? Gli importa così poco, di me, da non ritenermi neanche degna della verità?
«Sai, mi aspettavo una delle tue solite risposte.» sorride.
La sua mano scende sulla mia schiena, delicata e come ogni volta che mi sfiora, sento l’irrefrenabile impulso di stringermi ancora di più a lui. Appoggio l’orecchio in prossimità del suo cuore e mi fermo per un istante, quasi ipnotizzata dai suoi battiti. Sono lenti, e regolari.
Gli circondo la schiena con le braccia e un istante dopo lui ricambia.
Lo guardo. Harry ricambia il mio sguardo, attento e concentrato, forse in attesa che io dica qualcosa.
Ma non lo faccio, perché l’unica cosa a cui riesco a pensare è che mi sta nascondendo qualcosa e che quel “non c’è nessuna fretta”, in realtà mi sembra solo una scusa per ritardare l’inevitabile.
Ho ancora la sensazione che le cose cambieranno da un momento all’altro. Cosa succederebbe se Harry partisse domani? Se mi lasciasse da sola, di punto in bianco, all’improvviso? Questa sarebbe l’ultima occasione che ho per stare con lui, per baciarlo, per sentire le sue mani sfiorarmi, per sentirmi a casa. Non voglio più sentirmi sola, smarrita e infelice.
Ho solo bisogno di Harry, di averlo accanto e di sapere che non mi abbandonerà mai.
«Non guardarmi così…» supplica Harry, infine. Stringo gli occhi, confusa.
Lo fisso, cercando di capire cosa c’è che non và e quando mi rendo conto che il suo sguardo spazia in continuazione dai miei occhi alle mie labbra, arrossisco.
E poi, ancora una volta, la sensazione che questa sia l’ultima occasione che ho per stare con lui mi sconvolge la mente e faccio l’unica cosa che mi consente di sentirlo ancora più vicino: lo bacio.
Harry sospira, poi sembra riprendere il controllo della situazione e mi sospinge sul materasso.
La sua mano si infila lentamente sotto il tessuto leggero della maglietta del pigiama. Rabbrividisco e lo attiro ancora di più a me.
È l’ultima notte, penso di nuovo, guardando i miei indumenti cadere a terra, con un tonfo delicato.
È l’ultima notte.
 
«Io ero venuta qui per parlarti, comunque.»
Mi rannicchio al fianco di Harry, un po’ imbarazzata. Lui sorride, mi circonda le spalle con il braccio e comincia a giocherellare con una ciocca dei miei capelli.
È sereno, come forse non l’ho mai visto prima. Mi lascia un bacio sulla fronte.
«Lo so.»
Certo che lo sa. Lui sa sempre tutto. Sapeva che mi sarei innamorata di lui sin dalla prima volta che l’ho visto. Sapeva che se avesse insistito, prima o poi mi sarei arresa. Sapeva che la mia acidità, alla fine, non è poi così inguaribile.
«Non mi prenderesti mai in giro, vero, Harry?» mormoro, imbarazzata.
Non mi piace mostrarmi così vulnerabile, ma se c’è qualcuno di cui posso fidarmi completamente, quel qualcuno è proprio Harry. E il fatto che al momento lui sia il mio più grande problema, be’, non cambia poi tanto le cose, credo.
«Mai, Leighton. Te lo giuro.» il tono in cui lo dice è quasi solenne ed io non posso fare a meno di fidarmi di lui. Come so che non mi mentirà? Harry mi ama. Me l’ha dimostrato in ogni modo possibile. E poi, i suoi occhi sono così cristallini che è impossibile pensare che sia in grado di dire una bugia.
Ma vi rendete conto di quello che sto dicendo? L’amore mi ha trasformata in una femminuccia sentimentale. E adesso? Cioè, come dovrei gestire questa nuova me? Non sono capace di essere gentile, smielata e tutta pucci-pucci. Come faccio?
«Devi partire, non è vero?»
Sapete come faccio? Mi comporto da idiota e rovino la notte più bella della mia vita.
Semplice, no? Harry sospira, mi lascia un bacio sulla testa e resta in silenzio, probabilmente alla ricerca delle parole giuste da dirmi.
Non che ce ne siano, in effetti. Prenderò male qualsiasi frase uscirà dalla sua bocca, perciò tanto vale sapere le cose subito e senza mezzi termini.
«Non lo so.»
Ecco, lo sapevo io che se ne doveva andare, che mi avrebbe mollata così come una scema e che…
«Cosa? Che vuol dire che non lo sai?»
«Ieri ho parlato con il rettore dell’università. Volevo sapere se era possibile, che ne so, sospendere l’anno senza perdere gli esami che ho già dato o qualcosa di simile…» spiega, un po’ titubante.
Mi ci vuole un po’ per capire che Harry sarebbe davvero disposto a mollare tutto per me. Tutto quanto, compresa la sua brillante carriera universitaria.
E nel momento in cui lo realizzo, mi tiro su di scatto. Stringo il lenzuolo al seno, imbarazzata.
«No!» rantolo.
Harry aggrotta le sopracciglia, confuso.
«Stai male, per caso?»
«No! Tu stai male!»
«Sto benissimo, Leighton. E so quello che faccio, perciò non agitarti.» mugugna. Poi mi afferra per il braccio e mi trascina di nuovo accanto a lui.
«No, non lo sai invece!» protesto, con veemenza.
Harry sbuffa di nuovo.
«Ascoltami bene, perché non ho voglia di discutere. Posso mollare l’università, non è così importante.»
Non ha voglia di discutere? Oh, ma ha presente con chi sta parlando? Con colei che è la regina indiscussa delle discussioni (brutto gioco di parole, ma rende abbastanza bene il concetto.), con l’unica persona al mondo che probabilmente prende sempre la scelta peggiore.
Per Dio, io sono quella che ha fatto incazzare le Parche, perciò non può dirmi che non ha voglia di discutere e pensare che me ne stia zitta. Ormai è diventata una questione di principio.
«Questo non avrei dovuto dirlo, immagino.» parlotta Harry, tra sé e sé. «Stupido.» si insulta poi.
«Già, ma ormai l’hai detto.» gli ricordo, mio malgrado divertita.
«Ero serio, quando dicevo che ne avremmo parlato domani.»
Do un’occhiata veloce all’orologio appeso alla parete, poi sorrido.
«Be’, guarda caso è mezzanotte passata. Perciò tecnicamente è domani.» gli faccio notare, con un sorrisino soddisfatto. Ed ecco la maestra delle discussioni all’opera. Non so come finirà questa conversazione, ma l’unica cosa certa è che l’ultima parola sarà mia, dovessimo litigare fino all’alba.
«Non c’è un granché di cui discutere. Ho deciso di rimanere qui, per un po’.»
«Ma ti ho sentito dire che non puoi partire così presto, che significa?»
Nel caso in cui non l’aveste ancora capito, sono appena entrata in modalità Sherlock Holmes. Perciò, qualsiasi cosa Harry dirà potrà essere usata contro di lui, anche se c’è da dire che averlo mezzo nudo accanto è una grossa fonte di distrazione.
«Dì un po’, Detective Conan, mi punterai una torcia contro, solo per sembrare più minacciosa?» ridacchia, evidentemente divertito.
«Non provare a cambiare argomento,  tanto non ci casco. Quella è la mia specialità.»
«Almeno lo ammetti.»
«Harry, non farmi incazzare.» borbotto, seccata.
Dai, cavolo. Ma non lo capisce che sto per impazzire? Per lo meno, se sapessi le cose come stanno, potrei farmene una ragione e buonanotte.
Ho ragione o no? Lasciate stare, tanto lo so che ho ragione.
«È così rilassante, stare con te.»
Oh, certo. Continua pure a tergiversare, bello mio. Tanto ti starò attaccata come una cozza allo scoglio, come una zecca al suo cane e come… be’, non me ne viene in mente nessun altro.
«Che fine ha fatto tutta la tua serietà?»
«Quale serietà?»
Fa anche il finto tonto. Ma si può sapere quale cavolo è questo mirabolante segreto? No, perché è impossibile che sia così sconvolgente. Sono piuttosto sicura che non sarà niente di che, magari sono io che mi sto facendo mille pare mentali per niente.
«Quella che tiri fuori quando c’è da psicoanalizzarmi. Quando si tratta di parlare di te diventi stranamente simpaticone.»
«Stranamente? Vuol dire che di solito sono antipatico?»
Qualcuno mi aiuti, per favore.
Tanto per rendere ancora più chiaro che mi sto spazientendo, rifilo ad Harry una gomitata sulla stomaco, mi divincolo dal suo abbraccio e mi sporgo dal letto per afferrare i miei vestiti.
Li indosso velocemente, poi mi alzo.
«Facciamo così, Mr. Mistero. Quando ti decidi a tornare intelligente, fammelo sapere. Io vado di là a vedere un film. Buonanotte.»
Per essere ancora più incisiva, gli tiro le sue mutande in faccia e me ne vado.
Harry scoppia a ridere.
Spero che gli si incastrino le mutande in quel cespuglio che ha in testa, così impara a fare lo scemo. Mi trascino in cucina con ben poco entusiasmo: mi è venuta fame.
Perciò apro il frigo alla ricerca di qualcosa di commestibile e di dolce, ma c’è solamente del prosciutto e del formaggio. Ci rifletto qualche secondo, poi faccio spallucce e prendo solo il prosciutto.
Ovviamente, siccome sono sfigata per definizione, non ci sarà neanche una fetta di pane.
Ecco, appunto. Non posso neanche mangiare.
Sto contemplando il frigo, forse nell’attesa che si apra da solo e mi tiri fuori un po’ di torta al cioccolato, ma quello rimane stoicamente chiuso. Ma dai?
«Stronzo.» mugugno.
Poi, due mani stringono i miei fianchi ed Harry appoggia la testa sulla mia spalla.
«Sei passata agli insulti?»
«Stavo dicendo al frigo. Per caso hai la coda di paglia, signor Mollo l’Università?»
«Assolutamente no.»
«Ah, quindi è per questo che confabuli tutto il giorno con Bridget e la brigata dei falsoni.»
Harry mi osserva, confuso. È inutile, tanto lo sa che ho ragione, perciò è meglio se la pianta cascare dal pero ad ogni parola che dico e si decide a tirare fuori le palle.
«Sai cosa penso?»
«Sentiamo, sono curiosa.»
«Penso che dovresti cambiare spacciatore, amore. Non è tagliata bene, la roba che ti fumi.»
Visto? È così simpatico, per l’amor del cielo, che mi viene voglia di tirargli un calcio sui gioielli. No, quelli no. Sospiro, combattuta.
«Ti hanno mai detto che sei una fonte continua di divertimento? Non ti stanchi mai di essere così esilarante?» sarcasmo. Puro e semplice sarcasmo, che Harry accoglie – di nuovo – con una risata divertita.
«Mi è mancato un sacco, il tuo buonumore. In questi giorni eri troppo triste.» strofina il naso contro il mio in un patetico (ma efficace) tentativo di intenerirmi. Questo ragazzo ha un brutto effetto, su di me.
«Io ti ci infilerei, in un sacco. Di quelli bianchi della scientifica. O sono neri? Non ricordo…»
Harry alza gli occhi al cielo, poi mi bacia. Per un attimo, mi dimentico di tutto quanto. Ci sono solo lui e le sue labbra sulle mie. Le sue mani intorno ai fianchi e il suo profumo.
«D’accordo, ti dirò la verità.»
«Alla buon’ora.»
Ed ecco che improvvisamente sparisce tutto il buon umore – non che prima ce ne fosse in quantità industriale, ma tant’è… - e ritorna la paura. E se davvero se ne dovesse andare?
«Parto oggi pomeriggio.» rivela.
Lo sapevo, io. Ecco, ora mi viene anche da piangere. Perfetto! Ma che bella giornata del cazzo.
«Oh…»
«Ho un incontro con il rettore, devo firmare alcuni documenti, poi prendo il primo volo disponibile e torno da te.» spiega, tranquillo.
Lo farà davvero. Lascerà il King’s College per me. Ed io non voglio che rinunci ai suoi sogni solo per me. Non me lo merito, e non voglio che lo faccia.
«No.»
«No, cosa?»
«Non voglio che ritorni.»
«Scusa? Credo di aver sentito male.»
«Hai sentito benissimo, invece. Non voglio che ritorni, Harry.»
No, non se il suo ritorno significa la rinuncia a qualcosa per cui ha faticosamente lavorato. Non se vuol dire abbandonare un progetto tanto importante come l’università.
Non voglio che lo faccia per me.  È il classico esempio del gioco che non regge la candela.
«Leighton.»
Harry mi porta una ciocca di capelli dietro le orecchie, e sospira. Scuoto la testa, perché sento che scoppierò a piangere da un momento all’altro e non voglio.
Perché per una volta farò la scelta giusta e sarò io, tra noi due, quella matura.
«No, Harry.»  
«So quello che faccio, Leighton. Ti ho promesso che non ti avrei abbandonato ed io le promesse le mantengo sempre.» mi ricorda, con un sorriso sereno.
Tiro su col naso – non è femminile, lo so – e scuoto di nuovo la testa.
«Non voglio che tu rinunci al tuo futuro per me.»
«Sei tu, il mio futuro.»
Ed è esattamente questo, il punto in cui scoppio in lacrime e lo bacio.
 

 
 
***
 
 
 

Della serie “a volte ritornano”, here I am.
Ho controllato, ed ho aggiornato lo scorso capitolo quasi tre settimane fa, credo. Sono imperdonabile, lo so. Ma ho avuto un po’ di impegni, per non parlare poi, dell’ispirazione che è un po’ così… Infatti il capitolo non mi convince.
Proprio per niente. Cioè, non è esattamente come l’avevo pensato e a dire la verità non sono per niente soddisfatta del risultato.
Spero che a voi piaccia almeno un po’…
In attesa di avere le vostre opinioni in merito, vi ringrazio di tutto cuore per avere recensito lo scorso capitolo e per avermi aspettata tutto questo tempo!
Vi adoro <3
 
Con affetto,
Fede.
 
P.s. Per chi volesse, su Twitter sono @FTheOnlyWay
   
 
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