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Autore: LessWrong    29/11/2012    0 recensioni
Petunia ha sposato un biochimico, ed Harry è cresciuto leggendo scienza e fantascienza. Poi è arrivata la lettera di Hogwarts, che ha rivelato un mondo di nuove possibilità interessanti da sfruttare. E nuovi amici, come Hermione, la professoressa McGonagall e il professor Quirrell.
NOTA DEL TRADUTTORE:
Lo schema di traduzione della Salani porta spesso a espressioni imprecise o cacofoniche. Per questo, la traduzione di questa fanfiction segue lo schema di traduzione del Bartezzaghi.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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"Certo che è stata colpa mia. Non c'è alcun altro qui che potrebbe essere responsabile di questo."

"Ora, tanto per essere chiari," disse Harry, "se la professoressa ti fa levitare, papà, quando ti rendi conto che non sei attaccato ad alcun cavo, quella dovrà essere una prova sufficiente. Non dovrai girarti e dire che è solo un gioco di prestigio. Non sarebbe leale. Se senti che farai così, dovresti dirlo subito, ed escogiteremo un esperimento diverso."

Il padre adottivo di Harry, il professor Michael Verres, alzò gli occhi. "Sì, Harry."

"E tu, mamma: la tua teoria dice che la professoressa dovrebbe essere in grado di farlo. Se questo non accade, ammetterai di esserti sbagliata, senza dire che la magia non funziona in presenza di scettici, o cose del genere. "

La vicepreside Minerva McGonagall guardava Harry con un'espressione divertita. Aveva un'aria da vera strega, coi suoi abiti neri e il suo cappello a punta, ma quando parlava, la sua voce era formale come quella di una lady scozzese, e ciò non si accordava affatto col suo aspetto. A prima vista sembrava una persona che sghignazza e mette i neonati in un calderone, ma l'effetto complessivo era rovinato non appena apriva bocca. "E' sufficiente, signor Potter?" disse. "Posso procedere con la dimostrazione?"

"Sufficiente? Probabilmente no," disse Harry. "Ma almeno sarà di aiuto. Vada avanti, vicepreside."

"Mi chiami pure professoressa" disse lei, e poi: "Wingardium Leviosa."

Harry guardò suo padre.

"Uh" disse Harry.

Suo padre lo guardò. "Uh" gli fece eco.

Poi il professor Verres si voltò a guardare la professoressa McGonagall. "Va bene, mi può mettere giù, adesso."

La professoressa McGonagall lo abbassò fino al pavimento.

Harry si passò una mano tra i capelli. Forse era solo quella parte strana di lui che era già stata convinta, ma... "E' un po' un anticlimax," disse. "Pensavo che ci sarebbe stato un evento mentale più drammatico associato a un'osservazione di probabilità infinitesimale." Harry si fermò. Sua madre, la strega, e anche suo padre gli lanciavano di nuovo quello sguardo. "Voglio dire, con lo scoprire che tutto quello in cui credo è falso."

Sul serio, sarebbe dovuto essere più drammatico. Il suo cervello si sarebbe dovuto liberare dell'intera sua collezione di ipotesi sull'universo, nessuna delle quali permetteva che ciò accadesse. Ma invece il suo cervello sembrava dire solo, va bene, ho visto la professoressa di Hogwarts agitare la bacchetta e sollevare tuo padre in aria, e adesso?

La strega sorrideva benevola, all'apparenza molto divertita. "Vuole un ulteriore dimostrazione, signor Potter?"

"Non è necessario," disse Harry. "Abbiamo effettuato un esperimento definitivo. Ma..." Harry esitò. Non poteva farne a meno. In realtà, date le circostanze, non avrebbe dovuto farne a meno. Era giusto e doveroso essere curiosi. "Che altro è in grado di fare?"

La professoressa McGonagall si trasformò in un gatto.

Harry indietreggiò senza pensare, così velocemente che inciampò su una pila di libri e atterrò duro sul sedere. Con le mani, cercò di ripararsi senza riuscirci, e sentì una fitta di avvertimento a una spalla mentre la sua caduta si fermava bruscamente.

Subito, il piccolo gatto tigrato si ritrasformò in una donna vestita. "Mi scusi, signor Potter," disse la strega, in tono sincero, anche se gli angoli delle sue labbra si piegavano verso l'alto. "Avrei dovuto avvertirla."

Harry stava respirando in brevi singulti. La sua voce uscì soffocata. "Non è POSSIBILE!"

"E' solo una Trasfigurazione" disse la professoressa McGonagall. "Una trasformazione Animagus, per l'esattezza."

"Lei si è trasformata in un gatto! Un gatto PICCOLO! Ha violato la conservazione dell'energia! Non è solo una regola arbitraria, è implicata dalla forma dell'operatore hamiltoniano quantistico! Rifiutarla distrugge l'unitarietà e quindi si ottiene l'invio di segnali più veloci della luce! E i gatti sono COMPLICATI! Una mente umana non può visualizzare in un colpo solo l'intera anatomia di un gatto, né tutta la biochimica di un gatto, e tantomeno la neurologia! Come si può continuare a pensare con un cervello da gatto?"

Gli angoli della bocca della professoresa McGonagall ebbero un tremito più forte. "Magia."

"La magia non è sufficiente per farlo! Bisognerebbe essere un dio!"

La professoressa McGonagall  sbatté le palpebre. "E' la prima volta che sia mai stata chiamata così."

La vista di Harry iniziò a sfocarsi, mentre il suo cervello iniziava a comprendere ciò che era appena stato distrutto. L'idea di un universo unificato con leggi matematicamente regolari. Ecco cos'era appena finito nello scarico: l'intero concetto di fisica. Tremila anni dedicati a scomporre cose grandi e complicate in pezzi più piccoli, scoprire che la musica dei pianeti era la stessa musica di una mela che cade; scoprire che le vere leggi erano perfettamente universali, non avevano eccezioni in alcun luogo e avevano l'aspetto di semplice matematica che governa le parti più piccole; scoprire che la mente è il cervello, che il cervello è fatto di neuroni; scoprire che il cervello è ciò che rende una persona se stessa...

E poi una donna si è trasformata in un gatto, tanti saluti a tutto quanto.

Un centinaio di domande lottavano per la priorità sulle labbra di Harry, finché la vincitrice venne fuori: "E che razza di formula magica è Wingardium Leviosa? Chi inventa le parole di questi incantesimi, bambini dell'asilo?"

"Basta così, signor Potter," disse bruscamente la professoressa McGonagall, anche se i suoi occhi brillavano di divertimento represso. "Se vuole conoscere la magia, suggerisco di portare a termine le scartoffie in modo che lei possa andare a Hogwarts."

"Giusto" disse Harry, un po' stordito. Rimise in ordine i suoi pensieri. La Marcia della Ragione avrebbe solo dovuto ricominciare da capo, e questo era tutto; il metodo sperimentale era ancora a disposizione, questa era la cosa importante. "Come faccio ad arrivare a Hogwarts, allora?"

La professoressa McGonagall si lasciò sfuggire una risata soffocata.

"Aspetta un momento, Harry" disse suo padre. "Ricordi perché non sei andato a scuola finora? Il tuo problema?"

La professoressa McGonagall si girò verso Michael. "Il suo problema? Di cosa si tratta?"

"Non dormo nel modo giusto" disse Harry. Agitò le mani impotente. "Il mio ciclo del sonno è di 26 ore, devo sempre andare a dormire due ore più tardi, tutti i giorni. Non posso addormentarmi prima, e il giorno dopo vado a dormire ancora due ore dopo. Le dieci di sera, mezzanotte, le due del mattino, le quattro del mattino, finché non faccio il giro dell'orologio. Anche se cerco di svegliarmi presto, non fa alcuna differenza e mi sento uno straccio tutto il giorno. Ecco perché non sono mai andato in una scuola normale fino a ora. " 

"Una delle ragioni", disse la madre. Harry le lanciò un'occhiataccia.

La McGonagall  fece un lungo hmmmmm. "Non ricordo di aver mai sentito parlare di una tale condizione..." disse lentamente. "Controllerò con Madama Pomfrey per vedere se conosce qualche rimedio." Poi il suo viso si illuminò. "No, sono sicuro che questo non sarà un problema, troverò una soluzione in tempo utile. Allora," e il suo sguardo diventò più acuto, "quali sono questi altri motivi?"

Harry diede un'occhiataccia ai suoi genitori. "Sono un obiettore di coscienza alla coscrizione dei bambini. Il motivo è che non dovrei soffrire per un sistema scolastico in via di disgregazione che fallisce nel fornire materiali di studio di benché minima qualità agli insegnanti e agli alunni."

Entrambi i genitori di Harry scoppiarono in una risata fragorosa, come se pensassero che tutto fosse uno scherzo. "Oh" disse il padre di Harry, con gli occhi lucidi, "è per questo che in terza hai morso un'insegnante di matematica."

"Non sapeva che cosa fossero i logaritmi!"

"Certo," disse la madre di Harry in tono distaccato. "Morderla è stata una risposta molto matura."

Il padre di Harry annuì. "Una politica ben ponderata per affrontare il problema degli insegnanti che non capiscono i logaritmi."

"Avevo sette anni! Per quanto tempo avete intenzione di rinfacciarmelo?"

"Lo so," disse la madre con comprensione. "Basta mordere un solo insegnante di matematica e non te lo lasciano mai dimenticare, vero?"

Harry si voltò verso la professoressa McGonagall. "Ecco! Vede con cosa ho a che fare?"

"Chiedo scusa" disse Petunia, e dalla porta fuggì nel giardino, da cui si potevano chiaramente udire le sue risate.

"A... ehm...", la professoressa McGonagall  sembrava avere difficoltà a parlare per qualche ragione, "A Hogwarts è espressamente proibito mordere gli insegnanti. Sono stata abbastanza chiara, signor Potter?"

Harry le fece una smorfia. "Bene, non morderò nessuno che non mi morde per primo."

A quella frase, anche il professor Verres dovette lasciare la stanza.

"Bene" sospirò la professoressa McGonagall, dopo i genitori di Harry furono tornati. "Bene. Penso, date le circostanze, che dovrei evitare di portarla ad acquistare i materiali di studio fino a un giorno o due prima dell'inizio della scuola."

"Che cosa? Perché? Gli altri bambini conoscono già la magia, non è vero? Devo iniziare subito a mettermi in pari con loro!"

"Stia certo, signor Potter" rispose la professoressa McGonagall, "che Hogwarts è perfettamente in grado di insegnare le nozioni di base. E ho il sospetto, signor Potter, che se la lasciassi da solo per due mesi con i suoi libri di scuola, anche senza una bacchetta, ritornerei in questa casa solo per trovare un cratere che emette fumo viola, una città spopolata che lo circonda e un'invasione di zebre fiammeggianti che terrorizza ciò che resta dell'Inghilterra."

I genitori di Harry annuirono in perfetto sincronismo.

"Mamma! Papà!"
  
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