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Autore: ViolaNera    29/11/2012    1 recensioni
30 brevi storie ispirate dai prompt della "30 days OTP challenge" di EriCandy.
La coppia da me scelta è la DenFin e i personaggi saranno gli stessi per tutte le storie, spaziando nel tempo, nel rating e nei generi (per cui ci saranno fluff, sentimentale, erotico, angst, comico e malinconico).
[Alcune -e lo preciserò ad inizio capitolo- vanno lette prendendo in considerazione "Svorsk" di AmyLerajie, la quale è incentrata sulla SuNor.]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Danimarca, Finlandia/ Tino Väinämöinen
Note: Lime, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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6. WEARING EACH OTHER'S CLOTHES






Matt corre come un matto avanti e indietro, frustrato mentre apre per l'ennesima volta la stessa anta dell'armadio e scruta con disapprovazione e palese irritazione i vari ripiani. Perché non riesce a trovare i pantaloni che gli servono, dal momento che dovrebbero essere esattamente lì, davanti ai suoi occhi, come l'ultima volta in cui li ha visti?

Sbatte l'anta con un grido strozzato e ricomincia a cercare, spostando indumenti ammucchiati sulla poltrona, mentre la furia, unita alla consapevolezza che farà tardi all'incontro, diventa sempre più insopportabile.

«E va bene, metto qualcos'altro!», sbuffa, calciando la poltrona e facendosi male all'alluce. Guaisce e solleva la gamba, saltella fino al letto e si butta di faccia, schiumando.

In quel momento un discreto bussare di nocche lo fa smettere di compatirsi e si tira su per sgranare gli occhi, orripilato alla vista del finlandese che fa il suo ingresso in camera da letto.

«Ehm... la porta era aperta, non rispondevi e... ti sei fatto male?» Inclina un pochino la testa e allunga una mano verso di lui, ma Matt si mette seduto dritto come un fuso, le labbra infuori e gli occhi lucidi per il dolore tremendo, trattenuto con orgoglio.

«Tutto a posto.»

Tino diventa ancora più dubbioso, ma comincia a guardarsi intorno risparmiandosi qualsiasi commento riguardo al disordine. Il danese non riesce a stare in silenzio davanti a quegli occhi indagatori, che con discrezione sembrano appuntarsi mentalmente tutte le cose che ci sarebbero da fare per rendere la stanza presentabile.

Sospira e solleva una mano, colpevole. «Sì, sono stato impegnato e la casa fa schifo. Scusa.»

Tino si siede con calma sul letto, fissando il suo broncino da sopra la spalla con un mezzo sorriso. «Ma io non ho detto niente. Piuttosto, a che punto sei?»

Lo guarda di rimando e si imbroncia ancora di più. È ad un punto in cui potrebbe staccare i quadri con il semplice pensiero, tanto è furioso. Dove sono i suoi pantaloni? Quelli blu, carini, sofisticati, che lo fanno sembrare una persona del tutto seria e rispettabile? Vuole quelli per andare a prendere Lukas all'aeroporto, che diamine! Vuole che pensi bene di lui!

In quel momento sposta lo sguardo e fissa le gambe di Tino, illuminandosi al rallentatore. «I tuoi pantaloni sono blu e belli. Blu. Belli.» Alza la testa di scatto e sorride con tutti i denti disponibili, abbagliandolo. «Dammeli», esala.

Tino spalanca la bocca e lancia un indefinito verso interrogativo che si trasforma in un lungo grido stridulo, mentre viene ribaltato sul letto e spogliato con la forza.

Dopo pochi minuti Tino si ritrova affannato a respirare avidamente, lasciato in boxer e camicia sopra il letto disfatto, rannicchiato e scosso da risate incontrollabili.

«Tu sei... completamente matto!», lo accusa, tirandosi su e toccando terra con la punta dei calzini.

«Forse, ma ho la mia soluzione!» Si ferma per ridere in maniera poco sana come il villain di un film, le mani sui fianchi. «Tino, mettiti quello che ti pare di mio, ok?»

Il finlandese si copre col lenzuolo, arrossendo suo malgrado mentre osserva la vestizione rapida; è imbarazzante, oltre al fatto di essere in mutande.

«Qualcosa non va?», gli chiede dopo aver notato la sua faccia perplessa e l'immobilità improvvisa.

Matt abbassa la testa e inorridisce davanti all'evidenza delle gambe dei pantaloni che gli lasciano fuori le caviglie e parte dei polpacci. «Sono cortissimi!»

Gli arriva un cuscino dritto in faccia. Tino incrocia le braccia e lo punzecchia con un piede. «Stai dicendo che sono basso? È che abbiamo taglie diverse, non lo sapevi?!»

Matt non nota molta differenza d'altezza tra loro, ma i fatti parlano. Quei pantaloni sono...

«Sembro un trentenne che si è servito nel reparto dodicenni», sbotta incredulo.

Gli arriva un altro cuscino e per fortuna dorme solo con due, altrimenti la nazione sul letto glieli avrebbe tirati tutti come una piccola furia mulinando le braccia.

L'irritazione per non aver trovato i suoi è completamente svanita, mentre lo guarda avvolgersi come una palla dentro il piumone, lasciando fuori soltanto il tondo del faccino imbronciato e le ginocchia nude.

Gli sorride e si avvicina, si siede sul letto a gambe larghe per tenerlo tra esse e gli abbassa il cappuccio fatto di coperte.

«Vestito così sono adorabile quanto te?»

«M-ma stai zitto e cambiati! Sei ridicolo, piuttosto!»

Si fissano per un po', prima di scoppiare a ridere all'unisono.

   
 
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