Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: CatcatKhad    30/11/2012    1 recensioni
(Mezzi sono umani, gli altri..) Alice, Emmett e Bella, tre fratelli che vivono con la madre, Esme, a Forks. Ma se la madre, quasi per caso, si fidanzasse e si sposasse con il nuovo dottore dell'ospedale della città? Che cosa succederebbe? Ma soprattutto, le loro vite rimarrano le stesse di prima, o qualcosa di davvero incredibile le stravolgerà completamente?
Amori, litigi, ma anche poteri inestimabili e antichi rancori vi accompagneranno in questa avventura all'insegna dell'amore e del sovrannaturale!
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Royce King, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie, Jasper/Maria
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, PWP, Violenza | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alice, Jazz, e tutti, 32° cap Salve a tutti! Sono di nuovo qui, con questo capitolo, e vi chiedo umilmente scusa se riesco a postare con tutti questi giorni fra un capitolo e l'altro, ma fra la scuola, i compiti e le altre FF il massimo che posso permettermi è questo, ma spero solo che voi possiate comprendermi!
Dopo questo appunto, vi assicuro che questo capitolo vi piacerà! Ora vi tocca solo leggerlo, i commenti sotto!
Buona lettura!



Alice


Io e Jasper eravamo quasi scappati fuori casa giust'in tempo, prima che arrivassero Emmett e Rosalie e ci scoprissero.
Mi ero portata la giacca, anche se sapevo che non sarebbe servita a nulla, ed eravamo saliti in macchina, diretti verso il cinema. Non avevo la minima idea del film che avremmo visto, ma non mi importava più di molto, mi bastava stare con Jazz, e il resto era futilità.
- Amore, sei silenziosa. Va tutto bene? - Il suo sguardo incrociò il mio per un istante, poi il suo volto rimase girato verso di me, e i suoi occhi concentrati sulla strada che scorreva velocissima. La sua mano era sul volante, e l'altra vicino al freno a mano, appoggiata come farebbe ogni umano rispettabile; peccato che noi fossimo vampiri.
- Sì, stavo solo pensando, a volte è così bello perdervisi in mezzo. - Il sorriso sbieco che comparve sul suo viso mi fece sentire fortunata, perchè quel ragazzo era mio, e lo sarebbe stato molto a lungo.
- E a cosa pensavi, piccola? - Le mie dita andarono a sfiorare il suo braccio, coperto dal tessuto morbido della sua felpona nera che aveva indossato a casa, prima di uscire, e poi la sua mano, che senza indugio strinsero delicatamente.
- A quanto io sia fortunata, ad averti, e a quanto sia felice di stare con te. - Lui si portò i miei polpastrelli vicino alle labbra e le sfiorò appena, con un gesto che mi fece intenerire all'impazzata.
- Io ho trovato te, l'unica persona realmente capace di farmi provare dei sentimenti che mi appartengono veramente, e che non sono lo specchio di ciò che vorrei provare o di quello che provano gli altri, ed è la cosa più bella che tu potessi farmi angelo mio. - I miei occhi, lucidi, non smisero di fissare quel viso perfetto, illuminato da un piccolo raggio di sole infiltrato nell'abitacolo dal mio finestrino, mentre le mie braccia si agguantarono al suo collo, in un abbraccio che esprimeva tutta la mia affettuosa venerazione verso di lui.
Le mie labbra si posarono sulla sua guancia, poi sempre più giù, fino a raggiungere le labbra, su cui si fermarono qualche istante in più, per la gioia di entrambi.
La macchina correva veloce, e infatti poco dopo arrivammo al parcheggio del cinema, dove Jazz lasciò la macchina in poche e semplici mosse.
Venne ad aprirmi la portiera, con un gesto elegante che solo un galantuomo avrebbe potuto fare. Con un sorriso scesi, lo presi sottobraccio e ci dirigemmo verso l'entrata, avvinghiati come sempre.
- Che film vuoi guardare, amore mio? - I miei piedi avevano appena calpestato la moquette nera della biglietteria, ed eravamo in fila alla cassa, con un paio di persone dopo di noi.
- Mi piacerebbe guardare 'Letters to Juliet', tesoro... Credo che dal titolo sia carino. - Mi stampò un bacio in fronte, poi al nostro turno comprò due biglietti, mentre i miei lamenti sul fatto che io avrei voluto pagare almeno il mio gli passavano sopra come se non li sentisse affatto.
- Piccola, ma tu... - Lontani ormai dalla fila, e diretti verso il piano superiore, avvicinò le labbra al mio orecchio producendo dei sussurri quasi impercettibili. - Non hai fastidio a stare qui, in mezzo a tutti questi umani? - Affondò le sue labbra fra i miei capelli, mentre io con un sorriso mi strinsi nelle spalle.
- No, se devo essere sincera è come stare in mezzo ad altri vampiri. - Il tizio dei biglietti ritirò i nostri, li controllò e ce li restituì, così potemmo entrare in sala ed accomodarci fra le ultime file, sotto lo sguardo attento di una coppia sulla sessantina che, da quando avevamo messo piede nel cinema, non faceva che seguirci.
Jasper si stava innervosendo, perchè sentivo un ringhio cupo infondo alla sua gola, ma gli posai una mano sul petto, sorridendo, e lui dopo aver spostato lo sguardo su di me lasciò perdere i due e si occupò della mia bocca, ricominciando a baciarmi dolcemente.
Ricambiai subito, infilando le mie dita fra i suoi capelli, e lui mi strinse a sè con un gesto protettivo, mentre le luci lentamente si abbassavano.
Lo schermo si illuminò, e dopo pochi minuti di pubblicità il film iniziò, e mi fece commuovere fin dall'inizio. O forse era la presenza di Jazz, accanto a me, che mi faceva quell'effetto, non riuscivo a capirlo con esattezza, ma mi andava bene così.
Più o meno a metà film, mentre io ero sempre più concentrata, il mio splendido fidanzato afferrò delicatamente la mia mano e, dopo esserla portata sul petto, dove un tempo il suo cuore batteva, la strinse fra le sue dita, accarezzandola lievemente.
Allora mi avvicinai a lui e gli stampai un tenero bacio sulle labbra, staccandomi quasi subito e ridacchiando sentendolo mugolare appena.
- Ti piace questo film, principessa? - La sua mano libera si infilò dietro alla mia schiena, esattamente sotto alla maglia, facendomi correre un brivido intenso, e appena irrigidita lo guardai.
- Sì amore, è bellissimo! - Era vero, i film d'amore erano i miei preferiti e quello, visto con una persona tanto speciale, era diventato il mio preferito, l'avevo già visto un paio di volte ma rivederlo era sempre un piacere.

Alla fine della proiezione, ero emozionatissima. I due protagonisti si erano dichiarati e finalmente era arrivata la scena del bacio, quella che tutti in sala si aspettavano dall'inizio.
Jasper mi guardava con aria adorante, e mentre tutti erano praticamente diretti verso l'uscita, la coppia di prima ci passò accanto, e l'uomo per poco non si lanciava addosso a noi. Non capivo, che razza di scherzo era quello? E soprattutto chi erano quei due?
Allora Jazz, stufo, lo prese per un braccio, dopo essersi alzato infuriato, e gli spostò il viso verso il suo.
- Mi spiega cosa vuole da noi? - La sua voce era bassa, cupa e minacciosa; inutili furono i miei sforzi per calmarlo, era partito come una molla.
Ma quando il mio sguardo, sempre attento, si posò sulla moglie, mi sentii mancare. Era lei, o solo frutto della mia immaginazione?
Jasper si accorse del mio improvviso sbalzo di umore, e quando si voltò verso di me sembrava seriamente preoccupato. L'uomo, intanto, con lo sguardo perso nel vuoto si allontanò, i suoi passi erano così monotoni da sembrare in trance.
- Amore, che cosa succede? - La mano di Jazz si posò sulla mia guancia, mentre l'altro braccio avvolse la mia vita e mi strinse contro di lui.
- La donna... Era simile.. Talmente simile... - Il mio sussurro lo inquietò ancora di più, ma decisi di togliermi ogni dubbio e seguire i due. A passo quieto mi ritrovai di fronte alla donna, che aveva una strana espressione in viso. Tentai appena di sfiorarla, ma appena lo feci, una smorfia le dipinse il volto e, per una questione di attimi, si mutò, come se tutto d'un tratto... fosse diventata un mostro. O un cadavere brutalmente trucidato in vita. La sua pelle, biancastra e con segni di violenza non più freschi, gli occhi vitrei e soprattutto la bocca violacea, che, aperta di poco, celava appena una fila di denti scheggiati o infranti e i capelli, neri e lunghi, annodati e impregnati di sangue dall'aspetto rancido, emananti un odore quasi rivoltante.
Trattenni a stento un urlo, chiudendo appena in tempo gli occhi, per ritrovarmi improvvisamente fra le braccia accoglienti e possenti di Jasper.
- Calmati, non è successo niente. - La sua voce rassicurante raggiunse il mio udito fino e mi tranquillizzò appena, ma ero certa che quella donna aveva qualcosa di strano.
Lui non era convinto, perchè di sottecchi potevo benissimo scorgere la sua espressione basita, ma io ero perfettamente sicura di averci visto benissimo.
Ma non dovevo agitarmi troppo, visto che si stavano avvicinando delle persone, e in più non volevo che Jazz si preoccupasse troppo o, peggio, mi prendesse per matta.
Così gli strinsi dolcemente il braccio, lui si staccò in fretta e, dopo che lo ebbi assicurato di stare bene, mi prese la mano e si incamminò lentamente verso l'uscita.
- Cos'hai visto di tanto sconcertante, Al? - Il suo sguardo, sebbene lui volesse cercare di non farmelo capire, mostrava un certo stato confuso che mi piaceva poco, ma scrollai le spalle con fare indifferente.
- No, forse me lo sono immaginato o era una semplice visione, nulla di preoccupante. - L'aria fresca del tardo pomeriggio mi colpì il viso in maniera quasi piacevole, non sentivo freddo, nè caldo, quindi fu praticamente inutile.
Però, mi strinsi nella giacca, dopo aver seguito l'esempio di tutti quelli che come noi erano fuori, perchè forse quel freddo era davvero pungente.
- Ehi, Jazz, se non hai voglia di andare a fare shopping non importa. - Mi domandai da dove fosse uscita quella domanda, e pur non trovando mai una risposta, lui si girò verso di me con un sorriso quasi scherzoso.
- Tu ne hai voglia? E allora shopping sia! - Alzò un braccio e lo avvolse attorno alle mie spalle, e io quasi affondai la faccia sul suo petto, provocandogli un lieve riso spontaneo.
- Beh, sì a me andrebbe, ma non ho tutta questa urgenza tesoro. - La sua occhiata truce mi fece ammutolire, fino a quando non scoppiammo a ridere entrambi. Intanto, due ragazzi più o meno della nostra (mia, in realtà) età mentre si dirigevano verso la macchina sentirono le nostre parole, e la ragazza, afferrando il presunto fidanzato per un braccio, lo rimproverò bonariamente.
- Ecco, vedi? Dovresti essere anche tu così gentile da propormi un po' di sano shopping, Robert! - Il ragazzo, quasi implorante, volse lo sguardo verso di noi, facendoci ridere ancora più forte, e poi venne brutalmente trascinato in macchina dalla fidanzata, abbastanza scocciata. 
- Amore, ti dispiace andare a piedi? E' una bella giornata, mi piacerebbe fare anche un giro per le vie qui vicino. - Jasper allungò una mano verso il suo portafoglio, e dopo aver tirato fuori due carte di credito gold apparentemente nuove me le porse, sotto al mio sguardo quasi sconvolto.
- Certo tesoro, credi che mi dia fastidio? Anzi, forse è ancora meglio, tanto le borse dovrò portarle io! - Rise, la sua risata cristallina fece fare un paio di capriole al mio cuore, e io afferrai quelle due carte come se fossero manna caduta dal cielo.
- Tu sei davvero sicuro di volermele lasciare? Non faranno una bella fine, questo lo sai, Jasper Hale Cullen? - Continuava a ridere, e un po' mi aveva contagiata, ma poi con un gesto della mano mi fece intendere che non gli importava nulla di quelle carte.
Nel frattempo, ci stavamo avvicinando velocemente ad una via, non troppo animata, piena di negozi, insegne e cartelli pubblicitari ovunque.
Una ragazzina, con i capelli blu elettrico lunghi fino alle spalle, si avvicinò a noi con un sorriso e ci porse un volantino che pubblicizzava una boutique aperta da poco. Che occasione migliore di quella?
- Jazz, ci andiamo? Non è tanto lontano da qui. - I miei occhi, che lentamente stavano mutando in quelli da cerbiatta che tanto mi contraddistivano, si persero in quelli magnetici di Jasper, che deglutendo appena annuì, senza aggiungere parole.
Allora quasi lo trascinai verso la fine della via, che raggiungemmo in fretta, e quando vidi l'insegna rosa antica della boutique più incantevole che possa esistere, mi fermai elettrizzata come un bambino davanti ad un negozio di caramelle.
Le luci ad intermittenza del piccolo cartello con su scritto APERTO illuminavano il mio viso, mentre il delicato profumo che proveniva dall'interno raggiunse le mie narici e mi fece inspirare più volte, ammaliandomi sempre più.
Jazz mi guardava, intenerito, e mi posò dolcemente una mano sulla spalla, invitandomi così ad entrare in quel piccolo paradiso terrestre.
Appena varcammo la soglia, una commessa vestita anch'essa in modo stravagante ci raggiunse con un sorriso da un orecchio all'altro, e battendo i piedi a terra con quegli anfibioni che la rendevano bizzarra più di quanto già non fosse stata puntò lo sguardo sul mio fidanzato.
- Posso aiutarvi, ragazzi? - I suoi capelli, raccolti in due codini alti che ricadevano morbidi in sfumature di tutti i colori, ondeggiavano al ritmo con cui la ragazza muoveva, anche impercettibilmente, la testa.
- Vorremmo dare un'occhiata, questo negozio sembra magnifico! - Il mio sorriso tirato e, soprattutto, la mia stretta potente sul braccio di Jasper la intimidirono appena, e ci lasciò passare augurandoci di trovare qualcosa di nostro gradimento.
Tutto attorno a noi era nei toni del rosa, dal pavimento di parquet alle pareti, dalle tende che coprivano i camerini agli stessi appendini che reggevano saldamente le masse di vestiti messi, anche se ordinatamente, a casaccio.
Quello era il modo in cui preferivo fare shopping, perchè mentre sei alla ricerca di qualcosa, ti appaiono altri dieci capi che mai avresti cercato spontaneamente anche se ne sarebbe valsa la pena, seriamente.
Allora cominciai subito la mia ricerca, non puntavo su un capo in particolare, ma mi affidavo al puro e semplice caso, o destino.
Intanto, Jasper si guardava attorno, sembrava spaesato, ma se fossi stata al suo posto mi sarei sentita forse peggio, ma visto il modo in cui Rose frequentava assiduamente le boutique e i negozi beh, forse era già abbastanza abituato.
Mentre con le mani rovistavo in un appendino che mi aveva incuriosita, mi apparve agli occhi un tessuto che, sebbene delicato, mi conquistò dal primo istante.
Allora afferrai quel vestito con molta grazia, ammirandolo dalla cima al fondo: la gonna, con delle minibalze, arrivava a metà fra il sedere e il ginocchio, ed era morbida, in modo da non fasciare troppo i fianchi, e risaliva fino al corpetto a cuore, con una fila di gemme che lo incastonava come tocco finale, e un risvolto in pieno petto a sottolinearne il taglio.
La mia mascella, se avesse potuto, sarebbe crollata definitivamente a terra dalla meraviglia, e quando Jasper si avvicinò a me per vedere cosa avessi trovato di tanto sconvolgente rimase piacevolmente stupito.
- Hai dei bei gusti, l'ho sempre detto io. - Mi afferrò delicatamente per la vita e continuò ad ammirare il capo fra le mie mani, poi mi suggerì di provarlo per vedere se davvero fosse così tanto bello.
Quando uscii dal camerino, la sua espressione quasi intontita mi diede la conferma: era l'abito perfetto. E una strana sensazione mi diceva che lo avrei indossato molto presto, ma non al matrimonio della mamma, preferivo qualcosa di più lungo e casto.
Continuai a rovistare fra gli abiti di tutto il negozio, e in tutto ne trovai quattordici. Quindi Jazz, con fare da galantuomo, li prese tutti e li portò alla cassa, prendendo anche una collana appesa alla quale avevo rivolto un piccolo pensierino all'ingresso.
Porsi una carta di credito, e dopo una passata, già il conto si abbassò drasticamente, poichè per sua sfortuna avevo scelto i vestiti più belli ma costosi dell'intera boutique.
E, una volta tornati in strada e aver abbandonato per quella volta il rosa intenso, continuammo a girovagare per la via principale e poi quella secondaria alla ricerca di vestiti, accessori e tutto ciò che mi garbava, come Jasper comandava.

Un paio di ore dopo, le borse si erano come moltiplicate, e il mio povero Jazz doveva scarrozzarle in giro come un mulo, la cosa mi dispiaceva ma lui continuava a ribadire il fatto di essere contento di farlo, ero la sua principessa e meritavo questo e altro, a detta sua.
Quanto potevo amarlo? Era davvero fantastico, non solo perchè mi portava in giro la modica cifra di tremila euro in vestiti, ma per come si atteggiava con me; era un vero gentiluomo, e si poteva benissimo capire che lui aveva ricevuto un'educazione tipica del Sud, e infatti lui veniva da quelle zone, e soprattutto era amorevole e premuroso nei miei confronti, a volte così tanto da farmi sentire davvero importante.
Però la voglia di fare shopping era scemata, quindi ci stavamo dirigendo nuovamente verso la nostra macchina, non troppo lontana.
- Amore, perchè non vuoi che porti nessuna borsa? Non ti pesano tutte insieme? - Lui, con una espressione da latin lover che mi fece scoppiare a ridere, sollevò le braccia per farmi vedere come riuscisse a portarle tutte senza alcuno sforzo.
- Sei un idiota, ma ti amo anche per questo. - Mi piazzai di fronte a lui e, con gesti lenti e studiati, avvicinai le mie mani al suo viso fino ad afferrarlo con delicatezza e posai un dolce bacio su quelle labbra invitanti e soprattutto bellissime.
Il suo sorriso sornione mi fece quasi sciogliere, e quelle fossette appena accennate lo rendevano dolce come il miele, quasi troppo.
- Amore, ora però sono curiosa... Dove hai intenzione di portarmi ora? - In realtà era da quando aveva pronunciato quelle parole a casa che la mia curiosità, trattenuta a stento, impazziva a mille. Lui aprì la macchina e cominciò a caricare le borse nel bagagliaio, cercando di non accartocciare nulla e nel frattempo di farci stare tutto, cosa non facile.
- Oh no Alice, se te lo dico non è più una sorpresa, non credi? E non provare a controllare nelle tue visioni, te lo proibisco categoricamente! - Il suo dito, davanti alla mia faccia, era scherzosamente minaccioso, quindi io gli feci una linguaccia e mi sedetti sul sedile anteriore, accanto a quello del guidatore.
Peccato che, lui e il suo maledettissimo potere, un'ondata di curiosità mi colpì più forte, più invadente, e con essa anche un po' di 'calore' al basso ventre. Che stava cercando di fare?
Probabilmente sentì la mia confusione, perchè lentamente tutto scemò, mentre lui finalmente chiudeva il bagagliaio e mi raggiungeva davanti.
- Sei pronta tesoro mio? - Accese la macchina e, dopo aver impugnato saldamente il volante, mi fece l'occhiolino e uscì dal parcheggio in due abili gesti, poi quasi sgommando partì verso la zona sud della città.
L'abitacolo era silenzioso, c'erano solo i nostri sguardi, i nostri sorrisi e i nostri tocchi che si cercavano, si trovavano e si univano sempre, in un modo o nell'altro.
La mia mano destra e la sua sinistra erano unite, di fronte allo stereo che accesi poco dopo e dal quale poi provenne una melodia incantevole.
L'altra mia mano giocava con i miei capelli, ansiosa; cercavo di carpire informazioni dall'espressione, ovviamente neutra, di Jasper, e il non riuscire a trovarne mi innervosiva sempre più, mentre un sorrisino soddisfatto cresceva sempre più sul suo viso, facendomi quasi alterare, anche se sapevo che avrei scoperto tutto in poco tempo.
La zona della città che avevamo appena raggiunto non mi era assolutamente familiare, infatti Jazz aveva rallentato parecchio e stavamo passando in una stradina stretta e, soprattutto, trafficatissima.
Sul ciglio del marciapiede, c'era un uomo vestito di stracci e lercio con un carrello della spesa sgangherato fra le mani, il suo puzzo era stomachevole, e dentro ad esso delle scatole di cibo per gatti aperte.
Intanto, la sera era praticamente calata, e quando vidi che il vagabondo si stava lentamente avvicinando a noi corrucciai la fronte, mentre Jasper irrigidì le braccia e cercò di guardare davanti, intanto chiuse la macchina con il blocco interno.
Eravamo come imbottigliati nel traffico, e Jazz mi spiegò che il semaforo durava sempre a lungo, e io ero sempre più timorosa di quell'uomo poco piacevole alla vista.
Allungò una mano, e le sue unghie ingiallite quasi sfiorarono il vetro del mio finestrino, la sua bocca in una smorfia contorta che mostrava una dentatura mancante o annerita.
Ero disgustata, non tanto perchè si era avvicinato, ma per i gesti che mi stava rivolgendo.
Voltai lo sguardo dall'altra parte, mentre Jasper ringhiando si fiondò fuori dalla macchina, lasciando perdipiù la portiera aperta, e lo afferrò per il colletto del giubbino malconcio già di suo. Gli sussurrò qualche parola, ma bastarono a farlo spaventare quasi a morte e a correre a gambe levate, dopo aver recuperato il carrello.
Quindi tornò in macchina, e notai che i suoi canini era ben in vista, quindi con una mano gli richiusi delicatamente la bocca e sorrisi appena.
Ripartimmo, più veloci di prima, Jasper era ancora teso e io cercavo di calmarlo accarezzandogli un braccio.
- Amore, non preoccuparti per quell'uomo, io non lo faccio. - Si girò verso di me e, dopo avermi guardata per un po' senza pronunciare nemmeno una sillaba, tornò con lo sguardo sulla strada, entrando sempre più verso una zona che non avevo mai visto.
- Ci siamo quasi, tesoro. - Mi porse una benda, e dopo averla afferrata lo guardai confusa. - Amore, perchè devo indossarla? - La macchina rallentò lentamente, entrando in un vicolo cieco con un paio di parcheggi.
- Perchè voglio che tu scopra tutto alla fine, amore. - E, dopo aver controllato che la benda fosse ben stretta attorno ai miei occhi, mi aiutò a scendere e mi condusse dentro ad un presunto edificio.
Teneva entrambe le mie mani, e mi dirigeva a voce per impedire che io cadessi o andassi a sbattere da qualche parte, e dopo pochi minuti lui mi lasciò e cominciò a parlare spagnolo, pensai per un attimo che fosse impazzito, ma quando una voce calda femminile gli rispose i miei nervi stavano per esplodere.
Lui ridacchiò, e dopo aver sentito un fruscìo alle mie spalle, non sentii più la sua presenza. Un paio di mani, piccole e delicate, mi afferrarono delicatamente la giacca, facendomi sobbalzare. In effetti, sentivo un odore diverso e molto invitante, ma non così tanto da farmi venire sete.
- Mi permetta, signorina... - L'accento marcato della donna, doveva essere più o meno sulla quarantina, e i suoi modi gentili mi colpirono molto, ma quando sentii che cominciava anche a togliermi il resto dei vestiti cominciai a preoccuparmi appena. Che aveva intenzione di fare?
- Non si preoccupi, fra poco sarà pronta. - Un altro tessuto, questa volta mi sembrava di averlo già provato, sfiorò la mia pelle fredda e la avvolse, ma non sentii pantaloni, quindi ipotizzai un vestito.
Mi fece indossare le scarpe, non erano tanto alte e le avevo riconosciute subito: tacco otto, adatte ai balli latinoamericani. Anche se gli indizi c'erano tutti, non sapevo ancora darmi un'esatta spiegazione di cosa avesse in serbo per me Jasper.
O almeno, non volevo darmi illusioni inutili, anche se sapevo che lui non mi avrebbe deluso per nulla al mondo.
Un tintinnio dietro di me, e un tocco sulla mia gonna, non compresi esattamente cosa mi avessero fatto, ma credevo fosse un accessorio che avrei di sicuro gradito.
- Andiamo, señorita. - Mi afferrò delicatamente per un braccio e cominciò a camminare verso l'ignoto. Riuscivo a capire però, che eravamo immerse nel buio quasi totale, anche se la donna sembrava riuscire a muoversi come se fosse ben a suo agio, la cosa non mi sorprese più di molto, ma ero molto curiosa di capire, sapere e scoprire.
Quando i miei tacchi colpirono il legno del pavimento su cui stavamo camminando, mi accorsi che il rumore era lo stesso di quando andavo in palestra a ballare. Così cominciai a correre, lasciando la presa della donna, l'istinto mi guidava, e quando sentii la presenza di Jasper sempre più vicina rallentai e mi tolsi la benda, svelando finalmente il segreto.



Vestito di Alice
Angolino autrice: Eeeeeed eccoci alla fine del capitolo! Allora, siete curiose di sapere qual'è il segreto? Anche se potrebbe essere intuibile, non fa niente ^^' bene, vorrei ringraziare tutte quelle che hanno messo la mia FF fra le seguite, ricordate e preferite e anche tutte quelle che hanno recensito almeno una volta, un ringraziamento speciale a giova71 per aver recensito tutti i capitoli ** mi ha fatto davvero piacere, spero vi sia piaciuto anche questo, recensite numerosi! A presto, con affetto, Alba97.








 


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: CatcatKhad