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Autore: AlexisRendell    30/11/2012    0 recensioni
Storia sul ritorno del Team Rocket dopo la sconfitta di Archer nella torre radio. A sfondo Horror.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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-Mi chiedo come faremo a trovare un pokémon del genere. Archer deve essere impazzito.- Visto che volavano da una buona mezz’ora e nessuno dei due aveva spiccicato mezza parola, Maxus cercò di attaccare bottone.
Milas si riscosse. -E’ sulla Torre Dei Cieli, se nessuno è riuscito a prenderlo.-
-E tu come hai fatto a vederlo?-
-Hai sentito vero del casino che è successo a Hoenn quando il Team Idro e Magma hanno risvegliato i leggendari Groudon e Kyogre?-
Maxus agrottò la fronte. –Si, ne hanno parlato tutti i notiziari. Quindi, tu eri lì?-
Milas annuì. –Si, ero negli Idro. Ma collaboravo segretamente con i Magma.-
-Capito.- Maxus sbadigliò. –Quindi, in questi anni ti sei dato da fare.-
-Non avevo voglia di starmene con le mani in mano.-
-Già.. Il più crudele del Team Rocket, eh? Hai sfogato la sua sete di sangue?- Maxus ridacchiò.
-Potrei sfogarmi con il tuo.- Milas fece accelerare Golbat.
-Eh, come siamo suscettibili. Rallenta un po’, fai affaticare Golbat e basta.-
-Da quando in qua ti interessa della salute dei pokémon?-
-So benissimo che nemmeno tu credi alle stronzate di Archer sul trattare i pokémon come oggetti, Milas.-
-Uno che non ci crede avrebbe tagliato la coda a tutti gli slowpoke di Azalina? – Milas sorrise, ricordando quel bagno di sangue. Sangue.
-Si, non ti importa dei pokémon degli altri. Ma dei tuoi… Ammettilo.-
Milas accarezzò distrattamente Golbat, senza rispondere.
-Muoviamoci.- Esclamò alla fine.
Non parlarono più per il resto del volo.
 
Archer indicò una stanza sul retro dell’edificio ad Atena.
Niente di più che un buco con un letto e una specie di cassapanca.
-Per ora ti dovrai accontentare. Puoi sistemarti qui finché non creiamo qualcosa che assomigli di più ad una stanza da letto.- Si appoggiò allo stipite della porta, incrociando le braccia.
-Di chi era questa stanza?- Chiese Atena, notando una specie di camice bianco spuntare da un angolo della cassapanca.
-Era di Gideon.-
-Archer…- Atena lo guardò.
Lui non ricambiò il suo sguardo, continuando a fissare davanti a sé.
-Dimmi.-
-Che fine ha fatto Gideon?- Atena si morse un labbro.
Archer sospirò lievemente. –Se ne è andato.-
-Andato dove?-
Archer la guardò negli occhi. –Andato.-
-Si, ma…-
-Basta così. Buonanotte, Atena.- Si staccò dalla parete e se ne andò, lasciando Atena sola con i suoi dubbi.
 
-Così, questa è la Torre dei Cieli?- Maxus si fece schermo con una mano per ripararsi gli occhi dal sole, mentre guardava la torre pericolante.
-Esatto.- Milas valutò se Golbat sarebbe mai stato in grado di portarli fin lassù.
-Quindi, ci toccherà camminare. Che palle.- Maxus si avviò verso l’entrata, accendendo una sigaretta.
-Potremmo andarci volando.- Milas lo seguì.
-No. I golbat non riescono a volare in verticale. – Maxus fece un tiro.
Entrarono. C’erano si dei gradini, ma la maggior parte era mancante o prossima al cedimento. Più salivano, più la torre sembrava sgretolarsi sotto ogni passo. Poi successe.
Milas mise un piede in fallo, il pavimento franò. Si sentì scivolare nel vuoto, mentre cadeva insieme ai pezzi di cemento e roccia.
Chiuse gli occhi, e urlò.
Poi, improvvisamente, uno strattone alla divisa, e per poco non soffocò.  Maxus lo issò faticosamente sul pavimento che ancora non era franato.
-Merda, vedi di stare più attento a dove cammini!-
Milas tossì, non appena sentì il tessuto intorno al suo collo ammorbidirsi. Maxus si rialzò in piedi e lo aiutò ad alzarsi.
-Stai bene?-
Milas annuì, ansimante. Guardò il buco che si era creato nel pavimento.
-Ora dovremo volare, che tu lo voglia o no.- Guardò Maxus.
-Nah.- Si appiattì contro la parete e, camminando di traverso, riuscì a passare dall’altra parte del buco.
Milas cercò di seguirlo. Mentre stava appiattito contro la parete, guardò in basso. Erano a più di 35 metri da terra. Un capogiro.
Se Maxus non l’avesse preso e premuto contro la parete, sarebbe caduto di nuovo. Lo trascinò letteralmente dall’altra parte e lo fece sedere.
-Sei sicuro di stare bene?-
-Si, sto benissimo…- Milas si rialzò.
-Se lo dici te… - Maxus si rimise in cammino. Milas rimase qualche secondo ancora contro la parete, respirando profondamente. Poi riprese a camminare.
Arrivarono in cima senza ulteriori complicazioni. Quando uscirono sul tetto della torre, il sole li accecò.
Rayquaza si ergeva in tutta la sua lungezza, ma non guardava loro.
Davanti a lui, c’era un ragazzo con uno Swampert.
-Forza Swampert, Geloraggio!- Urlò, mentre il suo pokémon si lanciò all’attacco verso l’enorme drago, che si parò facilmente con protezione.
-Sembra che siamo arrivati in ritardo.- Maxus buttò via il mozzicone della sigaretta.
Milas lo ignorò. Si avvicinò a passo sicuro verso il pokémon, spingendo malamente di lato il ragazzo.
-H-hei! Ma che diavolo stai facen… TU?- Il ragazzino lo squadrò da capo a piedi.
Milas non gli dedicò altro che una rapida occhiata. Tornò a fissare il drago.
Prese la master ball di Archer dalla tasca e la lanciò.
Catturato. La ball tornò fra le sue mani. La mise in tasca.
-Andiamo, Maxus. Qui abbiamo finito.-
Maxus riaccese un'altra sigaretta. –Bene.-
Si avviarono entrambi verso il bordo della torre.
-HEI VOI!- Il ragazzo li chiamò indietro.
I due rocket si girarono.
-Quel Rayquaza lo stavo catturando io!- Fumava di rabbia.
-Troppo tardi, Brandon. Ora è mio.- Milas lo guardò dall’alto in basso.
Maxus lo guardò. –Conosci questo bambino?-
-Si, è lui che ha fatto crollare i Magma e gli Idro.-
-Libera quel Rayquaza, oppure io…- Brandon si avvicinò a loro. Troppo.
-Oppure tu cosa?- Milas lo prese per la maglietta e lo spinse oltre il bordo della torre.
Brandon scalciò nel vuoto. –Lasciami… LASCIAMI PAZZO!-
Milas sorrise. –Come preferisci.-
Lasciò la presa.
Maxus fece appena in tempo ad afferrare il ragazzino per un braccio. Brandon si aggrappò a lui, piangendo.
-Avresti dovuto lasciarlo cadere.-
Maxus mise a terra il ragazzo. -Che te ne sarebbe venuto ad ucciderlo?-
-Divertimento.-
-Tu uccideresti una persona… per divertirti?-
Milas gli diede le spalle. –Una persona non è altro che un banale pezzo di carne.-
-Milas…-
Il ragazzo si girò.
Il pugno lo mandò a rotolare pochi metri più in là. Milas si rialzò faticosamente pulendosi il sangue dalla bocca con la manica.
Maxus si massaggiò le nocche.
-Che diavolo ti è saltato in mente? Ti sei fumato il cervello?- Milas gli urlò conto.
-Senti chi parla.- Maxus gli prese la ball di Rayquaza.
-Che intenzioni hai?-
-Ho intenzione di tornare a casa, in fretta e senza dover ridiscendere la torre. Quindi muoviti, o rimani qui.- Maxus fece uscire Rayquaza e ci saltò sopra.
Milas salì dietro di lui, senza guardarsi indietro.
Brandon li guardò sparire verso l’orizzonte, il viso ancora bagnato dalle lacrime.
 
Atena si sdraiò sul letto. Duro come la pietra.
Provò a prendere sonno, ma non ci riuscì. Si mise a camminare nervosamente per la stanza.
Dove era andato Gideon?
Il suo primo pensiero andò alla porta di ferro del primo corridoio. Quella che Archer aveva espressamente vietato loro di oltrepassare.
Aprì la porta della stanza, e si diresse verso il corridoio.
Dopo pochi minuti, si ritrovò davanti alla porta. Esitò per qualche secondo, poi appoggiò la mano al pomello e fece per aprire.
-Io non lo farei.- Archer prese quasi dolcemente la mano di Atena nella sua.
Atena sobbalzò.
-Quando vi ho detto di non entrare… Pensavi che scherzassi?-
-N-no… chiedo scusa, capo.- Atena spostò la mano.
-Atena, Atena… Lo sai che quando siamo soli non c’è bisogno di essere così formali.-
Atena si morse le labbra.
-Faresti meglio a rimetterti la divisa… Questo vestito lascia troppo poco all’immaginazione.-
Archer fece scorrere il suo sguardo di ghiaccio su ogni piega del suo corpo. Atena fece quasi il gesto di coprirsi.
-Dopo tutto quello che c’è stato fra noi, ti senti ancora in imbarazzo a stare sola con me?- Lo sguardo di Archer si concentrò sugli occhi di lei.
Atena rabbrividì. –N-no… Io…-
Archer sorrise. –Torna a letto, Atena.-
-Agli ordini, capo.- Si allontanò.
Archer chiuse la porta in ferro con una piccola chiave, se la rimise in tasca e si allontanò nella direzione opposta, girando lievemente la testa per guardare la figura sinuosa di Atena sparire dietro l’angolo.
 
Non si diresse verso la sua stanza, bensì verso l’uscita.
Appena prima che aprisse la porta, sentì un tonfo leggero all’esterno. Sorrise.
Il buio era quasi totale, ma le luci emesse dai disegni circolari del Rayquaza nero rischiaravano leggermente l’ambiente.
-Sei arrivata, alla fine. Non ci speravo.- Archer si avvicinò al pokémon.
Rayquaza si incurvò leggermente di lato per lasciar scendere una ragazza.
-Lo sai meglio di me che non sono una che si tira indietro.- La ragazza accarezzò il dragone sul muso, e gli fece un cenno con la testa. Questo andò ad acciambellarsi quieto sul tetto dell’edificio.
-Certo, certo. Vieni.- Archer la guidò all’interno dell’edificio.
Lei lo seguì.
-Mi servirà un campione del tuo DNA. Lo sai, vero?- Archer la guardò, aprendo la porta che portava nella stanza dei perfetti.
-Si, me lo avevi accennato.- si sedette al contrario su una sedia.
-Ti dovrò prelevare un po’ di sangue, e mi servirà anche una ciocca dei tuoi capelli.-
La ragazza gli porse il braccio.
Archer prese una siringa sterile e riempì una fialetta col suo sangue.
Diede poi un paio di forbici alla ragazza.
-Preferisco sia tu a tagliarteli. Non vorrei rovinarti l’acconciatura.- Accennò un sorriso.
La ragazza si tagliò una ciocca di capelli viola e gliela porse.
Archer li mise da parte. -Che pokémon hai detto che volevi?-
-Mightyena.-
-Ottimo… ci vorrà un po’.- si mise ad armeggiare con le macchine del laboratorio.
Proprio in quel momento, i due sentirono i versi del Rayquaza, e un’esplosione.
-Ma che diavolo…- Archer si voltò.
La ragazza corse fuori dall’edificio senza aspettarlo.
C’era un altro Rayquaza, verde. E stava lottando furiosamente con quello nero.
 
-Muoviamoci, che è quasi buio.- Milas sbuffò.
-Non è facile governare questo coso. Non lamentarti.- A Maxus scivolò la sigaretta di mano, che cadde nel vuoto sotto di loro.
-Merda, era l’ultima.-
-meglio, così la finisci di appestare l’aria col tuo fumo.- Milas sospirò, le palpebre ormai quasi chiuse.
Si era dovuto svegliare presto, ed erano parecchie notti che non dormiva decentemente.
Appoggiò la testa alla schiena di Maxus.
-Milas? Che cavolo stai facendo?- Maxus lo scosse lievemente.
Milas si riprese. –Scusa, sono un po’ stanco.- sbadigliò.
-Vedi di rimanere sveglio,  siamo quasi arrivati.-
Era ormai notte quando finalmente arrivarono. Fecero atterrare il Rayquaza sul terreno spoglio dell’isola.
Fecero appena in tempo a scendere, che un geloraggio fendette l’aria sfiorandoli di pochi centimetri.
Il rayquaza nero si avventò su quello verde, mordendolo e scaraventandolo via.
Questi si rialzò, sparando un iper raggio che si schiantò a pochi metri da Milas e Maxus, che stavano guardando increduli la scena.
-Cosa… cosa ci fa qui un Rayquaza, e per di più shiny?- Milas guardò Maxus.
-Non ne ho idea… Ma credo sia meglio spostarsi da qui…- Maxus indietreggiò verso l’edificio.
Proprio in quel momento, la ragazza dai capelli viola uscì dall’edificio, urlando come una forsennata.
-SUBZERO! Torna qui!-
Il rayquaza nero si calmò, avvicinandosi alla ragazza.
-Stai buono, ora. Ritorna.- Lo rimise in una ball.
Archer uscì dall’edificio, dietro di lei.
Il Rayquaza verde li attaccò.
-Ma da dove è saltato fuori, questo?- Chiese lei, mettendosi al riparo, e prendendo un’altra ball.
-Milas e Maxus devono essere tornati…- Archer si guardò intorno.
-Siamo qui- Milas uscì dal riparo che si erano trovati, seguito da Maxus.
-Bene, fate rientrare quel dannato pokémon nella master ball… Prima che distrugga tutto.-
Il Rayquaza cercò ancora di colpirli con Iper raggio. Tutti e quattro si abbassarono appena in tempo.
La ragazza fece uscire un Flygon dalla ball e ci saltò sopra.
-Che intenzioni hai, ragazzina?- Maxus la squadrò.
-Vado a calmarlo.-
-A calmarlo? Sei impazzita?-
-No. È solo impaurito. Se non lo calmate ora, si ribellerà sempre.- Senza aggiungere altro, si librò in volo e si diresse verso il pokémon.
-Quella si farà uccidere…- Sospirò Archer.
La ragazza volò sopra la testa del drago e ci saltò sopra. Quello si bloccò per qualche secondo, incredulo.
-Bene… Kerrang, ritorna!- Rimise Flygon nella ball.
Il Rayquaza iniziò a sgroppare violentemente, e la ragazza si aggrappò a una delle antenne.
-Buono… stai buono...-
Con un colpo del muso, il Rayquaza la lanciò in aria.
Lei non fece nemmeno in tempo a realizzarlo, che i denti del drago si chiusero su di lei.
Archer spalancò gli occhi.–ALEXIS!-
Il drago deglutì.
-Merda… MERDA!- Archer fece uscire Houndoom. –Vai, Gelodenti!-
Il pokémon si lanciò prontamente all’attacco, ma il Rayquaza nemmeno se ne accorse.
-Capo…- Iniziò Milas.
-Che c’è, dannazione... CHE C’È??- Archer lo fulminò con lo sguardo. Era fuori di sé.
Né Milas né Maxus l’avevano mai visto così.   
-Quel Rayquaza… non sembra stare molto bene…-
Infatti il dragone di era afflosciato a terra. Aprì la bocca e sputò fuori Alexis, coperta di bava dalla testa ai piedi, ma viva.
Come se non bastasse, il Rayquaza la leccò.
Archer si avvicinò a lei, seguito dagli altri due.
-Sta… stai bene?- le domandò.
-Ho bisogno di farmi una doccia. Il prima possibile.- Sussurrò lei.
Archer sorrise. –Vieni, ti porto in bagno…-
La aiutò ad alzarsi. –E voi due…- guardò Milas e Maxus. –Rimettete quel Rayquaza nella ball.-
Maxus ubbidì.
 
Circa una mezz’ora dopo, Alexis uscì dal bagno, avvolta in un asciugamano.
Archer era lì ad aspettarla.
-Prima o poi mi spiegherai come hai fatto a non farti ingoiare.-
-Già, prima o poi… dove sono i miei vestiti?-
-Li ho messi a bagno, sai, erano pieni di bava… Tieni, intanto puoi metterti questi.- Archer le porse una divisa da recluta.
-Grazie. Ora vado a cambiarmi…- rientrò ed uscì dal bagno pochi minuti dopo, indossando la divisa.
-Ti sta un po’ piccola.. beh, accontentati di questa finché i tuoi vestiti non saranno asciutti.-
Alexis cercò di abbassarsi la gonna, guardando fuori dalla finestra. –E’ quasi l’alba…-
Guardò anche Archer. –Già… E tu non puoi stare alla luce del sole.-
-Se lo dici così, però, mi fai sembrare un vampiro.- Alexis sorrise.
Sorrise anche lui. –Puoi sistemarti nella mia stanza, per adesso.-
-Non voglio toglierti il letto.-
-Stai tranquilla…  dormirò più tardi. Ora riposati per qualche ora.- Archer la guidò verso la stanza.
Entrò e chiuse le tende. Alexis si sedette sul letto.
-Beh, buongiorno, Alexis…- Rise lui, uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle.
  
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