Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mistress Lay    18/06/2007    26 recensioni
LA FIC TORNA! XD *** Cosa si prova a veder crollare i ricordi di tutta una vita? Cosa si prova a sapere che dietro quegli occhi raggianti c'era un segreto? Cosa si prova a scoprire da uno sconosciuto che aveva un fratellastro? Cosa si prova a scoprire che sua madre aveva avuto un figlio da un altro uomo? *"Vuoi sapere un segreto su tua madre?"*
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
OTHML

Capitolo Sedicesimo – La Differenza Tra Giusto e Sbagliato

 

L'ospedale di Tree Hill era un normalissimo ospedale, non c'era niente di diverso da tutti gli ospedali che Harry avesse mai visto, era un ospedale-ospedale, insomma, niente di speciale. Cercò di evitare di ripetersi quell'assurdo e inconcludente ritornello ancora una volta perchè ormai a furia di ripeterlo gli stava salendo la depressione.

Cominciò a battere un piede per terra nervosamente, attirando su di sè non pochi sguardi degli stressati e ansiosi famigliari e amici di pazienti sotto i ferri che si trovavano nella sala d'aspetto, Harry smise quindi il suo adorabile passatempo e cercò di pensare ad un modo più silenzioso per scaricare la tensione, cominciò dunque a torcersi le mani.

Oh, Harry, non trovi sia un meraviglioso pomeriggio? Guarda, il sole splende fuori e tu... sei rintanato in una satura sala d'aspetto, seduto in una scomodissima sedia imbottita da almeno mezz'ora e stai parlando con la tua coscienza per ingannare il tempo!

Harry appoggiò i gomiti sulle ginocchia, lisciandosi distrattamente i pantaloni di jeans, pensando a cosa fare per ingannare il tempo e nel frattempo, se possibile, non morire di noia.

Di fronte a lei una giovane ragazza con una minigonna e un paio di stivali attirò la sua attenzione, non tanto perchè aveva le gambe accavallate o perchè il suo lettore mp3 intratteneva TUTTA la sala d'aspetto con la sua musica pop-rock o perchè il suo canticchiare era inframmezzato da qualche 'pop' occasionale dopo lo scoppio della sua gomma da masticare color rosa, no, non per questi motivi, ma perchè Harry cominciò a chiedersi se la trovasse bella.

Le guardò le gambe, cercando di capire se le trovasse sexy o orribili.

 

Etero o gay? questo era il problema.

 

Ecco la prova che tanto aspettava: poteva ammazzare il tempo in maniera 'costruttiva' cercando di capire quale 'orientamento' avesse.

Va bene, pensava spesso a Malfoy, aveva pomiciato con Nathan - che era anche suo fratello... ehm -, ma dopotutto aveva anche dei trascorsi con delle ragazze, con Cho e Ginny, quindi qualche dubbio lo poteva avere.

Insomma, si trovava 2 a 2, una situazione di parità del genere doveva essere spareggiata.

Harry fece un respiro profondo e cominciò ad elencare mentalmente cosa trovasse di bello e sexy nella sconosciuta di fronte a lui: forse le lunghe gambe? Quel movimento che faceva con le dita per arricciare i capelli rossi? Forse era quello sguardo distratto? O quel masticare la chewingum?

Niente in confronto a Nathan, certo.

 

Per un attimo il cervello di Harry chiamò un Time Out con insolita prepotenza.

 

No, fermiamo tutto per un istante!

Aveva pensato che Nathan  era sexy?

 

Ecco, questa era una prova che lo stress giocava brutti scherzi!

 

Harry si battè un pugno sulla tempia: maledizione, tutte a lui dovevano capitare?

Prima una famiglia tutta odio e vendette tra capo e collo con un maledetto nonnastro scorbutico testardo come un mulo, un fratellastro sexy con labbra da sballo e tanta voglia di dimenticare i vincoli famigliari, POI, come se non bastasse, Harry, alla sua personalissima analisi attenta, risultava non più attratto dalle ragazze. Inoltre era in un'affollata sala d'aspetto dell'ospedale dove era stato portato Whilher a farsi domande imbarazzanti sulla sua sessualità... c'era qualcosa di più patetico e triste di questo? Ancora poco e avrebbe cominciato a parlare con le vecchiette degli anni che passano e dei mille acciacchi che si possono prendere grazie ad un solo, semplice spiffero d'aria.

No, s'impose, non doveva pensare nè a Nathan nè a Malfoy.

 

Ok, Harry, respira.

 

Allungò una mano alla sua sinistra e sollevò la prima rivista che le sue dita avevano toccato, senza curarsi di vedere che tipo di rivista fosse, cominciò a sfogliarla senza alcun interesse apparente, pensando a quanto era crudele la vita e quanto desiderasse tornare ad essere il Rgazzo-sopravvissuto-per-essere-perseguitato-da-colui-che-non-dovrebbe-essere-nominato-perchè-di-certo-essere-seguito-da-un-pazzo-in-andropausa-era-decisamente-meglio-di-quella-montagna-di-sfiga-che-gli-era-piombata-addosso.

Accidenti, ma perchè tutto doveva essere così complicato?

No, ci DOVEVA essere un argomento sul quale pensare senza finire nel solito luogo comune del 'bacia proprio bene, Nathan! se non ci avessero interrotti credo che avrei mandato al diavolo la parentela di sangue!' o 'ma perchè continuo a fare paragoni idioti tra quell'imbecille erotomane di Nathan e quello stupido snob di Malfoy?'. Cosa pensare per ammazzare quello stramaledetto tempo infame?

 

La rivista, Harry, concentriamoci sulla rivista, cercò di convincersi a fare.

Ok, leggiamo questa stramaledetta rivista.

 

La rivista era aperta sulle pagine di un test 'Qual è la tua anima gemella?'... ma di tutte le riviste che aveva sotto mano, proprio quella per teenagers insicure aveva scelto?

In assenza di altro...

Certo che però ce ne stava di tempo dentro la stanza di quel pazzo di Whilher!

Nathan non era stato ancora rintracciato, come pure Lukas, da Keith, quindi Harry aveva ricevuto l'incarico da keadf di avvertire Keith e i ragazzi, quando sarebbero arrivati, in quale stanza fosse il nonno.

Almeno non sono stato costretto a sopportarlo... pensò tra sè e sè.

Senza pensarci troppo, cercando di ignorare le vocine interiori che reclamavano la sua attenzione su questioni un po' più serie che uno sciocco test sulla personalità, cominciò a barrare le risposte.

Maledizione... com'era caduto in basso...

Quando finì il test erano passati esattamente cinque miseri minuti da quando l'aveva iniziato, con un sospiro andò a leggere il risultato.

 

 

Profilo C

La tua anima gemella è una persona che ti è molto vicina, una persona che appare come tuo opposto, non necessariamente la conosci da molto, forse l'entrata nella tua vita è segnata da qualcosa di rocambolesco e decisamente fuori dagli schemi. Ti piace chi trasgredisce le regole, che possa fare coppia con te senza risultare troppo asservile, anzi, preferisci qualcuno con cui dibattere e parlare tranquillamente, senza rinunciare alla passione.

Anzi, la passione è un punto cardine del vostro rapporto.

Guardati attorno, potresti averla già trovata!

 

 

Harry chiuse di scatto la rivista, causando un forte rumore di carta stropicciata, buttò la rivista nel mucchio con un'espressione disgustata, alzò le mani in segno di scusa di fronte a tutti quegli occhi che lo scrutavano: - Odio il mondo -

 

 

 

*

 

 

 

- Bè… qualche idea? – domandò Hermione facendosi aria con la mano sul volto – Secondo i miei calcoli la mia lettera è arrivata ad Harry, dopotutto ho detto ad Edvige di recapitala nel minor tempo possibile a Harry… quindi, che facciamo? -

- Non so tu, ma io preferire vivamente appoggiare questo borsone! - sbuffò Blaise.

- Potremo portarlo a casa di Harry! - propose allegra Hermione, controllò l'ora con l'orologio da polso - Le quattro. Forse è ancora a scuola... chiediamo informazioni su dove si trova la scuola e lo raggiungiamo lì! -

Blaise sollevò l'indice verso l'alto: - Domanda -

- Sì? -

- E Draco? -

- Malfoy è grande abbastanza per badare a sè stesso per qualche ora, no? - replicò Hermione - E poi Tree Hill mi sembra una cittadina abbastanza tranquilla, certamente si conosceranno un po' tutti... ergo avremmo l'occhio del mondo su di noi, tre visitatori danno subito nell'occhio, sopratutto se... - Hermione spalancò gli occhi, continuando più lentamente - ... se cammini in mezzo alla strada gridando come un ossesso contro le macchine e contro i babbani... -

- Non è il nostro caso comunque - ribattè Blaise - Credi che dobbiamo chiederlo a qualcuno quindi dove si trova la scuola? -

- Blaise... -

- Uh? -

- Abbiamo trovato Draco -

Blaise seguì lo sguardo della Gryffindor e cercò di trattenersi dal ridere come un ossesso: Draco Malfoy, il Principe degli Slytherin, Terrore di tutti i Piccini e qual-dir-si-voglia, stava gridando contro due automobilisti che, a giudicare dalla traccia sull'asfalto, si erano fermati proprio sfiorando il ragazzo che stava attraversando la strada senza curarsi di semafori, strisce stradali o porche che viaggiavano a tutta velocità.

Infine, dopo un ultimo tornante di imprecazioni, Draco li mandò al diavolo gridando loro di 'morire cruciati, sporchi babbani con le loro macchine infernali, la loro boria e il loro sangue sporco'. Per fortuna i due automobilisti credettero che Draco fosse uno psicotico isterico d internare perchè tornarono nelle loro macchine, sfrecciando a tutta velocità mentre Draco, tutto soddisfatto della sua sfuriata, riprendeva a camminare fino a quando non si trovò di fronte a due ragazzi che lo guardavano stralunati.

- Granger? BLAISE? - li raggiunse in gran carriera - CHE DIAVOLO CI FATE QUI? -

Hermione si schiarì la gola mentre Blaise scoppiava finalmente a ridere: - Malfoy... lo sai che non puoi andare in giro gridando improperi contro i babbani come vuoi? Loro non capiscono il tuo ridicolo sarcasmo o le tue imprecazioni - cercò di tenere la voce bassa, cercando di non farsi sfuggire una risata all'espressione di Draco Malfoy. Merlino, se solo avesse una macchina fotografica!

Non aiutava per niente il fatto che Blaise avesse cominciato a ridere sguainatamente contro la spalla della ragazza: ormai c'erano anche persone che uscivano dai loro negozi e dall'ingrosso per vedere che stava succedendo in strada. Tre ragazzi mai visti prima con bagagli. Un ragazzo biondo dalle guance così rosse da sembrare una fiamma vivente, una ragazza che cercava invano di ridere e un ragazzo che ancora poco e si sarebbe rotolato a terra distruggendosi i polmoni dal troppo ridere.

- Risparmiami il tuo sarcasmo, Mezzosangue... - ribattè Draco - E tu, Blaise, SMETTILA DI RIDERE! -

 

 

*

 

Per qualche strana ragione del Fato - bastardo, visto che si divertiva a giocare con lui - gli occhi di Harry incrociarono quelli di Nathan nel momento stesso in cui questi varcava la soglia dell’ospedale.

Era accompagnato dal cugino Lukas e dallo zio Keith, la sua espressione era dura, come sempre, con una chiara traccia di arroganza ben visibile nei suoi occhi scuri e nell’espressione del bel viso. Sembrava essere irritato per qualcosa, oltre ad essere preoccupato per il nonno.

Lukas sembrava, se possibile, ancora più accigliato. Teneva una mano nella tasca della felpa, strano, perché ad Harry non era mai sembrava che il cugino andasse particolarmente d’accordo con il nonno da essere terrorizzato dal perderlo. Dopotutto era solo un lieve infarto, niente di cui ammazzarsi di preoccupazione.

Cancella quello che hai detto, pensò Harry a quella riflessione infelice.

Non appena gli occhi di Nathan incontrarono quelli di Harry il viso del ragazzo si distese leggermente.

Una lieve scintilla di desiderio attraverso quelle iridi scure, fu il primo a raggiungere Harry, rimase fermo di fronte a lui con il suo solito sorrisetto strafottente finchè anche Lukas e Keith non li raggiungessero.

- Stanza 23, in fondo al corridoio - annunciò subito Harry, cercando di togliersi da quell’incombenza di usciere il più presto possibile. In primo luogo per sfuggire dalle grinfie di Nathan - che, a giudicare dalla sua espressione non aveva dimenticato del loro appuntamento scritto nero su bianco in un pezzetto di carta scambiato frettolosamente durante la lezione del mattino a scuola - e in secondo luogo per tornarsene a ‘casa’ e controllare se Edvige avesse o meno la risposta di Hermione.

Era curioso di sapere com’era andato il piano.

Keith lo ringraziò e si diresse subito verso la stanza, Nathan lo seguì a ruota ma Lukas rimase un secondo indietro per bisbigliare frettolosamente a Harry: - Dobbiamo parlare dopo -

Harry, inconsapevolmente, deglutì.

 

Ecco un’altra persona dalla quale darsi alla fuga.

 

Non sapeva come mai ma le persone avevano questa deprecabile abitudine di instaurare con lui un rapporto strano di amicizia-disastro. Forse non sarebbe male parlarne a quattr’occhi con un analista e chiedere sinceramente se tutta questa sfiga derivasse dalla nascita da qualche cromosoma. Magari quello X che aveva in comune con la madre, la promotrice di tutto questo disastro cosmico di proporzioni gigantesche.

Nathan volse un’occhiata al cugino come per controllare che cosa stesse combinando, Lukas comunque aveva finito - la tortura rimandata, pensò Harry, magari faccio pure in tempo a scappare ed evitare il confronto - e raggiunse il moro.

Nathan gli diede una spallata leggera, facendola passare per un incidente.

 

Harry si chiese vagamente se fosse proprio il caso di rivolgersi ad un analista, magari era meglio ad un animale totemico indiano.

 

 

 

*

 

 

 

Era indubbio che Nathan volesse bene al nonno: praticamente era cresciuto con lui, suo padre Dan era sempre lontano per lavoro, oppure in casa racchiuso nei suoi pensieri, con il cuore spezzato. Quando suo padre lo guardava vedeva solo la sua copia giovane, stesso naso, stessi capelli, stessa espressione del viso, stesse attitudini, stessi sogni.

Basket, lo sport storico della famiglia Whilher.

Nessuna traccia in lui dello sguardo ridente, degli occhi smeraldo, della determinazione di Lily Evans. Nessuna attitudine magica.

No, aveva la testardaggine di Dan, la stessa durezza nello sguardo, gli stessi occhi scuri. Un babbano.

Archibald avrebbe voluto che suo figlio non cercasse ogni volta in Nathan qualche segno delle caratteristiche materne, avrebbe voluto che amasse Nathan come meritava, non che lo rimproverasse continuamente, anche silenziosamente, della sua poca somiglianza con la madre.

Era stato Archibald a raccontare a Nathan delle sue vere origini, di sua madre, Lily Evans, che poi se n'era tornata a casa sua in Inghilterra, era stato poi il padre a confermare la verità del nonno, arricchendola inoltre con un suo resoconto: sì, tua madre è Lily Evans, si chiama così, e tu non le assomigli nemmeno un po'. Io l'amavo, ma... abbiamo litigato poco dopo la tua nascita e lei se n'è andata. Si è sposata. E ha avuto un figlio della tua stessa età. Non odiarla.

 

Odio.

 

Archibald aveva odiato Lily Evans, l'aveva odiata mentre si insinuava nella mente e nel cuore del figlio, l'aveva odiata quando piangeva in seguito ai litigi con Dan e l'aveva odiata quando aveva lasciato l'America, in seguito all'ennesimo litigio violento con Dan.

 

"Perchè mi sta facendo questo, signor Whilher?"

 

L'aveva odiata a tal punto che le aveva proibito di portare il figlio con sè.

 

"Nathan è mio nipote. Lui rimane qui. Se lei se ne vuole andare, signorina Evans, se ne vada. Ma non creda che le lascerò portare via mio nipote: ha spezzato il cuore di mio figlio, va bene, glielo concedo, se ne vada, ma se ne vada sola"

"E' MIO FIGLIO!"

"Se lascia Dan, Nathan non è più suo figlio"

"Lei è..."

"Sono un padre. E ho dei doveri"

 

Archibald sospirò, appoggiandosi ai cuscini e chiudendo gli occhi mentre la figlia sistemava i fiori in un vaso, in silenzio.

Ricordava come fosse ieri il giorno in cui era morto Dan: le bianche lenzuola, il colore pallido del suo viso, la mano che tendeva al figlio e poi le sue ultime parole.

 

"Fai conoscere il figlio di Lily a Nathan papà. Per favore"

 

Quanto aveva sofferto suo figlio quando aveva saputo che Lily era morta per quella fuga di gas con il marito e il figlio veniva affidato alle cure della zia...

Ora che aveva fatto conoscere il figlio della Evans a suo nipote che cosa ci aveva guadagnato? Aveva esaudito l'ultimo desiderio del figlio e aveva turbato ancora più Nathan: ma che colpa ne aveva Harry Potter di essere così simile alla madre? Che colpa poteva averne di avere occhi malinconici smeraldo?

 

Non poteva certo biasimare Nathan per non avere la minima simpatia per il suo fratellastro.

 

Però... sperò di essersi sbagliato quando qualche giorno prima aveva visto Nathan stringersi a Harry, nell'atrio, quella notte nella quale erano tornati, gli era sembrato che ci fosse qualcosa tra di loro, e non intendeva la solita complicità fraterna.

 

- Sono troppo diversi... - mormorò a bassa voce.

- Uh? - domandò la figlia - Hai detto qualcosa? -

- Niente Karen - troncò duramente Archibald.

 

 

"Sono così diversi... che potrebbe anche funzionare. Devo farli allontanare il più presto possibile"

 

 

 

*

 

 

 

 

- Harry Potter? -

- Sì, capelli neri scompigliati, occhi verdi e occhiali… -

La ragazza dai capelli biondo cenere guardò Hermione con sufficienza, tormentandosi una ciocca di capelli liscissimi, gli occhi azzurri corsero ai due ragazzi che accompagnavano la brunetta, a quello alto accanto a lei con lo sguardo penetrante e i capelli nerissimi che si guardava attorno con curiosità e disagio e lanciava qualche occhiata all’altro ragazzo.

La ragazza si concentrò quindi sull’altro accompagnatore, molto carino davvero, capelli biondissimi, occhi grigi, vestito elegantemente… davvero niente male.

Peccato per la sue espressione.

Sembrava completamente disgustato da qualsiasi cosa che lo circondava, guardava con superiorità i ragazzi che passavano loro accanto, anche i giocatori di basket con le loro felpe e le ragazze urlanti a seguito, non prestava nemmeno molta attenzione alle ragazze che lo indicavano e ridevano scioccamente.

- Non ho presente – replicò annoiata la ragazza posando una mano sul fianco – In che classe è? -

Hermione si trattenne dallo sbuffare esasperata.

Merlino, questa ragazza era veramente indisponente!

Sicuramente non l’aveva nemmeno ascoltata, tutta presa a squadrare da capo a piedi Blaise e Draco, cercando di assumere la posa più sexy possibile. Come se non si vedesse abbastanza!, pensò Hermione con antipatia.

Draco e Blaise non aiutavano, tutti presi dall’osservare l’ambiente scolastico babbano che stava loro intorno.

Come se non attirassero abbastanza gli sguardi altrui! Per fortuna avevano lasciato i borsoni in guardiola, altrimenti…

Hermione si passò una mano tra i capelli ricci, socchiudendo gli occhi e guardandosi attorno nella vana speranza di trovare Harry. Niente.

- E’ il fotografo della squadra di basket! – tentò ancora, al colmo della pazienza.

La ragazza bionda colse lo sguardo di Blaise e gli fece un mezzo occhiolino, sorridendo e rivolgendosi direttamente a lui: - Mi spiace… tu sei nuovo? –

Blaise fece per rispondere quando Hermione lo prese a braccetto: - Siamo alla ricerca di Harry Potter –

Blaise curiosamente arrossì leggermente mentre la bionda mutò immediatamente espressione riprendendo a dire: - Non so chi sia –

- Conosci almeno Nathan Whilher? O Lukas Scott? – tentò per l’ultima volta Hermione.

- Molto carini – rispose la bionda.

Draco finalmente posò lo sguardo su di lei, aguzzando le orecchie al sentire quei due nomi maschili. Potrebbe essere uno dei due?

La campanella suonò e la bionda fece loro ciao con la mano: - Ci si vede – puntando lo sguardo su Blaise.

- Grazie – digrignò i denti Hermione.

- Molto conosciuto Potter – commentò Draco.

- Oh, chiudi il becco! – esclamò Hermione di cattivo umore – Quella ragazza non ha ascoltato una sola parola! Troppo presa ad ammiccare! -

- A questo proposito, Granger… non potresti lasciare il braccio di Blaise? -

Hermione arrossì improvvisamente, lasciando istantaneamente il braccio di Blaise e balbettando una scusa frettolosa. Blaise non disse nulla, arrossì un secondo per poi cambiare argomento beccandosi un’occhiata fredda dal migliore amico: - E ora? Tutti se ne stanno andando in classe… -

- Se state cercando l’ufficio del preside è da quella parte – li interruppe una voce di ragazza.

Si voltarono e una giovane dai capelli biondi – un’altra – sorrise loro, teneva una borsa in mano con il simbolo dei Ravens da cui uscivano clandestinamente qualche frangia blu.

Hermione si illuminò. E così questa ragazza era nella squadra delle cheerleader!

Sicuramente conoscerà Harry!

- Hermione, piacere. Sono un’amica di Harry Potter… -

Il sorriso della ragazza si fece più pronunciato, tese la mano verso Hermione, stringendola: - Un’amica di Harry! Sono Peyton, Harry non mi aveva detto che sarebbero venuti tre suoi amici a trovarlo! –

Draco fece per fare una delle sue solite battute, qualcosa del tipo ‘Io amico di Potter?!’ ma saggiamente Blaise gli diede un colpo di gomito, intimandogli di non rovinare tutto, tendendo anche lui la mano alla ragazza e presentandosi.

- Volevamo fargli una sorpresa –

Peyton tese la mano infine anche a Draco ma l’altro non la strinse, si limitò a presentarsi: - Draco Malfoy. E ora, dov’è Potter? –

La ragazza lo squadrò con diffidenza.

- Sì, lo stiamo cercando ma non sappiamo dov’è… - sorrise Hermione. Maledetto Malfoy!

Peyton diede un’occhiata all’orologio da polso: - Dovrebbe essere al corso di fotografia adesso… ma non credo che oggi ci vada. Il signor Whilher è in ospedale. Né Nathan né Lukas si sono visti in giro, e loro dovrebbero avere gli allenamenti –

- Ospedale? – domandò Hermione.

- Sì, o forse lo trovate a casa -

- Ti ringrazio, andremo subito! -

Peyton fece un cenno di saluto e si diresse verso gli spogliatoi.

- E ora? – domandò Blaise.

- Andiamo a casa di Harry, vediamo se c’è. Altrimenti andiamo in ospedale a vedere se è lì, al massimo posiamo i borsoni – rispose con spirito pratico Hermione.

 

 

 

*

 

 

Lukas guardò il cugino mentre lanciava un ultimo sguardo a Harry, con una scrollata di capo cercò di scacciare dalla mente l’immagine dei due assieme.

Ma come era stato possibile?

Troppo diversi, troppo simili…

Nathan, sempre stato arrogante e pieno di orgoglio personale, e Harry, melanconico e determinato…

 

Fratelli…

 

Gli veniva in mente quella parola ogni secondo, ogni volta.

 

Sono fratelli.

 

Ma questo li aveva forse fermati? O li avrebbe fermati?

Adesso finalmente Lukas capiva la strana aria che tirava tra i due e quando erano chiusi nello spogliatoio a Charlotte, e di tutte le volte che Nathan lo guardava più male del solito.

Chi avrebbe mai pensato che quei due…

 

Fratelli.

 

Nel guardare il viso pallido del nonno e le sue rughe pronunciate sulla fronte Lukas capì che anche nonno Archibald sapeva. Come aveva fatto non lo sapeva, ma ormai la ‘relazione clandestina’ tra Nathan e Harry stava diventando ormai di dominio pubblico a un po’ troppe persone.

Ripensando a quel pomeriggio quando stava passando a pochi metri dalla casa di Harry e aveva visto quel pezzo di carta doviziosamente ripiegato su sé stesso in una carta più gialla della normale, ruvida al tatto. Gli ci era voluto un po’ prima di capire che era carta di pergamena, forse un appunto, una lettera, chissà, e l’aveva aperta cedendo alla curiosità.

Sul retro non c’era scritto nulla, né il mittente né altro, e nemmeno dalle prime righe si poteva capire chi fosse il destinatario della missiva.

 

 

‘So che avrei dovuto risponderti prima ma ho avuto un piccolo contrattempo. Il contrattempo si chiama Blaise Zabini.

Hai presente?

Slytherin, di colore, splendidi capelli neri, il tirapiedi intelligente di Draco Malfoy?

 

 

Poteva essere di chiunque!

 

Ma certamente il ripeterselo non avrebbe mitigato il senso di colpa che Lukas provava nei riguardi di Harry; era come se avesse tradito in qualche modo la sua fiducia leggendo la lettera indirizzata a lui. Ok, non era ‘indirizzata’ a nessuno ma fondamentalmente chi era l’unico mago nelle vicinanze?

Sì, però poteva anche esserci qualche altro mago di cui Lukas non era a conoscenza…

O comunque sarebbe stato meglio che Lukas avesse riconsegnato la lettera nelle mani di Harry, altrimenti poteva cadere in mani di sconosciuti, poteva esserci scritto qualsiasi cosa, poteva anche essere tradito il segreto di Harry…

Per questo e solo per questo, si era ripetuto Lukas, era andato a casa di Harry per potergli parlare ma Abby gli aveva comunicato era appena uscito. Lukas allora era andato nel campetto da basket in attesa del cugino, ma la curiosità era stata troppa e poi era arrivata la telefonata della madre che gli comunicava il ricovero del nonno.

 

Però il fattaccio era stato fatto.

Aveva letto la lettera.

 

Non c’era scritto niente di compromettente, se si leggeva in altra carta, magari ad occhi profani poteva sembrare una specie di linguaggio in codice, una second life tradotta in gioco di ruolo.

Però, Lukas aveva sentito uno strano balzo al cuore alla menzione del nome di Draco Malfoy.

E inoltre c’erano altre due righe, scritte frettolosamente nel retro, inchiostro sbiadito, come un ultimo appunto fatto in fretta che all’inizio Lukas non aveva scorto.

 

 

‘P.s. Spero che vada tutto bene con Nathan. Non vedo l’ora di conoscerlo. Pensa alla faccia di Malfoy! Magari sarà gelosissimo… insomma, ti ha rubato a lui!’

 

 

 

E lì, non c’era niente da equivocare.

 

Harry e Nathan…

 

Guardandoli prima Lukas aveva subito capito che tra I due non c’era stato nulla di ‘piccante’, forse solo qualcosa, ma non ‘tutto’. Lo aveva visto negli occhi imbarazzati e collerici di Harry, nello sguardo di orgoglio incrinato di Nathan. Non aveva letto nei loro occhi rabbia estrema o palese trionfo.

 

Forse poteva anche salvarli… ancora una volta. Ancora per poco.

 

La lettera era ora nella sua tasca, ripiegata, carta stropicciata vergata di inchiostro e Lukas aveva tutta l’intenzione di parlarne con Harry. Ma con calma. Da soli.

E possibilmente senza che il tutto finisca in una scazzottata.

 

- … mi senti? -

Lukas si riscosse dai pensieri che turbinavano nella sua mente, guardando il padre: - Che hai detto papà? –

Nathan sbuffò, preparato ad una delle sue solite battute. non era abituato a preoccuparsi troppo per gli altri, nemmeno per il nonno, riconosceva perfettamente che era più forte di una roccia, e si sarebbe rimesso presto.

E certamente in quel momento aveva altri pensieri per la testa…

Verso qualcuno.

- Potresti rimanere qui con tuo nonno, Luke? – domandò Karen – Io devo andare a chiudere il negozio e tuo padre deve tornare a lavoro e Nathan deve tornare a scuola…

- Certo, mamma… - rispose subito Lukas. Non gli sfuggirono però le espressioni del nonno e di Nathan: il primo aveva aggrottato le sopracciglia e Nathan invece aveva accennato un ghigno.

 

Certo, se Lukas fosse rimasto con il nonno, Nathan sarebbe tornato a scuola assieme a Harry… e azzardiamoci pure a mettere le virgolette sull’ ‘andare a scuola’: conoscendo il cugino questi non sarebbe rimasto con le mani in mano e avrebbero ‘parlato’. Parlato… che ironia della sorte…

 

- Anche Lukas deve andare a scuola – li interruppe Archibald – Mandami Harry, se non mi sbaglio, ha solo il corso pomeridiano di fotografia. Non perderà molto -

- Harry? -

- Vado a chiamarlo – quasi si trattenne dal sorridere Lukas. Fregato, Nathan!

- Sei sicuro che vuoi Harry, qui? – domandò scettico Nathan.

- Karen, và a chiamare il ragazzo. Nathan, Lukas, tornate a scuola! – imperiò Archibald.

 

Nathan strinse i pugni.

 

Perché tutti dovevano frapporsi tra lui e Harry?

 

 

Ma questa volta… non mi arrenderò senza fare nulla!

 

 

 

*

 

 

 

Nathan se ne uscì sbattendo violentemente la porta, soddisfacendo il suo desiderio di un’uscita plateale e chiaramente furibonda.

Metà reparto si girò verso di lui a guardarlo per poi distogliere subito lo sguardo non appena i suoi occhi scuriti di rabbia non si fissavano su di lui. Procedette con lunghe falcate verso l’oggetto del suo desiderio, verso la sala d’aspetto.

Non aveva la minima intenzione di lasciarsi scorrere tutto addosso come un demente.

Non aveva nemmeno intenzione di lasciarsi mettere i piedi in testa da suo nonno e dal suo stramaledetto polso di ferro: aveva bisogno una sola persona al momento, di quel fratello che non gli comunicava senso di protezione come avrebbe dovuto, non gli ispirava tenerezza.

No, tutto il contrario: lo faceva sentire disarmato, stranito.

Harry era molto simile a lui: stesso orgoglio, stessa caparbietà, più quel delicato tocco di innocenza che lo lasciava spiazzato, che lo attirava irrimediabilmente.

E poi averlo vicino gli comunicava un desiderio spropositato di toccare la sua pelle, odorare il suo profumo, baciare le sue labbra.

Lo trovò in sala d’aspetto, seduto su una scomoda sedia a passarsi una mano lungo la gamba, strofinando la stoffa ruvida dei jeans, a disagio, indeciso se andarsene o meno. Appena vide Nathan balzò in piedi, avvertendo subito che qualcosa non stava andando per il verso giusto.

Nathan lo afferrò per un braccio, lo strinse con la sua ferrea presa: - Andiamocene – sussurrò.

- Cosa? Ma… - Harry tentò di trovare una scusa sufficientemente ingegnosa per indurre il fratellastro a rinunciare a qualsiasi strano e bieco piano avesse in mente. Non ne trovò. La sua mente era totalmente prosciugata.

Balbettò qualcosa di sconclusionato.

Dopotutto se anche avesse trovato una scusa valida e decente, fosse anche una machiavellica via d'uscita rivestita della migliore arte Slytherin, Nathan non lo avrebbe ascoltato. Nemmeno un po’.

 

E in effetti era proprio così.

 

Nathan non badò al suo balbettio disconnesso e lo trascinò verso l’esterno, prima di uscire dalla porta automatica vide nel riflesso del vetro Keith e Lukas venire verso di loro: - Maledizione – sussurrò. Cambiò idea e destinazione, sempre trascinando per il braccio Harry lo portò in un corridoio, sordo alle proteste del fratellastro.

Alla prima stanza libera vi entrò, chiudendo la porta di scatto.

- Che diavolo hai in testa? – sbottò subito Harry.

Nathan, senza lasciargli il braccio, lo attirò contro il suo petto: - Non avevamo un appuntamento stasera? – domandò lezioso, per farlo arrabbiare.

Harry cercò si scostarsi, oltraggiato: - Finiscila di fare l’imbecille! –

 

Aveva paura che rimanendo ancora accanto a Nathan il desiderio di perdersi lo portasse a fare qualcosa di stupido che, finito tutto, lo avrebbe fatto pentire e mangiare il cuore dai rimorsi.

Doveva cercare di convincersi che erano fratelli.

 

Fratelli, maledizione!

 

Si chiese per l’ennesima volta se suo padre sapesse dell'altro figlio della moglie, se fosse a conoscenza di quel piccolo, spinoso segreto.

 

Mamma, papà sapeva?

 

E che avrebbe pensato?

Che cosa, sua madre stessa, potrebbe aver pensato se li avesse visti? Se avesse visto di quale natura era il loro rapporto?

 

Vuoi sapere un segreto su tua madre?

Sì. E poi lo vorrei dimenticare.

Lo voglio sapere. Non conoscere.

 

- Dai, dobbiamo andare – sbottò laconicamente – Dobbiamo tornare a scuola. E poi Lukas ha detto che mi deve parlare quindi… -

 

Gli occhi di Nathan ebbero un guizzo oscuro, ribelle, geloso.

Che diavolo aveva Lukas da avere Harry sempre tra i piedi?

Che cosa aveva più di lui?

 

Tenero, dolce… ma ti prego!

 

Lui non era così.

E allora?

Guardò Harry cercare di sorpassarlo per andarsene da quella stanza.

 

No.

 

A lui non poteva rinunciare.

Per nessuna ragione.

Non aveva mai chiesto nulla a suo nonno, non aveva chiesto nemmeno qualcosa a suo padre, se non un po’ di affetto e considerazione, ma adesso voleva con tutte le forze una cosa. Una persona.

E forse, quando l’avrebbe avuta si sarebbe sentito meno ubriaco di lui, meno in sua mano, meno attratto da sangue del suo sangue.

 

Fratello.

 

Forse Harry pensava che lui se lo fosse scordato.

In realtà non era così.

No, per niente.

Non era per niente semplice dimenticarsi del legame di sangue che, nonostante tutto, li legava.

Solo… quando era con Harry quel legame diventava labile, un filo invisibile ma allentato.

Non un ostacolo.

Forse solo un problema.

Nient’altro.

 

L’importante era altro.

Era averlo.

 

Nathan si piazzò proprio di fronte alla porta.

- Anche io ti devo parlare. Te lo sei scordato? – gli fece un sorrisetto sghembo – Sai, credo che Lukas debba rispettare una fila. Io tel’ho chiesto prima, no? -

 

Harry deglutì.

Altro che parlare.

 

Mamma, lo vuoi sapere il mio segreto?

 

 

 

*

 

 

 

- Lei… è? -

L’uomo sorrise affabile, cercando di mostrarsi più cordiale possibile: - Un suo amico –

L’infermiera lo guardò da sotto in su, con aria di superiorità: - Non mi era stato riferito dalla signora Scott. Aveva detto suo marito, il figlio e il nipote. Il dottore ha proibito troppe visite. Mi dispiace ma dovrà passare domani –

L’uomo strinse con il braccio contro il petto la cartellina color marrone chiaro: - Non lo voglio stancare, solamente fargli vedere un documento. È questione di qualche minuto –

L’infermiera da dietro il bancone lanciò un’ulteriore occhiata a quell’ospite indesiderato, alla giacca sciupata, alle numerose toppe sui pantaloni, i capelli brizzolati e l’espressione stanca e malinconica.

- Vengo dall’Inghilterra e… -

- Mi dispiace ma… -

Remus Lupin non ascoltò le blande scuse dell’infermiera perché improvvisamente la voce dell’uomo alle sue spalle catturò la sua attenzione: - … non capisco cosa gli sia preso. Ultimamente è strano -

Il ragazzo che gli camminava al suo fianco annuì: - Forse è tornato a scuola –

- Con Harry? -

Remus si girò di scatto alla menzione del nome del ragazzo.

- Forse – stava rispondendo nel frattempo il ragazzo dai capelli chiari. Aveva un’espressione scritta sul viso, come se non solo non credesse a ciò che aveva appena detto, ma pure, in fondo, sapesse esattamente cosa stessero facendo i ‘due ragazzi’.

Remus li raggiunse: - Scusate, stavate parlando di Harry? Harry Potter? –

L’uomo e il giovane si voltarono verso di lui.

- Salve, sono Remus Lupin. Dovrei parlare urgentemente con il signor Archibald Whilher – fece in modo che notassero la cartella di carta marrone – Devo fargli vedere un documento che riguarda Harry -

 

 

 

*

 

 

Parlare.

Che barzelletta.

Ormai il solo verbo aveva completamente perso il suo significato quando i due interlocutori erano loro due.

Parlare.

Ormai aveva acquistato un valore diverso, meno innocente, meno comune, del tutto fuori luogo, del tutto sbagliato considerati i soggetti.

Un ragazzo e un ragazzo.

Fratello e fratello.

Che storiella continuare a ripetersi che in realtà erano fratelli per metà, da parte di madre, con padri diversi, con storie diverse alle spalle, con un mondo del tutto diverso al quale appartenere.

Alle loro spalle gli errori.

Davanti agli occhi gli sbagli.

Dentro il cuore la verità.

No, non avrebbero potuto fare a meno di fare quello che facevano.

 

Due parole.

 

Due parole vennero loro in mente, nello stesso istante.

Le stesse due parole.

Che non pronunciarono mai.

 

E intanto bocca su bocca, valzer spietato di sentimenti forti come turbini.

 

Le mani di Nathan chiesero, pretesero, di più.

Insaziabile fame di carne.

Giro di danza forsennato, mani impazienti che si infilarono sotto le rispettive maglie, i mugolii di protesta di Harry trasformati in silenzi perplessi.

 

Nathan…

Che cosa ci sta succedendo?

 

- Forse… forse… - tentò di dire Nathan, staccando leggermente le sue labbra da quelle di Harry, le mani ancora incollate alla pelle di Harry, sotto la sua maglietta, quelle di Harry lungo le sue braccia, aggrappate alle sue spalle - … forse se lo facciamo tutto finirà. Forse è solo il desiderio di provare qualcosa di proibito… e se finisse tutto quando questi venisse appagato? – domandò Nathan in un mormorio sommesso. Quasi una propria riflessione personale.

 

Harry ascoltò quella tesi con mestizia.

Annuì.

 

Tutto, tutto pur di smettere di pensarti così…

… e forse guariremo…

 

E mentre Nathan si avvicinò di nuovo alle sue labbra, rinvigorito da quell’assenso, Harry ebbe un ripensamento.

 

Ma non così.

 

Un dito si frappose tra le sue labbra e quelle di Nathan.

 

- Cos.. -

Harry alzò gli occhi verdi, guardandolo con decisione: - E’ sbagliato. Come tutto il resto –

- E’ per questo che lo stiamo facendo – protestò Nathan, con la voce chiusa in un’ipocrisia che lui stesso odiò.

 

Come se lui volesse Harry solo per senso di colpa…

 

Ti voglio…

 

No, era diverso.

Era sbagliato anche.

E doveva rendersene conto prima o poi.

 

E non troppo tardi…

 

O forse…

 

Se anche fosse troppo tardi… il problema non si poneva. Non finchè Harry è con me…

Harry…

 

Cosa… cosa c’era adesso tra di loro?

Era davvero il gusto del proibito?

Era solo il desiderio che li spingeva ad attrarsi così?

 

Cos’era?

 

Mamma… perché mi hai abbandonato?

Ero così un peso per te?

Perché… perché lui deve essere mio fratello?

Perché devo sentirmi così, con mio fratello?

Dimmi, mamma, adesso che diresti?

 

- Anche se fosse… sarebbe sbagliato comunque… - disse stancamente Harry, appoggiando la fronte sul petto muscoloso di Nathan, stringendo spasmodicamente con le dita la stoffa della maglietta del fratello.

Nathan annuì.

Lo strinse a sé, con la stessa stretta spasmodica con cui Harry violentava la sua maglietta, premette con più forza le dita contro la pelle della sua schiena.

- E sarebbe ancora più sbagliato – concluse in un sussurro a malapena udibile Harry.

- E allora… sii te stesso -

 

Un sospiro.

La paura farsi grande grande nei loro petti.

 

Mamma, mamma… perché deve essere sbagliato tutto questo?

 

Fu Nathan a baciarlo, con quieta passione, fu Harry a approfondire il contatto, fu di nuovo il desiderio l’uno dell’altro a spingerli a stringersi, baciarsi, bramare qualcosa di più.

Altro che spogliatoi di Charlotte.

 

Sì.

 

Stava proprio per accadere.

 

 

 

*

 

 

 

- E’ sicura che non disturbiamo? -

Abby sorrise con indulgenza ai tre ragazzi che aveva di fronte: era stata l’unica ragazza a parlare, l’unica che non sembrasse completamente a disagio o fuori posto, seduta su quella sedia di legno nella cucina, di fronte al grande tavolo.

Una mano circondava il bicchiere di limonata fredda mentre il gomito era appoggiato al piano del tavolo, Hermione cercò di non guardarsi attorno per poter ignorare con maggior facilità i due pesi morti che nonostante tutto si stava portando dietro.

Blaise era completamente affascinato da tutto.

Si guardava intorno con l’aria spaesata, fissando lo sguardo su questo o l’altro strano marchingegno babbano con innumerevoli pulsantini, manopole e maniglie che sembravano ghignare in sua direzione, beffardi scherzi del destino.

Draco era una statua.

Una statua arcigna dall’espressione corrucciata.

Non faceva nulla per mostrarsi felice, sereno o affabile.

No, stava facendo tutto il contrario.

Si guardava attorno con aria estremamente scocciata, tamburellava con il dito nervosamente, era totalmente apatico, perso nella rincorsa di chissà quali strani pensieri.

- Non preoccuparti – la rassicurò subito la donna – Non disturbate affatto. Prima Karen ha chiamato, tornerà a lavoro, così come Keith. Il signor Whilher sta bene, rimarrà solo la notte in osservazione. Assieme ad un amico dicono. Quindi Harry tornerà presto -

Hermione sorseggiò la sua limonata fresca, pensando a cosa fosse andato storto e come mai Harry non sapesse del loro arrivo.

Secondo Abby Harry non aveva ricevuto nessuna lettera – ma questo era normale pensarlo, considerato che Hermione aveva usato il metodo normale per i maghi, la posta via gufo -, non aveva visto nessuna civetta bianca in giro se non quella di Harry in camera sua, con un’ala spezzata, che beccava pigramente il suo cibo, e Harry non aveva avvertito nessuno del loro arrivo.

Da questo Hermione poteva ricostruire che Edvige non aveva mai portato la sua lettera a Harry. Forse l’aveva perduta nel momento in cui si era ferita, chissà…

Intanto Harry non sapeva del loro arrivo.

Si erano risolti ad aspettarlo, seduti in quella cucina, dopo il tentativo infruttuoso alla scuola.

- Vado a farmi un giro – disse inaspettatamente Draco, si alzò in piedi con irruenza, facendo traballare la sua limonata nel bicchiere intatto, vergato da piccole goccioline d’acqua che scorrevano fino al tovagliolino circolare che assorbiva il sudore della temperatura.

- Ma Draco… -

Troppo tardi.

Draco era già uscito, sbattendo la porta con forza.

Blaise e Hermione si scambiarono uno sguardo preoccupato. Abby li guardò, sospettosa.

Nello stesso istante, i due ragazzi si alzarono in piedi: - Lo seguiamo. Magari ci facciamo un giro in centro – accampò come scusa Hermione, sorridendo – Grazie per la limonata. Deliziosa –

Blaise lanciò un’occhiata all’esterno, vedendo con la coda dell’occhio Draco muoversi con rapidità e uscire in strada, fermare un passante e farsi dare qualche indicazione: - Potrebbe spiegarci dov’è l’ospedale? – oh, c’erano degli svantaggi ad essere il migliore amico di Draco Malfoy. In primis, essere costretti ad un’alleanza con una Gryffindor, essere trascinato in America alla ricerca di Potter, e sopportare i silenzi astiosi di Draco.

Hermione gli scoccò un’occhiata perplessa ma non ribattè.

Abby glielo spiegò con le parole più semplici che riuscì a trovare, indicandogli approssimativamente dove fosse il centro, fece loro segno di lasciare pure lì i borsoni.

- Perché non possiamo aspettare Harry qui? – domandò Hermione una volta usciti.

Blaise scosse la testa: - Se conosco Draco, e credimi, lo conosco, è andato dritto difilato in ospedale da Harry. Sai, è sempre stato un tipo geloso e se non arriviamo in tempo farà una strage. Ora che ha scoperto come stanno le cose chi lo ferma più? –

 

Temo per Harry e chiunque abbia la malaugurata sfortuna di essere accanto a lui quando Draco lo troverà.

Lo sapevo che l’amicizia con Draco era una mina ambulante!

 

 

 

*

 

 

 

Il loro concetto del parlare aveva superato di un bel pezzo il significato vero e proprio del termine.

Era una conversazione la loro.

Una conversazione fatta di lingua, labbra e pelle nuda.

Una conversazione diventata altro ormai.

Erano entrambi a petto nudo, spinti l’uno contro l’altro. Le mani che scorrevano lungo i loro corpi caldi, mani irrequiete sudate per l’eccitazione, eccitazioni stesse risvegliate dal continuo strofinamento di corpi nudi, costrizioni sempre più strette, vano ostacolo di desiderio impellente.

 

Giusto o sbagliato che sia, ecco il loro legame.

 

Bacio profondo, lotta di lingue, respiro corto, dita alla ricerca di fibbie, di zip, mani spasmodiche alla ricerca di contatto, di pelle nuda, e ancora quelle labbra incollate, indissolubili, affamate, gemiti silenziosi, mentali, a riempire quei vuoti di pensiero.

 

- Harry… io… -

 

La voce di Nathan a rovinare l’atmosfera silenziosa di quella stanza vuota asettica. Loro due che si spingevano l’un l’altro verso il primo letto libero, appena rifatto, dalle coperte linde e sterilizzate.

 

- Non qui… Nathan… non adesso -

 

La voce di Harry, inframmezzata di baci. Frase priva di vero significato, mille cose significa, mille cose nasconde.

 

E il loro più sbaglio più grande.

Se questo lo dovrò pagare tutta la vita…

 

- Harry… non è per chiedermi perché ti voglio… - confessò Nathan.

Harry annuì freneticamente.

- Lo so. Lo è anche per me -

 

Tutto sbagliato, fin dall’inizio…

 

I loro baci, le loro carezze, il desiderio.

Loro, negli spogliatoi, loro, in quella stanza d’ospedale, loro, fratelli, ragazzi, e che altro…

 

- Tu… lo vuoi? – domandò con voce spezzata Nathan.

 

Harry avrebbe voluto rispondere ‘No’, avrebbe voluto negare ancora una volta il desiderio che provava per Nathan, avrebbe voluto scacciarlo, ricordargli con aspre parole che erano fratelli, che la situazione era schifosa al solo pensiero, che tutto, tutto era sbagliato, una colpa immortale che aveva varcato secoli.

Ma sapeva perfettamente che non sarebbe mai riuscito a dirglielo.

Pensò per un istante a Malfoy.

Davvero aveva pensato un tempo che Malfoy era impossibile da avvicinare?

Ecco cosa si era guadagnato.

Harry aprì la bocca per rispondere quando la maniglia della porta girò lentamente, subito si staccò da Nathan, alla ricerca della sua maglietta.

 

Così lo sorprese Lukas, maniglia della porta ancora in mano, porta socchiusa, espressione stralunata, consapevole, sconvolta, disgustata.

Harry e Nathan a petto nudo, visi rossi, labbra martoriate, pantaloni slacciati.

 

Quanto male fanno i segreti?

 

Harry si bloccò, sconvolto dallo sguardo di Lukas mentre Nathan fulminava il cugino con la sua miglior occhiata incenerente.

Di nuovo era intervenuto per rovinare tutto!

Fece per andargli vicino, magari tirargli un pugno, fare qualcosa, non come Harry che era immobile, imbarazzato, colpevole, qualsiasi cosa pur di non vedere l’espressione di Harry, che lo feriva più di qualsiasi altra cosa.

 

Ci sta ripensando.

 

Il trionfo della ragione sui sentimenti.

Ed era bastato un solo, unico sguardo da parte di Lukas.

 

Ti odio.

 

Guardò con astio il cugino, desiderando che per incanto sparisse dalla faccia della terra perché gli aveva rovinato tutto, ogni maledettissima cosa.

 

- Sta arrivando papà – disse semplicemente Lukas, con voce malinconica.

Harry deglutì, afferrò la sua maglietta e l’infilò frettolosamente, cercando di darsi una parvenza di ordine, diede le spalle ad entrambi, cercando di non vedere le espressioni dei due – quella colpevolizzante di Lukas e quella astiosa di Nathan -, si morse violentemente il labbro inferiore, cercando di trattenere le lacrime di frustrazione e umiliazione.

 

Che cosa stavo facendo?

 

- Sta cercando te, Nathan – continuò Lukas.

Nathan ebbe un moto di stizza, afferrò la sua maglietta, lanciò un’occhiata alle spalle di Harry, ferito per il comportamento del fratellastro, per il suo silenzio, per quella posa colpevole e sconfitta, per quel rifiuto evidente.

Se la infilò e si riallacciò i jeans, uscì da quella stanza con rabbia malcelata, dando uno spintone violento a Lukas, prima di scontrarsi con lo zio Keith e seguirlo a malincuore.

Lukas rimase nella stanza, socchiuse leggermente la porta, e si avvicinò a Harry, ancora di spalle: - Harry, - disse – che cos’hai fatto? –

Harry si morse a sangue il labbro cercando di non piangere.

 

- Harry, guardami -

 

Ma Harry ancora non si girava.

Come poteva?

Non riusciva a guardare il viso di Lukas, il suo bel viso sconvolto da una smorfia disgustata.

 

- Per favore, guardami -

 

Harry si voltò, un brivido freddo gli percorse tutta la schiena.

Non aveva mai visto Lukas così.

Gli occhi erano nauseati, delusi, schifati.

 

Che schifo.

 

- Lukas… -

 

Poi quello sguardo scomparve, il tempo di un battito di ciglia e Lukas tornò a guardare Harry con la sua solita espressione malinconica, ciò non servì a far dimenticare ad Harry il ribrezzo che aveva intravisto in quello sguardo normalmente sereno.

 

- Ne parliamo dopo, va bene? – replicò stancamente Lukas – Vorrei solo farti riflettere su quello che… -

Harry annuì: - Lo so –

- Se lo sai, perchè non fai niente per fermare tutto questo? -

 

Non lo so.

Non ci riesco.

 

- Harry, non voglio giudicarti, solo… metterti in guardia. Una cosa del genere porta solo guai. Siete fratelli! Ma ci pensate? – Lukas si passò una mano sul viso tristemente, come cercando di raccogliere le idee, come nascondendo qualcosa dietro quella mano, quel gesto.

 

Harry, lo vuoi sapere il mio segreto?

 

- Io… - Harry annaspò nelle sue stesse parole. Con rabbia, si accorse che si sentiva maledettamente in colpa, si sentiva come si sarebbe dovuto sentire prima invece di ignorare quelle sensazioni latenti e dare retta al suo desiderio di Nathan.

- Harry, tutto questo deve finire. Lo sai vero? -

- Lo so… - rispose arrendendosi Harry.

- I legami di sangue non si possono cancellare -

- Lo so -

- Harry? -

- Uhm? -

- Se vuoi… io sono qui -

 

 

*

 

 

‘Archie è con un un amico, per favore, vai a fargli compagnia, io e Karen dobbiamo tornare a lavoro’

ecco cosa gli aveva detto lo zio.

Nathan era furibondo, forse zio Keith aveva aggiunto altro, non lo sapeva, stava rimuginando su Harry e la scenetta di poco prima.

Fratelli.

Maledizione, perché dovevano essere proprio fratelli?

Perché Harry doveva darci così tanta importanza?

Forse era lui quello dalla parte giusto e Nathan quello ‘sbagliato’?

Allungò la mano verso la maniglia della porta del nonno.

 

- Le chiedo solo di portarlo via il più presto possibile – stava dicendo suo nonno in quel momento.

Un’altra voce rispose: - Non c’è alcun problema. Partiremo per l’Inghilterra anche oggi stesso –

- Lo porti via, signor Lupin. Anche subito se possibile -

 

Nathan sentì il sangue smettere di scorrere nelle sue vene.

E gelarsi.

 

No. Lui no.

 

 

*

 

 

Le parole di Lukas ebbero il potere di volatilizzare tutta l’umiliazione e il disgusto che Harry provava per se stesso.

In un lampo.

- Lukas? -

E un abbraccio fu la risposta a quella domanda inespressa, a quella sorpresa malcelata, a quell’invito frainteso.

Un abbraccio caldo avvolse Harry, un abbraccio che non aveva nulla di passionale, solo, era un calore particolare, un calore speciale, così intimo e così vicino che ad Harry ricordò tanto l’abbraccio di Remus.

- Andrà tutto bene, Harry – cercò di rassicurarlo Lukas.

Harry si scostò da quell’abbraccio, con il fiato corto: - Lukas io… -

Lukas gli accarezzò la guancia: - Shh, non preoccuparti… -

 

- Oh, ma vedo di aver interrotto qualcosa -

 

Harry e Lukas si voltarono di scatto verso la porta che prima avevano lasciato socchiusa.

Ora era spalancata e c’era un ragazzo biondo, occhi grigio tempesta, fronte corrugata, furibonda.

 

- Malfoy? -

 

 

 

Continua…

Mistress Lay

 

*

 

 

 

Cantuccio dei ringraziamenti veloci:

a tutti coloro che, nonostante tutto, continuano a seguire questa fanfic. Mi fate veramente felice! Ç.ç Non mi aspettavo tanto entusiasmo!

Scusate per il ritardo, ma la scuola mi ha completamente assorbita in questi mesi.

La mia idea iniziale quando avevo cominciato a scrivere il capitolo era chiedere poi il vostro parere, se Harry/Draco o Nathan/Harry, ma è passato così tanto tempo che alla fine mi sono decisa e il finale è tutto scritto nella mia testolina bacata! XD

Ma così, per curiosità – non sia mai che non cerchi di accontentarvi! XD – voleste farmi sapere la vostra opinione sulla coppia con la quale finire Oth, sarò lieta di accogliere le vostre proposte.

 

Aggiornamento tra breve, ve lo prometto!

 

E un doppio ringraziamento alla mia sis di spirito – tipicamente Slytherin, of corse – Kira per la sua strabiliante idea! *.* eheheh

 

James_Prongs (bene, ne sono felice! ^^), Mimi88, Moony*, haley, fanchan (ehm… dici che è passato troppo tempo?ç.ç), Kira (sis, non preoccuparti! XD La nostra anima Sly troverà ben presto uno sfogo! XD Fidati!), mistica (mogliettina mia! *.* Anche tu stregata da Nathan? XD Non angustiarti per Malfoy… e per le tue preferenze! XD), Stè_Wormy, ragazza interrotta (ti ringrazio! XD Purtroppo gli skatch non mi vengono più quelli di una volta… sarà la vecchiaia che avanza! -.-), ysal pax (ysy, tesoro mio grazie! XD soprattutto per quella dritta! XD E per BOTS! XD Poi ti racconto!), fann1kaoiyuki (e finalmente ecco il capitolo! *.*), verity1987 (hai azzeccato mooolte cose! XD eheheh Scusa per il ritardo! Ç.ç),Giulia, tess4ever (benvenuta! ^^ E grazie per il tuo commento!), DJKIKA (Spero che questo capitolo abbia il pepe che ti aspettavi con il precedente! XD I toni sono comunque destinati a scaldarsi ancora di più…), bittersugar (che gentile! Grazie! *.*), panuela (Sì, Lukas è destinato a grandi cose per il lavoro di sfasciacoppie! XD), evanescense88, mandra (tu trovi? ^^ Credo che lo riprenderò, forse più avanti, in un’altra fic. Mi sono divertita molto con lo scambio delle missive. Sì, nascerà qualcosa tra Herm e Blaise… XD), Lunatica86 (mia carissima, che piacere averti anche qui! XD Mi dispiace aver aggiornato così tardi, che dici, Nathan si è persa una sostenitrice? ^.-), zafirya (eheheh, già, Blaise mi sta particolarmente simpatico qui XD), gokychan (accidenti, sono allibita dalla fiducia che riponi in me! ^//^ Ora mi imbarazzo! – inutile dirlo, lo sono già! – Il rapporto tra Lukas e Harry è un po’… particolare. Diciamo che di fatto vorrebbe essere suo amico, e lo è, ma a volte si lascia condizionare. Inizialmente voleva solo sapere che cosa ci fosse in Harry che facesse andare così in bestia Nathan, e poi c’è da considerare la loro continua rivalità. Leggermente sedata, è vero. Il punto cardine è Harry. E Lukas è un po’ troppo curioso. E… si vedrà! XD Il capitolo di Flores è in via di scrittura, non preoccuparti! ^^ Ps. Grazie per la pubblicità! O//o – ecco, ora mi imbarazzo di nuovo! -), elecam28 (Credo di aver finalmente risolto il problema spinoso dei ‘geni’. XD), fairy81 (come sono contenta che tu sia tornata! *Miss batte le mani emozionata* E forse ti ho fatta già scappare con questo ritardo spropositato? Ç.ç Di scene piccanti ce ne sono ancora parecchie, in tutti e due i sensi! XD – chi vuole intendere intenda! -), NamiTheNavigator, Shade_Scary (sono felice che le cose si stiano sistemando! ^^ Spero di continuare a suscitare queste sensazioni! ^///^), iris (in effetti ho notato che non ci sono molte fic su Oth. XD Chissà perché… O.o), ziz (che piacere, mia cara! XD Ma sì, buttiamoci dentro anche Shicchan! ^^), lal23 (eh sì, Draco movimenterà un po’ tutto XD)

 

 

Vero che c’è ancora qualcuno alla lettura?

Vero che mi dite come trovate questo capitolo?

Eh?

 

Miss

 

  
Leggi le 26 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mistress Lay